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Risultati da 16 a 30 di 82

Discussione: Presidenziali USA 2020

  1. #16
    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Una cessa
    Andiamoci piano che è di origine sicula
    Bambol utente of the decade

  2. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Andiamoci piano che è di origine sicula
    er+ee
    Di Messina mi sembra; comunque è una bella signora di 70 anni!

  3. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Una cessa
    Mi sai indicare una signora di 69 anni più bella di lei (senza interventi chirurgici)?

    E meno male che a una certa età si attira gli altri solo per il fascino e non la bellezza attizzaormoni dei vent'anni! E' una liberazione!

    Comunque da giovane faceva la modella per pagarsi gli studi, quindi tanto cessa non era.

    Sembra intenzionata a continuare a fare il suo lavoro da insegnante anche se il marito è il presidente degli Stati Uniti.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/202...toria/5996061/

  4. #19
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    L'eta' logora, vano e' rinvangare dalla fossa un passato migliore ormai passato e...... sepolto.

  5. #20
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    Ma che stai a di'?

    Che passato migliore?

    Meglio essere una modella o moglie del presidente degli Stati Uniti? (A parte che, come dicevo, lei vuole mantenere la sua professione.)

  6. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    lei vuole mantenere la sua professione.)
    si. sulla professione avrei da dire la mia ma mi sto zitto. su tutto il resto sono d'accordo con doppio. e le foto gliele procuro io. senza trucco e senza inganno.

  7. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    non è affatto una "nozione" ottocentesca. che gli usa siano o possano essere considerati una "grande democrazia" è concetto che nasce ovviamente in epoca di "guerra fredda", quando l'opinione pubblica era orientata dai soliti "media"...
    anche perché a parte qualche voce isolata ma previdente tipo un tocqeville, che definì quel tipo di sistema politico, che peraltro era agli albori della propria storia, un qualcosa che avrebbe avuto un grande futuro, non mi risulta che l'europa prendesse i vari washington, jefferson, adams, franklin e tutti gli altri molto sul serio. anche perché nel tardo ottocento l'intera europa era "infiammata" da quello che marx definì "uno spettro", ma che invece era qualcosa di assai più concreto: il movimento comunista.
    con questi richiami a presunte occasionalità, ti perdi il contesto:
    quando Tocqueville ha scritto, la filosofia politica dibatteva da oltre un secolo e mezzo dei sistemi politici, e in un'accezione di metodo; cioè, di valutazione funzionale dei modelli di rapporto tra cittadino e potere, la contrattualistica, a partire dalla dialettica sull'assolutismo - con Hobbes, "empio", poiché funzionalista: assolutismo, sì; ma se e finché il sovrano è capace, e non per volontà di Dio... - e poi tutti gli altri; e si va al punto successivo:

    gli stati uniti nacquero sulla base essenzialmente di due "cose". primo: le rivendicazioni economiche, cioè dire, voi "inglesi, francesi", ecc. ci avete costretto ad andare in colonia perché eravamo degli eretici. ma se dopo tutto questo volete anche "schiavizzarci" allora no, perché per quello ci abbiamo i negri di capo verde. secondo: le rivendicazioni politiche, cioè farla "pagare" a quelli che li avevano "perseguitati" in patria in quanto ugonotti puritani catari gnostici hussiani, ecc. e alla fine mi pare che ce l'abbiano fatta, non solo a diventare la prima potenza al mondo, ma anche la prima economia del mondo. non capisco che vuol dire "genesi radicale".

    in america c'è pochissimo stato
    non capisci perché ti concentri sui particolari suggestivi in base alla tua estetica e non valuti l'insieme;
    gli Stati Uniti nascono da Boston Tea Party, e dal No Taxation whithout Representation, così come il Protestantesimo nasce dalla contestazione delle indulgenze;

    nel senso che non si fermano lì, al motivo contingente, e il tutto viene elaborato ideologicamente;
    siccome lo spazio era tanto, quella piega che in Francia enunciava la triade, si ferma all'uguaglianza - per nascita, di quel demos affine - e alla libertà, spinta ad una nozione radicale che è contro lo stato;
    in Europa, un'idea del genere era impensabile, perché l'eredità del passato e del presente della politica di potenza pesava troppo;

    nel Nuovo Mondo, al contrario, la comunità nasceva proprio dal rifiuto di quegli assetti, e accomunava gente non voleva più essere nazionale, inglese, scozzese, bavarese, francese o altro, ma americana, libera; riformati e, in qualche misura, ebrei, ovviamente dal Seicento erano i più attratti da quella prospettiva;

    ovviamente, a prescindere dalla qualità del demos - l'esclusione dei negri, ancora in schiavitù - in Europa il modello americano fino all'ultima guerra è stato percepito come il polo estremo e radicale della democraticità per via del riconoscimento massimo delle garanzie individuali del cittadino; sostanzialmente, un popolo di farmers, che chiedeva allo stato solo la Giustizia, ma nell'isolamento propensi all'autotutela, il proprio fucile, le proprie risorse, le tasse al minimo, ecc... nelle città già le cose cominciavano a suggerire idee diverse; ma ancora oggi si vede chiaramente la bipartizione ideologica nel territorio, coi trumpettani tutti o quasi nel centro rurale, nelle periferie, ecc...

