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Discussione: Per sorridere : sottigliezze della lingua italiana

  1. #16
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Tutto serve: curare i sintomi ed andare al nocciolo del problema.
    Il problema è che curare i sintomi come vorrebbe la cosiddetta cancel culture è fin troppo facile, ma nasconde il problema di fondo. Rrestando nella metafora medica, se io ho una carie e invece di andare dal dentista mi spacco di antodolorofici quella non sparisce, ma io ho l'illusione di stare bene, perciò mi permetto di rimandare e rimandare finché non posso più farlo (perché se si può evitare normalmente si evita il più possibile la strada più difficile) e, probabilmente, quando andrò avrò un danno molto più grave. I sintomi esitstono per una ragione, fornire un campanello d'allarme rispetto ad un problema, se si comincia da quelli sai rischia di dimenticarsi del problema fino a quando questo non si sia aggravato oltre il punto di non ritorno
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  2. #17
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    Doppio, ma hai letto la risposta di Axe, con cui mi trovo d'accordo, anche se non l'ho scritto?

    Il linguaggio che usiamo crea anche la realtà che viviamo, non è un semplice sintomo della malattia, è esso stesso malattia.

    E' questo che volevi dire, vero, Axe?

  3. #18
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    Doppio, ma hai letto la risposta di Axe, con cui mi trovo d'accordo, anche se non l'ho scritto?

    Il linguaggio che usiamo crea anche la realtà che viviamo, non è un semplice sintomo della malattia, è esso stesso malattia.

    E' questo che volevi dire, vero, Axe?
    certo, esattamente;
    il linguaggio crea, specifica, e il suo uso legittima il costrutto ideologico che ne è la base, così come la censura lo delegittima;
    tanto per fare due esempi, chi usa - non come citazione, ovviamente - il neologismo buonista aderisce consapevolmente o meno ad un costrutto nel quale certe posizioni sono categorizzate e qualificate come ipocrite, strumentali, ecc... il neologismo ha creato una categoria;

    l'altro è negro; 40 anni fa si poteva usare in modo neutro; oggi, nessuno o quasi può far finta che il termine abbia una valenza politica, e chi sostiene il contrario lo fa di seconda mano, esprime di fatto l'adesione ad un'ideologia.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #19
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    Doppio, ma hai letto la risposta di Axe, con cui mi trovo d'accordo, anche se non l'ho scritto?

    Il linguaggio che usiamo crea anche la realtà che viviamo, non è un semplice sintomo della malattia, è esso stesso malattia.

    E' questo che volevi dire, vero, Axe?
    Ci sono tanti modi di vincere sulle parole, L'ultimo libro che ho letto è Queer di William Burroughs, quando è stato scritto la parola queer era assolutamente dispregiativa (infatti la traduzione italiana del titolo nelle prime edizioni era Cecca), oggi è portata con tanto orgoglio da essere la Q di LGBQ+. Dare per scontato che una parola in quanto veicolo di un pensiero negativo sia essa stessa il pensiero negativo porta ad un appiattimento di facciata, volgarmente chiamato perbenismo.

    Torniamo alla parola bitch, un dizionario anglofono deve riportare tutte le accezioni in cui un epoca utilizza quella parola, altrimenti se tra 500 anni leggeranno una sceneggiatura di Spike Lee che dovranno pensare? Che le donne degli ambienti afroamericani fossero tutte sex-workers?
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  5. #20
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    Ci sono tanti modi di vincere sulle parole, L'ultimo libro che ho letto è Queer di William Burroughs, quando è stato scritto la parola queer era assolutamente dispregiativa (infatti la traduzione italiana del titolo nelle prime edizioni era Cecca), oggi è portata con tanto orgoglio da essere la Q di LGBQ+. Dare per scontato che una parola in quanto veicolo di un pensiero negativo sia essa stessa il pensiero negativo porta ad un appiattimento di facciata, volgarmente chiamato perbenismo.
    l'accezione negativa ovviamente non è mai assoluta, visto che il linguaggio è una convenzione; ma lo è nel contesto determinato;

    anche "perbenismo" - proprio come "buonismo" - sottintende un'ideologia, e cioè quella che attribuisce ipocrisia ideologica - la desinenza in -ismo, a sottolineare un contenitore concettuale che prescinde dal contenuto - ad una determinata posizione di valore, senza specificare in cosa consista l'ipocrisia; cosa che in effetti configura la vera mancanza di critica;

    questo, peraltro, è un tipico escamotage retorico inteso a svalutare un pensiero specifico collocandolo in una categoria generalmente associata ad un disvalore, anziché la critica di merito: se eccepisci su questioni che riguardano i migranti, a prescindere dal merito, l'appellativo di "buonista" intende e mira ad una delegittimazione radicale di qualsiasi motivazione; così come "perbenista", ecc...
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  6. #21
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    Perbenismo a me sembra molto molto chiaro invece: è l'estremizzazione del concetto "tutti pensiamo una certa cosa (tutti è un'iperbole, ok, ma molti), ma le persone perbene non la dicono".

    Edit: aggiungo una domanda (ovviamente tendenziosa per come la pongo): la cancel culture solo a me sembra pericolosamente vicina al bruciare i libri? Non è lo stesso livello, ma per me è la differenza tra amatoriale e agonistico.
    Ultima modifica di Doppio; 17-11-2020 alle 11:51
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  7. #22
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    Perbenismo a me sembra molto molto chiaro invece: è l'estremizzazione del concetto "tutti pensiamo una certa cosa (tutti è un'iperbole, ok, ma molti), ma le persone perbene non la dicono".
    il concetto è chiaro; quello che non lo è affatto è se un determinato atteggiamento possa effettivamente essere ricondotto a quella categoria, cioè l'attribuzione dell'arrière pensée; eh, tu dici in pubblico che una minigonna non giustifica lo stupro - o non è detto che lo zingaro, l'immigrato, ecc... sia un ladro - ma in realtà pensi la stessa cosa che pensano tutti, e cioè che quella, con la minigonna, se la sia cercata; ma sostieni il contrario per perbenismo, timore delle tue vere idee, servilismo verso il Pensiero unico politicamente corretto, ecc...;

    Edit: aggiungo una domanda (ovviamente tendenziosa per come la pongo): la cancel culture solo a me sembra pericolosamente vicina al bruciare i libri? Non è lo stesso livello, ma per me è la differenza tra amatoriale e agonistico.
    forse;
    il punto è che il linguaggio si atteggia - per quella stessa proprietà creatrice - a fonte-atto politica; cioè, in parte esorbita dalla disciplina di legge - quella che dirime sull'eventuale diffamazione, calunnia, incitazione all'odio - e precede l'istaurazione di una piattaforma condivisa;

    in pratica, sei nella terra di nessuno; fai lo spiritoso e poi sono cazzi tuoi; per cui, pensa prima di parlare; oppure, assumiti il rischio dello shaming, o dell'ostracismo, a sua volta non di rilevanza penale;

    poniamo che Tizio, direttore del giornale X, sostenga che il femminicidio è conseguenza dell'esercizio della libertà della donna di lasciare, e che pertanto la donna sia responsabile di quell'esito; se non c'è istigazione a delinquere, non è reato;
    il che però non toglie che sui social in molti gli diano della testa di caxxo, e che la quasi totalità dei conduttori tv - per qualsiasi motivo - decida di non invitarlo;

    se uno va sotto casa sua e gli buca le gomme dell'auto, però è un reato; e nulla toglie che quello trovi un editore che gli pubblica un saggio sulla questione, visto che non c'è istigazione a delinquere; poi, io libraio, posso decidere di non vendere quel saggio, e allora si venderà on-line; è rogo ?
    in una finzione retorica, forzata, sì; perché col rogo vieni soppresso; non hai l'opportunità di esistere e manifestare quelle idee;

    non si capisce perché tutti gli individui che - per qualsiasi motivo e liberamente - ritengano opportuno esercitare la loro libertà di cancellare quell'opinione dal rostro di quelle che ritengono ammissibili dovrebbero forzarsi a fare diversamente; ovviamente, in presenza di un argomento di libertà di pensiero, se di questo si tratta, ci sarà una quota consistente di operatori che deciderà diversamente, mostrando che la tesi in questione non è peregrina o narcisisticamente provocatoria;

