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Discussione: l'"amore" deve essere...

  1. #16
    L'avatar di dietrologo
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    definire amore significa voler definire e circoscrivere un argomento nel nostro conosciuto e vissuto , significa darne una definizione personale e limitata al mio essere in base a ciò che conosco e umilmente chiedo scusa se mi sembra molto arrogante l'idea su come dovrebbe essere

    parliamo di quel che so , vivo ormai da una vita con una donna che ancora non conosco troppo bene e che ancora mi stimola moltissimo , in apparenza semplice e riservata ma dimostra una forza di sostegno ad ogni prova che affrontiamo...io mi butto nella mischia lei controlla che io non faccia del male
    dice che ha un debito karmico nei miei confronti e sta svolgendo una missione

    ho un figlio in gambissima ma che ogni tanto ritorna in famiglia , non mi molla e ora sta cambiando la sua vita coinvolgendomi per l'acquisto di una seconda casa , più adatta a me che a lui

    ora ho due casi di amore nei miei confronti , posso esporre solamente questi due casi perchè li sto vivendo , ma quanti altri ne possiamo avere magari esposti in modo diverso e forse irriconoscibili come amore

  2. #17
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    prima eri brava ragazza, "da sposare", poi diventi una maiala che scopre il sesso, per integrare questa cosa nella tua identità, come legittima; resti una brava ragazza, ma maiala; e improvvisamente te ne sbatti le ovaie di giudicare le tue amiche maiale, che prima censuravi ma invidiavi, con tanta fatica;
    e così via per tutto il resto; cambi lavoro, ambizioni, necessità di status sociale, di rendere conto agli altri; quello che prima poteva essere fonte di vergogna o frustrazione, diventa un perno di forza e orgoglio: sì, sono così, e allora ? c'è chi mi ama lo stesso, ed è meglio di voi !
    questa è sovversione, del cliché in cui si era ingabbiati, di alcune nevrosi, ecc...
    Parli della "rivoluzione e liberazione sessuale" (cioè del vivere liberamente la propria maialaggine ) come se fosse la manifestazione ultima e definitiva della propria liberazione..la manifestazione dell'essersi finalmente liberati dai clichè imposti da altri in cui si era ingabbiati....e il modo vero dell'amore.
    In realtà questo è solo un ulteriore "stadio psicologico" che si porta dietro i suoi clichè...anche se sono clichè diversi da quelli dello stadio "legalitario".
    Quale?
    Lo dici tu stesso: sì, sono così, e allora ? c'è chi mi ama lo stesso, ed è meglio di voi !
    E' lo stadio psicologico della "affermazione di sè". Che, normalmente, segue lo stadio psicologico "legalitario"....quando si era un po' ingabbiati dai vecchi clichè repressivi.

    Ora...è senza dubbio MOLTO più interessante e movimentato innamorarsi di una donna (o di un uomo) che vive lo stadio psicologico della affermazione di sè...rispetto a innamorarsi di una donna che sta vivendo la fase "legalitaria".
    Ciò non toglie che entrambi sono "stadi psicologici" e l'amore e il sesso vengono vissuti come manifestazione di questi stadi psicologici.
    E ciò non toglie che anche nello stadio "affermazione di sè" PUO' avvenire esattamente quello che tu hai detto che avviene per lo stadio "legalitario" e cioè: chi "ama" una persona confacente a quanto si è già stabilito come "programma" dell'esistenza, il partner "adeguato", non sta amando quella persona, ma la sua funzione di puntello; salvo poi scoprire di non aver nulla a che fare con quell'essere umano, una volta esaurita la funzione.

    Certo...è sicuramente più interessante e movimentato il sesso quando si fa la "funzione di puntello" mentre il proprio partner sta vivendo la fase LIBERATORIA della "affermazione di sè" rispetto a farla quando il proprio partner sta vivendo la fase "legalitaria".
    E, vivaddio, spezziamo una lancia in favore de "l'uomo oggetto". Fare la parte dell'uomo oggetto può essere, per un tempo limitato, MOLTO piacevole.

