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Discussione: Natività

  1. #31
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Allora se puoi (quando tutto sto' casino terminera'..) ti consiglierei una visita in Turchia.

    A Efeso per vedere/visitare:

    - a ) la casa che (..si dice) era di Maria (non quella "fantasiosa" di Loreto..)
    - il tempio (seppur quasi completamente distrutto) ove si tenne il concilio mariologico (431)
    - la tomba di Giovanni evangelista (un extra _ ma che vale la pena / tu che sei credente)



    A Istanbul:

    - la santa Sophia di Costantino (seppur ora moschea _ ma sempre visitabile)
    - santa Irene (ove si tenne il 2 concilio / quello della trideita' _ 381 )

    -
    Ben gentile, grazie! Abbiamo visitato quella di Maria, a Nazareth. Dove adesso si trova la Basilica dell'Annunciazione.

    Ciao, buon Natale e buon anno.
    amate i vostri nemici

  2. #32
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Mia amata regina, non confondere i luoghi della tradizione con la realtà storica
    Realtà storica di Gesù che è stata oggetto, ieri sera, della puntata di "Ulisse". Alberto Angela ci ha condotto alla scoperta di meraviglie inenarrabili!

    https://www.raiplay.it/video/2019/09...ate=24-12-2020
    amate i vostri nemici

  3. #33
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    25 dicembre: Nascita di Gesù



    Per ellissi, il sostantivo "Natale" deriva dalla frase in lingua latina “diem natālem Christi” ("giorno di nascita di Cristo").

    “E’ nato Gesù”: “natus esset jesus”.

    Gesù è l'adattamento in italiano del nome aramaico Yeshu'a, greco biblico Iēsoûs e in latino biblico Iesus ; si tratta di una tarda traduzione aramaica del nome ebraico Yehoshu'a (= Giosué), che significa “YHWH” è salvezza” o “YHWH salva”.

    Gesù è creduto figlio di Dio dai cristiani; l’ebraismo non lo considera il Messia né che abbia caratteristiche divine. Per l’ebraismo rabbinico il Messia non si è ancora manifestato; per i musulmani Gesù è soltanto un profeta.

    Comunque, uno dei brani più interessanti nella letteratura evangelica è l'incipit del vangelo secondo Giovanni.

    Secondo la tradizione l’apostolo Giovanni elaborò il suo Vangelo in lingua greca, ma nel testo ci sono anche latinismi ed ebraismi; nel testo si ipotizza l’intervento nel tempo di più persone; fu completato nell’anno 100 circa.

    Questo vangelo è diverso dai tre sinottici: ci sono meno parabole, meno miracoli, non vi è accenno all'eucaristia, al Padre nostro alle beatitudini. Compaiono invece nuove espressioni per indicare Gesù.

    Dal prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1):

    “In principium erat verbum / et verbum erat apud deum / et Deus erat Verbum.
    (= In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio”).

    (Gv 1, 14): “Et verbum caro factum est / et habitavit nobis”
    (= E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi;…”).

    Il latino “Verbum” traduce il greco Logos. In termini filosofici è un'idea astratta, un concetto, che si è concretizzato, rendendosi visibile, ascoltabile, toccabile. in una determinata persona, cioè a Gesù come Verbo di Dio.

    I teologi considerano l’incipit dell’evangelista Giovanni (1, 1) importante per la fede in Gesù = Dio, in connessione con l'idea che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano uguali.

    L'accademico e teologo americano Stephen L. Harris afferma che l'autore (autori) del Vangelo di Giovanni ha adattato per Gesù il concetto del Logos di Filone d’Alessandria, che considera Dio creatore e origine dell’ordine dell’universo (cfr, Libro dei Proverbi 8, 22 – 36).

    Filone fu un esponente del giudaismo alessandrino (Alessandria d’Egitto). Egli incorporò nella sua teologia il logos della filosofia stoica, connettendolo al tema biblico della “parola di Dio”, alla volontà creatrice e provvidente di Dio; la Parola a cui si unisce o sostituisce, con valore di sinonimo, la Sapienza.

    Filone fu “ispirato” anche dal “Timeo” di Platone per quanto riguarda il Dio trascendente rispetto al mondo.

    Il logos è lo “strumento” con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed è la Luce divina offerta agli uomini.

    Nella dottrina di Filone ci sono temi e concetti poi presenti nella religione cristiana.

    Il lemma greco antico “lògos” è tradotto in latino con la parola “verbum” (che per la Chiesa indica la seconda persona della Trinità), in ebraico: “davar”.

    Il prologo giovanneo sul logos (l'uomo Gesù = Dio) ripete lo schema della "Genesi", primo libro della Torah, riallacciandosi così a tutta la tradizione dell'ebraismo dell'Antico Testamento.
    segue
    Ultima modifica di doxa; 26-12-2020 alle 16:37

  4. #34
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    Il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, nel suo libro “Il Vangelo secondo Giovanni” introduce il lettore alla comprensione del significato della parola “logos” (tradotto in latino con “Verbum” ed in italiano con “Verbo”) nel prologo giovanneo.

    Martini, teologo e biblista, nel volumetto esamina la rilevanza che ebbe per l’apostolo il logos considerato il Figlio co-eterno e con-sostanziale con il Padre.

    Nella lingua greca la parola “logos” può avere vari significati, perciò l’autore del libro si domanda perché l’evangelista scelse quel lemma anziché altri più precisi.
    Per esempio, se voleva indicare l'azione creativa di Dio, perché non scelse il vocabolo“rema”, che forse era il termine più adatto ?

    Se voleva indicare la «sapienza», perché non preferì “sophia” ?

