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Discussione: Un approfondimento sulla risurrezione di Gesù.

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Un approfondimento sulla risurrezione di Gesù.

    Da “Gesù di Nazareth”:

    Mai come ora, mentre giaceva nella tomba, Gesù aveva attratto l’attenzione della folla. Come nel passato, le persone continuavano a portare i malati e i sofferenti nel cortile del tempio, e chiedevano notizie di Gesù di Nazareth. Molti erano venuti da lontano per cercare colui che aveva guarito i malati e risuscitato i morti. La folla reclamava Cristo, colui che compiva potenti miracoli. In questa occasione, coloro che presentavano i sintomi della lebbra venivano esaminati dai sacerdoti. Molti erano disperati, sentendo dichiarare lebbroso il marito, la moglie o il figlio. Questi disgraziati erano condannati a vivere lontani dalle loro case e dai loro amici, e dovevano mettere in guardia gli estranei con il triste grido: “Impuro! Impuro!” {GN 595.1}
    Le amorevoli mani di Gesù di Nazareth, che non si erano mai rifiutate di toccare con la loro potenza di guarigione il corpo ripugnante dei lebbrosi, erano congiunte sul suo petto. Quelle labbra, che avevano risposto alle preghiere con le parole consolanti: “Lo voglio, sii purificato” (Matteo 8:3), erano ormai silenziose. Molti chiedevano al sommo sacerdote e ai capi comprensione e aiuto, ma invano. Sembrava che le persone volessero di nuovo Gesù vivente fra loro; insistentemente lo invocavano, decisi a non desistere. Ma vennero allontanate dai cortili e alcuni soldati alle porte impedirono che esse ritornassero con gli ammalati e con i morenti. {GN 595.2}
    I sofferenti, che erano venuti per essere accolti dal Salvatore, si abbandonarono allo sconforto. Le strade si riempirono di lamenti. Alcuni malati morivano per la mancanza del tocco guaritore di Gesù. Invano si ricorse ai medici; nessuno possedeva la potenza di colui che giaceva nella tomba di Giuseppe. {GN 595.3}

    Udendo il gemito di tanti sofferenti, migliaia di persone compresero che una grande luce si era spenta nel mondo. Senza Cristo la terra era oscura e tenebrosa. Molti di coloro che avevano gridato: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”, ora si rendevano conto della sventura che era caduta su loro. Se Gesù fosse stato ancora vivo, avrebbero volentieri gridato che venisse loro restituito. Quando la folla venne a sapere che Gesù era stato condannato a morte dai sacerdoti, si informò di questa morte. Gli atti del processo erano stati tenuti segreti, ma mentre egli era nella tomba, il suo nome riecheggiava su migliaia di labbra e ovunque circolavano le notizie del suo processo farsesco e della crudeltà dei sacerdoti e dei capi. Uomini intelligenti chiesero ai sacerdoti e ai capi di spiegare loro le profezie messianiche dell’Antico Testamento; ma essi, nel tentativo di rispondere con delle falsità, sembravano usciti di senno e non furono capaci di spiegare le profezie sulle sofferenze e sulla morte di Cristo; così molti si convinsero che le Scritture si erano adempiute. {GN 596.1}
    La vendetta che i sacerdoti avevano tanto atteso, si era trasformata in una sconfitta. Si resero conto che il popolo li condannava severamente e che coloro che essi avevano incitato contro Gesù, adesso provavano orrore per la loro terribile opera. Quei sacerdoti avevano inutilmente cercato di dimostrare che Gesù era un seduttore. Alcuni di loro erano stati testimoni della risurrezione di Lazzaro e tremavano al pensiero che Cristo risuscitasse dai morti e apparisse loro. Si ricordavano che egli aveva detto di possedere la potenza di deporre la sua vita e riprenderla. Si ricordavano delle sue parole: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Giovanni 2:19. Giuda aveva riferito loro le parole dette da Gesù ai discepoli in occasione dell’ultimo loro viaggio a Gerusalemme: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà dato nelle mani dei capi sacerdoti e degli scribi; essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito, flagellato e crocifisso; e il terzo giorno risusciterà”. Matteo 20:18, 19. {GN 596.2}

