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Discussione: Pensieri musica e parole....

  1. #16


    Un giorno camminavo per strada, felice e contento, con il sorriso sulle labbra, come spesso mi capita, quando sono sopra pensiero.
    Non ricordo a cosa stessi pensando, però ricordo ero di buon umore, sereno... e questo di per se, è molto positivo, non trovate?

    Dunque dicevo... camminavo per strada, quando all'improvviso mi accorsi che dietro di me, non vi era alcuna mia ombra riflessa a terra.
    Nessuna immagine di me stesso riprodotta su una parete... eppure era una giornata di sole.

    Un sole caldo, ma non invadente, che ti lasciava un dolce tepore sulla pelle, proprio come piace a me.
    Mi giravo e rigiravo, ma niente, non producevo nessuna ombra, tanto che andai nel panico.

    Ricordo, tornai indietro, poi andai avanti e nel frattempo mi guardavo intorno, nella frenetica speranza di rivedere me stesso, riprodotto sul pavimento.
    Niente. Osservai gli altri intorno a me. Li vedevo camminare, ognuno per la propria strada, presi dai propri pensieri e... seguiti dalla propria ombra riflessa.

    Solo io ero diverso. Solo io ero privo dell'ombra.

    Cominciai a vagare per le strade, guardando tutti... non ero più sereno, piuttosto, stordito, preoccupato...
    fin quando vidi un anziano signore seduto su una panchina, nel parco, che mi guardava e sorrideva.

    Lì per lì, non ci feci caso, ma quando mi girai nuovamente verso di lui, mi accorsi che il suo sorriso era diventato più ampio ed espressivo e... continuava a fissarmi con insistenza.
    Mi fissava e sorrideva... allora mi avvicinai a lui, indispettito e... nel pieno del mio sgomento e della mia più totale frustrazione, gli chiesi con rabbia, per quale motivo si stesse prendendo gioco di me.

    Lui allora, con estrema gentilezza e garbo mi rispose che sorrideva per la mia ingenuità. Io continuavo a non capire e allora lui si alzò, così notai subito che anche lui era privo di ombra,
    nonostante il sole lo irradiasse così come irradiava me. Entrambi non producevamo ombra, solo che lui, sembrava non esserne turbato.

    E mi disse : "Stai tranquillo, non hai affatto perso la tua ombra, semplicemente non la produci più e... sai perché?"
    feci cenno di no con il capo e lui continuò... "Perché il sole è dentro di te e quindi tu rifletti la sua luce, per questo non produci più ombra."
    Detto questo, si girò e se ne andò per la sua strada, lasciandomi più sgomento di prima.

    "Il sole è dentro di me" questo mi ripetevo, mentre lo guardavo allontanarsi.
    Ripresi anch'io la mia strada, riflettendo sulle parole dell'anziano, dandomi il tempo di riprendermi e...
    ritornare ad essere felice e contento, senza più preoccuparmi di nulla.
    Bambol utente of the decade

  2. #17


    E un giorno sei andato via. Senza una parola, senza un rumore, senza un arrivederci o un addio.
    E lo hai fatto ad atto incompiuto, lasciando a me il fardello di continuare al posto tuo.
    E non ero ancora pronto... no, non ero ancora pronto.

    E adesso vago, cercando di trovare la via, preso da mille dubbi, mille paure.
    E non c'è nessuno dietro me... non c'è nessuno avanti a me. Sono solo.

    E non ho altra scelta... vado avanti, tirandomi appresso, il fardello che mi hai lasciato.
    L'eredità... non è altro che l'insieme delle tue parole, delle tue azioni, dei tuoi buoni esempi
    raccolti nel tuo sguardo grave, di chi sa che è giunto al capolinea.

    Hai guardato un ultima volta il mare, tuo compagno di avventure, tuo maestro di vita.
    E te ne sei andato.

    E con questi tuoi strumenti, adesso mi accingo ad imboccare il mio cammino,
    sicuro che il buon esempio ricevuto, non potrà che mostrare la retta via...
    che non è quella del giudizio, bensì della beatitudine, della serenità interiore...
    che ti alleggerisce l'anima, tanto da non sentire alcun peso dettato dalla mala coscienza...
    poiché chi è in pace con se stesso, è in pace con il mondo e persino con Dio.
    Bambol utente of the decade

  3. #18


    Guardo fuori dalla finestra.
    Vedo un tizio che indossa un cappotto e cammina spedito.
    Va di fretta, passo veloce...
    guardo il suo volto, leggo i suoi pensieri...