    perché le idee antistataliste di un marx
    Marx non era affatto antistatalista; riteneva lo stato uno strumento indispensabile, e la sua abolizione un traguardo, al limite dellì'utopia.
    Ultima modifica di axeUgene; 09-11-2020 alle 16:26
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    con questi richiami a presunte occasionalità, ti perdi il contesto:
    quando Tocqueville ha scritto, la filosofia politica dibatteva da oltre un secolo e mezzo dei sistemi politici, e in un'accezione di metodo; cioè, di valutazione funzionale dei modelli di rapporto tra cittadino e potere, la contrattualistica, a partire dalla dialettica sull'assolutismo - con Hobbes, "empio", poiché funzionalista: assolutismo, sì; ma se e finché il sovrano è capace, e non per volontà di Dio... - e poi tutti gli altri; e si va al punto successivo:
    si. quello che dici mi pare in sostanza esatto, se non che i vari hobbes, locke, hume, insieme a tocqueville, montesquieu, rousseau, voltaire, dibattevano di quello che poteva essere il sistema politico "migliore", nel senso di più "efficiente". non si parlava di instaurare la democrazia illuminista sul "niente", cioè come dire "a tavolino", ma di capire quale fosse il tipo di regime più confacente alle nuove esigenze dei ceti emergenti, cioè in sostanza la "borghesia". ciò non toglie quello che dicevo, cioè che gli usa nascono in sostanza dal "niente" e che quindi fu una scelta quasi "naturale" quella di introdurre i principi politici elaborati in contesti meno "favorevoli" dagli intellettuali di cui ti dicevo. insomma la democrazia illuminista come scelta di "modernità".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non capisci perché ti concentri sui particolari suggestivi in base alla tua estetica e non valuti l'insieme;
    gli Stati Uniti nascono da Boston Tea Party, e dal No Taxation whithout Representation, così come il Protestantesimo nasce dalla contestazione delle indulgenze;
    quello fu ovviamente il "pretesto". dietro c'era tutta una serie di interessi, a carattere politico ed economico, di cui ti dicevo. insomma il ragionamento è il seguente: se io fuggo da un paese perché mi si negano delle libertà, e dopo lo stesso paese da cui fuggo vorrebbe schiavizzarmi venendo "lui" nel posto in cui sono andato sempre per "essere libero", beh, allora questo io non lo posso accettare. la stessa formazione di uno stato federativo si deve all'esigenza di contrastare la potenza economica e militare dei paesi europei, che ti ripeto, intendevano sottoporre i "coloni" d'america alle stesse restrizioni che questi ultimi avevano subito in patria. insomma a tutto c'è un limite.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    nel senso che non si fermano lì, al motivo contingente, e il tutto viene elaborato ideologicamente;
    siccome lo spazio era tanto, quella piega che in Francia enunciava la triade, si ferma all'uguaglianza - per nascita, di quel demos affine - e alla libertà, spinta ad una nozione radicale che è contro lo stato;
    in Europa, un'idea del genere era impensabile, perché l'eredità del passato e del presente della politica di potenza pesava troppo;
    si. fu come mettere in attto "sul niente" quelle che erano le idee illuministe formulate in europa. ovviamente queste ultime erano confacenti agli interessi "di ceto" dei coloni francesi e inglesi fuggiti sulle coste del nuovo continente. perché se non lo fossero state allora non avrebbero trovato seguito e applicazione. l'essere "contro lo stato" non mi pare una giusta interpretazione, anche perché all'epoca, diciamo per convenzione il 1776, non c'era in europa un concetto di stato paragonabile a quello odierno. c'era ancora il feudalesimo, cioè il regime "medievale", sia pur "coperto" dalllo stato "assoluto". e soprattutto vigeva ancora il principio "cuius regio eius religio", per cui se non condividevi la religione praticata dal sovrano del tuo paese, c'erano due strade: o cambiavi religione o cambiavi paese.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    nel Nuovo Mondo, al contrario, la comunità nasceva proprio dal rifiuto di quegli assetti, e accomunava gente non voleva più essere nazionale, inglese, scozzese, bavarese, francese o altro, ma americana, libera; riformati e, in qualche misura, ebrei, ovviamente dal Seicento erano i più attratti da quella
    prospettiva;
    si. erano tutti coloro le cui convnzioni religiose ma anche a carattere politico erano in qualche modo in "contrasto" con lo "status quo".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ovviamente, a prescindere dalla qualità del demos - l'esclusione dei negri, ancora in schiavitù - in Europa il modello americano fino all'ultima guerra è stato percepito come il polo estremo e radicale della democraticità per via del riconoscimento massimo delle garanzie individuali del cittadino;
    non si parla di garanzie individuali, ma di "assoluta libertà", cioè sempre quel tipo di libertà che oggi consente ai cittadini degli stati uniti di girare armati. e della stessa libertà che consente ai camerieri a manhattan di prendere come mancia il 15% del prezzo della consumazione, la quale già di per sé costa un occhio della testa. e della stessa libertà che consente di guadagnare i "miliardi" giocando in borsa. infine è la stessa libertà che sempre gli stati uniti, ogni tot di tempo decidono di usare come efficace strumento di propaganda per esportare i propri capitali all'estero e colonizzare economicamente altri paesi. quando non militarmente.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    sostanzialmente, un popolo di farmers, che chiedeva allo stato solo la Giustizia, ma nell'isolamento propensi all'autotutela, il proprio fucile, le proprie risorse, le tasse al minimo, ecc... nelle città già le cose cominciavano a suggerire idee diverse; ma ancora oggi si vede chiaramente la bipartizione ideologica nel territorio, coi trumpettani tutti o quasi nel centro rurale, nelle periferie, ecc...
    si. non a caso in usa i "partiti" sono come degli "scatoloni" nei quali si possono inserire i più diversi contenuti. e non a caso i partiti maggiori sono solo due, cioè democratici e repubblicani. con un presidente unico detentore del potere esecutivo. quindi anche del potere di invadere un continente, a livello "teorico". o di distruggere il mondo "conosciuto" grazie all'uso delle armi atomiche. domanda: davvero gli usa possono oggi essere considerati una "democrazia"?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    Marx non era affatto antistatalista; riteneva lo stato uno strumento indispensabile, e la sua abolizione un traguardo, al limite dellì'utopia.
    no. marx teorizzava la caduta dello stato "dopo" un periodo di "dittatura proletaria". anche marx quindi auspicava un tipo di società in cui lo stato ha una importanza "minima".
    Ultima modifica di sandor; 09-11-2020 alle 23:33

  9. #24
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    Messaggi augurali da parte di tutti. Anche di Boris Johnson.

    * SERGIO MATTARELLA, presidente della Repubblica, in un messaggio inviato direttamente a Joe Biden: "Desidero esprimerLe, a nome della Repubblica italiana e mio personale, i più calorosi rallegramenti per la Sua elezione alla Presidenza degli Stati Uniti d'America. Il popolo americano ha affidato a Lei, a seguito di un confronto che ha visto una straordinaria partecipazione, il mandato di guidare gli Stati Uniti in un momento drammaticamente complesso per l'intero pianeta. La comunità internazionale ha bisogno del contributo statunitense, a lungo protagonista nel costruire le regole del multilateralismo, per affrontare una crisi senza precedenti che sta mettendo a repentaglio la salute, la vita e l'avvenire di milioni di persone".

    * GIUSEPPE CONTE, presidente del Consiglio: "Esprimo le mie vive congratulazioni al presidente eletto Joe Biden e alla vicepresidente Kamala Harris: non vediamo l'ora di lavorare fianco a fianco sulle grandi sfide dei nostri tempi".

    * ANGELA MERKEL, cancelliera tedesca: "La nostra amicizia transatlantica è insostituibile se vogliamo superare le grandi sfide di questo tempo".

    * EMMANUEL MACRON, presidente francese, si congratula con Joe Biden per l'elezione a presidente degli Stati Uniti e lancia un invito: "Lavoriamo insieme".

    * URSULA VON DER LEYEN, presidente della Commissione Ue: "L'Ue e gli Usa sono amici e alleati, i nostri cittadini condividono i legami più profondi. Non vedo l'ora di lavorare con il presidente eletto Biden".

    * BORIS JOHNSON, premier britannico: "Gli Usa sono il nostro più importante alleato e non vedo l'ora di lavorare insieme da vicino sulle nostre priorità comuni dal cambiamento climatico al commercio alla sicurezza".

    * PEDRO SANCHEZ, premier spagnolo: "Vi auguriamo buona fortuna e tutto il meglio. Non vediamo l'ora di collaborare con voi per affrontare le sfide che ci attendono".

    * JENS STOLTENBERG, segretario generale della Nato: "So che Joe Biden è un forte sostenitore della nostra Alleanza e non vedo l'ora di lavorare con lui. Una Nato forte è una buona cosa per il Nord America e l'Europa".

    * YOSHIHIDE SUGA, primo ministro giapponese: Suga si è congratulato con Joe Biden e Kamala Harris ed ha auspicato di poter presto lavorare insieme "per rafforzare ulteriormente l'alleanza Usa-Giappone ed assicurare pace, libertà e prosperità nella regione indo-pacifica ed oltre", ha scritto su Twitter.

    * NICOLAS MADURO, presidente del Venezuela: "Mi congratulo con il popolo statunitense per le elezioni presidenziali. Nello stesso modo, mi congratulo il presidente eletto Joe Biden e la vicepresidente eletta Kamala Harris per la loro vittoria. Il Venezuela, patria del 'Libertador' Simon Bolivar, sempre sarà disposto al dialogo e all'intesa con il popolo e il governo degli Usa".

    * ANDRES LOPEZ OBRADOR, presidente messicano, ha detto che è troppo presto per congratularsi con Joe Biden, la cui vittoria su Donald Trump è stata annunciata dai media americani. "Aspetteremo fino a quando tutte le questioni legali saranno risolte. Non vogliamo essere sconsiderati", ha detto ai giornalisti.

    * BENJAMIN NETANYAHU, presidente di Israele, si è congratulato con Joe Biden per la sua vittoria elettorale, definendo il presidente eletto degli Stati Uniti "un grande amico di Israele". "Non vedo l'ora di lavorare con entrambi per rafforzare ulteriormente la speciale alleanza tra Stati Uniti e Israele", ha scritto Netanyahu su Twitter, riferendosi a Biden e alla vicepresidente Kamala Harris.

    * HAMAS Un appello al presidente eletto Joe Biden affinché inverta "la politica americana ingiusta verso il popolo palestinese" è stato lanciato dal leader di Hamas Ismail Haniyeh, secondo la agenzia Maan. Hamas imputa a Donald Trump di aver reso gli Stati Uniti '"complici dell'ingiustizia e della aggressione" verso i palestinesi e di aver così impedito agli Usa di mediare alcuna soluzione del conflitto. Hamas si attende che la nuova amministrazione receda dall' 'Accordo del secolo' di Trump, che annulli il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele ed anche il trasferimento della sua ambasciata.

    * ABU MAZEN Abu Mazen si è congratulato con Joe Biden e Kamala Harris per la loro vittoria. Il presidente palestinese ha espresso - secondo la Wafa - "la sua aspirazione a lavorare con Biden e la sua amministrazione al fine di rafforzare le relazioni palestinesi-americane e per ottenere libertà, indipendenza, giustizia e dignità per il nostro popolo, nonché per lavorare per la pace, la stabilità e la sicurezza per tutti nella nostra regione e nel mondo".

    *NICOLA ZINGARETTI "Goodmorning America! Con Joe Biden e Kamala Harris gli Usa e l'Italia con l'Europa possono aprire una stagione nuova per un mondo più giusto e umano, piu stabile e sicuro, più verde, più inclusivo e aperto, contro l'odio e le divisioni. Per uno sviluppo e un progresso sociale che crei lavoro e rispetti le persone". Lo scrive su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

    * HASSAN ROHANI L'elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti rappresenta "un'occasione" per Washington per correggere i propri "errori". Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani.

    * ROBERTO SPERANZA - L'auspicio è che con questa nuova stagione si possa rivedere la scelta di uscire dall'Oms. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata su Rai3 rispondendo a una domanda sulla posizione Usa che con Trump aveva annunciato l'uscita dall'Oms nel luglio del 2021. "Senza la prima potenza democratica sarebbe una Oms più debole". L'Oms "va riformata e rilanciata ma serve una Oms più forte".

    https://www.ansa.it/usa_2020/notizie...1527fc754.html
    amate i vostri nemici

  10. #25
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    però, che presidente alla mano, questo biden. accetta auguri da tutti. e che il Padre Eterno ce la mandi buona.

  11. #26
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    [QUOTE=sandor;1737332]
    quello fu ovviamente il "pretesto". dietro c'era tutta una serie di interessi, a carattere politico ed economico, di cui ti dicevo. [7quote]
    sei diventato marxista ?

