Ave King, Cono e Crep, buon pomeriggio.
Voi pensate che gli eresiarchi come Marcione e Mani erano dei perditempo ?
Non dimenticate che Agostino di Ippona prima di convertirsi al cristianesimo era un manicheo.
Benedetto XVI, quando era ancora sulla cattedra di Pietro, riferendosi al citato testo di Adolf von Harnack (post n. 10) disse che “Marcione rappresenta ad un tempo la più grande minaccia, ma anche la più grande sfida lanciata alla dottrina cristiana e rappresenta ancor oggi un passaggio obbligato per il dialogo ebraico-cristiano”.
Nel 2001 l’allora cardinale Joseph Ratzinger nella prefazione del libro “Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana” (citato in un precedente post) rivendica nella tradizione dei Padri della Chiesa la centralità “della questione dell’unità interiore dell’unica Bibbia della Chiesa, composta di Antico e Nuovo Testamento”.
Il lungo testo è interessante. Potete leggerlo cliccando su questo link
http://www.vatican.va/roman_curia/co...braico_it.html
Nella prefazione Ratzinger scrisse che: “senza l’Antico testamento, il Nuovo Testamento sarebbe un libro indecifrabile, una pianta privata delle sue radici e destinata a seccarsi”. Riconoscendo poi che l’ermeneutica cristiana dell’Antico Testamento è molto diversa da quella del giudaismo”.
Come dargli torto ?
L’Antico Testamento aveva bisogno del contesto cosmologico mesopotamico (Genesi, ecc. ); nel Nuovo Testamento le indicazioni teologiche sono racchiuse in enigmi e parabole, lontana è la chiarezza del decalogo mosaico, e la definizione teologica di AT.