    E' in ritardo e pensa ad una scusa.
    "Tesoro scusami, ma mi hanno trattenuto in ufficio..."
    In realtà ha tardato perché si è intrattenuto con la collega.
    Ha un ghigno sul volto, tra il compiaciuto e il preoccupato.
    Ha aperto il barattolo ed ha "assaggiato" la "marmellata"...
    il tutto furtivamente e adesso, ha solo bisogno di nascondere le prove e...
    assumere un comportamento disinvolto.
    In bocca al lupo.

    Guardo fuori dalla finestra.
    Una donna anziana è poggiata al muro e sembra aspettare qualcuno.
    Capelli bianchi, raccolti in una lunga treccia, indossa un impermeabile avano.
    Aspetta ma il tempo non sembra passare.
    Guardo il suo volto, leggo i suoi pensieri...

    Pensa a sua figlia che da anni non vede più.
    Sembra aspettare invano.
    E' sola.

    Guardo fuori dalla finestra.
    Vedo una ragazza che fa jogging
    Guardo il suo volto, leggo il suo pensiero.

    Pensa all'appuntamento di stasera...
    lui finalmente ha vinto la timidezza e le ha chiesto di uscire...
    Riflette su quale vestito indossare... quale borsa abbinare...
    La porterà a cena o a ballare?
    Ad entrambi i posti, immagino.

    Guardo fuori dalla finestra.
    Un ragazzino corre per strada, saltando tra le pozzanghere.
    Guardo il suo volto, vedo il suo sorriso ma non leggo il suo pensiero.

    I ragazzini non hanno pensieri che si irradiano intorno a loro...
    e quindi non riesco a recepirli. Semplicemente perché non
    hanno coscienza del loro vissuto... ne si preoccupano del loro futuro...
    Giocano e si godono il presente... senza preoccuparsi di altro.
    Continua a divertirti... e... non avere pensieri finché puoi.
    Bambol utente of the decade

  4. #19


    Una mattina si alzò che si sentiva bene.
    Un bene che non si intende fisico... mentale piuttosto.
    Bene fisico e bene mentale non sono comparabili.
    Sono due cose completamente diverse.

    Il bene fisico ti mantiene in vita... quello mentale invece ti fa vivere. Un dettaglio non di poco conto, non trovate?

    Dunque dicevo, una mattina si alzò che si sentiva bene e questo gli procurava piacevoli sensazioni.

    La prima : una strana euforia.
    L'euforia è come il combustibile che accende un razzo e gli permette di decollare da terra ad alta velocità.
    E' potente, anzi è dirompente.... ti fa tremare tutto e desiderare di staccarti dal suolo per fluttuare nello spazio.
    E così avviene. Hai delle scariche di adrenalina che non ti fanno capire niente... agisci, fai delle cose in maniera spasmodica
    senza capirne il significato, senza riuscire a controllare le tue emozioni. Sei un razzo in fase di decollo.
    Di colpo poi ti trovi alto e osservi tutto sotto di te, che, a poco a poco, diventa sempre più piccolo mentre
    un turbinio di sensazioni ti avvolge e ti scuote, sbattendoti forte forte.

    La seconda : un delicato senso di leggerezza.
    La leggerezza ti permette di assestarti dopo esser decollato, in modo da fluttuare nello spazio senza più il motore acceso.
    Stai in orbita, intorno alla terra e non senti nulla, nemmeno un rumore. Un silenzio assoluto, quasi assordante che ti tiene
    in uno stato di perenne equilibrio, nel quale, ogni parte del tuo corpo è in perfetta armonia. Non tremi più, l'adrenalina ti
    è scesa a zero... tutto diventa calmo, tranquillo... pacato... quasi immobile.

    La terza : consapevolezza della propria beatitudine
    La calma, il silenzio che hai intorno, la tranquillità raggiunta, si trasforma in beatitudine.
    Cos'è la beatitudine se non uno stato di perfetta felicità?
    E' questo ciò a cui porta il bene mentale attraverso le sue fasi.

    Ad una condizione però : devi essere cosciente del tuo stato di felicità, solo così ne avrai piena consapevolezza.

