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Discussione: Metànoia

  1. #1
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    Metànoia



    Metànoia: deriva dal verbo greco “metanoeo”: parola composta dal prefisso “meta” (= oltre, dopo) + “noeo”, “-nous” (= intelletto, mente, pensare”).

    Il sostantivo “metànoia” allude al cambiamento di opinione, alla conversione; in ambito religioso cristiano indica il pentimento per i peccati commessi.

    Dal Vangelo di Marco (1, 4 – 5): “vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati”.

    Giovanni “il battezzatore” è presente anche nel Vangelo di Matteo (3, 1 – 2): “In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!’”.

    Ma come profeta Giovanni Battista sbagliò, perché il “regno dei cieli” non avvenne. Sbagliò previsione anche Paolo di Tarso. Oltre loro pure altri...

  2. #2
    Opinionista
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    L’armamentario clericale dispone di alcuni sinonimi per definire il dispiacere per i peccati commessi.

    Pentimento: dal latino “paenitère”, = afflizione per aver compiuto un’azione peccaminosa.

    Attriziòne: questo sostantivo nella teologia cattolica indica il “dolore” per il peccato o i peccati commessi, ed è detto “contrizione imperfetta”, perché deriva dal timore della penitenza e non dal pentimento per aver “offeso Dio”, considerato giudice severo e non come “Padre buono”…

    L’attrizione, da sola, non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo tramite la penitenza, che può dare inizio a un’evoluzione interiore.

    L’attrizione è collegata alla dottrina della “giustificazione”: l’individuo può ritenersi “giusto” se riceve la “grazia salvifica di Dio” tramite la fede: “… Chi ascolta la mia parola (quella di Gesù) e crede a colui (Dio-padre) che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5, 24)

    Contrizióne: nel catechismo della Chiesa cattolica (n. 1451) la contrizione del penitente occupa il primo posto. Essa è “il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire”.

    Per la teologia la contrizione è il pentimento “perfetto” dei propri peccati, in quanto determinato da “Dio” (contrizione di carità); è contrapposta all’attrizione (contrizione imperfetta o contrizione da timore), determinata dalla paura della “dannazione eterna” e delle altre pene.

    La contrizione di carità rimette le colpe veniali e ottiene anche il perdono dei peccati mortali tramite la confessione sacramentale.

    L’atto di dolore è la preghiera che esprime la propria contrizione, che si recita dopo la confessione dei peccati nel “sacramento” della penitenza.

    Per alleviare l’afflizione c’è chi sceglie di confessarsi dal presbitero e chi dal psicoterapeuta, perché entrambi sono tenuti al segreto di quanto viene detto loro e ciò facilità la libertà di espressione delle persone.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Interessante perché espliciti gli stati d'animo umani esaminandoli da diversi punti di vista; dal mio punto di vista sono propenso, in sintonia con quanto hai detto relativamente allo scopo del battesimo di Giovanni, ad optare per la contrizione perché non ammette rimandi al futuro, infatti per essere alla sequela di Gesù non basta il proposito a non ricadere nello stesso errore, come per dire: tanto Dio è così misericordioso che mi perdonerà di nuovo, ma vivere nella realtà di non esserci ricaduti.
    A questo punto, se l'animo prima della contrizione era triste perché senza pace con gli uomini e con Dio, poi risulterà perfettamente in pace ed allegro, come se Gesù fosse presente alle nostre nozze come in quelle di Cana, proprio per aver mantenuto fede al proposito di non peccare, e ti dirò di più riguardo alla fine dei tempi, in quanto nel momento della saldezza sei già, anche se non in maniera definitiva, con un piede nell'al di là, o meglio l'al di là è già presente in te così tanto da non desiderare altro che aspettare con fiduciosa pazienza quello che verrà.
    Infine ritengo che pensare che il mondo finisca con noi sia un approccio sbagliato perché a mio avviso nasconde una certa forma di narcisismo in quanto i tempi di Dio non sono certamente i nostri.
    Come diceva Heidegger noi non siamo esseri ma siamo enti, cioè non importa essere, che non è alla nostra portata, quanto esserci, cioè essere in chi già è.
    Ultima modifica di crepuscolo; 08-03-2021 alle 13:42

