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Discussione: La trappola del RecoveryFund

  1. #31
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Dal 2015 a oggi la BCE ha creato dal nulla più di 3.300 miliardi di euro eppure ci dicono che disoccupazione e bassi salari dipendono dalla mancanza di soldi.
    Qual è il problema?
    E' che la BCE ha dato questi 3.300 miliardi di euro alle banche e NON a famiglie e imprese. E le banche se li sono tenuti tutti.

    Questa è la UE.
    no; questa è la sfiducia in tempi di crisi;
    il lucro delle banche sta nel prestare i soldi, non nel tenerseli, lo capisce anche un analfabeta;

    quando le banche non prestano, nemmeno a tassi ridicoli, vuol dire che chi chiede non ha vere prospettive di far profitti, anche minimi, al di sopra di quei tassi; più spesso non li chiedono proprio quei soldi;

    la UE fa l'unica cosa possibile: tiene bassi i tassi, prossimi allo zero; ma se tu decidi che la tua auto va ancora bene e non vuoi comprarne un'altra, che non hai bisogno di altre scarpe o che preferisci fare una spaghettata con gli amici a casa anziché andare al ristorante, l'UE non ti può costringere a domandare quei beni;

    hai rinnegato i pentastellati, ma non la loro mentalità fantasiosa e il loro moralismo da quattro soldi per cui il sistema capitalistico dovrebbe diventare un banco francescano;

    il lavoro della banca non è distribuire welfare, ma filtrare gli investimenti, anticipare benzina a motori efficienti e non ad auto col serbatoio bucato;

    il sostegno straordinario e il welfare sono compiti dello stato, ed è la politica che deve avere le palle per dire in modo chiaro e trasparente a chi si prende e a chi si redistribuisce, la cosa che gli italianuzzi ipocriti di destra e sinistra vogliono evitare, perché in fondo ci conosciamo tutti, come diceva Flaiano;

    e così si è continuato ad alimentare illa fabula della creazione di denaro dal nulla, che gli ingenui elettori fraintendono come creazione di ricchezza, perché vogliono vedere l'apparizione miracolosa;

    la moneta in più o in meno equivale all'olio nel motore, non alla benzina; serve ad impedire che il motore fonda, non come propellente;
    il propellente - la ricchezza vera - si crea - lentamente - col lavoro; oppure si prende tassando;
    chi inscena trucchi illusionistici con la moneta, lo sta solo mettendo nel posteriore a chi non è in grado di capire o gestire quei trucchi - la maggioranza, i lavoratori - a vantaggio dei pochi - le classi dirigenti e agiate - che hanno familiarità capacità di gestire patrimoni & finanza, lucrando su ogni movimento e informazione tempestiva, di cui è nella loro natura disporre.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #32
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    Claudio Borghi A.

    Bankitalia in audizione risponde così alla domanda di @AlbertoBagnai: "la BCE dove trova i soldi del QE?":
    La Banca Centrale Europea trova i miliardi che usa per comperare titoli creando moneta dal nulla.
    Fine della favola dei nanetti minatori e della scarsità della moneta.

    Il problema è che la BCE - per imposizione della Germania - può comprare i titoli di stato SOLO dalle banche e NON direttamente dagli stati.
    Che significa questo?
    Significa che i soldi creati dalla BCE vanno a RICAPITALIZZARE le banche e le banche NON USANO QUEI SOLDI per finanziare famiglie e imprese.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  3. #33
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    Audizione di bankitalia.

    Bankitalia, quando c'è un governo di cdx dice che il debito pubblico è insostenible...quando, invece, c'è un governo di csx dice che il debito pubblico è pienamente sostenibile.
    Poi, alla domanda, dove trova la BCE i soldi che usa per acquistare titoli di stato dalle banche (con il QE-PEPP)?...la risposta è "li crea dal nulla".


    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  4. #34
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    Claudio Borghi A.

