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Discussione: Natività

  1. #1
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    Natività

    Gesù di Nazaret nacque da una vergine.

    Nell'ambito del cristianesimo con verginità di Maria (o concepimento virginale di Gesù) s’intende la dottrina secondo cui, stando alla narrazione dei Vangeli di Matteo (1,18-25) e di Luca (1,26-38), Maria concepì Gesù per opera dello Spirito Santo.

    Nei primi due post voglio argomentare sul brano 1, 18–25 del Vangelo di Matteo.

    18 “Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
    23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25 la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù”.


    Il profeta cui allude Matteo nel versetto 22 è Isaia.

    Nel versetto 23 l'evangelista fa una precisazione che non è caratteristica del suo tipico modo di scrivere: spiega il significato del nome “Emmanuele” (= “Dio con noi”).

    In precedenza, nel versetto 21 Matteo scrive che il figlio che sarà partorito sarà chiamato Gesù (= "Yahweh salva")
    poiché salverà il popolo dai suoi peccati.

    Il profeta ebreo Isaia nacque nel 765 a. C. circa. A lui si attribuisce il cosiddetto “libro di Isaia”, tramandato per secoli come testo scritto da un unico autore, invece è una raccolta di testi elaborati da più mani in diversi periodi di tempo e di diversa origine.

    Secondo gli studiosi, la redazione definitiva del libro avvenne in Giudea nel V sec. a. C.. da parte di un autore ignoto.

    Il tema che ha catalizzato la raccolta unitaria è quello della salvezza divina del popolo denominato Israele.

    Il libro di Isaia è diviso in tre parti:

    Proto-Isaia (capp. 1–39): 740 – 700 a. C., nel contesto della guerra siro-efraimitica, con esortazioni alla fiducia in Dio; è la parte del libro attribuita al vero profeta Isaia;

    Deutero-Isaia (capp. 40–55): 550-539 a. C. durante l’esilio a Babilonia di una parte del popolo ebraico;

    Trito-Isaia (capp. 56–66): 537 – 520 a. C., dopo il ritorno di una parte del popolo di Israele dall'esilio a Babilonia; contiene oracoli contro l'idolatria, speranza nella conversione delle nazioni pagane.

  2. #2
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    Nella Bibbia cattolica (versione C.E.I.) il brano di Matteo riferito al profeta Isaia (7, 10–14) è citato in prospettiva messianica.

    Secondo l’evangelista il profeta Isaia avrebbe annunciato la miracolosa nascita di Gesù da una vergine molti secoli prima che il fatto si verificasse…

    Dal libro di Isaia: [10] “Il Signore parlò ancora ad Acaz dicendo: [11] “Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto”. [12] Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”. [13] Allora Isaia disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? [14] Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (7, 10-14)

    Nella Bibbia ebraica quando viene indicata una vergine si usa il termine “betullah”; la parola “haalmàh” significa “giovane donna”, però nella versione in lingua greca dei Settanta della Bibbia fu tradotta con “parthenos” (= “vergine”).

    Quella di Isaia non è una profezia riferita al Messia, ma promette ad Acaz (re di Giuda dal 732 a. C. circa al 716 a. C. circa) un segno che il suo oracolo è vero. E’ opinione degli studiosi ebrei che la profezia si riferisca a Ezechia, figlio del re Acaz, oppure ad uno dei figli dello stesso Isaia.

    Invece Matteo cita l’oracolo di Isaia applicandolo a Gesù Cristo. (Mt 1, 18 – 25).

    Numerosi esperti sono concordi nell’affermare che Matteo per il suo vangelo non utilizzò l’Antico Testamento in lingua ebraica, ma usò completamente o in parte la versione biblica in lingua greca, quella cosiddetta dei LXX, scritta tra il III e il I sec. a. C..

    Se Matteo avesse utilizzato il testo ebraico, avrebbe dovuto rendere più correttamente haalmàh con un termine greco più generico di parqšnoj.