    Ora...io non ho la presunzione di voler definire quale sia "l'amore vero" e come debba essere vissuto "l'amore vero".
    Dico soltanto che valutare "l'amore vero" solo dal modo in cui una persona vive il sesso fa molto sessantotto, ma è una cosa ridicola.
    Quello che conta è la fase psicologica che si sta vivendo...di cui il modo di vivere il sesso e l'amore sono una manifestazione.
    E ti posso assicurare che dopo un po' che stai con una persona che sta vivendo la fase della "affermazione di sè"...anche se si fanno delle ottime scopate e delle ottime esperienze sessuali....dopo un po' ti rompi i coglioni. Almeno... io mi rompo i coglioni.
    Non ti dico a stare con una che sta vivendo la fase "legalitaria". Lì mi rompo i coglioni subito perchè non si fanno nemmeno delle buone scopate.
    Ultima modifica di xmanx; 17-07-2020 alle 17:06
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  3. #18
    Io penso che l’amore sia convivere prendendosi cura dei molti dettagli, costruire un puzzle e fare castelli in aria a base di sogni e delusioni.
    Con la persona che ti piace e ti coinvolge in tutto. E che tu a tua volta coinvolgi.
    Secondo me una volta compreso questo è facile capire il vero valore della permanenza, del fatto che esistono sentimenti che restano e che non sono solo usa e getta. Quello che ami rimane per sempre, il resto è scoria.
    Altrimenti che amore è?

  4. #19
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Io credo invece che l'amore sia evoluzione. Ovviamente parlo dell'esperienza mia.
    Amare è crescere, da solo e come coppia.
    Accettare che l'altro sia diverso da te.
    questo può essere il riflesso corrispettivo di quell'amore, cioè come agisce l'innamorato; non il perché si è innamorato, che invece è il nodo che affrontavo io; e che riguarda i meccanismi di rielaborazione e trasformazione della propria identità, il voler essere una persona diversa da ciò che è stata, una distanza dagli obiettivi esistenziali precedenti;

    la cosa ha un po' a che fare con gli scritti postati da Cono, riguardo alla postura delle persone auto-centrate, le quali, se non trovano un ostacolo all'elaborazione di un modello "fantastico", difficilmente trovano nella realtà un appiglio per rielaborare una realtà creativa in concreto, che ci misuri con quel modello, e restano sospese;
    con questo, non do ragione a Cono sull'interpretazione di questa cosa, ma cerco di riflettere un po' su quelle tesi, anche se è un lavoro forse troppo approfondito per un forum, e non credo che ci sia qualcuno che vorrebbe leggere più di quattro o cinque righe.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #20
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Parli della "rivoluzione e liberazione sessuale" (cioè del vivere liberamente la propria maialaggine ) come se fosse la manifestazione ultima e definitiva della propria liberazione..la manifestazione dell'essersi finalmente liberati dai clichè imposti da altri in cui si era ingabbiati....e il modo vero dell'amore.
    no, ics; ho solo fatto l'esempio più triviale e semplice, per alleggerire; benché mi sia capitato in in un paio di occasioni

    In realtà questo è solo un ulteriore "stadio psicologico" che si porta dietro i suoi clichè...anche se sono clichè diversi da quelli dello stadio "legalitario".
    Quale?
    Lo dici tu stesso: sì, sono così, e allora ? c'è chi mi ama lo stesso, ed è meglio di voi !
    E' lo stadio psicologico della "affermazione di sè". Che, normalmente, segue lo stadio psicologico "legalitario"....quando si era un po' ingabbiati dai vecchi clichè repressivi.
    è una dialettica che si ripete; magari ci si sposa per uscire dalla famiglia, poi si divorzia per uscire dal matrimonio, se è diventato convenzione "legalitaria", ennesima gabbia a pulsioni fondamentali; o si smantella addirittura la necessità di stare in coppia;

    io sono solo partito dalla mia esperienza personale e di prossimità, che già diversi anni fa consideravo:
    le persone che si innamorano o lasciano, o fanno entrambe le cose, lo fanno come compimento di un percorso distruttivo di catene, altrui o proprie, consolidate nel precedente progetto di vita e di identità su cui si era investito o da cui si dipendeva; e questo perché quella condizione ingabbiava energie per contenere pulsioni devianti da quel progetto o sopperire a carenze essenziali;