    si. fu come mettere in attto "sul niente" quelle che erano le idee illuministe formulate in europa. ovviamente queste ultime erano confacenti agli interessi "di ceto" dei coloni francesi e inglesi fuggiti sulle coste del nuovo continente. perché se non lo fossero state allora non avrebbero trovato seguito e applicazione. l'essere "contro lo stato" non mi pare una giusta interpretazione, anche perché all'epoca, diciamo per convenzione il 1776, non c'era in europa un concetto di stato paragonabile a quello odierno. c'era ancora il feudalesimo, cioè il regime "medievale", sia pur "coperto" dalllo stato "assoluto". e soprattutto vigeva ancora il principio "cuius regio eius religio", per cui se non condividevi la religione praticata dal sovrano del tuo paese, c'erano due strade: o cambiavi religione o cambiavi paese.
    beh, no; dal XVI° secolo in poi - col significativo prodromo britannico della Magna Charta - in Europa la distinzione tra proprietà privata del sovrano e funzioni sovrane, pubbliche, era ben chiara; è questo che ha consentito a Hobbes di postulare la sua tesi funzionalista, per cui l'arbitrio del monarca assoluto dovesse essere giustificato dalla capacità effettiva di esercitare il controllo, come condizione pubblica essenziale, che oggi definiremmo una prestazione corrispettiva del potere attribuito, un servizio;
    non si parla di garanzie individuali, ma di "assoluta libertà", cioè sempre quel tipo di libertà che oggi consente ai cittadini degli stati uniti di girare armati.
    non è proprio assoluta, ma estesa al massimo; nel nostro modo giuridico di pensare dovremmo dire che si tratta quasi totalmente di una disciplina privatistica, che dirime rapporti tra pari e limita il profilo pubblico all'indispensabile esercizio dell'ordine e della giustizia; lo sceriffo e il giudice c'erano comunque, e la leva veniva imposta in caso di guerra;
    ma l'idea americana di democrazia è sorta proprio con quella filosofia estrema per cui se non strettamente necessario, lo stato dovesse esimersi da ingerenze sulle inclinazioni individuali del cittadino, e questa è una formula di contratto sociale tipicamente concepibile in un territorio che all'epoca era virtualmente infinito: il nuovo arrivato si spostava di qualche km e prendeva possesso di una terra; a meno di guerre, reati o contenzioso civile, non c'era alcun bisogno materiale, e perciò anche concettuale, di uno stato e delle sue istituzioni; siccome gli autoctoni - o gli schiavi - non erano riconosciuti in quel demos, il problema dei conflitti sorti con quei soggetti non si poneva in termini contrattualistici;
    e della stessa libertà che consente ai camerieri a manhattan di prendere come mancia il 15% del prezzo della consumazione, la quale già di per sé costa un occhio della testa.
    questa è una cosa che gli europei hanno davvero difficoltà a capire; ricordo un litigio col mio socio a Boulder, Colorado; la cameriera era incazzata, giustamente; la loro consuetudine, che pure è norma, prevede che i camerieri siano pagati pochissimo, e affida al cliente una metà della retribuzione; questo scorporo contabile è solo un escamotage che consente al cliente eventualmente davvero insoddisfatto, di esprimere una censura tacita negando la mancia; ma si intende come eccezione, a favore del consumatore; una sorta di ribaltamento degli oneri a favore della fluidità del commercio; se c'è un problema, non devi aprire un contenzioso; tutto qui;

    peraltro, a Menphis TS mi è capitato di essere servito da un cameriere col braccio ingessato, una cosa inconcepibile da noi;

    e della stessa libertà che consente di guadagnare i "miliardi" giocando in borsa. infine è la stessa libertà che sempre gli stati uniti, ogni tot di tempo decidono di usare come efficace strumento di propaganda per esportare i propri capitali all'estero e colonizzare economicamente altri paesi. quando non militarmente.
    si. non a caso in usa i "partiti" sono come degli "scatoloni" nei quali si possono inserire i più diversi contenuti. e non a caso i partiti maggiori sono solo due, cioè democratici e repubblicani. con un presidente unico detentore del potere esecutivo. quindi anche del potere di invadere un continente, a livello "teorico". o di distruggere il mondo "conosciuto" grazie all'uso delle armi atomiche. domanda: davvero gli usa possono oggi essere considerati una "democrazia"?
    appunto, direi di sì; puoi considerare non democratico il sistema internazionale qui è questione di misure e vincoli;

    di tutto si può discutere, ma la nozione di democrazia e democraticità va compresa in termini di metodo, tra soggetti di un demos sottoposti ad una medesima autorità sovrana, e questo - di regola, e nonostante i tentativi di creare autorità sovranazionali - non è il caso del sistema internazionale, che è più di carattere pattizio-privatistico, tra soggetti sovrani; al 99%, il diritto internazionale opera come persuasione a conformarsi a consuetudini divenute doverose come opportunità e convenienza da soggetti sovrani, che possono solennizzare quegli impegni, ma anche denunciarli e trasgredirli, masi mai con conseguenze;

