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Discussione: Pensieri musica e parole....

  1. #106


    Chi sei?

    La tua coscienza.

    Cosa vuoi?

    Non so, tu mi hai chiamato.

    Io? No, io no.

    Non proprio tu, ma il tuo subconscio. Una sorta di te stesso che va in contrapposizione sempre con te.
    Come quando non sei sicuro su cosa fare o cosa dire.... una parte di te chiama in aiuto un'altra parte
    di te, ancora più remota, per farsi aiutare a farti capire come agire.


    Mi stai forse dicendo che una parte di me, in contrapposizione con me stesso, chiama te in aiuto per
    farsi aiutare a convincermi?

    Esatto.

    Una sorta di appello a partecipare al dibattito per poi mettermi in minoranza?

    Già, proprio così.

    E come si fa a comprendere se questi altri io, sono nel giusto, piuttosto che in errore
    e quindi alla fine possano indurmi a sbagliare?

    Semplice. Quando si è sicuri di essere nel giusto, si ha una forte consapevolezza di se,
    tanto da agire nel modo corretto, senza paura di possibili pentimenti o ripensamenti.
    Si ha consapevolezza di cosa sia corretto fare, su come agire senza entrare in contrasto
    con se stessi. Quando invece non si ha la sicurezza di agire correttamente, allora una
    parte di te, quella dubbiosa, si mette in contrapposizione con te stesso e tenta di fermarti.
    Capita a volte di agire sotto forti pressioni emotive, tanto che da sola, la parte dubbiosa,
    non riesce a placarti e quindi, fa appello alla tua coscienza, cioè io, affinché lo affianchi
    nel tentativo di farti rinsavire.


    Rinsavire, Addirittura?

    Già, proprio così.

    E dimmi, dov'è ora il mio subconscio, perché non è qui con te, a parlarmi?

    Lui ha solo il compito di metterti in allarme, farti venire dubbi su come stai per agire, sulle
    possibili ripercussioni e conseguenze. In questo momento si è fatto da parte, passando a
    me l'onere di convincerti a ripensare sui tuoi intendimenti.


    E come pensi di riuscirci?

    Beh, intanto siamo qui a conversare... questo mette tempo sulla questione e aiuta a placare gli animi.
    Secondo poi, il ragionamento, la persuasione l'analisi a mente fredda della situazione aiuta a ridimensionare
    il problema, declassandolo di importanza. Io sono la tua coscienza, colei la quale poi avrà effetto sul tuo
    equilibrio psico-fisico. Alla fine agirai in modo da non danneggiare anche te stesso.


    Cioè mi convincerai ad agire affinché io non provi dolore o rimorsi?

    Proprio così.

    Ma cosa ti spinge a far tanto? Cosa ci guadagni?

    Cosa ci guadagniamo? vorrai dire, tu soprattutto sei coinvolto

    Cosa ci guadagniamo allora?

    La serenità, la pace, prima di tutto con noi stessi.... e poi anche con gli altri.

    E ne vale la pena?

    Questo devi dirmelo tu. Ne vale pena, agire nel giusto, se non sempre, per la maggior parte,
    affinché possiamo guardare avanti e non fermarci e guardare indietro?


    Beh, si, certo.

    Hai visto. Adesso però, andiamo dritto al problema... come intendi affrontare questa situazione
    che si è venuta a creare?


    Quale problema, quale situazione?

    Bene, è tutto risolto, alla prossima, ciao!!

    Ciao
    Ultima modifica di bumble-bee; 24-06-2023 alle 09:37
    Bambol utente of the decade

  2. #107


    Scrivo cosa sto vivendo da un po di tempo a questa parte.

    E' come se riuscissi a gestire gli avvenimenti.
    E' come se riuscissi a razionalizzare gli eventi.
    Quando si presenta un problema, rimango freddo, analizzo la cosa e... mi adopero per trovare la soluzione.

    E dopo un po, la soluzione arriva.
    E' come se mi si accendesse una lampadina in testa, che mi fa trovare il rimedio.
    Ed il problema è risolto.