    cioè, ci muoviamo in un ambito pre-normativo, appunto assimilabile alle fonti-atto del diritto, in cui si fa valere un principio, che può essere - al contrario - quello della libertà di Charlie, o altro.
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  8. #23
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    L'Oxford Dictionary che rimuove determinate definizioni che aveva inserito in quanto, benché in uso, sono considerate offensive non è allo stesso livello del libraio che decide di non vendere le opere di questo o quel autore per la medesima ragione. È vero che oggi le fonti sono molte e variegate e il principio di autorità giustamente vacilla di fronte alla complessità del mondo e la democratizzazione della cultura, ma pensa se sulla stele di Rosetta avessero deciso a un certo punto, che certe parole in greco erano offensive e andavano cancellate con una bella martellata, sarebbe un problema oggi e non so quanto avrebbe risolto quello che eventualmente si proponeva di risolvere allora.
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  9. #24
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    L'Oxford Dictionary che rimuove determinate definizioni che aveva inserito in quanto, benché in uso, sono considerate offensive non è allo stesso livello del libraio che decide di non vendere le opere di questo o quel autore per la medesima ragione. È vero che oggi le fonti sono molte e variegate e il principio di autorità giustamente vacilla di fronte alla complessità del mondo e la democratizzazione della cultura, ma pensa se sulla stele di Rosetta avessero deciso a un certo punto, che certe parole in greco erano offensive e andavano cancellate con una bella martellata, sarebbe un problema oggi e non so quanto avrebbe risolto quello che eventualmente si proponeva di risolvere allora.
    eh, lo so; sai quante opere sono andate perdute a causa dei roghi di Savonarola ? non censuro i "se" e i "ma", ché è davvero una prassi disdicevole; però la gente vive nella propria epoca ed è congiunturalmente sovversiva, in modo costante;

    le idee istituzionalizzate si formano per fonti-atto, come quella per cui vai a fare lo spiritoso in un circolo gay e magari trovi qualcuno nerboruto che - difatti purtroppo... direbbe il Lorenzo/Guzzanti - ti corca di mazzate, anche se ti aspettavi una banda di checche isteriche e effeminate; e non vai dal giudice a lagnarti...
    l'OD non cancella la parola dalle strade; manifesta una - diffusa - censura politica sul ricorso a quei termini; in questo caso, dovresti porre il problema in termini di pluralismo vs eventuale dittatura, e allora entriamo in un ambito analitico diverso, coi suoi indici appropriati;

    guarda il caso di Charlie: l'opinione pubblica è divisa; c'è una censura, ma ci sono al pari voci di difesa; perché ? perché al fondo si tratta di una posizione articolata; Charlie fa una satira discutibile, ma coerente; come sbeffeggia l'Islam - cosa che potrebbe far piacere agli islamofobi - mostra le vignette col papa che sodomizza la suora; col che, irrita pure quei cattolici islamofobi che si inalberano per l'attentato islamista; e la diffusa sensibilità republicaine del laicismo francese opera modulando il dibattito e moderando la censura.
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  10. #25
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    Infatti il punto è che la coerenza di un dizionario è presentarti tutte le accezioni di una determinata parola nel contesto storico/culturale in cui quella particolare edizione è inserita. Alla parola "deficente" dovrebbe sorvolare sul fatto che per traslato può essere utilizzata su una persona senza particolari handicap come insulto?
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  11. #26
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    Infatti il punto è che la coerenza di un dizionario è presentarti tutte le accezioni di una determinata parola nel contesto storico/culturale in cui quella particolare edizione è inserita. Alla parola "deficente" dovrebbe sorvolare sul fatto che per traslato può essere utilizzata su una persona senza particolari handicap come insulto?
    "dovrebbe" implica una valutazione di valore; la quotidianità è sovversiva, altrimenti si "sarebbe dovuto" rispettare il diritto del sovrano assoluto per Volontà di Dio;
    dovrebbe, finché una motivazione più forte non sovverte quella funzione per lasciare lo spazio - occasionalmente - ad una funzione diversa, politica;

    del resto, non verrebbero certo a mancare le fonti conservative perché i posteri possano conoscere l'uso triviale di "deficiente".
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  12. #27
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    La realtà è fatta di compromessi, ma penso sia quantomeno opportuno pensarci due o tre volte prima di rinunciare alla pretesa di neutralità che pubblicazioni di stampo divulgativo "dovrebbero" avere.

    Edit: comunque, al netto che per gli storici del futuro ci saranno anche altre fonti sia per "deficente" che per "bitch", sul dizionario ci devono o non ci devono essere tutte le accezioni in uso?
    Ultima modifica di Doppio; 17-11-2020 alle 15:50
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  13. #28
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    La realtà è fatta di compromessi, ma penso sia quantomeno opportuno pensarci due o tre volte prima di rinunciare alla pretesa di neutralità che pubblicazioni di stampo divulgativo "dovrebbero" avere.
    non credo che in questi casi sussista la pretesa di neutralità che supponi; mi pare una presa di posizione piuttosto chiara; discutibile, certamente, ma evidente;

    Edit: comunque, al netto che per gli storici del futuro ci saranno anche altre fonti sia per "deficente" che per "bitch", sul dizionario ci devono o non ci devono essere tutte le accezioni in uso?
    secondo me, dovrebbero esserci; ma questa è solo una mia valutazione personale, legata alla mia percezione di rilevanza della circostanza; se però una sensibilità diffusa mostrasse un diverso intento politico, non mi scandalizzerei;

    nella mia medietà, 40 anni fa avrei trovato il gay-pride poco opportuno, eccessivamente provocatorio; oggi la penso diversamente, perché nel frattempo è mutato il contesto e i punti di riferimento generali cui quel tipo di manifestazione-linguaggio si rapporta; ed è cambiata anche la mia capacità di analisi e preparazione su certi fenomeni sociali;

    l'esclusione da un dizionario di alcuni termini è una manifestazione estrema di sensibilità, che un attuale conservatorismo o moderatismo può trovare eccessiva e inopportuna, ma che in futuro potrebbe essere riconosciuta come giustificata e anticipatrice di modalità di interazione sociale.
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  14. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non credo che in questi casi sussista la pretesa di neutralità che supponi; mi pare una presa di posizione piuttosto chiara; discutibile, certamente, ma evidente;
    È venuta a cadere in questa situazione, ma un dizionario mi aspetto che sia più o meno neutrale, o che almeno ci provi.
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    secondo me, dovrebbero esserci; ma questa è solo una mia valutazione personale, legata alla mia percezione di rilevanza della circostanza; se però una sensibilità diffusa mostrasse un diverso intento politico, non mi scandalizzerei;
    E siamo d'accordo, nemmeno io mi scandalizzo, ma mi sembra qualcosa di non molto consistente agire contro la forma quando è nella sostanza il problema, tra l'altro vedo in questa paura delle parole una filosofia molto anglosassone, che vorrebbe essere semplificatoria e finisce per essere banalizzante.
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  15. #30
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    E siamo d'accordo, nemmeno io mi scandalizzo, ma mi sembra qualcosa di non molto consistente agire contro la forma quando è nella sostanza il problema, tra l'altro vedo in questa paura delle parole una filosofia molto anglosassone, che vorrebbe essere semplificatoria e finisce per essere banalizzante.
    occhio, che quando si tratta di linguaggi la forma E' sostanza; senza ripetere l'esempio del cazzo che ho fatto prima, se tu studiassi un po' di armonia musicale vedresti che ci sono note che corrispondono alla stessa frequenza ma vanno chiamate in modo diverso - tipo un si doppio bemolle, che sarebbe un la, ma scritto in quel modo ti indica una precisa funzione armonica nelle intenzioni del compositore e nella comprensione del tutto;

    la prescrizione delle forme implica un'ideologia; ora, si può essere in disaccordo con questa, ma non ignorare la corrispondenza e il senso di quella censura o prescrizione.
    c'� del lardo in Garfagnana

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