    E ti posso assicurare che dopo un po' che stai con una persona che sta vivendo la fase della "affermazione di sè"...anche se si fanno delle ottime scopate e delle ottime esperienze sessuali....dopo un po' ti rompi i coglioni. Almeno... io mi rompo i coglioni.
    Non ti dico a stare con una che sta vivendo la fase "legalitaria". Lì mi rompo i coglioni subito perchè non si fanno nemmeno delle buone scopate.
    ti rompi i coglioni se non hai la gratificazione di essere tu parte essenziale di quell'affermazione di sé, non sei parte della "liberazione", ma inciampo occasionale; se ti capita la fortuna di essere la persona che legittima ciò che era ombra in una donna, oltre a ciò che fate per spontanea concorrenza di sensi - spesso oltre l'ordinario - hai una gratificazione da te stesso, comunque vadano le cose dopo;

    ho citato l'analista perché fa questo di lavoro, e quindi è molto facile enucleare il percorso di liberazione; non lo fa solo per soldi;

    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    Io penso che l’amore sia convivere prendendosi cura dei molti dettagli, costruire un puzzle e fare castelli in aria a base di sogni e delusioni.
    Con la persona che ti piace e ti coinvolge in tutto. E che tu a tua volta coinvolgi.
    Secondo me una volta compreso questo è facile capire il vero valore della permanenza, del fatto che esistono sentimenti che restano e che non sono solo usa e getta. Quello che ami rimane per sempre, il resto è scoria.
    Altrimenti che amore è?
    non era proprio questo l'oggetto del mio post, come replicavo a Dark;

    non cosa sia l'"amore" - lo metto sempre tra virgolette, perché andrebbe sempre definito di che si parla - ma in quali circostanze si produce in relazione ai bisogni di una persona, da quali meccanismi è attivato;

    questo perché in retrospettiva uno si trova a constatare e chiedersi: perché è andata così, oppure in un altro modo ? e, per quello che posso vedere io, nella mia esperienza, ci sono storie che risolvono e sciolgono nodi importanti, e riscuotono gratitudine, anche se finiscono, e altre che lasciano più che altro amarezza e scontento, rancore, che è sempre verso se stessi, per aver investito il proprio tempo su un progetto che è nato conforme, come realizzazione di qualcosa di autonomo, chiuso; sembra complicato, m le unioni infelici si riconoscono subito per questo tratto originario di compromesso "a freddo", in cui la strumentalizzazione dell'altro - che c'è sempre - non ha mai coinciso con quella liberazione - e gioia - di cui dicevo a ics.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #21
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    "
    il perché si è innamorato, che invece è il nodo che affrontavo io; e che riguarda i meccanismi di rielaborazione e trasformazione della propria identità, il voler essere una persona diversa da ciò che è stata, una distanza dagli obiettivi esistenziali precedenti;”
    Dalle mie letture ne risulta che l’amore nasce da reazioni chimiche nel cervello.
    Scienziati hanno fatto ricerche sul funzionamento del cervello umano durante l’innamoramento e sono arrivati alla conclusione che per l’accoppiamento e la riproduzione tre sistemi cerebrali distinti governano il desiderio sessuale, l’amore e le relazioni stabili.
    Ognuno di questi sistemi è associato a una precisa attività ormonale che causa sentimenti specifici e cambiamenti di atteggiamento negli innamorati.

    Quindi perché ci s’innamora?
    Istintivamente e forse inconsciamente, fin dai tempi antichi, per riprodurci, per trovare il partner più adatto affinchè la vita continui e si perpetui.
    Sembra che:
    Le nostre necessità sessuali sono inalterate da centinaia di migliaia di anni.
    L’amore, il desiderio e il romanticismo sono tutte reazioni chimiche provocate dal cervello.
    La scienza ha provato che l’uomo e la donna vedono le relazioni in maniera differente e che l’amore nei due sessi è collocato in regioni cerebrali completamente diverse.


    Quindi a me pare che l’innamoramento sia un meccanismo naturale che spinge alla ricerca e scoperta dell’altro, di un partner ideale, anche se tra i motivi principali non c’è solo l’istinto di procreazione, ma anche il desiderio sessuale e l’appagamento fine a se stesso. La risposta al bisogno di amare e sentirsi amati,che abbiamo tutti fin dalla più tenera età, di affetto e affettuosità, poi ognuno può avere altre risposte tra cui che in coppia si affrontano meglio le difficoltà della vita, la crescita dei figli ed essendo l’uomo un animale sociale, un compagno o una compagna riempie il vuoto della solitudine.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  7. #22
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    Amore, amore
    lieto disonore.