    Bankitalia in audizione risponde così alla domanda di @AlbertoBagnai: "la BCE dove trova i soldi del QE?":
    La Banca Centrale Europea trova i miliardi che usa per comperare titoli creando moneta dal nulla.
    Fine della favola dei nanetti minatori e della scarsità della moneta.
    quella era già finita col New Deal;

    il punto che continui a non comprendere è la differenza tra la creazione di moneta "dal nulla", che è un'opzione come un'altra, coi suoi pro e contro, e la creazione di ricchezza sottostante a quella moneta;

    la moneta è l'olio nel motore dell'economia, non il propellente, la benzina; a volte è necessario rabboccare, ma non è che maggiore moneta crea i beni che con quella moneta si possono comprare; la ricchezza resta invariata, a meno che quei soldi vengano investiti;

    visto che non si crea ricchezza, il sottinteso è che se quei soldi in più finiscono gratis nelle tasche di qualcuno, che da 0 ha 1 e spenderà quell'uno, vuol dire che un certo numero di persone pagherà quell'1;
    se è debito pubblico, pagheranno tutti, in termini di tagli al bilancio, servizi in meno, mancati adeguamenti di stipendio, ecc... oppure tasse in più;
    poi ci sono tutti gli effetti combinati, a seconda delle categorie interessate e delle variabili fiscali;
    poniamo che lo stato X, a moneta sovrana, voglia rendere gratuite le università e gli alloggi ai fuori-sede; coeteris paribus decide di stampare 3 miliardi l'anno all'uopo per coprire i costi, con questi effetti:
    a) i professori e gli addetti verranno pagati lo stesso;
    b) lo stato dovrà intervenire sul mercato immobiliare degli affitti, o mettendo a disposizione suoi stabili come alloggi per studenti; ma in questo modo al piccolo proprietario verrà meno quel reddito;
    c) le famiglie degli studenti avranno un incremento di reddito, dovuto al venir meno delle tasse e degli oneri per alloggi;

    nel bilancio pubblico questa manovra può determinare;
    i) la neutralizzazione di quella moneta, con maggiori tasse o tagli di spesa in altri settori, quindi diminuzione di reddito per i tassati o per i "tagliati";

    ii) la stabilizzazione, quindi inflazione, con effetti-reddito diversi a seconda della struttura produttiva ed economica del paese, combinata con quella fiscale; di solito, le élites agiate sono in grado di proteggersi dagli effetti dell'inflazione, mentre chi vive di solo stipendio no, vede semplicemente diminuire il proprio potere d'acquisto; se fa parte delle categorie beneficiarie, magari compensa o più che compensa; ma se non ha figli all'università o non fa parte del ciclo economico interessato, avrà solo un effetto negativo o prioritariamente negativo;

    alla tua età dovresti aver smesso da un pezzo di credere al mago Zurlì e ai regali;

    aumentare lo stock di moneta di solito - fatte salve diverse politiche fiscali - si traduce in una tassazione occulta nei confronti dei più; o come taglio ai servizi, oppure come inflazione;
    nel caso attuale, non c'è inflazione perché manca l'elemento essenziale di questa, e cioè la domanda; c'è la moneta e si stampa per evitare il panico, ma gli investimenti sono così poco redditizi che tutti tengono liquidità e le famiglie spendono solo per l'indispensabile; e persino le banche si fidano poco a prestarsi tra loro quella liquidità.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #35
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    Volevo ringraziare axeUgene e Xmanx per aver reso la discussione particolarmente interessante (ho stampato le pagine per leggermele con calma). Dal mio punto di vista la sovranità l'Italia l'ha persa quando è riuscita a mandare due volte a casa Prodi con il debito sotto il 100% e lo spread a 40 e questo da parte dei suoi stessi alleati (che poi successe anche a Berlusconi ma in questo caso ho esultato....) che dimostra come gli interessi del paese sono secondari alle rendite di posizione che la cattiva politica riesce a mantenere.

  6. #36
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    che dimostra come gli interessi del paese sono secondari alle rendite di posizione che la cattiva politica riesce a mantenere.
    questo sarebbe il punto essenziale, più o meno consapevolmente rimosso dalla maggioranza, e cioè che in Italia siamo fermi ad un conflitto pre-moderno tra produzione e rendita, sostanzialmente fermo a cinque secoli fa; infatti, non abbiamo fatto alcuna rivoluzione, ma importato per successive "invasioni", politiche e culturali - l'idea di stato e legge di Napoleone, poi dei piemontesi, le libertà anglosassoni e moderniste degli americani... - qualsiasi novità, eccezion fatta per quella genuina manifestazione di reazione che è stato il Fascismo, l'unica ideologia autenticamente generata endogenicamente in Italia in secoli;

