Bauxite ha scritto:
Il bello è che, tra le altre cose, non ho mai avuto nemmeno il corpo da "discepola del Kamasutra".
Gentile Bauxite, per allontanare da te eventuali pretendenti on line in alcuni tuoi post insisti nel descriverti in tono minore: alludi al tuo corpo non flessuoso, alla peluria e ad altro. Io invece sono convinto che sei una bella ragazza, capace di dedicarti all’arte amatoria descritta nel “Kama sutra” , che in lingua sanscrita significa “Trattato sull’amore”, scritto dal filosofo indiano Mallanaga Vatsyayana nel III sec. d. C..

Il Kamasutra è stato considerato in Occidente un testo che descrive amplessi spasmodici e tortuosi, invece il libro argomenta sull’amore, commentato attraverso il prisma del desiderio, del piacere, dei rapporti sociali uomo-donna, perciò è dedicato ai maschi e alle femmine, “perché è bene che esse pure acquisiscano la conoscenza del kama”.

Il fine del brahmano Vatyayana era quello di istruire sugli aspetti molteplici del “kama” (= desiderio, piacere, amore) i “nagaraka”, le persone economicamente benestanti e della “buona società”, i giovani alla ricerca di un/a partner, le coppie di sposi, ma anche le cortigiane.

Una delle concezioni condivise della fede hindu propone un’esistenza religiosamente conforme (e siamo nel tema del topic). Ecco in sintesi la dottrina.

Il giovane, all’età di 16 anni, è ritenuto adulto, e il primo scopo che la religione, legge sacra (il dharma) gli assegna è il “kama”, il “piacere” sessuale e sensuale.

La fruizione dei piaceri sessuali richiede la conoscenza delle modalità dell’ars amatoria, perciò le profumazioni, i preliminari erotici, le posizioni nel coito, l’orgasmo.

Per quanto riguarda la donna, questa ha lo stesso “diritto” del maschio al piacere, cioè all’orgasmo. Vatsyayana dice che uomini e donne appartengono entrambi alla specie umana, e la donna è predisposta come l’uomo e con eguale intensità a raggiungere il culmine del piacere. E lei legittimamente si aspetta l’appagamento. Il dotto brahmano era consapevole di rivolgersi anche a maschi arroganti e poco sensibili, perciò dice che la donna va soddisfatta per prima. Se a essere soddisfatto è prima l’uomo, la signora resta delusa.

Il presupposto è il legame matrimoniale, previo corteggiamento, l’innamoramento e la vita coniugale. Ma se sposarsi è un obbligo dharmico, previsto dalla legge sacra, l’amore è un opzional, che si può manifestare con altre persone fuori dal matrimonio.

Il tradimento. La trattazione affonda le radici in India in quei secoli lontani. La poligamia è ammessa; tutte le donne adulte sono sposate, non le prostitute, perciò il tradimento avviene solo frequentando la moglie di un altro.

La quinta sezione del trattato è titolata “Le spose d’altri” e dà dei consigli: la strategia per la conquista della moglie altrui e la difesa della propria.

Altri adempimenti sono il “profitto” (la carriera nell’ambito lavorativo) e la cura dello spirito.

Se l’argomento t’interessa puoi approfondire la tua conoscenza leggendo il recente libro titolato “Kamasutra”, tradotto da Cinzia Pieruccini, edit. Marsilio.