    I sacerdoti dettero disposizioni perché il sepolcro fosse sorvegliato. Una grande pietra fu posta sulla sua apertura. Legarono la pietra con grosse corde, ne fissarono le estremità alla roccia e vi apposero il suggello romano. La pietra non poteva essere rimossa senza che il suggello venisse rotto. Un corpo di guardia di cento soldati fu messo intorno al sepolcro per prevenire qualsiasi inganno. I sacerdoti fecero tutto quello che potevano perché il corpo di Cristo rimanesse dove era stato posto. Gesù era stato rinchiuso nella tomba come se dovesse restarvi per sempre. {GN 597.2}
    Questi piani vennero architettati da uomini deboli, che non si rendevano conto dell’inutilità delle loro precauzioni. Ma la loro azione doveva dare maggiore gloria a Dio. I numerosi tentativi compiuti per impedire la risurrezione di Gesù, avrebbero costituito una grande prova in suo favore. Maggiore era il numero dei soldati posti intorno al sepolcro, più efficace sarebbe stata la testimonianza della sua risurrezione. {GN 597.3}

    La notte del primo giorno della settimana stava per concludersi. Era l’ora più buia, quella che precede l’alba. Gesù era prigioniero nella sua tomba angusta; la grande pietra era ancora al suo posto e il suggello romano era intatto; i soldati romani vegliavano. Erano presenti anche schiere invisibili di angeli malvagi. Il principe delle tenebre, insieme con il suo esercito apostata, avrebbe voluto trattenere per sempre il Figlio di Dio nella tomba sigillata. Ma anche una schiera divina circondava il sepolcro; quegli angeli, eccelsi in potenza, custodivano la tomba ed erano ansiosi di salutare il Principe della vita. {GN 598.1}
    “Ed ecco si fece un gran terremoto, perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra”. Matteo 28:2. Quell’angelo aveva lasciato il cielo rivestito dell’armatura di Dio. I raggi splendenti della gloria di Dio lo precedevano e illuminavano il suo sentiero. “Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte”. Matteo 28:3, 4. {GN 598.2}
    Sacerdoti e capi d’Israele, dov’è la potenza del vostro corpo di guardia? Quei soldati valorosi, che non hanno mai temuto la potenza umana, sono prigionieri, catturati senza spade e senza lance. Essi vedono un volto che non è quello di un guerriero mortale, ma dell’essere più potente dell’esercito del Signore. È l’angelo che occupa il posto di Satana, dopo la sua caduta. È l’angelo che sulle colline di Betlemme ha annunciato la nascita di Cristo. Al suo avvicinarsi la terra trema, i demoni fuggono; e mentre egli fa rotolare la pietra, sembra che il cielo sia sceso sulla terra. I soldati lo scorgono mentre rimuove la pietra come se fosse un ciottolo e odono il suo grido: “Figlio di Dio, vieni fuori. Tuo Padre ti chiama”. Vedono Gesù uscire dal sepolcro aperto e sentono che proclama: “Io sono la risurrezione e la vita”. Giovanni 11:25. Mentre esce nella maestà e nella gloria, gli angeli divini si prostrano in adorazione davanti al Redentore e lo salutano con canti di lode. {GN 598.3}

    Un terremoto aveva indicato l’ora della morte di Cristo e un altro terremoto ne segnalò il momento del trionfo. Colui che aveva vinto la morte e il sepolcro uscì dalla tomba come un conquistatore, tra il sussultare della terra, il bagliore dei lampi e lo scoppio dei fulmini. {GN 598.4}
    Al momento della morte di Gesù, i soldati avevano visto la terra avvolta dalle tenebre di mezzanotte; al momento della risurrezione videro lo splendore degli angeli illuminare la notte e udirono gli esseri del cielo cantare con gioia trionfante: “Tu sei il vincitore di Satana e delle potenze delle tenebre. Tu hai sommerso la morte nella vittoria!” {GN 599.1}

