Risultati da 1 a 15 di 57

Discussione: Religione e sessualità: le novità.

Visualizzazione Elencata

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #11
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    1,529
    Tornando al tema del topic...

    il pregiudizio della sessuofobia nel cristianesimo.

    Per la Chiesa cattolica, "mater et magistra", il piacere sessuale fine a se stesso è "peccato mortale", una grave colpa, perciò “Da praticare con parsimonia e disagio esclusivamente nel matrimonio, e principalmente per procreare".

    Nel passato la Chiesa usò verso la sessualità repressione e clemenza per governare le “anime” dei fedeli.

    La teologia cristiana considerava il rapporto sessuale tra un uomo ed una donna metafora del rapporto fra l’anima e Dio, anticipo del piacere d’amore che si vivrà in “paradiso”. Come tale, il rapporto sessuale deve essere pervaso di significati spirituali, privato dell’aspetto ludico ed erotico che lo aveva contrassegnato nel mondo pagano.

    Martin Lutero e la Riforma protestante denunciarono la corruzione ed il lassismo della Chiesa di Roma anche nella morale sessuale. Il Concilio di Trento e la cosiddetta “Controriforma” cattolica cercarono di disciplinare gli ambiti e le modalità entro cui poteva esprimersi la sessualità.

    Tramite le norme canoniche e la confessione coercizzarono le coscienze dei fedeli, di tutti o quasi, fino alla prima metà del secolo scorso. I confessori ed i parroci mediavano l’intransigenza delle norme del catechismo con le necessità quotidiane e particolari della “carne e del desiderio”. Usavano flessibilità e pragmatismo nella condanna della masturbazione, della sodomia e della prostituzione, avendo cura di instillare e rafforzare nelle coscienze il senso del peccato e della colpa che garantiscono la perpetua soggezione delle anime. Tale sistema di controllo durò per secoli, ma la modernizzazione ne incrinò le basi con la contestazione alla Chiesa del monopolio della morale sessuale.

    I mutamenti culturali indotti dall’Illuminismo e l’affermarsi dell’individuo come soggetto di diritti sottrassero progressivamente il sesso alla dimensione religiosa, riuscirono a togliere la sovranità esclusiva del diritto canonico sui comportamenti sessuali.

    Il conflitto cominciò alla fine del 18/esimo secolo e proseguì nei secoli successivi quando la competenza sulla sessualità venne attribuita a medici, biologi, antropologi e poi psicoanalisti, che negavano alla Chiesa il diritto di imporre norme universali e ai teologi la capacità di definire il senso ed il valore dell’atto sessuale, depotenziato di ogni significato spirituale.

    Anche il controllo delle nascite fu oggetto di contesa che divise società e Chiesa dal XIX secolo. L’ostinato rifiuto del controllo delle nascite la Chiesa lo sancì con due encicliche, la “Casti connubii” del 1930 e l’”Humanae vitae”! del 1968, che ribadiscono l’opposizione della Chiesa fra sessualità e riproduzione.
    Ultima modifica di doxa; 16-07-2020 alle 15:31

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato