Buongiorno Bumble. Stamane durante il mio percorso culturale nel Medioevo ho metaforicamente incontrato Ibn Hamdis, un poeta arabo in lingua siculo-araba, massimo esponente della poesia araba in Sicilia tra l’XI e il XII secolo. Nel 1056 circa forse nacque nella tua città, Siracusa, per altri a Noto, da una famiglia della nobiltà araba e morì nel 1133 a Maiorca, la più grande delle isole Baleari.

Abū Muḥammad ʿAbd al-Jabbār ibn Abī Bakr ibn Muḥammad ibn Ḥamdīs al-Azdī al-Ṣiqillī, brevemente conosciuto come Ibn Hamdis, verso il 1078 fuggì in Spagna a causa della conquista normanna della Sicilia, in quel tempo in fase avanzata.
S’imbarcò nel porto di Marzamemi, frazione del Comune di Pachino (prov. di Siracusa) per giungere in al-Andalus.

A Siviglia Ibn Hamdis fu accolto alla corte araba del principe, poeta e mecenate Muhammad al-Mu’tamid, poi frequentò altre residenze nobiliari in nord Africa, ma ebbe sempre la nostalgia per la Sicilia, alla quale rivolse numerosi versi, come in questa poesia titolata “Ricordo la Sicilia”:

"Ricordo la Sicilia, e il dolore ne suscita nell’anima il ricordo.
Un luogo di giovanili follie ora deserto, animato un dì
dal fiore di nobili ingegni.

Sono stato cacciato da un paradiso, come posso io darne notizia ?
Se non fosse l’amarezza delle lacrime, le crederei
i fiumi di quel paradiso.

Oh custodisca Iddio una casa in Noto, e fluiscano su di lei
le rigonfie nuvole !
Ogni ora io me le raffiguro nel pensiero, e verso per lei
gocce di scorrenti lacrime.

Con nostalgia filiale anelo alla patria, verso cui mi attirano
le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora, a quella
brama col cuore fare ritorno.

La terra ove germoglia la pianta dell’onore, ove dei cavalieri
caricano guerra contro la morte.
Viva quella terra popolata e colta , vivano su di lei
le tracce e le rovine!

Viva il profumo che ne spira, e che i mattini e le sere
fan giungere sino a noi!
Vivano fra essi i viventi,e vivano anche le membra loro
composte nel sepolcro!

Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consumate
Le membra e le ossa dei miei,
come anela fra le tenebra al suo paese, smarrito nel deserto,
un vecchio cammello sfinito.

Vuote mi sono rimaste le mani del primo fiore di giovinezza,
ma piena ho la bocca del ricordo di lei.

(Traduzione testo: F. Gabrieli)

Alcuni suoi componimenti poetici li dedicò anche alla bellezza femminile e al vino. Uno di questi è titolato:

“Quando i corpi s’incontrarono”

Quando i corpi s’incontrarono, senza alcun
sospetto, e già le anime si eran consunte di passione,
cogliemmo – senza che ci fosse imputato a
colpa – i frutti di un piacere che si colgono
quando si piantano.

Quando poi svanirono le stelle, levando una
bandiera sulla quale s’appressava la luce e
dalla quale svanivano le tenebre,
sospirai sbigottito, ma solo sospirai
per lo spuntar dell’aurora.

O aurora non venire, tu mi fai desolato; o
notte, non andar via, tu mi dai gioia!


La cantante catanese Etta Scollo, con la collaborazione della professoressa Corrao, curatrice della raccolta "Poeti Arabi di Sicilia" e insieme ad altri artisti del gruppo “Ensamble”, ha organizzato sulla poetica di Ibn Ḥamdīs, e di altri poeti arabi di Sicilia, lo spettacolo “Il Fiore Splendente”, che ha avuto molto successo anche in Germania e di cui ha fatto un cd musicale.
Per ascoltarla ti propongo due link

https://www.youtube.com/watch?v=SXVpcpGukpw

https://www.youtube.com/watch?v=SPnSEOfd08s