    Secondo gli esegeti la derivazione del logos giovanneo è di tipo sapienziale o veterotestamentario.

    Per il defunto cardinale Martini il logos citato dall’evangelista ha cinque significati.

    1. ragione d'essere della realtà; 2. parola creatrice: Dio creò tutto con la parola; 3. sapienza che presiede alla creazione, quindi sapienza ordinatrice; 4. parola illuminante e vivificante; 5. parola rivelatrice: il Figlio di Dio viene fra noi in Gesù (s'incarna), ed è Gesù che rivela il Padre.

    1. Logos, ragione ultima delle cose:
    l’esistenza di ogni individuo ha una ragione, un perché, un significato. E questo significato ultimo è in Dio.

    2. Logos, parola creatrice:
    la ragione ultima di ogni cosa è la parola creatrice di Dio, come creatrice è la parola di Cristo. “In principio Dio creò” (Gn1:1).

    3. Logos, sapienza ordinatrice:
    al pensiero ebraico più che il logos era consono il concetto della "sapienza": l'ebraismo non ebbe filosofi nella sua storia anteriore al cristianesimo, ma frequenti furono i "sapienti". Questa "Sapienza" nei libri didascalici del periodo ellenistico viene considerata in Dio, nella sua sapienza ordinatrice.

    4. Logos = phos (luce) e zoè (vita) :
    logos, nel senso di phos (luce): “Fiat lux” nel primo capitolo della Genesi evidenzia la capacità di Dio di creare mediante il Verbo; Come Logos, Gesù Cristo è Dio in autorivelazione (Luce) e redenzione (Vita).

    5. Questo Logos è Gesù Cristo fra noi che ci parla del Padre: le parole di Gesù, che leggiamo nel Nuovo Testamento costituiscono il significato luminoso ed edificante dell'esperienza umana, come noi la percepiamo.

  5. #35
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    25 dicembre: Nascita di Gesù



    Per ellissi, il sostantivo "Natale" deriva dalla frase in lingua latina “diem natālem Christi” ("giorno di nascita di Cristo").

    “E’ nato Gesù”: “natus esset jesus”.

    Gesù è l'adattamento in italiano del nome aramaico Yeshu'a, greco biblico Iēsoûs e in latino biblico Iesus ; si tratta di una tarda traduzione aramaica del nome ebraico Yehoshu'a (= Giosué), che significa “YHWH” è salvezza” o “YHWH salva”.

    Gesù è creduto figlio di Dio dai cristiani; l’ebraismo non lo considera il Messia né che abbia caratteristiche divine. Per l’ebraismo rabbinico il Messia non si è ancora manifestato; per i musulmani Gesù è soltanto un profeta.

    Comunque, uno dei brani più interessanti nella letteratura evangelica è l'incipit del vangelo secondo Giovanni.

    Secondo la tradizione l’apostolo Giovanni elaborò il suo Vangelo in lingua greca, ma nel testo ci sono anche latinismi ed ebraismi; nel testo si ipotizza l’intervento nel tempo di più persone; fu completato nell’anno 100 circa.

    Questo vangelo è diverso dai tre sinottici: ci sono meno parabole, meno miracoli, non vi è accenno all'eucaristia, al Padre nostro alle beatitudini. Compaiono invece nuove espressioni per indicare Gesù.

    Dal prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1):

    “In principium erat verbum / et verbum erat apud deum / et Deus erat Verbum.
    (= In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio”).

    (Gv 1, 14): “Et verbum caro factum est / et habitavit nobis”
    (= E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi;…”).

    Il latino “Verbum” traduce il greco Logos. In termini filosofici è un'idea astratta, un concetto, che si è concretizzato, rendendosi visibile, ascoltabile, toccabile. in una determinata persona, cioè a Gesù come Verbo di Dio.

    I teologi considerano l’incipit dell’evangelista Giovanni (1, 1) importante per la fede in Gesù = Dio, in connessione con l'idea che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano uguali.

    L'accademico e teologo americano Stephen L. Harris afferma che l'autore (autori) del Vangelo di Giovanni ha adattato per Gesù il concetto del Logos di Filone d’Alessandria, che considera Dio creatore e origine dell’ordine dell’universo (cfr, Libro dei Proverbi 8, 22 – 36).

    Filone fu un esponente del giudaismo alessandrino (Alessandria d’Egitto). Egli incorporò nella sua teologia il logos della filosofia stoica, connettendolo al tema biblico della “parola di Dio”, alla volontà creatrice e provvidente di Dio; la Parola a cui si unisce o sostituisce, con valore di sinonimo, la Sapienza.

    Filone fu “ispirato” anche dal “Timeo” di Platone per quanto riguarda il Dio trascendente rispetto al mondo.

    Il logos è lo “strumento” con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed è la Luce divina offerta agli uomini.

    Nella dottrina di Filone ci sono temi e concetti poi presenti nella religione cristiana.

    Il lemma greco antico “lògos” è tradotto in latino con la parola “verbum” (che per la Chiesa indica la seconda persona della Trinità), in ebraico: “davar”.

    Il prologo giovanneo sul logos (l'uomo Gesù = Dio) ripete lo schema della "Genesi", primo libro della Torah, riallacciandosi così a tutta la tradizione dell'ebraismo dell'Antico Testamento.
    segue
    C'è anche in Giovanni una certa numerologia.

  6. #36
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Che gran bel lavoro che stai facendo, Doxa! In effetti si, il Prologo di Giovanni riassume in pochi versetti tutta quanta la Bibbia, secondo me. Dall'En archè della Genesi al Maranatha dell'Apocalisse.
    amate i vostri nemici

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