    no. marx teorizzava la caduta dello stato "dopo" un periodo di "dittatura proletaria". anche marx quindi auspicava un tipo di società in cui lo stato ha una importanza "minima".
    beh, quell'idea marxiana è asintotica, direi;
    se nella sostanza le cose fossero come le descrivi, "comunista" e "anarchico" dovrebbero essere sinonimi, mentre nella realtà storica sono soggetti irriducibilmente contrapposti.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #27
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    sei diventato marxista ?
    certo che no. però penso che alla base di ogni fenomeno di "cambiamento storico", più o meno violento, vi siano una serie di "interessi" che chiedono a gran voce di essere in qualche modo "legittimati", cioè chiedono di essere alla base dei sistemi politici che di volta in volta, rivoluzioni o no, sostituiscono quelli che arrivano alla "fine". quando esiste una maggioranza che cerca di legittimare la propria influenza economica rivendicando il riconoscimento di "dirittti", allora hai i mutamenti politici. questo valse all'epoca per la borghesia. successivamente per la classe operaia. ma a livello fattuale cambia poco. a parte la "quantità".

    beh, no; dal XVI° secolo in poi - col significativo prodromo britannico della Magna Charta - in Europa la distinzione tra proprietà privata del sovrano e funzioni sovrane, pubbliche, era ben chiara; è questo che ha consentito a Hobbes di postulare la sua tesi funzionalista, per cui l'arbitrio del monarca assoluto dovesse essere giustificato dalla capacità effettiva di esercitare il controllo, come condizione pubblica essenziale, che oggi definiremmo una prestazione corrispettiva del potere attribuito, un servizio;
    allora. la magna charta libertatum risale al 1215, per cui fino al XVI secolo si parla di almeno 400 anni. nel XVI secolo peraltro si parla degli albori dello stato assoluto. hobbes non era un "funzionalista", espressione che non ho ben compreso. cmq hobbes teorizzava un sistema politico in cui la volontà dei singoli, di ogni singolo cittadino, corrispondeva al volere del monarca assoluto, un po' come un macroorganismo in cui ogni parte rispondesse in qualche modo al tutto, che era per l'appunto la volontà sovrana. la volontà sovrana non era peraltro al servizio dei cittadini, sempre secondo hobbes. ma era la volontà dei cittadini una emanazione dell'autorità monarchica.

    non è proprio assoluta, ma estesa al massimo; nel nostro modo giuridico di pensare dovremmo dire che si tratta quasi totalmente di una disciplina privatistica, che dirime rapporti tra pari e limita il profilo pubblico all'indispensabile esercizio dell'ordine e della giustizia; lo sceriffo e il giudice c'erano comunque, e la leva veniva imposta in caso di guerra;
    si. a parte tutti i retaggi di epoca feudale, che continuavano a permanere indipendentemente dall'accentramento di alcune funzioni pubbliche nella persona del sovrano. se non fosse stato questo l'andazzo delle cose allora non avresti avuto, qualche secolo dopo, le rivoluzioni borghesi, sia in europa sia in america. i retaggi feudali non furono minimamente toccati, e parlo di quei privilegi che sussistevano in capo al clero e ai nobili in materia di amministrazione periferica. mi riferisco a cose come la manomorta, le sinecure, l'amministrazione del contado, ecc.

    ma l'idea americana di democrazia è sorta proprio con quella filosofia estrema per cui se non strettamente necessario, lo stato dovesse esimersi da ingerenze sulle inclinazioni individuali del cittadino, e questa è una formula di contratto sociale tipicamente concepibile in un territorio che all'epoca era virtualmente infinito: il nuovo arrivato si spostava di qualche km e prendeva possesso di una terra; a meno di guerre, reati o contenzioso civile, non c'era alcun bisogno materiale, e perciò anche concettuale, di uno stato e delle sue istituzioni; siccome gli autoctoni - o gli schiavi - non erano riconosciuti in quel demos, il problema dei conflitti sorti con quei soggetti non si poneva in termini contrattualistici;
    era una terra "vergine", come si dice, che offriva grandi opportunità e grandi risorse, ma al prezzo dell'arbitrio più totale nella distribuzione di quelle stesse risorse. non sono certo io a doverti ricordare il problema degli indiani, ma anche quelli impliciti in una natura ostile. e anche i problemi che i nuovi arrivi incontrarono nella "organizzazione" di un sistema di governo che potesse mettere d'accordo "tutti", dai puritani agli ugonotti, dai calvinisti agli hussiti, ecc. su tutti però c'era il pericolo, assai avvertito, di una qualsivoglia ingerenza da parte degli stati di provenienza degli esuli, che sovrastava nel sentire comune ogni tipo di difficoltà, economica o politica. fu questo il "collante" del nuovo ordinamento. un collante che ancora oggi fa si che il cittadino comune giri armato, per il timore che dall'europa possano "tornare" gli oppressori di un tempo.

