....perchè saranno saziati.

Quando veniamo accusati ingiustamente o a sproposito. Quando facciamo appello alla giustizia umana senza trovare risposta. Quando soffriamo senza trovarne i motivi. Quando perdiamo una persona cara. Quando vediamo trionfare i potenti a scapito dei più deboli e derelitti. Con la quarta Beatitudine, Gesù Cristo si rivolge a queste categorie di Persone. In tutta sincerità: Chi può chiamarsene fuori? Chi non si riconosce? Chi non ha mai provato lo sconforto derivante da una giustizia umana spesso lacunosa e di parte?
L’impegno etico del discepolo di Gesù non è solamente personale e privato, ma diventa anche azione sociale. Egli si impegna anche per una giustizia sociale. Chi si mette alla sequela di Gesù non può non esimersi dal lottare per la liberazione dell’uomo dall’oppressione, dalle prevaricazioni, invocando i diritti civili, la giustizia nelle aule dei tribunali, l’integrità e l’onestà negli affari. Certamente il mondo andrà per la sua strada e non potrà essere completamente rinnovato, ma il discepolo di Gesù è chiamato a operare in misura di quello che realmente può fare. Sarà poi solamente Dio a fare Giustizia. Quella vera. Quella davanti alla quale tutti ci troveremo di fronte. In quel giorno, a poco servirà il potere, la carica, il conto in banca, gli appoggi, le conoscenze eccetera.
E’ interessante notare come le prime quattro Beatitudini seguano una stupenda logica progressiva: coloro che sono poveri, afflitti, mansueti, sono anche affamati e assetati di giustizia.