    Questa cosa è strana...cioè trovare facilmente soluzioni ai problemi,
    dai più banali ai più seri.

    Mi viene naturale.

    E' come giocare a tetris... ogni pezzo che scende dallo schermo, si va a collocare al posto giusto...
    E via... si va avanti, fino al prossimo problema da risolvere che si presenta.
    Tra l'altro, si verificano anche coincidenze che mi aiutano a trovare delle soluzioni.

    Questa capacità di razionalizzare, va di pari passo con la pazienza di aspettare i tempi giusti.
    Senza questa capacità, si rischia di rovinare tutto.
    La fretta non aiuta.

    Come spesso dico ai miei colleghi, i quali naturalmente non mi ascoltano mai, quando riceviamo
    un incarico e quest'incarico non è immediato, aspettiamo, non ci precipitiamo ad eseguirlo.
    Teniamolo a mente o scriviamolo alla lavagna se pensate di dimenticarlo,
    al momento giusto ci adoperiamo per eseguirlo.

    Fate finta di essere dei panettieri. Quando i panettieri preparano il pane, lo lasciano lievitare, non lo
    mettono subito in forno, altrimenti il lievito non fa il suo lavoro ed il pane viene male... lo stesso
    noi, lasciamo passare del tempo, perché nel nostro mestiere, spesso gli ordini si contraddicono e
    dopo pochi minuti ti chiedono di annullare o magari di fare in diverso modo, rispetto a prima...

    Niente. Non ci riescono. Si precipitano ad adoperarsi e puntualmente, capita che dopo neanche mezz'ora arriva
    il contrordine.... e tu nel frattempo ti sei adoperato a fornire servizi, contattare terze parti in causa,
    che poi devi andare a disdire.

    La capacità di aspettare, senza andare nel panico, per un servizio tenuto in sospeso, non ce l'hanno.

    E invece, paradossalmente, tenere uno o più incarichi in sospeso, senza che vadano in scadenza di termini,
    aiuta a rimanere concentrati, a gestire l'ansia da prestazione, rafforzandoti interiormente...
    agire nel momento giusto, ne troppo in fretta, ne troppo tardi, ti impegna una sola volta, in maniera definitiva e risolutiva.

    Nel 90% dei casi, poi, le emergenze che si presentano all'improvviso, nel giro del primo quarto d'ora si ridimensionano da
    sole, per poi spesso sciamare del tutto e, quando rimangono, gestirle si presenta meno problematico del previsto, se sai agire
    con distacco emotivo, concentrandoti sulla soluzione del problema, senza farti prendere dal panico o dalla fretta di risolverlo.

    Anche fare il cameriere credo mi abbia aiutato. Intervenire al momento giusto, ne troppo presto, ne troppo tardi, quando
    devi togliere un piatto vuoto ad un cliente, per esempio, ti aiuta ad entrare in sintonia con questi, senza essere ne troppo invadente,
    ne troppo assente. Guardare il tavolo a distanza e incrociare lo sguardo del cliente, ti fa capire se questi ti sta cercando per qualcosa
    o magari ti rivolge uno sguardo di gradimento per ciò che gli hai servito. Nel tempo acquisti capacità d'intuizione per intervenire
    o meno in un determinato momento.

    Insomma, sangue freddo, raziocinio, metodo e attesa dei tempi giusti, è ciò che mi sta permettendo di agire spesso
    nel modo giusto, risolvendo problemi che si presentano quotidianamente, sia al lavoro, che nella vita privata.

    Credo che siano qualità che ti permettono di gestire le problematiche con maggiori capacità risolutive e naturalmente
    sono qualità che acquisisci vivendo le quotidianità che la vita ti pone... se sai far tesoro delle esperienze che vivi.

    Tutto ciò mi fa star bene, mi fa credere in me, mi aiuta ad andare avanti, senza avere troppa paura del futuro...
    e soprattutto, mi rafforza l'animo e mi fa adempiere ai miei doveri senza troppi sforzi.