    Amore, gioventù, liete parole,
    cosa splende su voi e vi dissecca?
    Resta un odore come merda secca
    lungo le siepi cariche di sole.


    (Sandro Penna)
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  8. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    "

    Dalle mie letture ne risulta che l’amore nasce da reazioni chimiche nel cervello.
    Scienziati hanno fatto ricerche sul funzionamento del cervello umano durante l’innamoramento e sono arrivati alla conclusione che per l’accoppiamento e la riproduzione tre sistemi cerebrali distinti governano il desiderio sessuale, l’amore e le relazioni stabili.
    Ognuno di questi sistemi è associato a una precisa attività ormonale che causa sentimenti specifici e cambiamenti di atteggiamento negli innamorati.

    Quindi perché ci s’innamora?
    Istintivamente e forse inconsciamente, fin dai tempi antichi, per riprodurci, per trovare il partner più adatto affinchè la vita continui e si perpetui.
    Sembra che:
    Le nostre necessità sessuali sono inalterate da centinaia di migliaia di anni.
    L’amore, il desiderio e il romanticismo sono tutte reazioni chimiche provocate dal cervello.
    La scienza ha provato che l’uomo e la donna vedono le relazioni in maniera differente e che l’amore nei due sessi è collocato in regioni cerebrali completamente diverse.
    certo; sono stati fatti diversi esperimenti e pare che le donne al picco di fertilità preferiscano uomini più testosteronici e "alfa", mentre attorno al ciclo più ingentiliti e, perciò, "affidabili"; uno dovrebbe sincronizzarsi, due settimane damerino educato, le altre due un po' bruto
    un calcolo istintivo c'è sempre: a partire dalla propria natura ormonale, in alcune persone prevale l'istinto a cercare un partner "pregiato", a costo dello stress di una competizione e del rischio di abbandono, mentre in altre prevale il bisogno di controllo e rassicurazione;

    ma siamo anche naturalmente animali sociali e culturali, in cui si verificano processi di mediazione:


    Quindi a me pare che l’innamoramento sia un meccanismo naturale che spinge alla ricerca e scoperta dell’altro, di un partner ideale, anche se tra i motivi principali non c’è solo l’istinto di procreazione, ma anche il desiderio sessuale e l’appagamento fine a se stesso. La risposta al bisogno di amare e sentirsi amati,che abbiamo tutti fin dalla più tenera età, di affetto e affettuosità, poi ognuno può avere altre risposte tra cui che in coppia si affrontano meglio le difficoltà della vita, la crescita dei figli ed essendo l’uomo un animale sociale, un compagno o una compagna riempie il vuoto della solitudine.
    la solitudine è un vuoto più spesso per chi possiede meno strumenti creativi; questo, detto senza alcun giudizio di pregio o disprezzo per l'uno o l'altro, beninteso; sembra ci sia una relazione inversa tra istruzione e cultura e capacità di tenuta psicologica in condizioni di solitudine, che è anche una cosa piuttosto complessa, da discutere a parte;

    tornando alla mia tesi, spesso nei discorsi sulla coppia si sente dire che i partner dovrebbero essere "complici", "non darsi per scontati", "mettersi in discussione";
    difficilmente qualcuno obietta; ma si tratta - quando andiamo ad aprire il raviolo, come quello di Gualtiero Marchesi - di formule che implicano molto il percorso che ho indicato;

    che significa dire che i partner dovrebbero essere complici - cioè, partner in qualcosa di trasgressivo, che li pone in contrapposizione alle regole; altrimenti non si è complici, ma semplicemente collaboratori - ?

    non darsi per scontati e mettersi in discussione, se si esce dalla retorica delle pagine rosa dei rotocalchi, significa pure la disponibilità al rischio e all'instabilità, che deriva dall'emersione di pulsioni in ombra dell'altro; no ?

    faccio un esempio banalissimo e "tradizionale", per semplicità:

    i 20enni Pina e Gino si piacciono, modicamente, nell'età di una forte pulsione autonoma;
    Pina attraversa un conflitto con la sua educazione e famiglia, che la vorrebbe conservata e relativamente pura; il desiderio di Gino la gratifica in questo senso; diventa una sponda per liberare il suo istinto sessuale, ed essere innamorata legittima questo istinto, rende agibile questa sovversione; anzi, questa agibilità sopravvenuta è una delle ragioni di gratitudine e amore per Gino, il quale le riconosce le sue pulsioni;

    Gino attraversa un conflitto analogo con la sua famiglia, ma che non verte sulla sessualità, ma sulla "uomità" l'attitudine adulta e capace, che gli viene riconosciuta poco; la disponibilità di Pina a metter su famiglia è la sponda di questa guerra d'indipendenza, sovversione del giudizio paterno di inadeguatezza; di cui Gino è grato a Pina, un ottimo motivo di "amore", cui si aggiunge la potentissima gratificazione dell'amante, spesso iniziatore, sacerdote di erotismo, Portatore di Fallo; la maiuscola non è a caso

    fin qui, sono "complici"; sovvertitori di un ordine che li limita, ma al tempo stesso consente loro proprio il desiderio di sovversione, in complicità; quante volte si vedono matrimoni intuitivamente male assortiti, ma favoriti proprio dall'opposizione delle famiglie ?

    ora, i due si sposano, fanno un paio di figli, e diventano convenzione; poi emergono altri rimossi; perché il loro traguardo di sovversione originaria è stato raggiunto;
    Pina scopre che ha bisogno di lavorare, di vedersi apprezzata come soggetto capace, una volta che la sua identità di persona sessuata si è realizzata e assestata in identità;

    Gino, a sua volta, ha il timore che questo nuovo aspetto ombra, stavolta finisca a sovvertire l'ordine di cui lui beneficia, e cioè il suo ruolo sociale; non è questa la paura di cui si fa carico l'ideologia di Cono ?

    quando l'assetto matrimoniale è definito, il tutto assomiglia molto ad una trincea; comune, se ci sono motivi di pressione esterna; sono poveri, accerchiati, in difficoltà, sacrificati, molto occupati coi figli e la divisione del lavoro; tengono, anche, se a prezzo di dover sublimare l'ombra; che è, conseguentemente, la soluzione Cono;

    oppure due trincee, di nemici; il più delle volte, la stessa sessualità diventa un terreno prediletto di scontro rimosso, il mancato incontro; mancato proprio perché palesa tutti i conflitti e il non detto, si evita; ma è una carenza grave, un avvitamento a precipitare;

    quello che prima era gratificante e sufficiente a spingere all'impegno, ora viene messo in discussione in tanti modi, a seconda delle personalità; tutto quello che si può chiedere di più, di diverso, che manifesta instabilità, pulsioni che premono, diventa una minaccia allo status acquisito, e perciò da negare;
    non si è più complici, non ci si mette in discussione, e si ha l'impressione che l'altro ci abbia acquisiti come oggetti, scontati;

    così, le pulsioni tornano a premere, in condizioni normali si cerca di tenere in piedi il tutto, ma la cosa implica un enorme dispendio di energie; e ci si nevrotizza o deprime; finché qualcosa o qualcuno, dall'esterno, uno psicanalista, un/a collega d'ufficio, ecc... rivela la possibilità di sovversione dell'ordine, e il gioco riprende da capo, con la promessa di una trasformazione dell'identità... che suscita "amore" per quel qualcuno che riconosce e legittima quell'identità nuova, fa sponda;

    non è una storia come ne abbiamo viste a migliaia ?
    Ultima modifica di axeUgene; 19-07-2020 alle 12:38
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #24
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Amore, amore
    lieto disonore.



    Amore, gioventù, liete parole,
    cosa splende su voi e vi dissecca?
    Resta un odore come merda secca
    lungo le siepi cariche di sole.


    (Sandro Penna)
    E' una delle mie poesie preferite di Penna.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  10. #25
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    E' una delle mie poesie preferite di Penna.
    Pochi come lui hanno saputo parlare dell'amore in modo per nulla banale...
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  11. #26
    Superstite L'avatar di Doppio
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    L'amore deve essere...

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  12. #27
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    In effetti quando l'amore deve è come mettersi un preservativo per non prendere o come tarpare le ali all'uccello per non farlo volare.