    però l'immaginario che manifesti è ancora viziato da questa prospettiva, che identifica crocianamente quella cattiva politica come un corpo estraneo, gli Hyksos, laddove essa è semplicemente la manifestazione autentica di un compromesso permanente al ribasso imposto dai ceti trasversali della rendita, cioè la società diffusa, che molto per interesse, un po' per pigrizia e un po' per paura, rimuove i conflitti, li nasconde sotto il tappeto e li sublima con finzioni di guerra civile, tipo stadio o palio di Siena, finché la realtà non si manifesta nella sua crudezza banale, dei soldi, della forza e del potere, e allora hai i grandi crolli, la miseria, le stragi, le tragedie, le guerre civili vere e proprie, coi suoi personaggi da Shakespeare, i tiranni, i buffoni, i cretini, i santi, i martiri e il popol bue, che prima di capire cosa applaudiva sotto il balcone deve crepare congelato in Russia o sotto i bombardamenti, e ora a casa o in ospedale, perché la mascherina è tirannia e l'UE un complotto per ridurci in miseria.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #37
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Il Senatore Alberto Bagnai, economista tra i più apprezzati in campo nazionale e fino a luglio scorso presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, recentemente in Sardegna per la campagna elettorale delle prossime amministrative da Quartu a Porto Torres, passando per Sestu e Nuoro, analizza la situazione economica nazionale e propone ricette su sviluppo e lavoro anche a livello comunale.

    L’Europa ha stanziato per l’Italia 209 miliardi di euro con il cosiddetto Recovery Fund. Quando arriveranno? E di questi quanti sono a fondo perduto?

    “Temo che la domanda sia mal posta. Vorrei chiarirlo per evitare le strumentalizzazioni di chi dipinge la posizione prudente della Lega come follia ideologica che porta a rifiutare una generosa offerta”.
    “Le somme di cui i grandi media parlano con tanta orgogliosa sicurezza in realtà ancora non esistono. La cosiddetta ‘Europa’, cioè l’Unione Europea, in questo momento non ha in tasca nulla. Prima di distribuire questi miliardi la Commissione Europea deve raccoglierli tramite emissione di titoli di debito sul mercato, e prima di raccoglierli i Paesi membri devono mettersi d’accordo su come distribuirli”.

    E questo cosa significa?

    “Che il negoziato è ancora in corso ma ad oggi abbiamo già due certezze. Primo: la quantità di fondi che toccherà al nostro Paese dipende da eventi futuri incerti, in particolare dalla perdita complessiva di Pil nel biennio 2020-2021. Chi ripete il numero magico di 209 miliardi parla come un imbonitore da fiera paesana, il che suscita un certo sospetto. Secondo: l’espressione 'a fondo perduto' è imprecisa, dal momento che ogni singolo euro che la UE prende in prestito dai mercati (per girarli poi ai vari paesi) andrà restituito ai mercati".

    Quali sono le conseguenze?

    "Anche le cosiddette sovvenzioni 'a fondo perduto' previste nel Recovery fund andranno restituite non dai beneficiari diretti ma dalla collettività attraverso l’imposizione di nuove tasse europee (definite “risorse proprie” nella neolingua europea) e attraverso il contributo dell’Italia al bilancio comunitario”.

    Quindi la Lega è contraria alla pioggia di miliardi? Quindi la Lega rifiuta il sostegno che l’Europa fornisce alle imprese e al nostro sistema sanitario?

    “No, guardi, la cosa va posta in altri termini. Noi non rifiuteremmo nessun aiuto al Paese se questo venisse effettivamente offerto. Stiamo parlando di prestiti e ci preoccupano le nuove tasse e i nuovi tagli alla spesa che si renderanno necessari per restituirli. Di questo nessuno parla".

    Ma allora perché le associazioni di categoria vedono tutte con occhio positivo questi nuovi debiti?

    “Forse qualcuno, ai piani alti di qualche associazione di categoria, vede nel fatto che il Paese si indebiti con la Commissione Europea un’occasione per il suo business, magari sperando che a restituire questi debiti siano altri. Se lavori nel settore medico e ti raccontano che arriveranno 36 miliardi per la sanità accoglierai con favore questa notizia, pensando che la tua azienda possa beneficiarne".

    E chi non lavora nel settore sanitario?

    "Se invece sei un pensionato, o un piccolo proprietario immobiliare, o un imprenditore che lavora in un altro settore, devi sapere che a restituire questi soldi sarai tu, attraverso quello che le carte chiaramente indicano: ulteriore riforma delle pensioni, aumento dell’IMU, plastic tax, ecc”.

    E chi può dirlo però?

    “E’ tutto scritto nelle Raccomandazioni specifiche per Paese e nelle bozze di regolamento sul Recovery fund. Può anche darsi che i rappresentanti di categoria siano favorevoli a indebitarsi con l’Unione Europea. Per esperienza diretta posso dirle che proprio per questo motivo molti imprenditori, preoccupati per le nuove tasse in arrivo, non si sentono più rappresentati”.

