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Discussione: Beati quelli che piangono

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  1. #1
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Beati quelli che piangono

    Ci stiamo avvicinando a grandi passi all'Avvento e poi al Natale. Sarebbe interessante approfondire le Beatitudini evangeliche, in questo tempo. Abbiamo già parlato in queste settimane della prima: "Beati i poveri di spirito" con spunti e riflessioni oltremodo interessanti. La seconda Beatitudine proclamata da Gesù Cristo, recita così:

    "Beati coloro che piangono, perché saranno consolati." (Mt 5, 1-2.4)

    Qui il paradosso è evidente più che mai: sono dichiarati beati, dunque felici, quelli che sono afflitti. Davvero in questo caso il messaggio delle Beatitudini urta con forza la nostra saggezza umana, la nostra razionalità....
    Va anche detto che questa Beatitudine si apre a un orizzonte universale, quello di tutta l’umanità, perché in ogni tempo e in ogni terra ci sono stati, ci sono e ci saranno uomini e donne che piangono. A me sembra importante che proprio questa parola di Gesù su quelli che piangono, possa essere indirizzata a ogni uomo, che sia discepolo di Gesù o che non lo conosca, che sia credente o non credente: ogni uomo è interpellato da questa Beatitudine perché ogni uomo conosce il pianto nella sua vita.
    Vorremmo non vedere, vorremmo non accorgerci, vorremmo far finta di nulla, eppure ci sono uomini e donne che piangono a causa della morte dei loro cari, a causa della sofferenza fisica e psichica, a causa della fame, della violenza, della guerra, dell’oppressione e anche a causa del loro peccato: qualcuno a volte ha anche il raro dono di piangere di gioia. Ma la domanda resta: da dove verrà la Beatitudine per coloro che piangono? Verrà da un capovolgimento della loro situazione: Gesù ci ha rivelato che nel giudizio quelli che non hanno conosciuto il pianto, e anzi hanno riso e mai si sono accorti delle lacrime del prossimo, questi piangeranno. Ecco perché in Luca la Beatitudine: «Beati voi, che ora piangete, perché riderete», è seguita dall’avvertimento: «Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete». D’altra parte la beatitudine riservata a coloro che piangono non ha una possibilità di realizzazione solo nel giorno del giudizio, ma già qui e ora: già nei loro giorni, sulla terra, quelli che piangono possono conoscere una consolazione che viene dallo Spirito Santo, il Paraclito, il Consolatore, che nell’angoscia è accanto a loro e dona loro forza e gioia da parte di Dio.

    Ma...a voi la parola, amici ed amiche.
    amate i vostri nemici

  2. #2
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    Non credo che la quotazione delle afflizioni sia salita con una vaga promessa nel dopo morti.

  3. #3
    L'avatar di dietrologo
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    Hai ragione , meglio essere afflitti e se non hai i motivi te li costruisci da te , le lacrime hanno sempre fatto questo effetto di impietosire qualcuno
    Se ridi non hai bisogno di Dio e l'ipocrisia alla cono è servita

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da dietrologo Visualizza Messaggio
    Hai ragione , meglio essere afflitti e se non hai i motivi te li costruisci da te , le lacrime hanno sempre fatto questo effetto di impietosire qualcuno
    Se ridi non hai bisogno di Dio e l'ipocrisia alla cono è servita
    Ma no, Cono crede veramente in ciò che dice, non é ipocrita.

    secondo la chiesa , e anche secondo Matteo, chi soffre in questa terra

    scala prima il purgatorio e vede prima Dio e sarà consolato, gli altri, maiali e

    porci, ( non li potevano vedere nè Omero e nè Dante e manco io )dovranno

    farsi un purgatorio lunghissimo, e non potranno pregare più per sè stessi,

    dovevano farlo in terra, possono solo aspettare le preghiere e le Messe dei

    loro cari per salire verso Dio. Come dicono i mistici, é meglio soffrire un po'

    qui, perché di la' é veramente dura.

    Ciao.

