Hai ragione Meogatto.

La sua illusione si scontrò con la realtà e subì il “disadattamento sociale”, causato da ciò che è, diverso da quello che avrebbe voluto essere, pagato col prezzo della "solitudine", perché rifiutò le persone del suo ambiente sociale originario e non ebbe l’accesso immaginato in quello che lui agognava.

La vita e i rapporti sociali sono qualcosa di più di uno stile, di un atteggiamento o di un modo di fare: coinvolgono le motivazioni, la maturità affettiva e intellettiva, il senso degli altri, il modo di sentire se stessi in rapporto con gli altri.

Vi possono essere delle cause oggettive a provocare il disadattamento: vi può essere un’ostilità evidente e dichiarata degli altri che impedisce ad un soggetto di sentirsi a proprio agio in comunità; ma vi possono essere anche dei fattori soggettivi per cui quello che conta non è tanto ciò che realmente accade quanto piuttosto quello che ciascuno avverte.

Vi può essere un gruppo oggettivamente accogliente e affettuoso, sentito, tuttavia, come ostile e nemico, da un soggetto.

Può esservi, al contrario, chi non avverte alcun disagio, a vivere con compagni indifferenti, almeno entro certi limiti.