    E spero che questa condizione duri il più a lungo possibile.
    Immagini Allegate Immagini Allegate
    Ultima modifica di bumble-bee; 29-07-2023 alle 22:14
    Bambol utente of the decade

  3. #108


    Riflessioni su ciò che mi sta capitando da Agosto a questa parte!!

    Vivere in monotonia è peccato.
    Da piccolo ho viaggiato molto...
    poi per circa trent'anni mi sono fermato.

    Ed allora ho viaggiato con la fantasia.
    Con le storie degli altri, dei marinai che approdavano in porto, per esempio.
    Ed ora?

    Non me lo spiego.
    Un mio collega ha dato le dimissioni e nel momento stesso che le ha date...
    ho realizzato che dovevo andarmene anch'io.
    Non so cosa mi è accaduto...
    mi sono solo detto che era ora di cambiare.

    E allora sono andato da un mio fraterno amico e collega e gli detto :
    "Ciccio, io me ne devo andare... non posso e non voglio più rimanere dove sono...
    perché ogni giorno che passa, ci sto morendo là dentro"

    "Ho degli amici a Marghera che cercano una persona d'esperienza... pare che li non ce ne siano poi tanti."
    Così mi ha detto il mio amico ed io gli ho risposto che mi stava bene.
    Ed è iniziato tutto.

    Ci ho parlato al telefono...
    sono andato a trovarli...
    e sono stati molto gentili e accoglienti...
    io mi sono pagato l'aereo, loro hanno pensato all'albergo.

    E vi giuro che mi sono sentito un ragazzino entusiasta...
    entusiasta di conoscere posti nuovi, ambienti di lavoro nuovi... mentalità diverse...
    per tutto il periodo trascorso lì, sognavo ad occhi aperti...
    di essermi sistemato, ambientato... ritrovato me stesso.

    Poi sono tornato a casa e...
    i dubbi, le paure, le incertezze.... mi hanno pervaso.

    E qui la mia famiglia mi è venuta in aiuto.
    Mia moglie mi ha fatto coraggio, dicendomi che se mi sento di andare, è giusto così...
    perché l'ambiente di lavoro è importante e trovarvi soddisfazioni professionali aiuta il morale e...
    rende realizzate e quindi felici le persone.

    Nel posto in cui mi trovo, da troppo tempo atmosfere cupe e tristi, mi stavano intossicando...
    soprattutto, la mancanza di considerazione e rispetto per i dipendenti... oltre che a capacità
    gestionali e di investimenti... e pensare che, tra prima e dopo, vi ho trascorso ben 22 anni.

    E comunque non era un brutto posto... è solo che è passato di mano e...
    chi lo gestisce adesso sono persone tristi che rendono triste tutto ciò che li circonda.

    Quindi va bene così....
    affronterò le difficoltà come ho sempre fatto...
    a viso aperto e con pazienza e determinazione...
    saprò dimostrare le mie capacità e....
    per i prossimi dieci anni vivrò una vita più movimentata.

    Non potrò scendere giù spesso... ma farò in modo di farlo con una certa regolarità.

    E poi...
    le mie Zie a Chiasso già pretendono una visita...
    i miei cugini a Milano, pure...
    l'altro mio cugino, a Bologna... mi aspetta anche lui e...
    i miei amici di Cesenatico pure...

    E poi ci siete voi...
    Posso semprefare una capatina a Cremona, Trieste...
    insomma... non sarò solo.

    I miei amici di qui hanno detto che mi verranno a trovare...
    quindi di cosa devo preoccuparmi?

    La sera farò delle video chiamate alla famiglia...
    e quando poi le mie figliole saranno pronte per
    il mondo del lavoro... beh, qui io intanto avrò
    tracciato il solco.

    E se va male qualcosa.... tra dieci anni andrò in pensione e riaprirò casa giù in Sicilia
    Ma per come sono fatto io, non andrà male... perché saprò prendere le cose buone
    che le circostanze mi offrono, ignorando quelle brutte.

    E in questo momento sto fremendo pure...
    perché mi dicono di aspettare fine Settembre, prima di salire...
    nel frattempo si cerca un'abitazione decente che possa accogliermi...

    E non vorrei che per un motivo o un altro, non se faccia più nulla!!!
    Ma non devo essere pessimista... hanno detto che mi vogliono...
    devo solo aspettare il momento giusto...

    così come ho trascorso quest'ultimo anno...
    aspettando il momento giusto per fare ogni singolo passo verso la risoluzione dei problemi e...
    le soddisfazioni personali.

    E vada come vada...
    avrò vissuto e non sarò solo esistito.

    That's All!!!

    Bambol utente of the decade

  4. #109
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Bravo Bumble, la rotta del cambiamento è sempre emozionante, cavalcala senza guardarti indietro!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  5. #110
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Bravo Bumble, la rotta del cambiamento è sempre emozionante, cavalcala senza guardarti indietro!
    Grazie Dark.
    Bambol utente of the decade

  6. #111


    E adesso dico la mia...

    Non ho chiesto io di venire al mondo.
    Se ci sono venuto è perché ho vinto la maratona di New York.
    Avete presente la maratona di New York?
    Quella folle corsa di quaranta chilometri percorsa da quarantamila partecipanti?

    Ebbene noi eravamo quaranta milioni!!!
    Quaranta milioni di spermatozoi tutti provenienti dalla Magna Grecia.

    Tutti a spingere, ossessivamente.... per andare chissà dove poi!!!
    Chi faceva sgambetti, chi indicava vie sbagliate per disorientare gli altri...
    insomma ognuno per se, senza pietà.

    Incalzato dagli altri, seguii la via maestra. Un grande canalone dalle pareti appiccicose e increspate.
    In tanti finivano con l'incastrarvisi, perdendo tempo e soprattutto, energie, per divincolarsi e liberarsi...
    tanto che almeno in cinquecentomila già ti avevano doppiato.

    E che dire poi delle gang? Gruppi di bulli che ti ostruivano la strada...
    come quando eri solo e cercavi di entrare in discoteca senza essere accompagnato da una donna, durante gli anni ottanta...
    "Di qui non si passa!!!" dicevano... e allora cercavi ossessivamente di trovare un modo per passare....

    In certi angoli poi vedevi altri tuoi simili con dei cartelli con su scritto "Tanto è un falso allarme... moriremo tutti!!!"
    E invece no. Alcuni di questi poi li ho ritrovati in vita, nelle piazze, sempre con dei cartelloni con su scritto
    "Amate il prossimo" oppure "Dio vi Ama, amatelo anche voi altrimenti morirete tutti" e roba simile.
    Fanatici!

    Certo non ti tiravano su il morale scritte inneggianti la fine del mondo... mentre ancora sei in una fase, diciamo cosi... embrionale!!
    Ma io comunque andavo avanti. Sempre avanti, inesorabilmente!!! Altrimenti mi sarei perduto.

    Alcuni poi giravano a destra, altri a sinistra... chi consultava googlemap.... solo che ancora non lo avevano inventato, ai miei tempi.
    Alcuni pazzi poi si fermavano a chiedere indicazioni.... e altri cinquecentomila li superavano immediatamente.

    Ad un certo punto mi ritrovai avanti a tutti. La fatica si faceva sentire...correvo, correvo...
    Girandomi indietro vidi le facce sconvolte di chi cercava di far di tutto per recuperare lo svantaggio.

    Ma io correvo più di loro...
    cominciarono a minacciarmi, ad insultarmi...
    insomma erano un tantino incattiviti.

    E non vi nascondo che cominciai ad avere paura.
    "Vuoi vedere che questi mi prendono per la coda e mi menano di brutto?" Pensai tra me e me...

    All'improvviso vidi un enorme palla da tennis di fronte a me. La luce che emetteva quasi mi accecava.
    Brillava ad intermittenza, come un faro che di notte illumina il mare per indicare la via ai bastimenti...