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Lilia Visualizza Messaggio
    Ma no, Cono crede veramente in ciò che dice, non é ipocrita.

    secondo la chiesa , e anche secondo Matteo, chi soffre in questa terra

    scala prima il purgatorio e vede prima Dio e sarà consolato, gli altri, maiali e

    porci, ( non li potevano vedere nè Omero e nè Dante e manco io )dovranno

    farsi un purgatorio lunghissimo, e non potranno pregare più per sè stessi,

    dovevano farlo in terra, possono solo aspettare le preghiere e le Messe dei

    loro cari per salire verso Dio. Come dicono i mistici, é meglio soffrire un po'

    qui, perché di la' é veramente dura.

    Ciao.
    Perfetto.
    amate i vostri nemici

  6. #6
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Comunque il cristiano punta tutto sul dopo morte, evidentemente è una consolazione per chi soffre ingiustamente allorquando il dio in cui crede è un dio di giustizia; di una giustizia tale da ripagare abbondantemente la sofferenza subita.
    In effetti il cristiano crede in un altra vita o la stessa in modo diverso, quindi si affida a Dio lasciando che tutto si compia in attesa della promessa di Gesù.
    Questo credo sia una fede cristiana che, non avendo la certezza di una morte definitiva, rimane aperta ad ogni evenienza.
    Nella mente dell'afflitto che piange lacrime amare trovare Dio nelle sue lacrime risulta alquanto difficile, è più facile maledire che benedire.
    Per essere un cristiano sofferente non basta il nome di Cristo a ridare la salute ma bisogna sapere chi si cela dietro quel nome, e spesso troverai che dietro quel nome si cela qualcuno che Cristo non è, perché quello lì è sempre un Cristo come dovrebbe essere, infatti come dovrebbe essere il Cristo è la logica di chi non vuole ammettere che Cristo è e basta.
    Quello che volevo dire in intesi è che è difficile pensare che un afflitto che rientra nelle consolazioni di cui cono ha parlato non possa imprecare Dio.

  7. #7
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Comunque il cristiano punta tutto sul dopo morte, evidentemente è una consolazione per chi soffre ingiustamente allorquando il dio in cui crede è un dio di giustizia; di una giustizia tale da ripagare abbondantemente la sofferenza subita.
    In effetti il cristiano crede in un altra vita o la stessa in modo diverso, quindi si affida a Dio lasciando che tutto si compia in attesa della promessa di Gesù.
    Questo credo sia una fede cristiana che, non avendo la certezza di una morte definitiva, rimane aperta ad ogni evenienza.
    Nella mente dell'afflitto che piange lacrime amare trovare Dio nelle sue lacrime risulta alquanto difficile, è più facile maledire che benedire.
    Per essere un cristiano sofferente non basta il nome di Cristo a ridare la salute ma bisogna sapere chi si cela dietro quel nome, e spesso troverai che dietro quel nome si cela qualcuno che Cristo non è, perché quello lì è sempre un Cristo come dovrebbe essere, infatti come dovrebbe essere il Cristo è la logica di chi non vuole ammettere che Cristo è e basta.
    Quello che volevo dire in intesi è che è difficile pensare che un afflitto che rientra nelle consolazioni di cui cono ha parlato non possa imprecare Dio.
    Dio questo lo sa. Conosce profondamente l'Uomo. Tutti i Salmi contengono grida di dolore e implorazioni verso Lui "Perchè, Signore? Fino a quando?"
    La grande Speranza e la grande consolazione cristiana portata dalla Beatitudine che stiamo esaminando, è che Dio raccoglie una per una le nostre lacrime. Che Cristo, come splendidamente racconta un anonimo brasiliano, cammina accanto a noi. Sempre! Specialmente quando siamo nella prova e nel dolore.

    “Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore

    e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata.

    E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme:

    le mie e quelle del Signore.

    Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma.

    Proprio nei giorni più difficili della mia vita.

    Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te

    e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.

    Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti difficili?

    E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che ti amo

    e non ti ho abbandonato mai:

    i giorni nei quali c’è soltanto un’orma nella sabbia

    sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.
    amate i vostri nemici