    Quali sono le priorità da affrontare con queste risorse secondo la Lega?

    “Porrei il tema in modo diverso: esiste un concreto pericolo che siano proprio le eventuali risorse europee (che ancora non ci sono) a distoglierci dalle nostre priorità. Le priorità del Paese sono evidenti a tutti: anni di tagli degli investimenti pubblici rendono indispensabile innanzitutto un intervento massiccio di riqualificazione della rete stradale, ferroviaria, portuale e aeroportuale esistente, dell’edilizia pubblica (scuole, tribunali), e delle reti di comunicazione”.

    E quindi?

    “Per darci a prestito i soldi del ‘recovery fund’ l’Unione Europea ci chiede di essere ‘green’. Non abbiamo nulla contro la tutela dell’ambiente, che in Italia è particolarmente fragile e necessita particolare attenzione. Solo che a noi servono ponti che non crollino, treni che non deraglino, aeroporti che funzionino”.

    E cosa ne pensa l’Europa di queste priorità? Sono considerate spese ammissibili?

    “Non sappiamo se l’Unione le considererà ‘green’. L’enfasi ‘europea’ sulla rivoluzione verde è strettamente connessa alle priorità tedesche e francesi: rispettivamente, convertire l’industria automobilistica all’elettrico e smantellare le centrali nucleari. Un problema loro che vogliono risolvere anche coi soldi nostri, perché, anche questo va ripetuto: non è vero che da questo negoziato l’Italia uscirà come beneficiario netto degli aiuti europei. Resteremo contribuenti netti”.

    Mes sì, Mes no. Riusciamo a spiegare ai lettori, in modo semplice, le ragioni del sì e le ragioni del no?

    “Questo dibattito esiste solo in Italia ed è totalmente surreale. Con lo spread in calo a 122 punti e il tasso sui BTP al minimo storico dello 0,672%, con il grande appetito che il mercato ha per i titoli italiani, non esiste alcuna necessità di finanziarsi ricorrendo ai prestiti di un fondo creato per soccorrere Paesi in grave crisi finanziaria. Anche le cifre non tornano. Ci viene detto: perché non approfittare di 36 miliardi gratis? Intanto, perché anche i BTP lo sono, dal momento che la maggior parte di essi sta finendo in pancia alla BCE, che restituisce agli Stati membri gli interessi percepiti. Poi, perché 36 miliardi sono una cifra spropositata: oltre il 30% della spesa pubblica in sanità".

    Dov’èl’inghippo?

    “Il problema è che i soldi del MES sono 'gratis' solo se vengono utilizzati per spese direttamente o indirettamente connesse all’emergenza Covid19. Difficile pensare che si possa giustificare un aumento del 30% della spesa sanitaria per ovviare alle conseguenze di una malattia che ha fatto circa 36.000 vittime, pari a circa il 5% dei morti che si registrano ogni anno del nostro Paese. Intendiamoci: ognuno di questi morti rappresenta per i suoi cari e per la comunità nazionale una tragedia immensa, ma ai controllori del MES di questo non importerà molto. Se scoprissero che i soldi sono stati spesi per interventi “non-COVID”, scatterebbe la tagliola prevista dai trattati per chi viola le condizioni del MES".

    Perché correre questo inutile rischio quando i mercati sono così liquidi?

    "E infatti di ricorrere al MES si parla solo in Italia, e solo perché il PD desidera che il Paese possa essere commissariato da Bruxelles quando gli elettori avranno mandato questo Governo a casa”.

    Si parla di un balzo in positivo del PIL nel 2021, però oggi molti settori sono in uno stato di profonda crisi. Con un sistema economico a singhiozzo così condizionato dal virus quando ci sarà una vera ripresa?

    “Il nostro sistema economico già soffriva di un deperimento lento e inesorabile causato da regole irrazionali. Nessuno si pone due domande fondamentali: se è vero che l’austerità è stata un errore, perché ci ha danneggiato costringendoci a tagliare gli investimenti pubblici, compromettendo la nostra crescita e la nostra sicurezza, chi ci pagherà questi danni? E se è vero che le regole precedenti erano sbagliate, come noi dicevamo da sempre, tant’è che appena è arrivata una crisi è stato necessario sospenderle, quando passerà la crisi ricominceremo a farci del male come prima?”