    Il tizio di cui accennavo trovò la sua consapevolezza e non uscì più da quello stato di perfetta felicità.
    Non lo vedo da quel giorno. L'hanno visto dirigersi verso l'orizzonte.... mi hanno detto che era tranquillo,
    con un sorriso beato in volto... camminava e guardava avanti a se... senza fermarsi mai.
    Ultima modifica di bumble-bee; 19-10-2021 alle 21:58
    Bambol utente of the decade

  5. #20
    Volevo rendere omaggio a questo pezzo, iconico per me. Pertanto adesso la riascolterò più volte, aspettando l'ispirazione.



    La nostra era una società catodica, binaria, monocolore, vinilica... carburatoria, dove la Domenica era veramente il Dì di festa.
    Ci si alzava più tardi, si faceva il bagno e... si indossavano i vestiti della Domenica appunto. Il pranzo era un rito
    in cui tutti si rispecchiavano. Si andava dai nonni, dove si incontravano zii e cugini... e tutti insieme ci si riuniva.

    Ai compleanni non si regalava un "buono" per comprare un disco... si comprava un disco ed il festeggiato finiva
    con l'avere più dischi dello stesso autore... che cantava la stessa canzone.

    La nostra era una società fatta di personalismi, di contatti visivi, diretti, tattili. Se c'eri, vedevi, vivevi, ti divertivi, se non c'eri... semplicemente,
    non c'eri e i fatti ti venivano, al massimo, raccontati e non potevi certo rivederli.

    La nostra era una società che si emozionava guardandosi negli occhi... ballando un lento con la più bella della classe.
    Il semplice contatto fisico delle tue mani suoi suoi fianchi... ti causava tremolii e pelle d'oca, oltre che guance rosse
    e bollenti. Se a lei piacevi, allora i due tronchi si univano tutt'uno... aumentando i fremiti e i tremolii... se non le eri
    simpatico, tra il suo ventre ed il tuo, ci poteva passare un treno... mentre le sue mani fredde e protese per mantenere
    la debita distanza, ti gelavano il sangue.

    La nostra era la società del lunedì Cinema su Rai uno... con la tipica sigla di Lucio Dalla "DUPUDEPU-DUPIDIPAAAAA, DUPUDEPU-DUPIDIPAAAAAAAA"
    tutti zitti davanti al televisore a vedere i classici...

    La nostra era la società dei gettoni.... quando valevano, uno cinquanta lire... e poi, con la svalutazione della Lira, uno duecento lire.
    La nostra era la società delle FFSS... dove nei singoli scompartimenti, venivano raffigurate le più belle piazze d'Italia.
    La nostra era la società del BOOM ECONOMICO!!!
    Mi correggo. era la società della BOLLA del boom economico... nel senso che... il boom era finito...
    ma noi vivevamo ancora degli effetti della società del benessere....
    che da li ad un decennio, divenne boom del malessere economico.

    ... ed ancora, purtroppo, non è finita.
    Ultima modifica di bumble-bee; 23-10-2021 alle 00:00
    Bambol utente of the decade

  6. #21
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    La nostra era una società fatta di personalismi, di contatti visivi, diretti, tattili. Se c'eri, vedevi, vivevi, ti divertivi, se non c'eri... semplicemente,
    non c'eri e i fatti ti venivano, al massimo, raccontati e non potevi certo rivederli.
    Già eravamo ragazzi e non era ancora l'era di internet e degli smartphone

    Belli questi racconti-pensieri abbinati al video musicale,complimenti Bumble.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  7. #22
    Grazie Lady.
    Bambol utente of the decade

  8. #23
    Omaggio per omaggio, mi tocca includere anche questo pezzo :



    Il primo ricordo che mi viene ascoltando questo pezzo è quando un pomeriggio io e Gaspare, nella sua stanza, lo ascoltavamo, giocando a poker, a soldi.
    I pezzi di Giuseppe Verdi passavano di mano in mano. Sono ancora convinto che barasse. Giocavamo a fare i grandi, in realtà avevamo 11/12 anni. Cosimo,
    di un solo anno più grande, ci sembrava già inarrivabile. A quel tempo si era già classificati... nella nostra società teenageriale si ghettizzava facilmente.
    In quegli anni ero boy scout. Insieme sempre a Gaspare e Cosimo... ma eravamo in squadriglie diverse. Io Pantera, Gaspare, Castoro, Cosimo, Airone.