  13. #28
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    tornando alla mia tesi, spesso nei discorsi sulla coppia si sente dire che i partner dovrebbero essere "complici", "non darsi per scontati", "mettersi in discussione";
    difficilmente qualcuno obietta; ma si tratta - quando andiamo ad aprire il raviolo, come quello di Gualtiero Marchesi - di formule che implicano molto il percorso che ho indicato;

    che significa dire che i partner dovrebbero essere complici - cioè, partner in qualcosa di trasgressivo, che li pone in contrapposizione alle regole; altrimenti non si è complici, ma semplicemente collaboratori - ?

    non darsi per scontati e mettersi in discussione, se si esce dalla retorica delle pagine rosa dei rotocalchi, significa pure la disponibilità al rischio e all'instabilità, che deriva dall'emersione di pulsioni in ombra dell'altro; no ?

    faccio un esempio banalissimo e "tradizionale", per semplicità:

    i 20enni Pina e Gino si piacciono, modicamente, nell'età di una forte pulsione autonoma;
    Pina attraversa un conflitto con la sua educazione e famiglia, che la vorrebbe conservata e relativamente pura; il desiderio di Gino la gratifica in questo senso; diventa una sponda per liberare il suo istinto sessuale, ed essere innamorata legittima questo istinto, rende agibile questa sovversione; anzi, questa agibilità sopravvenuta è una delle ragioni di gratitudine e amore per Gino, il quale le riconosce le sue pulsioni;

    Gino attraversa un conflitto analogo con la sua famiglia, ma che non verte sulla sessualità, ma sulla "uomità" l'attitudine adulta e capace, che gli viene riconosciuta poco; la disponibilità di Pina a metter su famiglia è la sponda di questa guerra d'indipendenza, sovversione del giudizio paterno di inadeguatezza; di cui Gino è grato a Pina, un ottimo motivo di "amore", cui si aggiunge la potentissima gratificazione dell'amante, spesso iniziatore, sacerdote di erotismo, Portatore di Fallo; la maiuscola non è a caso

    fin qui, sono "complici"; sovvertitori di un ordine che li limita, ma al tempo stesso consente loro proprio il desiderio di sovversione, in complicità; quante volte si vedono matrimoni intuitivamente male assortiti, ma favoriti proprio dall'opposizione delle famiglie ?

    ora, i due si sposano, fanno un paio di figli, e diventano convenzione; poi emergono altri rimossi; perché il loro traguardo di sovversione originaria è stato raggiunto;
    Pina scopre che ha bisogno di lavorare, di vedersi apprezzata come soggetto capace, una volta che la sua identità di persona sessuata si è realizzata e assestata in identità;

    Gino, a sua volta, ha il timore che questo nuovo aspetto ombra, stavolta finisca a sovvertire l'ordine di cui lui beneficia, e cioè il suo ruolo sociale; non è questa la paura di cui si fa carico l'ideologia di Cono ?

    quando l'assetto matrimoniale è definito, il tutto assomiglia molto ad una trincea; comune, se ci sono motivi di pressione esterna; sono poveri, accerchiati, in difficoltà, sacrificati, molto occupati coi figli e la divisione del lavoro; tengono, anche, se a prezzo di dover sublimare l'ombra; che è, conseguentemente, la soluzione Cono;

    oppure due trincee, di nemici; il più delle volte, la stessa sessualità diventa un terreno prediletto di scontro rimosso, il mancato incontro; mancato proprio perché palesa tutti i conflitti e il non detto, si evita; ma è una carenza grave, un avvitamento a precipitare;

    quello che prima era gratificante e sufficiente a spingere all'impegno, ora viene messo in discussione in tanti modi, a seconda delle personalità; tutto quello che si può chiedere di più, di diverso, che manifesta instabilità, pulsioni che premono, diventa una minaccia allo status acquisito, e perciò da negare;
    non si è più complici, non ci si mette in discussione, e si ha l'impressione che l'altro ci abbia acquisiti come oggetti, scontati;

    così, le pulsioni tornano a premere, in condizioni normali si cerca di tenere in piedi il tutto, ma la cosa implica un enorme dispendio di energie; e ci si nevrotizza o deprime; finché qualcosa o qualcuno, dall'esterno, uno psicanalista, un/a collega d'ufficio, ecc... rivela la possibilità di sovversione dell'ordine, e il gioco riprende da capo, con la promessa di una trasformazione dell'identità... che suscita "amore" per quel qualcuno che riconosce e legittima quell'identità nuova, fa sponda;