    questa è una cosa che gli europei hanno davvero difficoltà a capire; ricordo un litigio col mio socio a Boulder, Colorado; la cameriera era incazzata, giustamente; la loro consuetudine, che pure è norma, prevede che i camerieri siano pagati pochissimo, e affida al cliente una metà della retribuzione; questo scorporo contabile è solo un escamotage che consente al cliente eventualmente davvero insoddisfatto, di esprimere una censura tacita negando la mancia; ma si intende come eccezione, a favore del consumatore; una sorta di ribaltamento degli oneri a favore della fluidità del commercio; se c'è un problema, non devi aprire un contenzioso; tutto qui;
    si. però ti posso anche dire che il cameriere è così figlio di buona mamma, che se non stai attento, ripeto ben "attento" a quello che prende sul resto del prezzo, allora il pranzo o l'aperitivo o quello che ti pare, ti viene a costare il "doppio". questo ovviamente succede perché il cameriere non è un prestigiatore, ma "quasi". e anche perché con tutti i turisti europei che girano a manhattan allora hai che portare il conto degli spiccioli su una somma consistente non è qualcosa che l'avventore europeo può fare. non almeno quanto lo può fare un cameriere del posto, cioè nato cresciuto e pasciuto in "quel modo" di metterlo in culo al prossimo. altro che napoli.

    peraltro, a Menphis TS mi è capitato di essere servito da un cameriere col braccio ingessato, una cosa inconcepibile da noi;
    minore la manualità. uguale la capacità di fare conti senza consultare il cliente.

    appunto, direi di sì; puoi considerare non democratico il sistema internazionale qui è questione di misure e vincoli;
    si. grande democrazia. però solo all'interno.

    di tutto si può discutere, ma la nozione di democrazia e democraticità va compresa in termini di metodo, tra soggetti di un demos sottoposti ad una medesima autorità sovrana, e questo - di regola, e nonostante i tentativi di creare autorità sovranazionali - non è il caso del sistema internazionale, che è più di carattere pattizio-privatistico, tra soggetti sovrani; al 99%, il diritto internazionale opera come persuasione a conformarsi a consuetudini divenute doverose come opportunità e convenienza da soggetti sovrani, che possono solennizzare quegli impegni, ma anche denunciarli e trasgredirli, masi mai con conseguenze;
    si. quindi mi stai dicendo quello che ti ho detto anche io. cioè che gli usa sono una democrazia "solo" all'interno del proprio territorio e non all'esterno. grazie ma lo "sapevo".


    beh, quell'idea marxiana è asintotica, direi;
    se nella sostanza le cose fossero come le descrivi, "comunista" e "anarchico" dovrebbero essere sinonimi, mentre nella realtà storica sono soggetti irriducibilmente contrapposti.
    definiscimi "anarchico" e "comunista" per favore.
    Ultima modifica di sandor; 10-11-2020 alle 23:10

  13. #28
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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  14. #29
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    Appunto!
    A chi la giudica "cessa" arrivarci alla sua età così senza plastica e silicone.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  15. #30
    Opinionista
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    In compenso il ruolo richiede essere presidenziali, non starlette.
    E mi sa che ci si e' liberati di una progenie poco adatta, un eufmismo, al ruolo e ai compiti, anche se penso che l'us prezident e' e resta il rappresentante degli interessi usa e marginalmente del mondo, se funzionali ai primi.

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