    Sfortuna volle che il mio capo squadriglia fosse comunista dichiarato. Tanto che spesso i capi reparto, quando avevano motivo di rimproverarlo, gli domandavano :
    "Ma a Mosca usate fare così?". Io provenivo da ambienti fascisti... tanti militari in famiglia, dove ordine, rigore e disciplina, erano un mantra, oltre all'appellativo
    "Giovanotto", che mio padre aveva scambiato per il mio nome di battesimo. Walter, il mio capo squadriglia "comunista" oggi è direttore di banca. Che poi io avevo
    tanti amici comunisti dichiarati. A parte la politica, andavamo d'accordo. L'unica differenza di genere era rappresentata dai colori che ogni volta sceglievamo... per giocare a risiko.
    Silvio per esempio, un caro compagno di giochi, sceglieva sempre i carri armati rossi.... io manco a dirlo... i neri. Oggi sceglierei i verdi, da non assimilare ai leghisti però. Loro,
    i leghisti, sono venuti dopo. Dunque dicevo, ero boy scout ma, vi assicuro, era come fare il militare, almeno con Walter, era così.

    Walter mi rifiutò la promessa per ben due volte. Com'è che non gli porto rancore, non so spiegarmelo. La prima volta con la scusa che era ancora presto. La seconda volta, perchè
    avendogli preso il cucchiaio, dato che il mio l'avevo perso, con la scusa che non gli chiesi il permesso mi sputò nel latte che stavo per bere... allora io da buon "ardito" gli buttai il
    latte in faccia... e poi però scappai perché lui prese un piccone... e, nella frustrazione di non potermi prendere, cercò di bucarmi la casseruola del latte a colpi, appunto, di piccone.

    Non riuscì a bucarla, con tanta impressione dei presenti, i quali non si capacitavano, visto la veemenza che usò, nell'impresa. In realtà, mia madre mi diede una casseruola del suo
    corredo di batteria, tutto in acciaio inox. La riportai indietro un pò ammaccata, ma senza buchi. Ad ogni modo, quei due anni di scoutismo (alla lunga mi stufai e così, me ne andai)
    furono una gran lezione di vita. Come prima cosa, ho imparato il mestiere della cosiddetta "salatura"... che non sto a spiegare qui, adesso, di cosa si tratta. Che poi si diceva così,
    ma il sale era l'ultima cosa che si usava, per "infarinare", il "biscotto". Si arrivò ad utilizzare persino i "ricci" delle castagne. I più estremisti, teorizzavano impacchi con i "bastarduna"....
    che se non avete l'idea, ve la rendo subito.

    fico-dindia-bastardone-Sicilia-1.jpg

    Uso vietato persino dalla "Convezione di Ginevra " alla quale tutte le associazioni scoutistiche, ai tempi, avevano aderito (tranne quelle giapponesi, veri cavalieri del Bushido)

    La verità è, che... sono un sopravvissuto.

    (oh potete chiedere, commentare, ricordare qualche vostra esperienza... il dibattito è aperto)
    Ultima modifica di bumble-bee; 25-10-2021 alle 19:08
    Bambol utente of the decade

  9. #24


    Che poi alle volte mi viene da pensare... No dico abbiamo superato la guerra fredda... ogni giorno potevamo saltare in aria da un momento all'altro eppure, quanti di noi ne avevano consapevolezza?
    Eravamo giovani spensierati e felici... E intanto, nel 1983, pare che un'esercitazione Nato in Germania Federale fu scambiata per un attacco preventivo verso i paesi del Patto di Varsavia.

    Fu un giovane ufficiale sovietico che mantenne il sangue freddo ed evitò una tragica reazione che poteva scatenare la terza guerra mondiale. Stanislav Petrov https://www.disarmo.org/ican/a/42117.html
    Per anni non se ne seppe nulla.

    Nel 1986, Chernobyl. Lo scoppio del reattore nucleare che causò molte vittime sia nell'immediato, che diluito nel tempo. Siamo sopravvissuti anche a questo.
    Ancora, nel 1989, crollò il muro di Berlino. Da lì a poco, l'URSS si dissolse. Sparì dalle magliette della nazionale sovietica la scritta CCCP.

    Sembrava che una nuova era si affacciasse al mondo. L'era della distensione. E invece... tocco alla Jugoslavia dissolversi tragicamente.
    Poi la Cecenia, il Kossovo... e nel frattempo, Aids, Ebola e aviarie varie, si diffondevano nel mondo come funghi malefici.

    Abbiamo superato anche questa... alcuni no. Le stragi mafiose del 1992 mi hanno segnato nell'animo. Forse perché in quanto siciliano, ebbi la consapevolezza che nulla sarebbe cambiato, almeno qui da noi.