    Ricordo che pensai potesse trattarsi di una trappola, una specchio per le allodole... cioè per noi spermini, piccini piccini!!
    Ma non avevo scelta, l'orda dietro di me si avvicinava ed era sempre più inferocita...
    dovevo andare avanti, verso quella pallina luminosa, che si ingigantiva sempre di più mentre mi avvicinavo.

    E fu un attimo.
    Andai ad impattare con tutto me stesso contro la pallina da tennis, tanto che la botta in testa fu molto dolorosa.
    Ma non potevano dotarci di un airbag? Gridai per il dolore in fronte che provai.

    A causa dell'impatto, poi, persi la coda, che rimase fuori dalla pallina da tennis, scodinzolante... participio presente.
    Ed io ero infatti presente. Tutto ammaccato ma presente.

    Mi ripresi e guardai fuori.
    I quaranta milioni di ladroni erano tutti lì a bestemmiare, inveire e minacciarmi di morte!!!
    Altro che "Siamo tutti fratelli" e "Volemose tutti bene!!"

    Meno male che le porte si chiusero lasciandoli tutti fuori.
    "Tiè!!!" pensai tra me e me.... "Io, solo io, sono arrivato per primo!!!
    "Prendetevela in quel posto!!!" Pensai egoisticamente.

    "Se questa è la naturale selezione di chi è destinato a venire al mondo...
    allora vuol dire che la vita poi è pure peggio!!!"

    E invece no. Ho passato nove mesi bellissimi in quella specie di ovetto kinder
    in cui mi ritrovai. Riposo, cibo, poi ancora riposo... insomma tutte cose che
    adesso sto pagando.... se pensate a chissà quando potrò andare in pensione...
    quei nove mesi di relax a carico della collettività me la stanno facendo pagare cara!!!

    Al momento del parto poi.... che ve lo dico a fare? Non volevo uscire.
    Stavo cosi bene.... chi me lo faceva fare?

    Che poi ai tempi era pure un problema.

    Io sono di produzione casareccia!!!
    Partorito in casa, perché ai tempi si credeva che andare in clinica si morisse di infarto.
    No. Rettifico, di parto. Si morisse di parto.
    E qualcuna c'è morta, purtroppo.

    Pertanto, letto matrimoniale con tanto di lenzuola di seta per l'occasione,
    che poi erano pure pericolose perché le lenzuola di seta ti facevano slittare in avanti
    abbastanza velocemente, perché scivolavi, pasticcini, rinfreschi e confetti, sia rosa che celesti
    dato che l'ecografia ai tempi non esisteva... si nasceva a caso....
    i corredini? un pò rosa, un pò celesti... così non si sbagliava...

    E tra il pubblico, il medico di famiglia, l'ostetrica, zia Pippina, zia Turidda, Nonna Carmela...
    mia mamma e... almeno altre cinque o sei vicine di casa... di cui adesso non ricordo i nomi...
    tutte ad assistere allo show!!

    Altro che grande fratello!!!
    Grande Bordello!!!

    E niente, non volevo uscire, tra sforzi urla e disperazione di tutti...
    il medico ad un certo punto minacciò di prendere il forcipe.

    "E che cazzo me ne frega!!" ricordo pensai.... fino a quando non vidi cos'era un forcipe, però!!!

    A quel punto uscii a razzo, grazie anche alle lenzuola di seta, come accennavo prima.. proprio mentre il dottore stava per usarlo... il forcipe.
    Brutto esser preso da un forcipe.... come minimo ti deformano la testa... tipo antico
    egizio con la testa ovale!!! Mi sa che in Egitto lo usavano spesso, il forcipe!!

    Venni al mondo alle 16:30 di quel lontano 15 Ottobre del 1968... in piena contestazione giovanile... la mia...
    ricordo che piansi. Piansi per il dolore, lo sbalzo termico, per la paura che tutta quella gente e confusione mi faceva...
    e perché già mi piaceva rompere i coglioni!!!

    Oltre le mie urla ricordo i rintocchi dell'orologio della chiesa, in piazza.

    Era un Mercoledì, mi pare. C'era un calendario proprio di fronte il letto. Si era un dannatissimo Mercoledì.