    Alla vista degli angeli e del Salvatore risorto, i soldati romani erano caduti come morti. Si rialzarono quando il corteo divino era ormai scomparso e uscirono tremanti dal giardino. Barcollando come ubriachi, si diressero verso la città e raccontarono il fatto straordinario a tutti quelli che incontrarono. Stavano dirigendosi da Pilato, quando le autorità ebraiche, i sacerdoti e i capi, alle cui orecchie era già giunta la notizia, li chiamarono in loro presenza. {GN 599.3}
    Quei soldati avevano uno strano aspetto. Tremanti e pallidi di terrore, affermarono la risurrezione di Gesù. I soldati raccontarono tutto quello che avevano visto; non avevano avuto tempo di pensare a qualcosa di diverso dalla verità. Con voce accorata dissero che colui che era stato crocifisso era il Figlio di Dio e che avevano udito un angelo dichiarare che egli era la Maestà del cielo, il Re della gloria. {GN 599.4}
    I volti dei sacerdoti si fecero bianchi come cadaveri. Caiafa cercò di parlare, le sue labbra si mossero, ma senza emettere nessun suono. I soldati stavano per lasciare l’aula del consiglio, quando una voce li fece fermare. Caiafa finalmente era riuscito a parlare. Disse: “Aspettate, aspettate. Non raccontate a nessuno ciò che avete visto”. {GN 599.5}
    Fu imposto ai soldati di fornire un rapporto falso. I sacerdoti dettero loro questo suggerimento. Voi direte: “I suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre dormivamo”. Matteo 28:13. Ma i sacerdoti non si accorsero di cadere in una grave contraddizione. Come potevano, infatti, i soldati dire che i discepoli avevano rubato il corpo mentre essi dormivano? Se stavano dormendo, come potevano saperlo? E se fosse stato provato che i discepoli avevano trafugato il corpo di Cristo, non sarebbero stati i sacerdoti i primi a condannare le sentinelle? Se esse si fossero addormentate accanto al sepolcro, non sarebbero stati i sacerdoti stessi ad accusarle di fronte a Pilato? {GN 600.1}
    I soldati non volevano accusarsi di essersi addormentati al posto di guardia, tanto più che questa era una colpa passibile di morte. Dovevano forse dare una falsa testimonianza, ingannando il popolo e mettendo a repentaglio la propria vita? Non avevano assolto il loro compito vigilando ininterrottamente? Come avrebbero potuto giurare il falso per amore del denaro? {GN 600.2}
    Per mettere a tacere la testimonianza di cui avevano paura, i sacerdoti dettero loro la garanzia dell’impunità, dicendo che nemmeno Pilato avrebbe certo voluto la diffusione di un rapporto simile. I soldati romani si fecero corrompere dal denaro. Si erano presentati ai sacerdoti con uno straordinario messaggio di verità; se ne andarono con un gruzzolo di denaro e un rapporto bugiardo, inventato dai sacerdoti. {GN 600.3}

    I sacerdoti, condannando Cristo a morte, diventarono strumenti di Satana e caddero completamente sotto il suo dominio, presi in una trappola dalla quale non potevano più uscire. Non restava loro che continuare la lotta contro Cristo. Nell’apprendere la notizia della sua risurrezione, temettero l’ira del popolo e si videro in pericolo. Ricorsero a uno stratagemma: negare la risurrezione di Gesù, dimostrando che era un impostore. Pensarono di corrompere i soldati e, ottenuto il silenzio di Pilato, fecero circolare un falso rapporto. Ma c’erano dei testimoni che non era possibile ridurre al silenzio: molti avevano ascoltato la testimonianza dei soldati sulla risurrezione di Gesù; inoltre, alcuni dei morti che erano usciti dal sepolcro insieme con Cristo, apparvero a molti e ne annunciarono la risurrezione. {GN 601.1}
    Fu riferito ai sacerdoti che delle persone avevano visto questi risuscitati e avevano udito la loro testimonianza. {GN 601.2}

    Quando Cristo risuscitò, portò con sé una folla di prigionieri. Alla sua morte il terremoto aveva fatto aprire delle tombe; quando risuscitò fece uscire dai sepolcri quei giusti, che erano stati collaboratori di Dio e che, a costo della loro vita, avevano reso testimonianza della verità. Da quel momento diventavano testimoni di colui che li aveva risuscitati dai morti. {GN 602.2}
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  2. #2
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Mi viene da dire leggendo tutto quello che hai scritto che la verità non può essere nascosta dal vile denaro, viene sempre a galla e chi ci crede è un vero credente!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

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