    All'alba del 2000 uscimmo quasi pazzi per il "MILLENIUM BAG"... tutti i nostri computer avevano il destino segnato, poiché tutti erano stati progettati per terminare il 31.12.1999.
    Un po come la paura per l'entrata dell'anno MILLE. Una grande paura per niente. Non accadde nulla, tutti i computer funzionarono regolarmente.

    Il sollievo durò poco. L'11.09.2001, una nuova Pearl Harbour si presentò al mondo. Diciannove terroristi suicidi fecero il danno che fecero, cambiando di colpo, la vita di tutti noi.
    Prendere l'aereo passando attraverso il metal detector sembra normale oggi, come sembrava normale portare con se in cabina, una bottiglietta d'acqua, ieri.

    A seguire avvenne la seconda guerra d'Iraq.... la prima, nel 1991, fu diretta da Emilio Fede su Rete 4.... "Hanno attaccato, ci dicono che hanno attaccato" e subito hanno abbattuto un "Cucciolone".

    "Mission accomplished" gridò fieramente il presidente "Bushido Junior". Il padre fu più elegante.

    Nel frattempo l'Afganistan era stato liberato dai talebani "tibetani". Gente scesa dalle montagne con le loro capre, i loro cammelli... e il libro del sapere a tracolla pronto a sparare.
    I Mujaheddin mi erano più simpatici.

    Il detentore del Nobel per la Pace, Barack Obama, fece uccidere Osama e, per un po, è sembrato che una nuova, nuovissima era, si presentasse alle porte.

    Sti cazzi!!! Arrivarono i cavalieri neri, taglia gole per diletto ad infestare il mondo... mentre in Siria, la "Svizzera" del Medio Oriente, si consumava l'ultimo atto della stagione "Privamera-Autunno inoltrato, araba.

    Scacciamo l'ISIS e facciamo rientrare dalla finestra i "Puritani" talebani... nel frattempo, dalla Cina con stupore, ci infettiamo di un virus che si combatte con dosi sempre più massicce di vaccino.
    Del resto, prima si fuma la marjiuvana... poi si sniffa la cocaina... ed infine ci si inietta l'eroina... per sballare completamente... e così sia.

    Senza citare le varie crisi economiche come la bolla del 2008.... il lock down... il post-lock down, con aumento di benzina, gasolio, metano, farina, pasta, pane e... ostie benedette...
    STORIE DI TUTTI I GIORNI.... direbbe un Fogli, attaccato all'albero del POOH!!! Ma questa è un'altra canzone, che magari sarà fonte di altra e più nobile ispirazione.

    Ma tutto sommato, non era meglio la guerra fredda?

    Supereremo anche questa? Ma si!!!!

    ++++

    Questo pezzo non lo rileggo nemmeno... lo scrivo così come viene... di getto... dopo tutto.... c'è tutto un mondo intorno che sballa ogni giorno... notte.
    Ultima modifica di bumble-bee; 27-10-2021 alle 23:59
    Bambol utente of the decade

  10. #25


    Gianni è un ragazzo dotato di molte qualità. Animo buono, generoso, gentile, rispettoso. E' incapace di fare del male a chicchessia. Ha un sorriso per tutti e per tutte le circostanze. Non si preoccupa mai, ne si affligge quando è in difficoltà. Gianni è sempre in movimento. Non si ferma mai. Gira rigira, guarda, osserva e sorride. Tu gli parli, di te, dei tuoi problemi e lui ti ascolta beato, estasiato. E' capace di ascoltare per ore con il sorriso tra le labbra con l'effetto di trasmetterti gioia, serenità, beatitudine.

    Purtroppo, queste sue doti non sempre vengono capite o percepite bene. Spesso la gente comune crede che Gianni sia un ingenuo, uno stolto, uno che sorride sempre, senza capire ciò che gli sta accadendo intorno, incapace di capire, percepire la realtà. Persone superficiali, certo, incapaci di andare fino in fondo alle cose, per pigrizia o per mancanza di empatia, spesso per semplice strafottenza. Ma a lui non importa nulla. Sorride anche a loro e tira dritto per la sua strada, incurante dei loro commenti, dei loro giudizi. Per lui è importante andare sempre avanti, passo dopo passo, anche se non vi è una meta, un obbiettivo, l'importante è non fermarsi. Molti non lo capiscono. Ed anch'io spesso faticavo a capirlo.