    Mio nonno era impegnato a raccogliere le olive... l'altro era già da tempo emigrato in Svizzera....
    Mio padre era per mare, ad inseguire le fregate russe per il Mediterraneo...
    Mia madre solo non mancava... oltre mia nonna e le commari, naturalmente
    E poi, gli addetti ai lavori... medico di famiglia e l'ostetrica.... vista per la prima e ultima volta quel giorno,
    e poi sparita per sempre. Ma a che serve veramente un'ostetrica? (domanda retorica)

    Ma se fosse dipeso da me... sarei venuto al mondo più tardi.
    Verso le 17:00, perlomeno.

    All'ora del thè!!

    Sarebbe stato più chic!!!

    notte.
    Ultima modifica di bumble-bee; 13-09-2023 alle 22:24
    Bambol utente of the decade

  7. #112


    A mio modesto parere, non c'è lingua più dolce e soave del portoghese.
    Credo sia la lingua che usa l'anima per comunicare.
    E' capace di far provare sublime emozioni...
    di farti venire la pelle d'oca...
    di aprirti il cuore...
    di provare amore...
    e pace interiore.
    Bambol utente of the decade

  8. #113


    E' una sensazione spiacevole, il disagio.
    Sentirsi fuori posto...
    in un mondo che non ci identifica
    non ci appartiene.

    Diverso da tutti.
    Guardato da tutti.
    Indicato da tutti.

    Eppure a pensarci bene, la diversità
    non è una cosa così strana e bizzarra.
    E' solo un modo di essere...
    un diverso modo di porsi...
    di esprimersi... di vivere.

    Solo che tutti gli altri si sentono minacciati...
    perché non capiscono, non si capacitano...
    mancano di intuizione...
    e sono privi di immaginazione.

    Perché l'essere tutti uguali...
    li rende catalogati e omologati.
    Si accetta solo un modo di essere....
    si tollera solo un modo di porsi...
    quello adottato da tutti...
    considerato l'unico, normale.

    Ecco quindi che essere "diverso" da tutti gli altri...
    ti pone ai margini, ti isola.
    Essere se stessi non basta,
    devi essere come loro vogliono tu sia.

    Ma è difficile essere chi non si può essere...
    andare contro natura, la propria, non da la felicità.

    E così un "Salice Ridente".... in mezzo a tanti "Salici Piangenti"...
    rappresenta l'anormalità, l'aberrazione... la volgarità... l'abominio...

    Poco importa se porti un pizzico di felicità... rivolgendo un sorriso a chiunque...
    Anzi, è considerato un pericolo!!!

    Tra i "Salici Piangenti" è vietato ridere... vai bene sono se piangi, come tutti gli altri.

    O forse no?
    Magari se si ci si sforza di essere se stessi...
    malgrado le difficoltà e le ostilità...
    guardando avanti, con costanza e perseveranza...
    alla lunga...

    può anche capitare di guardarsi intorno e...
    notare altri "Salici" che da "Piangenti"...
    si sono trasformati in "Ridenti"...

    E poi altri e altri... e ancora altri...
    tanto che alla fine...
    non ci saranno più...
    ne piangenti, ne ridenti...
    ma semplicemente...
    Salici.
    Ultima modifica di bumble-bee; 27-11-2023 alle 22:10
    Bambol utente of the decade

  9. #114


    E questa la dedico a me.
    Io che mi sento molto vicino a quest'artista...
    molto sulle righe e ribelle.

    Io che di carattere sono mite...
    ma mi faccio rispettare...

    Io che perdono chi è in buona fede...
    e non chi agisce in malafede...

    Io che non porto mai rancore...
    ma che spengo i miei sentimenti...

    Io che nella vita ho sempre cercato la verità...
    Io che ho sempre donato ciò che a più tenevo...

    Io che ho guardato me stesso canzonandomi...
    quando ero in cerca di qualcosa...
    ed il bisogno non era materiale...
    piuttosto emozionale...

