Risparmio la creazione descritta nella Bibbia, perché tutti dovremmo conoscerla e, comunque, tutti possiamo andare a rileggerla.
Nello "Srimad Bhagavatam" (III), testo induista:

12:50 O figlio dei Kuru, quando Brahma vide che, nonostante la presenza di
saggi dotati di grande potenza, la popolazione dell’universo non
cresceva adeguatamente, cominciò seriamente a pensare al modo di
accrescere la popolazione.
51 Brahma disse tra sé: “Ahimè! Che strano! Nonostante mi sia
disseminato in tutte le direzioni, l’universo non è ancora
sufficientemente popolato. Solo il destino può essere la causa di
questa sfortuna.”
52 Mentre era immerso in questi pensieri e contemplava la potenza
soprannaturale, altre due forme furono generate dal suo corpo. Esse
sono ancora oggi celebrate come il corpo di Brahma.

Commento al v. 52:
Due corpi uscirono dal corpo di Brahma. Uno aveva dei baffi e l’altro il petto
sporgente. Nessuno potrebbe spiegare l’origine esatta della loro
manifestazione, perciò ancora oggi sono conosciuti come kayam, “il corpo di
Brahma”, senza un’indicazione precisa sulla loro relazione con lui come figlio e
figlia.

53 I due nuovi corpi distinti si unirono in un rapporto sessuale.
54 Di queste due forme, quella che aveva un aspetto maschile fu
conosciuta come il Manu di nome Svayambhuva, e l’altra, dall’aspetto
femminile, fu chiamata Satarupa, la regina del grande Manu.
55 Dalla loro unione nacquero generazioni di esseri che accrebbero la
popolazione dell’universo.

Nel testo zoroastriano "Bundahishn indiano":

"[Ohrmadz] dice nella Religione: - Creai l’uomo in dieci specie. Il primo fu quello che è brillante e con occhi chiari, lo sferico Gayomart. Delle dieci specie, una è Gayomart e le [altre] nove derivano da lui. La decima è la scimmia, l’infima tra gli uomini. -" (Bundahishn indiano 15:1)
"Quando Gayomart morì e lasciò cadere il suo seme, il seme venne purificato dalla luce del Sole, due parti di esso vennero preservate da Neryosang[1] ed una parte fu ricevuta da Spandarmat, [la Terra]. Per quaranta anni rimase nella terra. Quando i quaranta anni furono trascorsi, Mashye e Mashyane sorsero dalla terra con la forma di una pianta di rabarbaro: aveva uno stelo e quindici germogli. Era come se le loro mani fossero chiuse sui loro orecchi ed essi fossero congiunti l’uno all’altra, congiunti nelle membra e nella forma e su di essi aleggiava la loro khwarr[2]. Erano legati così strettamente assieme che non era chiaro chi fosse il maschio e chi la femmina. La khwarr, che era stata creata da Ohrmadz e che li accompagnava ed è la khwarr [anima e dignità] del genere umano, venne data loro." (Bundahishn indiano 15:2)

Note:
[1] Divinità messaggera degli dèi.
[2] Essenza, anima.

Nel "Trattato tripartito", che fa parte dei codici di Nag Hammadi:

"Tuttavia innumerevoli, illimitate, imperscrutabili sono le procreazioni esistenti che procedettero come baci dal Figlio e dal Padre, [come dei baci] a motivo della moltitudine di coloro che si baciano vicendevolmente con un pensiero buono e insaziabile. Questo bacio è uno solo, benché involva molte [persone]."

La prima descrizione della creazione, quella induista, aiuta a far capire che gli uomini sono effettivamente parte di Dio, figli di Dio.
La descrizione del "Trattato tripartito" mostra la creazione come atto d'amore, rappresentato dai baci.
Domanda retorica: Dio si è accorto di aver dato diverse descrizioni della creazione?
La risposta ne "Il vero libro di Nan-hua" (42), testo taoista:

"- Come hai appreso tutto ciò? - domandò Nan-kuo Tzu-ch’i.
- L’ho appreso dal figlio della scrittura, che l’apprese dal nipote della lettura, che l’apprese dall’intelligenza, che l’apprese dalla ritenzione[1], che l’apprese dalla pieghevolezza, che l’apprese dal trasformatore, che l’apprese dal mistero, che l’apprese dal dubbio inizio[2]. -"

Note:
[1] Ritenzione = tenere a mente.
[2] Il figlio della scrittura prima ha dovuto leggere la scrittura. Se prima ha letto scritture della scienza umana nelle scuole, è nipote di quella lettura. L’intelligenza lo ha spinto a leggere la scrittura. L’intelligenza è nata dal tenere a mente ciò che aveva imparato. La ritenzione è figlia della pieghevolezza: chi si piega accoglie ciò che impara. La pieghevolezza è resa necessaria dai cambiamenti, che sono inevitabili in questa vita. Perché sono necessari i cambiamenti rimane un mistero. Cosa è successo veramente all’inizio?