    Così un giorno l'ho osservato bene e alla fine ho capito la sua logica, la sua filosofia. Il suo perenne movimento, senza mai stancarsi, senza mai annoiarsi, lo rende immune ai momenti di sconforto che possono assalire chi, anche per un attimo, si ferma a pensare, a rimuginare sulle cose negative che la vita a volte gli riserva, finendo con l'avvelenarsi il fisico e soprattutto, l'animo. Gianni tutto questo non lo vive perché ha scelto di non dargli peso. Semplicemente, non le fa sue, allontanando la negatività da se e lasciando spazio alla gioia, alla spensieratezza, ai sogni. Facendo credere agli altri che sia uno stolto, mentre i veri stolti sono proprio coloro che lo definiscono tale, senza capire, loro, la realtà che li circonda, permettendo alla negatività di corrodere i loro corpi e la loro anima.

    Bravo Gianni, li hai presi tutti per il naso., continua così, circondati solo di cose belle e soprattutto... sorridi, sorridi sempre.
    Bambol utente of the decade

  11. #26


    Giro in tondo e allargo le braccia, da sinistra verso destra.
    Giro piano e a ritmo di musica,
    socchiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare dai pensieri.

    Intorno a me tutto è in movimento.
    Tutto gira... come se tutto intorno a me mi inseguisse.
    E rido felice, mentre giro e...
    un nuovo scenario si apre ai miei occhi.

    Mi trovo su uno scoglio e contemplo il mare.
    Un mare d'azzurro intenso, intervallato da macchie color turchese.
    Un mare limpido e cristallino, profondo e trasparente come l'anima.
    Un mare che trabocca di gioia e sentimenti indescrivibili.

    Continuo a girare, lentamente ma costantemente.
    Come se stessi caricando la molla di un giocattolo a ruote.
    I pensieri si susseguono.

    Ora mi immagino essere un gabbiano che vola alto...
    e che guarda tutto dalla sua prospettiva.
    Tutto laggiù è piccolo, quasi insignificante.
    Ma non proprio in verità.
    Basta scendere più in basso...
    che tutto riassume le dovute proporzioni.

    Un attimo dopo, sono un delfino che si tuffa in cielo.
    E' come se volesse cambiare dimensione.
    E per un attimo ci riesce.
    Si scaglia in cielo per imitare il gabbiano.
    E in quel momento si sente come lui, leggero e leggiadro,
    libero di stare immobile e in sospensione nell'aria.

    Ma il tutto dura poco.
    Inesorabilmente si rituffa in acqua,
    come richiamato dalle leggi di natura,
    che gli impongono di ritornare al suo posto,
    nella sua giusta dimensione.

    E come il delfino sono io.
    Giro e mi rigiro su me stesso,
    cercando una nuova dimensione in cui spostarmi...
    per provare nuove e piacevoli sensazioni.

    Ma il tutto dura fino a quando non smetto di girare.
    A volte giro più a lungo di altre volte...
    altre volte giro meno delle precedenti volte...

    Dipende da quanto io abbia voglia e forza di stare in movimento...
    prima che venga a forza o meglio, per mancanza di ulteriore forza,
    richiamato nella dimensione in cui mi è consentito stare, dalla natura
    benigna e maligna, che ci ha voluto creare, nel modo in cui ha ritenuto opportuno...
    meglio fare.




    (dedicato a tutti coloro che non si accontentano di essere come sono, ma piuttosto, vorrebbero essere anche altro, per capire cosa si prova, a vedere il mondo da altre prospettive).
    Bambol utente of the decade

  12. #27


    Dai, non c'è nulla di male.
    Dopo ti sentirai bene...
    Dopo ti sentirai forte.

    Mettiti alla prova...
    metti in circolo l'adrenalina...
    vedrai che sensazioni...
    vedrai che emozioni.

    Farai mangiare la polvere...
    accellera... dai.
    Sempre più forte...
    sempre più veloce.

    Fai vedere cosa sei capace di fare...
    rimarranno tutti a guardare...
    e non si azzarderanno ad osare.

    E comunque andrà a finire...
    sarà come non morire...

    mai.
    Bambol utente of the decade

  13. #28


    Alzati e cammina...
    e non preoccuparti di nulla.
    Vivi il giorno... bello o brutto che sia.

    Sii ciò che sei.
    Niente di più, niente di meno.