    L’interpretazione, da parte di Matteo, di questo passo di Isaia in modo non conforme al testo ebraico è evidente anche alla Chiesa Cattolica. Ne parlò nel 1996 il pontefice Giovanni Paolo II nell’annuncio della maternità messianica. Ovviamente quel papa non intendeva demolire il dogma della nascita verginale di Gesù da Maria, contraddicendo il vangelo di Matteo, ma considerava la nascita verginale di Gesù caratteristica originale del Nuovo Testamento.

    Gli ebrei non credono che Gesù sia il Messia né il figlio di Dio e non credono neanche al suo concepimento verginale. Ed io concordo con loro.

  3. #3
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    Gli evangelisti Marco e Giovanni non descrissero le circostanze della nascita di Gesù Cristo.

    Luca nel suo Vangelo scrisse:

    26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
    34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei”
    (Lc 1, 26 – 38)

    Gesù nacque dalla giovane Miryam (= Maria), che fu concepita dallo Spirito Santo per far nascere Gesù.

    La dottrina della verginità perpetua vuole che Maria sia rimasta vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù Cristo.
    Verginità intesa come castità, astinenza dai rapporti sessuali fino alla sua assunzione in cielo.

    Il dogma della Verginità perpetua non deve essere confuso con quello dell'Immacolata Concezione, che si riferisce al miracoloso concepimento di Maria nel grembo di sua madre, Anna, senza essere coinvolta dal “peccato originale”. Invece, secondo la dottrina cattolica, ogni creatura che si forma nel grembo della donna riceve subito un'anima, che reca il peccato originale, ma viene cancellato con il battesimo.

  4. #4
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    L’affermazione della divinità di Gesù Figlio di Dio e Dio stesso, e la convinzione della verginità di Maria, Madre di Dio, prima, durante e dopo il parto, crearono eresie e molte dispute nei primi secoli del cristianesimo.

    Nel periodo in cui veniva formata la dottrina della Trinità, il presbitero Ario (260 ca – 336) fu il rappresentante di una delle interpretazioni di maggior seguito della relazione tra le persone della Trinità, in particolar modo di quella tra il Padre e il Figlio. Egli non rifiutava la Trinità, ma subordinava il Figlio al Padre, negandone la consustanzialità, che sarà poi formulata nel 325 durante il concilio di Nicea.

    Alla base della sua tesi c’era la convinzione che Dio, principio unico, indivisibile, eterno e ingenerato, non potesse condividere con altri la propria ousìa, cioè la propria essenza divina. Di conseguenza il Figlio in quanto “generato” e non eterno non ha la stessa sostanza del Padre (negazione della consustanzialità), quindi non può essere considerato Dio allo stesso modo del Padre.

    L’arianesimo fu condannato nel primo concilio di Nicea, avvenuto nel 325. Questo concilio venne convocato e presieduto dall'imperatore Costantino I, il quale intendeva ristabilire la pace religiosa e raggiungere l'unità dogmatica, minata da varie dispute.

    Con ampia maggioranza venne accolta la “dichiarazione di fede”, denominata “Simbolo niceno” o “Credo niceno”, il quale stabilisce la dottrina dell’homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio; nega che il Figlio sia creato e che la sua esistenza sia posteriore al Padre; dichiara la nascita virginale di Gesù: “nacque da Maria Vergine”. In tal modo l’arianesimo venne negato in tutti i suoi aspetti.

    Durante il concilio di Nicea del 325 ci furono altre decisioni. Per esempio, fu stabilita la data per la Pasqua, la festa principale della cristianità. La celebrazione deve avvenire nella prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, quindi in modo indipendente dalla Pesach (la Pasqua ebraica), stabilita in base al calendario ebraico.

  5. #5
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    Nel 381 l’imperatore Teodosio I convocò il primo concilio di Costantinopoli, durante il quale fu riaffermato il Credo elaborato nel concilio di Nicea del 325.

    Venne ribadita la consustanzialità dello Spirito Santo con il Padre e il Figlio, perciò fu detto “credo niceno-costantinopolitano”. Inoltre, questo concilio aggiunse nel Credo il nome di Maria Vergine: […] “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, / e per opera dello Spirito Santo / si è incarnato nel seno della Vergine Maria / e si è fatto uomo”.

    La scelta di aggiungere il nome di Maria nel Credo pose le basi per le discussioni in un ulteriore concilio, quello di Efeso nel 431, per dibattere sulla natura della Madre di Dio: Maria è genitrice di Dio, la “Theotòkos”, perché ha fatto nascere non un uomo ma Dio come uomo.

    Nel Concilio di Efeso fu anche affrontato un aspro dibattito che minacciava l’unità della Chiesa cristiana, riguardante la persona e la divinità di Gesù. Si confrontarono due ideologie: quella antiochena, capeggiata dal patriarca Nestorio e quella alessandrina, con a capo Cirillo di Alessandria d’Egitto.

    Nestorio e i suoi seguaci sostenevano che Gesù Cristo avesse due nature: umana e divina, non unite nel vincolo ipostatico, invece Cirillo era convinto della sola natura divina di Cristo.

    Connessa alla disputa su Gesù Cristo, vi era quella collegata all'appellativo Theotòkos dato alla madre di Gesù. I nestoriani affermavano che Maria fosse solamente Christotokos, madre di Gesù-Uomo e non Madre di Dio, che accolse in sé, con l'Uomo-Messia anche il Figlio di Dio unito all'Uomo.

    Altro concilio, quello di Calcedonia nel 451, convocato per dibattere le dispute ideologiche sulle due nature di Gesù, quella umana e quella divina….

    Nel 553 ci fu il secondo concilio di Costantinopoli per definire la “verginità perpetua di Maria”: vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù.

    La verginità durante la nascita di Gesù è conseguenza logica (dogmatica) dell’incarnazione di Gesù Cristo nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo, affermata nel prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1-18) e nel Credo.

    La dottrina della Verginità (perpetua) di Maria prima, durante e dopo il parto fu riaffermata nel 649 dal concilio lateranense, cosiddetto perché svolto a Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano e presieduto dal pontefice Martino I.

    Non basta. La verginità perpetua di Maria fu ribadita ancora una volta nel 680 dal III concilio di Costantinopoli.

    Cosa dedurre dal travagliato problema del concepimento verginale di Gesù da parte di Maria, avvenuto per volontà divina ?

    Ogni religione ha bisogno di stupire i propri seguaci.

    La dottrina della verginità è sostenuta dalla Chiesa cattolica e ortodossa come verità di fede invece alcune Chiese protestanti pur ammettendo il concepimento verginale di Gesù in Maria, non le riconoscono la verginità perpetua, perché credono che Maria e Giuseppe abbiano avuto altri figli dopo la nascita di Gesù.

  6. #6
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    Secondo alcuni studiosi il concepimento verginale è presentato come fatto storico anziché teologico.

    Per il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar l’idea del concepimento verginale era necessaria, perché il Figlio di Dio non poteva avere due padri: il padre umano avrebbe oscurato il rapporto di Gesù con il Padre eterno.

    Il concepimento miracoloso vuole attestare l’origine divina di Gesù, che viene dallo Spirito di Dio anche se nasce attraverso una normale gestazione umana. Il Figlio nasce dal Padre nell'eternità e da Maria nel tempo.

    Il biblista francese Frédéric Manns afferma che se non si crede che Gesù sia il Figlio di Dio e il compimento delle antiche Scritture, gli scritti di Matteo e Luca possono apparire come racconti mitologici.

    segue

  7. #7
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    La verginità di Maria nel post partum.

    Ha importanza ? Non sarebbe stato meglio considerarla come una qualsiasi madre che ha partorito ?

    Matteo e Luca nei loro vangeli ci fanno sapere della verginità di Maria antecedente al parto. Essi da chi furono informati? Dallo Spirito Santo?

    La “virginitas ante partum” è conosciuta dalla sua portatrice perché sa che non ha avuto rapporti sessuali con un uomo (“virum non cognosco”), quella post partum può essere constatata a parto avvenuto, raccontato dall’apocrifo “Protovangelo di Giacomo”, dove l’accertamento è compiuto dall’incredula levatrice ebrea che aiutò Myriam a partorire. Uscendo dalla grotta incontrò Salomè e le disse: “Un miracolo nuovo ho da raccontarti: una vergine ha partorito, ciò che la sua natura non comporta”. E Salomè, incredula, le rispose: “Se non ci metterò il mio dito e non scruterò la sua natura non crederò mai che una vergine ha partorito. E Salomè mise il suo dito nella natura di lei e subito mando’ un grido e disse: guai alla mia incredulità”. Salomè dunque osò effettuare un gesto analogo a quello che fece Tommaso per verificare la ferita di Yehoshua (Gesù) nel costato dopo la sua resurrezione”.

    Ma se Myriam (Maria) ebbe un parto “virginale”, perché dovette purificarsi come le altre donne ? Per rispettare le norme bibliche ?

    Nel suo libro “L’infanzia di Gesù” il papa emerito Joseph Ratzinger scrive: “Una risposta convincente non è stata ancora trovata dall’esegesi moderna”. E conclude dicendo che l’unica via d’uscita è che “nulla è impossibile a Dio”.

    Infatti la verginità di Maria è solo un atto di fede.

    Ora basta con la verginità di Maria. Ci sono tante altre cose da raccontare sulla Natività.

  8. #8
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    Nessun altro dubbio in tal senso ? nessuna relazione con l'attività Solare e planetaria ? piace ancora la storiella tenera d'amore della Sacra famiglia e le sue vicissitudini ?

  9. #9
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    li uomini hanno attribuito alla verginità un concetto talmente povero, limitato e ristretto, tanto da diventare malati. La verginità di Maria non ha nulla a che vedere con il sesso, ma riguarda la purezza dell’ anima nei suoi rapporti con il Divino. Tale purezza concerne tanto gli uomini quanto le donne.

    Ciò che è ammirevole nella Vergine, non è il lato “miracoloso”, ma la percezione del compimento della legge sacra di un’ anima che durante parecchie vite ha operato per realizzare la creazione divina.

    Ella condusse alla perfezione l’ insegnamento sacro che aveva ricevuto da sua Madre Iside tra le mura del tempio.
    Possiamo contemplare attraverso la Vergine i frutti del lavoro di un’ autentica Scuola iniziatica. Ogni anima che si avvia sul cammino dell’ iniziazione alla saggezza può compiere tale opera nel suo percorso. E’nell’intenzione di ogni uomo venuto al mondo realizzare un’opera in modo perfetto. L’immagine della Vergine non deve oscurare tutte le donne che, in un modo o
    nell’ altro, si sono inoltrate nel cammino del servizio e della dedizione.
    La Vergine amava immergersi nel non sapere, coltivava l’amore del mistero sacro. Passeggiava sulle colline e, mentre camminava, cresceva in lei un modo diverso di guardare il mondo. Lo faceva volontariamente, come un esercizio di risveglio. Per lei l’occhio e tutti i sensi di percezione erano uno strumento di studio e stupore.
    Quando rifletteva sulla sua capacità di vedere ne rimaneva meravigliata. Si chiedeva: “come è possibile vedere delle immagini all’ esterno di se; spostarsi ed andarle a toccare?” Si trovava realmente in uno stato di profonda riflessione nel quale
    restava molto a lungo.
    Non si accontentava delle risposte precostituite, superficiali che in realtà non danno una risposta, ma servono solo a spegnere il fuoco delle questioni nell’anima. Al contrario voleva alimentare questo fuoco al fine di unirsi al mistero, essere la risposta. Voleva vivere intensamente con lo spirito Divino che percepiva dietro a tutte le manifestazioni del mondo.
    Praticava degli esercizi che oggi ci sembrerebbero infantili. Per esempio: apriva gli occhi e guardava coscientemente un’ immagine con intensità. Poi chiudeva gli occhi e contemplava il buio nella sua testa. Voleva sentire con la sua anima come la luce entrasse attraverso gli occhi e come si riflettesse dentro la testa, dando vita alla comprensione. Comprendeva misteri che sono molto diffi cili da interpretare. Faceva un parallelo tra la luce e le tenebre. Per esempio il chicco di grano doveva essere piantato sotto terra per crescere e far nascere una spiga. Ciò che vedeva era quindi un seme che entrava attraverso i suoi occhi nella sua terra interiore. Dal modo in cui entrava la semenza, dipendeva la sua vita futura.


    fonte : Olivier Manitara
    Maestro esseno e rappresentante mondiale della tradizione e religione essena
    Brano del suo libro: "Maria, la vergine essena"

  10. #10
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    Ciao dietrologo,

    il maestro esseno Olivier Manitara dice che Maria
    condusse alla perfezione l’ insegnamento sacro che aveva ricevuto da sua Madre Iside tra le mura del tempio.
    Questo “maestro” m’induce una dissonanza cognitiva. Da dove ha appreso che Iside fu la madre di Maria ?

    Iside chi ? La dea ?

    La tradizione cristiana che deriva dagli apocrifi Protovangelo di Giacomo e Vangelo dello pseudo Matteo, vuole che i nomi dei genitori di Maria di Nazaret siano Anna e Gioacchino.

    Le notizie in merito furono poi arricchiti da altri fantasiosi dettagli agiografici nel corso dei secoli e dalla “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine.

    Il testo che hai postato di Manitara mi fa pensare all’immaginifico frate domenicano e agiografo Jacopo da Varagine (1228 – 1298), che fu anche arcivescovo di Genova.

  11. #11
    رباني L'avatar di King Kong
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    Se vi sembra interessante, ecco i primi versi (ve ne saranno altri in seguito) che il Corano dedica a Maria.

    Sura III – Âl ‘Imrân (La Famiglia di Imran)

    Il nome della sura deriva dal v. 33 – Amran (in ebraico) era il padre di Mosè e di Aronne.

    42 E quando gli angeli dissero: “In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo.
    43 O Maria, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che si inchinano”.
    44 Ti riveliamo cose del mondo invisibile, perché tu non eri con loro quando gettarono i loro calami per stabilire chi dovesse avere la custodia di Maria e non eri presente quando disputavano tra loro.
    45 Quando gli angeli dissero: “O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’Altro, uno dei più vicini
    46 Dalla culla parlerà alle genti e nella sua età adulta sarà tra gli uomini devoti”.
    47 Ella disse: “Come potrei avere un bambino se mai un uomo mi ha toccata?”. Disse: “E’ così che Allah crea ciò che vuole: quando decide una cosa dice solo “Sii” ed essa è.”
    48 E Allah gli insegnerà il Libro e la saggezza, la Torâh e il Vangelo.
    49 E [ne farà un] messaggero per i figli di Israele [che dirà loro]: “In verità vi reco un segno da parte del vostro Signore. Plasmo per voi un simulacro di uccello nella creta e poi vi soffio sopra e, con il permesso di Allah, diventa un uccello. E per volontà di Allah, guarisco il cieco nato e il lebbroso, e resuscito il morto. E vi informo di quel che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case. Certamente in ciò vi è un segno se siete credenti!
    50 [Sono stato mandato] a confermarvi la Torâh che mi ha preceduto e a rendervi lecito qualcosa che vi era stata vietata . Sono venuto a voi con un segno da parte del vostro Signore. Temete dunque Allah e obbeditemi.
    51 In verità Allah è il mio e vostro Signore. AdorateLo dunque: ecco la retta via”.
    Aut hic aut nullubi

  12. #12
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    Grazie King per la tua collaborazione. M’interessa il punto di vista islamico.

    Ora continuo il mio percorso verso il luogo dove sarebbe nato Gesù.

    L’evangelista Luca narra che “In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.
    Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea si recò in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta”
    (Lc 2, 1- 5).

    Da evidenziare che lei era al nono mese di gravidanza, la distanza tra Nazaret e Betlemme è di 150 km, che venivano percorsi a piedi o in groppa ad un quadrupede. Vi sembra un viaggio veramente effettuato o che andava comunque compiuto ?


    (scena dal film "the Nativity story", della regista Catherine Hardwicke, anno 2006)

    Luca spiega che Giuseppe e Maria fecero quel viaggio per un censimento. Questo serviva per determinare l’entità delle imposte che dovevano pagare i cittadini all’erario.

    Gli studiosi sono increduli di quell’eventuale viaggio, perché in quegli anni i censimenti per fini fiscali venivano effettuati nei luoghi dove le persone avevano la proprietà non in quelli d’origine. Giuseppe e Maria erano poveri e, per quanto se ne sa, non avevano proprietà terriere a Betlemme. Per cui se fecero quel presunto viaggio, non fu quello il motivo del loro temporaneo trasferimento.

    Ancòra Luca nel suo vangelo racconta del decreto di Cesare Ottaviano Augusto per il censimento in tutto l’impero romano, ma è storicamente accertato che quel censimento non fu ordinato da Augusto. Erano i governatori delle province dell’impero ad ordinare i censimenti per avere dati sulle proprietà dei sudditi.

    Tale censimento permetterebbe di collocare la nascita di Cristo in una data precisa, ma l’unico censimento documentato di Quirinio che riguarda la Palestina fu eseguito nel 6 – 7 dopo Cristo, quando Gesù doveva avere almeno 12 anni.

    I Vangeli affermano che Gesù nacque durante il regno di Erode Ascalonita, ma questo morì nel 4 avanti Cristo. E la Giudea era un regno satellite di Roma non una provincia romana. Perciò il sovrano locale poteva tassare direttamente i suoi sudditi, senza un decreto di Augusto.

    Quell'immaginato peregrinare di Giuseppe e Maria per 150 km da Nazaret a Betlemme (che in ebraico significa “casa del pane” ed in arabo “casa della carne”), servì all’evangelista Matteo come pretesto per creare la fantasiosa genealogia e connettere Gesù alla discendenza di David, che visse tra il 1070 a.C. circa ed il 980 a.C. circa.

  13. #13
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    Quell'immaginato peregrinare di Giuseppe e Maria per 150 km da Nazaret a Betlemme (che in ebraico significa “casa del pane” ed in arabo “casa della carne”), servì all’evangelista Matteo come pretesto per creare la fantasiosa genealogia e connettere Gesù alla discendenza di David, che visse tra il 1070 a.C. circa ed il 980 a.C. circa.
    La tua constatazione di fantasiosità non è propriamente esatta in quanto quello descritto nel Vangelo riflette il modo in cui gli Israeliti attendessero il messia.
    Infatti la genealogia è marginale a meno che non si analizzino per bene i personaggi citati e di cui gli evangelisti erano a conoscenza. Chissà quanti credevano di essere discendenti di David.

  14. #14
    رباني L'avatar di King Kong
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    Chissà quanti credevano di essere discendenti di David.
    Non deve essere stato eccessivamente difficile da verificare, soprattutto dopo la separazione, Giuda e Beniamino da una parte e le altre tribù dall’altra, divisi in un lungo conflitto. Oltretutto l’appartenenza all’una o all’altra tribù era ed è ancora oggi in tutto il medio oriente, un elemento fondamentale di identità.
    Quindi, volendo essere precisi, Gesù era giudeo, che non è lo stesso di ebreo. “Discendente di...” in medio oriente lo si è anche quando il capo tribù è lo zio, il cugino maggiore, il cognato della zia...
    I regnanti di Giordania, per dire, rivendicano la diretta discendenza dal Profeta Mohammed, essendo la loro tribù di appartenenza quella degli Hashem, anche se i tre figli maschi del Profeta morirono in tenera età e la successione passò ai nipoti Hassan e Hussein.
    Aut hic aut nullubi

  15. #15
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Interessante precisazione.

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