In “Messaggio ai giovani” di sorella White:

Riservare a Dio la decima parte di ciò che abbiamo guadagnato, che provenga da raccolti o greggi, dal lavoro manuale o intellettuale; mettere da parte una seconda decima in favore dei poveri e di altri obiettivi simili, riusciva a tener viva nella mente degli uomini l’idea secondo cui tutto appartiene a Dio ed essi potevano diventare dei canali, attraverso cui riversare delle benedizioni sugli altri. Si trattava di un esercizio utile ad annientare ogni egoismo e a coltivare la nobiltà e la grandezza del carattere. — Education, 44. {MG 213.2}

Due decime delle entrate corrispondono alla quinta parte di esse. Chi può dovrebbe attenersi a questa regola.
Nella discussione “La conferma sul modo corretto di essere caritatevoli” avevo scritto:

Nello “Srimad Bhagavatam” (8):

19:36 I grandi saggi e studiosi non approvano la carità che metta in pericolo
le proprie possibilità di sostentamento. Carità, sacrificio, austerità e
attività interessate sono consigliabili solo a colui che è in grado di
guadagnarsi da vivere in modo adeguato. [Non sono accessibili per chi
non è in grado di mantenersi].
37 Perciò, una persona che possieda una conoscenza completa dovrebbe
dividere le ricchezze accumulate in cinque parti: una a vantaggio
della religione
, una a vantaggio della propria reputazione, una per
l'opulenza, una per la gratificazione dei sensi e una per il
mantenimento dei propri familiari. Una persona che si comporti in
questo modo è felice sia in questa vita che nella prossima.