  8. #8
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Dio questo lo sa. Conosce profondamente l'Uomo. Tutti i Salmi contengono grida di dolore e implorazioni verso Lui "Perchè, Signore? Fino a quando?"
    La grande Speranza e la grande consolazione cristiana portata dalla Beatitudine che stiamo esaminando, è che Dio raccoglie una per una le nostre lacrime. Che Cristo, come splendidamente racconta un anonimo brasiliano, cammina accanto a noi. Sempre! Specialmente quando siamo nella prova e nel dolore.
    Perché quando stiamo bene e tutto va a meraviglia pensiamo poco a Dio, invece quando va male ci si stringe il sederino e vorremmo che Dio ci aiutasse perché ci sentiamo un po' in colpa rispetto al nostro passato e presente, in che modo difficile dirlo, ma ci affidiamo a Lui o Lo malediamo se non troviamo nostre colpe.
    Ripeto, è dificile trovare chi soffre e piange facendosi strumento di Dio. Si possono citare tutti i passi che vuoi ma in un modo o nell'altro quelle di Gesù sono parole così paradossali che solo chi riesce ad incarnarle, perché ci si rispecchia, può aspirare alla beatitudine, come se tale beatitudine fosse già operante seppur in forma abbozzata; ma chi non crede che Gesù possa farlo non può provare quella consolazione che precederebbe gradualmente una gioia sempre più intensa, primizia per un buon frutto maturo.
    Nonostante lo dica l'anonimo brasiliano io non credo che Cristo cammini sempre accanto a noi, per camminarci dovrà pur esserci un morivo, altrimenti che salvatore sarebbe, non è mica tana libera tutti, anche se Gesù potrebbe averci giocato.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Perché quando stiamo bene e tutto va a meraviglia pensiamo poco a Dio, invece quando va male ci si stringe il sederino e vorremmo che Dio ci aiutasse perché ci sentiamo un po' in colpa rispetto al nostro passato e presente, in che modo difficile dirlo, ma ci affidiamo a Lui o Lo malediamo se non troviamo nostre colpe.
    Ripeto, è dificile trovare chi soffre e piange facendosi strumento di Dio. Si possono citare tutti i passi che vuoi ma in un modo o nell'altro quelle di Gesù sono parole così paradossali che solo chi riesce ad incarnarle, perché ci si rispecchia, può aspirare alla beatitudine, come se tale beatitudine fosse già operante seppur in forma abbozzata; ma chi non crede che Gesù possa farlo non può provare quella consolazione che precederebbe gradualmente una gioia sempre più intensa, primizia per un buon frutto maturo.
    Nonostante lo dica l'anonimo brasiliano io non credo che Cristo cammini sempre accanto a noi, per camminarci dovrà pur esserci un morivo, altrimenti che salvatore sarebbe, non è mica tana libera tutti, anche se Gesù potrebbe averci giocato.
    L'anonimo brasiliano dice pure che Gesù ci prende in braccio nei momenti più duri.

  10. #10
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    Cosi' viene afflitto pure dopo morto.....due volte fottuto

  11. #11
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    No, se la persona finisce con la morte io direi che non perde ma ci guadagna se non altro la smette di soffrire.
    Quasi tutti quelli che si suicidano lo fanno per non soffrire più, oltre alla sofferenza fisica c'è anche quella psicologica.

  12. #12
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    No, se la persona finisce con la morte io direi che non perde ma ci guadagna se non altro la smette di soffrire.
    Quasi tutti quelli che si suicidano lo fanno per non soffrire più, oltre alla sofferenza fisica c'è anche quella psicologica.
    in effetti, non è così; il suicidio, di solito, è un atto dimostrativo estremo, una protesta rivolta a chi resta in vita e a cui si vuole addossare colpe, vere o pretese.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #13
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    in effetti, non è così; il suicidio, di solito, è un atto dimostrativo estremo, una protesta rivolta a chi resta in vita e a cui si vuole addossare colpe, vere o pretese.
    A che pro?
    Chi resta in vita ha analoghi problemi esistenziali anche se in tono minore.

  14. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    No, se la persona finisce con la morte io direi che non perde ma ci guadagna se non altro la smette di soffrire.
    Quasi tutti quelli che si suicidano lo fanno per non soffrire più, oltre alla sofferenza fisica c'è anche quella psicologica.
    Nessuno sottovaluta l'effetto di un placebo se l'afflizione non e' evitabile.

  15. #15
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    Si, ma la minaccia di affliggerti, pure in eterno, ottiene, sulle masse indistinte, piu' seguaci della carota e cosi' i predicatori, dai pulpiti loro, indistintamente cercano di distribuire paura in qualcosa di indefinito, che, per questo, fa ancora piu' paura.
    Il meccanismo della paura del buio, attuale, ma basata su fiere in agguato di tempi remoti.

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