    Il vero dono che si riceve, è quello di saper strappare
    un sorriso a chiunque... ma non in maniera qualunque...

    Ogni persona è diversa dagli altri...
    siamo tutti diversamente sorridenti...
    pertanto bisogna saper toccare i tasti giusti...
    e chi è capace di farlo....
    ha il più gran dono di questa terra...

    E non sarà mai solo.
    Ultima modifica di bumble-bee; 09-01-2024 alle 22:10
    Bambol utente of the decade

  10. #115


    Chissà com'è l'Irlanda? Il paese verde per eccellenza. Il verde è mio colore preferito.
    Immagino che la gente che vive lì sia allegra e disponibile. Come me del resto.
    E poi immagino ci tengano a sentirsi diversi dagli inglesi. I quali, conservano sempre
    la loro indole imperialista. Ecco gli irlandesi si distinguono. Forse come noi siciliani.
    In un certo senso tendiamo a distinguerci dal resto d'Italia, Settentrionale intendo.

    O forse non è così, è solo una mia immaginazione o percezione a farmi dire certe cose.

    Amo questa cantante, Dolores, che purtroppo non c'è più, ci ha lasciati. Tutti i suoi brani
    mi piacciono. Mi rilassano, mi mettono allegria... mi mettono in pace con il mondo.

    Un pò di malinconia mi accompagna sempre. Il mio sguardo è sempre rivolto al passato.
    A ripercorrere i miei vissuti. E fortunatamente mi rivedo sempre allegro e sorridente...
    Vorrà dire qualcosa, immagino. Una vita magari spesa ordinariamente, ma senza rimpianti.

    Quando mi volto indietro non vedo cose di cui pentirmi. Forse ero già maturo e non lo sapevo.
    Non ho mai avuto eccessi, ne mai ho voluto strafare... ho affrontato senza tentennamenti ciò
    che la vita mi ha riservato, gioie e dolori, cose belle e meno belle... sono sempre andato avanti...
    con il cuore in mano... affrontando ogni cosa con sincerità e rispetto per tutto ciò che mi circondava intorno.

    E chiunque incontri del mio passato, ebbene, posso benissimo riservargli un sorriso ed un saluto di ben ritrovato...
    non c'è nessuno di cui io debba aver timore di incontrare... perché quando non fai del male a nessuno...
    puoi andar dritto senza bisogno di cambiar strada.

    E questo mi rende sereno e consapevole di chi io, veramente sia.

    Viva l'Irlanda... viva Dolores e la sua splendida voce!!!!
    Ultima modifica di bumble-bee; 18-01-2024 alle 21:54
    Bambol utente of the decade

  11. #116


    Forse sto vivendo troppo.
    Guardavo Sanremo solo per loro.
    Erano gli anni '80.
    I miei, i nostri anni '60.

    Vivevamo in una bolla,
    dove il benessere stava via via sfuggendo...
    Noi poi, eravamo dei privilegiati...
    e in quanto tali, non ci accorgevamo...
    che la bolla stava per implodere.

    Eravamo figli di militari borghesi.
    Avevamo il nostro mondo...
    i nostri quartieri, i nostri circoli...
    in tutta Italia....
    vivevamo separati dagli altri.

    Ancora oggi, quando ci incontriamo...
    parliamo delle nostre nursery :
    i circoli, gli stabilimenti...
    club per privilegiati e figli di....
    privilegiati.

    Poi crescemmo e quel mondo ci sembrò diverso.
    Quasi tutti scappammo dalle nursery...
    per non essere controllati dai nostri genitori...
    o dai colleghi o dalle commari, mogli dei colleghi...
    Ci sentivamo ingabbiati, chiusi in un modo di balocchi
    ma noi eravamo già cresciuti.

    E così ci fu chi.... rimase in quel mondo...
    arruolandosi a sua volta...
    ripercorrendo gli stessi sentieri dei genitori...
    per non cambiare vita o perché si trovava a suo agio..
    lì dove stava.

    Ci fu chi, come me, non potendo rimanere oltre,
    abbandonò quel mondo fisico, non virtuale...
    per intraprendere altre vie.