    non è una storia come ne abbiamo viste a migliaia ?
    Preferisco il Gigio e la Gina, adoro Rossella Calabrò e i suoi "manuali di sopravvivenza"
    Premesso che non voglio insegnare niente a nessuno e c'è sempre da imparare, per me, per la mia esperienza e del vissuto di chi ho visto, i reciproci genitori dalla coppia devono starne fuori.
    Prima viene il mio lui e per lui la sua lei e poi i genitori, suoceri, cugini, nonni e vattelapesca.
    Altrimenti il rischio di sfascio è dietro l'angolo.
    Così è, ho visto coppie sfasciarsi anche a causa dell'impiccio, nelle faccende di coppia, da parte delle famiglie di origine.
    Complicità per me significa essere al suo fianco e lui al mio, condividere sia le cose belle che quelle meno belle, in salute e anche quando la malattia colpisce, essere un aiuto, un sostegno reciproco, una compagnia, saper parlare apertamente di tutto, desideri sessuali compresi, nel rispetto reciproco, essere capaci di gestire le inevitabili conflittualità che comporta qualunque relazione umana( non è che con gli amici, i colleghi, figli e genitori non si litiga mai), la comunicazione, è importante, senza andare in risonanza. Lavoro molto difficile, occorre anche un lavoro su se stessi. Quindi questo comporta un sapersi mettere in discussione, ho sempre ragione io, lui?
    Domandarsi:" cosa voglio veramente?" e: " è ciò che voglio veramente?"

    Se si smette di "comunicare", parlarsi, e ascoltare, nel bene e nel male è inevitabile che l'allontanamento comprenda anche la sfera sessuale.
    Penso che alla maggior parte delle donne se un uomo gli sta sui coglioni è difficile che le venga voglia di farci sesso.
    Quando una donna si allontana, fisicamente, se non si è votata alla castità perchè vuol entrare in convento provate a domandarvi perchè?
    Possono esserci più motivazioni ma se gli state sugli zebedei questo potrebbe essere uno.
    Non darsi per scontati per me vuol dire non pensare che l'altro/a ci sarà sempre, quindi impegnarsi per mantenere vivo il desiderio di continuare a condividere il percorso.
    Certo che se poi uno si stufa, vuole intraprendere strade diverse, provare novità, o s'innamora di un'altra persona be' lì non ci si può far nulla.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  14. #29
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Complicità per me significa essere al suo fianco e lui al mio, condividere sia le cose belle che quelle meno belle...
    questa non è complicità, ma una collaborazione che può essere anche fraterna, amicale, ecc...
    il termine complice indica questa collaborazione in un crimine o fatto illecito; l'uso del termine riguardo alla coppia, implica una solidarietà nella trasgressione di regole o assetti;

    la comunicazione, è importante
    ...
    Se si smette di "comunicare", parlarsi, e ascoltare, nel bene e nel male è inevitabile che l'allontanamento comprenda anche la sfera sessuale.
    di questo ero convinto pure io; poi ho letto e ascoltato diversi psicologi che sostengono il contrario;
    cioè che una coppia si basa su due equilibri mutualmente efficienti, e che possono restare tali, purché non cambino, anche senza comunicare; e pure il sesso può funzionare come parte del sistema;
    in effetti, queste sono le famiglie tradizionali di 50 o più anni fa, in cui non c'era ragione di conflitto, ma nemmeno di necessità di comunicare, tanto i ruoli erano definiti;

    Non darsi per scontati per me vuol dire non pensare che l'altro/a ci sarà sempre, quindi impegnarsi per mantenere vivo il desiderio di continuare a condividere il percorso.
    in concreto, significa esporsi al rischio di perdere quella persona, nel momento in cui manifesta un'esigenza di cambiamento; soprattutto se si tratta di una famiglia, il presupposto del patto è più o meno proprio che il partner ci sarà sempre, e quello è diventato il partner di un contratto. in cui desideri ed esigenze sopraggiunti non sono contemplati nei termini; generalmente, si è ostili ad ogni novità proposta dall'altro.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #30
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Al dente.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

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