Dopo averci data una parte mancante di Vangelo, quella del giovane Gesù, sorella White ci dà anche un interessante approfondimento su Giuda Iscariota.
Da “Gesù di Nazareth”:

Ma Giuda non si consacrò mai completamente a Gesù e non rinunciò alle sue ambizioni mondane e all’amore per il denaro. Pur accettando di essere un discepolo di Cristo, non si lasciò modellare secondo quell’esempio divino. Coltivando la disposizione alla critica e all’accusa, ritenne di poter conservare il proprio giudizio e le proprie idee. {GN 546.4}
Giuda era molto stimato dai discepoli, su cui esercitava un forte influsso. Aveva un’alta opinione delle proprie capacità e considerava gli altri inferiori a lui nella capacità di valutazione e nell’abilità. Pensava che essi non sarebbero riusciti a cogliere le occasioni giuste e a trarne profitto, e che la chiesa non sarebbe mai giunta alla prosperità, avendo come capi degli uomini dalla visione limitata. Pietro era impulsivo e avrebbe agito sconsideratamente; Giovanni, che ascoltava attentamente le parole di Gesù, era considerato da Giuda come un cattivo amministratore; Matteo, che aveva imparato dalla sua professione a essere preciso in tutto, era molto scrupoloso nell’onestà, ascoltava rapito le parole di Gesù e, secondo il giudizio di Giuda, era così assorbito da tutte queste cose che non gli si poteva affidare nessun compito difficile e di ampia portata. Giuda giudicava tutti i discepoli in questo modo e pensava che la chiesa si sarebbe trovata in difficoltà, senza le sue doti di amministratore. Egli, invece, pensava di essere un uomo capace e insostituibile, e che la sua presenza fosse un motivo di onore per l’opera di Dio. {GN 547.1}
Ma Giuda non si rendeva conto della debolezza del suo carattere; per questo motivo Gesù gli affidò un compito che gli avrebbe offerto l’occasione di conoscersi meglio e correggere i suoi difetti. Come amministratore doveva preoccuparsi delle necessità di quel piccolo gruppo e aiutare i poveri, quando occorreva. {GN 547.2}
Lavorando al servizio degli altri, Giuda avrebbe potuto sviluppare uno spirito di altruismo. Ma pur ascoltando ogni giorno gli insegnamenti di Gesù e osservando la sua vita disinteressata, sviluppò la propria avidità. Le piccole somme di denaro, che passavano fra le sue mani, erano per lui una continua tentazione. Spesso, quando rendeva un piccolo servizio a Gesù o dedicava del tempo a qualche attività religiosa, si retribuiva attingendo a quegli scarsi fondi. Ricorreva a dei pretesti per scusare queste sue azioni, ma agli occhi di Dio era un ladro. {GN 547.3}

Il discorso di Gesù nella sinagoga sul pane della vita fu decisivo nella storia di Giuda. Egli udì le parole: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi”. Giovanni 6:53. Comprese che Gesù offriva beni spirituali e non terreni. Considerandosi intelligente, gli parve di capire che Gesù non avrebbe ricevuto onori e quindi non avrebbe concesso incarichi importanti ai suoi discepoli. Decise allora di non unirsi strettamente a Gesù, in modo da non potersene più separare. Decise di vegliare e lo fece. {GN 548.4}
Da allora Giuda cominciò a esprimere dei dubbi, che lasciavano perplessi gli altri discepoli. Provocava discussioni ed eccitava gli animi, ripetendo gli argomenti degli scribi e dei farisei contro le dichiarazioni di Gesù. Considerò come prova contro la veridicità di queste affermazioni tutti i turbamenti, le prove e le difficoltà piccole e grandi che ostacolavano il progresso del Vangelo. {GN 549.1}
Citava i testi delle Scritture che non avevano nessuna relazione con le verità insegnate da Gesù. Quei testi, staccati dal contesto, rendevano perplessi gli altri discepoli e lo scoraggiamento cresceva. Giuda si comportava così per dimostrare la sua scrupolosità. Gli altri discepoli cercavano ogni prova per confermare le parole del loro grande Maestro, mentre Giuda faceva di tutto per condurli, sia pure impercettibilmente, su un’altra strada. Con un atteggiamento religioso e apparentemente saggio, falsava le dichiarazioni di Gesù, attribuendo loro un significato diverso. I suoi suggerimenti miravano a suscitare desideri ambiziosi di affermazione terrena, distraendo i discepoli dalle realtà importanti, che avrebbero dovuto prendere in considerazione. Era stato Giuda a iniziare la discussione su chi di loro dovesse essere considerato il maggiore. {GN 549.2}
Quando Gesù presentò al giovane ricco le condizioni per essere suo discepolo, Giuda ne provò dispiacere. Pensò che Gesù avesse sbagliato; se degli uomini come quel capo si fossero uniti ai credenti, avrebbero potuto offrire un contributo positivo all’opera di Cristo. Giuda si riteneva in grado di dare ottimi consigli per il progresso di quella piccola comunità. È vero che talvolta i suoi princìpi e i suoi metodi differivano da quelli di Gesù, ma egli credeva che i suoi fossero migliori. {GN 549.3}