    E ti accorgerai che potrai fare...
    tutto ciò che ti chiede il cuore.

    E ti accorgerai che non potrai fare...
    tutto ciò che che ti chiede la passione.

    Perché non sempre la passione ti chiede di fare il giusto...
    ciò che invece ti chiede il cuore... è di donare amore.
    E chi dona amore... è sempre nel giusto.

    What I am... What I am...
    are you what you are or what?
    Bambol utente of the decade

  14. #29


    Qui è il maggiore Tom, mi sentite?
    Qui è il maggiore Tom.

    Tutto è in ordine qui.
    Tutto funziona bene, non preoccupatevi.
    Non mi occorre nulla. Ho tutto.

    Non preoccupatevi per me.
    Io non mi preoccuperò di voi.

    Qui è il maggiore Tom.
    Non c'è poi molto da fare.
    A parte guardare.

    Guardare da quassù...
    è come guardare con gli occhi di Dio.

    Tutto è magnifico e insignificante.
    Tutto è prospettiva, nulla determinante.

    Qui è il maggiore Tom.
    Prendetevi cura di voi.
    Passo e chiudo.
    Bambol utente of the decade

  15. #30


    A Venezia ho rincorso i piccioni...
    e per poco non finivo in laguna.
    Correvo, correvo, tanto che mio
    padre si prese paura e mi schiaffeggiò.
    La proprietaria della pensione notò ciò
    che i miei non notarono.

    A Bologna ho riacquistato la vista...
    e mi sono affezionato ad un vecchio cane cieco,
    che riposava sdraiato accanto alla proprietaria
    della pensione in cui alloggiavo.

    A Konigstein ho dormito con un collega perugino.
    Il letto era matrimoniale e la stanchezza, tanta.
    Non si può dire che non abbia mai dormito con
    uno sconosciuto. Chiedemmo entrambi, alla
    proprietaria della pensione, di procurarci due
    lettini separati. Ma non capiva il tedesco...
    o perlomeno, il nostro tedesco. Due mesi
    di condivisione matrimoniale.
    Poi mi trasferii nella grande città.

    A Francoforte avevo un alloggio tutto per me.
    In un palazzo in cui vi erano altri giovani...
    Che non ebbi mai occasione di conoscere a fondo,
    poiché lavoravo come schiavo nel ristorante di sotto.
    Passeggiare per le belle e grandi vie del centro, mi
    entusiasmava, specie quando guardavo le vetrine
    dei grandi centri commerciali.
    Mi sentivo un cittadino del mondo.

    Ad Augusta abitavo al terzo piano di un palazzo terremotato.
    Ascensore bloccato, pareti diroccate, dal primo al secondo piano.
    Tutto tranquillo dal terzo piano in poi.... tranne per una cosa...
    il balcone della cucina... quando ci camminavi, sentivi una
    lieve pendenza verso il basso.

    Mi trasferii in un altro appartamento,
    più vicino al mio ufficio.

    Era una casa di tufo, su tre livelli. Adatta ai sette nani di Biancaneve.
    Al primo abitava la proprietaria, una anziana e gentile signora,
    che storceva il naso quando mi vedeva arrivare in compagnia.
    Al secondo, ci stavo io, in un bilocale, un salone e cameretta.
    Al terzo c'era il bagno e la cucina.

    D'inverno, di mattina, mi ghiacciavano le chiappe mentre salivo
    le scale, tant'è che mi portavo i vestiti sopra per non sentire il
    freddo nel riscendere giù.

    Me ne andai ad Aprile del 1995.
    Le pareti di tufo erano così intrise di umidità...
    che dalla bacheca appesa al muro,
    cadevano i pupazzetti di pasta frolla colorata,
    che mia madre aveva preparato per i suoi bambini dell'asilo
    e che io avevo preso in parte per riempire i vuoti.
    Giacevano a terra come biscotti inzuppati nel latte e...
    si sbriciolavano non appena li toccavo.

    La vecchia proprietaria morì non molto tempo dopo,
    sicuramente di polmonite, oso immaginare.

    Recentemente, da molti anni a questa parte....
    abito dove abito ed ho di fronte il mare.

    Già, il mare... sembra uno sfondo naturale... un compagno
    sempre presente, per chi è abituato come me, quasi assuefatto...
    da non farci caso.

    Ma non è così. Fa parte di me e, ovunque io vada, lo porto nel cuore.

    Bambol utente of the decade

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