    E così crebbi

    Già, crebbi, perché solo percorrendo altre strade...
    diverse da quelle di provenienza...
    si impara a conoscere com'è in realtà il mondo che ti circonda...
    ma che tu non hai visto, in quanto vivevi in un recinto dorato.

    E così, pian piano, cominciai anche a vivere e pensare
    in modo diverso.
    E non furono tutte gioie... no!
    La vita al di fuori del recinto, era diversa,
    più ardua, piena di difficoltà.
    E fu uno Shock vederlo con i propri occhi.

    Ci fu quindi chi rimase in quel mondo...
    chi andò via e non vi tornò più.

    Io mi trovo in una specie di limbo.
    Sono rimasto ai margini di quel mondo
    dal quale sono uscito dopo la pubertà.

    In quei circoli, in quegli stabilimenti, ci sono i superstiti....
    molte vedove, qualche collega di mio padre,
    tutti appartenenti al club della nursery
    gente che ci ha visto nascere, crescere...
    gente vetusta che sa di vivere...
    i loro ultimi giorni.

    Quando mi incontrano... mi salutano con affetto, nostalgia,
    spendendo una parola buona nei confronti dei miei genitori.

    Uno di loro, mi ha dato, in una chiavetta USB,
    alcuni filmini che riprendono i miei genitori
    mentre ballano al circolo, felici, spensierati
    e sorridenti...

    Ed è stato come fermare il tempo....
    Vederli ballare mi ha riportato alla mente ciò che eravamo....
    ma anche ciò che non siamo, più.

    Una generazione è scomparsa o sta scomparendo...
    lasciando il posto alla nostra.

    I loro sorrisi descrivono la loro vita....
    vissuta in allegria e spensieratezza....
    figli della guerra, si!
    Ma ma che non hanno vissuto...
    se non i patimenti del dopo guerra...
    ma poi, il boom economico, li ha travolti
    a suon di Beatles e Rolling Stones....
    e non li ha abbandonati più.

    E noi?
    Cosa ricorderanno, di noi....
    i nostri figli?
    Ultima modifica di bumble-bee; 28-01-2024 alle 23:22
    Bambol utente of the decade

  12. #117



    Io bevo caffè decaffeinato.
    Mi illudo così non mi faccia tanto male.

    Non ne bevo tanti.
    Uno dopo colazione, verso le sette e trenta...
    Uno in ufficio, verso le nove...
    Uno il pomeriggio, intorno alle tre.

    In tutto tre caffè.
    E lo prendo con poco zucchero.
    Quasi niente.

    Mi piace il sapore che lascia in bocca...
    una piacevole sensazione.

    Alle volte ci aggiungo un pezzettino di cioccolata fondente.
    Mezzo quadratino che si scioglie nel caffè, rendendolo più cremoso.

    E' un piccolo sfizio, il mio.
    E poi mi piace macchiato.

    La schiuma bianca che si colora di caffè, mentre rimescolo con il cucchiaino.
    E dopo averlo bevuto è come se mi ricaricassi come un cellulare.
    Pronto a riprendere servizio... e rispondere alle chiamate.

    Alle volte poi lo prendo lungo... sempre con poco zucchero.
    E lo prendo sempre in una tazzina da bar, in ceramica, spessa...
    e non in quelle tazze in fine porcellana, dove il calore non viene mai disperso...
    e poi mi brucio la lingua.

    Odio quando mi brucio con il caffè.
    E' come se un pugnale mi penetrasse il cuore.
    Mi toglie la voglia di bere e mi mette di malumore.

    E poi c'è il rito :
    vedersi con un amico o un'amica e prendersi un caffè al bar.
    In genere vado al bar "La Conchiglia".

    Dove la proprietaria, è uno schianto di femminilità e bellezza...
    che rende il caffè più piacevole da prendere per me e non solo me.

    Perché come diceva il grande "Nino", il caffè è un piacere...
    ma se non è buono, che piacere è?

    Buon caffè a tutti!!
    Bambol utente of the decade

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