  4. #4
    Il Regno dei Cieli è in chi è capace di viverlo.
    Gesù,con l'insegnamento e il sacrificio,ha concesso all'uomo la capacità di vincere la dipendenza dal male del mondo e quindi dal peccato.
    Sta ad ognuno di noi la scelta di liberarsi o meno da questa dipendenza.Prima di Cristo era impossibile data la debolezza umana e la scarsa conoscenza ma con il suo aiuto si può raggiungere la serenità di chi vive nel Regno dei Cieli.

  5. #5

    Il Regno dei Cieli è presente.

    Il Regno dei Cieli è in chi è capace di viverlo.
    Gesù,con l'insegnamento e il sacrificio,ha concesso all'uomo la capacità di vincere la dipendenza dal male del mondo e quindi dal peccato.
    Sta ad ognuno di noi la scelta di liberarsi o meno da questa dipendenza.Prima di Cristo era impossibile data la debolezza umana e la scarsa conoscenza ma con il suo aiuto si può raggiungere la serenità di chi vive nel Regno dei Cieli.

  6. #6
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    Gentile "donna Rachele", antica interlocutrice virtuale, coraggiosa ierofante del cristianesimo trionfante, quando era trionfante , dici che fu Gesù con il suo insegnamento e sacrificio a darci la possibilità di vincere la dipendenza dal male. Non sono d'accordo. Perché non citi anche versetti in merito contenuti nell'Antico Testamento ?

  7. #7
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Anticipo il messaggio di Cono a Rachele così risparmiamo qualche ora:

    Impulso ad abbracciarti.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  8. #8
    Bambol utente of the decade

  9. #9
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio


    Metànoia: deriva dal verbo greco “metanoeo”: parola composta dal prefisso “meta” (= oltre, dopo) + “noeo”, “-nous” (= intelletto, mente, pensare”).

    Il sostantivo “metànoia” allude al cambiamento di opinione, alla conversione; in ambito religioso cristiano indica il pentimento per i peccati commessi.

    Dal Vangelo di Marco (1, 4 – 5): “vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati”.

    Giovanni “il battezzatore” è presente anche nel Vangelo di Matteo (3, 1 – 2): “In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!’”.

    Ma come profeta Giovanni Battista sbagliò, perché il “regno dei cieli” non avvenne. Sbagliò previsione anche Paolo di Tarso. Oltre loro pure altri...
    "Il Regno dei Cieli è vicino" ha un valore esistenziale più che cronologico, amico Doxa. E' sempre, vicino. Poichè la Vita terrena è breve e precaria.
    L'invito a convertirsi vale per tutti e per ogni epoca. Dire "ci penserò più tardi" è da sprovveduti.
    amate i vostri nemici

  10. #10
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    Visto il risvolto ansioso ed opportunistico direi che comprendo il tuo timore e la tua fretta data la situazione, presi per le palle e con una spada di Damocle sopra la testa.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  11. #11
    Opinionista L'avatar di esterno
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    Citazione Originariamente Scritto da pazza_di_acerra Visualizza Messaggio
    anticipo il messaggio di cono a rachele così risparmiamo qualche ora:impulso ad abbracciarti.


  12. #12
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Torniamo a Dio finchè siamo in tempo, amici ed amiche. Non facciamo come l'uomo della parabola.....

    «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».

    LUCA 12
    amate i vostri nemici

  13. #13
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Più paraboliche, ragazzi!
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  14. #14
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Eh, le parabole che faceva Michel Platini su punizione non si sono più viste...
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  15. #15
    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Eh, le parabole che faceva Michel Platini su punizione non si sono più viste...
    Già, me le ricordo bene, poi un certo Armando Diego, ce ne fece (a noi juventini) una da dentro area di rigore e allora.... decisi di non seguire più il calcio.
    Bambol utente of the decade

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