    Chi deve rispondere a queste domande?

    “Il vero negoziato, quello decisivo e significativo, non dovrebbe essere su come indebitarci con l’Unione Europea, ma su come cambiare regole che a chiacchiere tutti criticano, ma che sono ancora applicate nei meccanismi dello stesso recovery fund. Lei lo sa, ad esempio, che nei documenti della Commissione è scritto che il recovery ci finanzierà solo se taglieremo le pensioni e aumenteremo l’IMU?”

    Però delle regole occorrono: per quanto sia spiacevole obbedire, contribuiscono a dare stabilità. Non trova che sia utile?

    “No, per due motivi. Primo, perché l’“Europa delle regole” semplicemente non esiste! Parliamo della regola più nota, quella del limite del 3% al rapporto deficit/Pil. Fortemente voluta dalla Germania prima nel 1992 e poi nel 1997 col Patto di stabilità e crescita, è stata violata dalla Germania nel 2003 per finanziare in deficit un abbattimento del suo cuneo fiscale. Per tutta risposta, la Germania ha cambiato la regola nel 2004, salvo reintrodurla potenziata nel 2011 quando in crisi era la Grecia, e ritoglierla nel 2020 quando ha visto che la gente non moriva solo in Italia”.

    Quindi negli ultimi vent’anni la regola è cambiata tre volte.

    “Esatto e questa me la chiama stabilità? E poi, c’è un altro problema, di ordine concettuale. Il mondo della globalizzazione è un mondo veloce e imprevedibile. Regole rigide sono controproducenti, soprattutto se pensate per un mondo che non esiste più, quello degli anni ’80, in cui il nemico era l’inflazione”.

    Che fine ha fatto l’inflazione?

    “Continuiamo a combatterla in un mondo che è in piena deflazione. Cosa può andar storto? Quasi tutto, e infatti purtroppo lo sta facendo”.

    Pochi lo sanno ma lei, oltre senatore e economista, è un concertista ed interprete del repertorio barocco. Come nasce la sua passione per la musica?

    “Nasce in famiglia, e nasce dal mio essere europeo, non europeista. L’Europa per me è Bach e Monteverdi, è Tolstoj e Goethe, è Grieg e Honegger. Per gli europeisti, metà degli artisti che ho citato non sono europei: nell’ordine, Tolstoj (russo), Grieg (norvegese), Honegger (svizzero). Vede perché faccio molta attenzione a distinguere l’Europa, cioè le nostre radici culturali, dall’Unione Europea, cioè da un progetto politico particolarmente irrazionale e fallimentare, frutto delle solite, irrisolte tensioni imperialistiche della Germania, tanto accuratamente illustrate da Lenin quando nel 1915 descriveva sulle pagine del Sotsial-Demokrat la “parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa”. Un testo su cui gli eredi di quella tradizione dovrebbero riflettere, se lo conoscessero, ovviamente. L’europeismo, ahimè, mi appare sempre di più il figlio deforme di una certa ignoranza che si ammanta invano di pretese intellettuali”.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  8. #38
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Borghi

    Forse per la prima volta in vita sua Giuseppe Conte ha detto la verità sul MES, cioè che è un debito inutile la cui funzione è solo quella di mettere sotto tutela l’Italia, vincolarne il governo attuale e, soprattutto, quelli futuri. Una trappola alla quale, per ora, Conte non si è prestato, ma che ha visto poteri fortissimi muoversi nel senso della colonizzazione del nostro paese. Gli interventi dei vari Mieli e Riotta, tutta gente che è l’espressione dei poteri marci della nazione, quelli che ci vogliono sotto tutela. Il fatto che Salvini abbia resistito a queste enormi pressioni è già eroico, anche perchè la resistenza era contro il PDL (forza Italia ) ed il PD, cioè tutto il potere consolidato in Italia. Alla fine però la verità ha vinto. Bisogna essere pazienti e focalizzati.
    Lo stagista.
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  9. #39
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    Gli euroinomani sbroccano perché #Conte ha chiuso al #Mes. Lo volevano per la sanità, quella che hanno distrutto negli ultimi 10 anni!
    Il PD è un CANCRO per l'Italia e non c'è alternativa: va ESTIRPATO.


    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  10. #40
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  11. #41
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    La BCE crea denaro dal nulla e può acquistare titoli di stato per fornire liquidità ai paesi ed evitare che i paesi si indebitino ulteriormente sui mercati.




    Ultima modifica di xmanx; 24-10-2020 alle 10:03
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