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Discussione: Internet tra apparenza, immginazione, finzione e reltà

  1. #1
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Cool Internet tra apparenza, immginazione, finzione e reltà

    Internet tra realtà e immaginario, autenticità e finzione


    In questo nuovo thread si ripropone il dilemma di quanto coincida l’essere con l’apparire nell’era digitale dei siti web e dei relativi od eventuali Forum.
    Quanto può concedere il medium iternettiano all’autenticità?

    Non è solo il mondo virtuale a recare in sé questo dilemma. Già l’essere è apparenza in sé, Internet accentua solo questo lato tragicomico, facendolo esplodere, funge da catalizzatore ed estensore dell’immaginazione perché è ridondante di ‘assenze’. Le ‘assenze’, cioè i lati in ombra, sono un’aberrazione, un decadimento che induce e determina il delirio dell’immaginazione.

    Sono un’indelicatezza perpetrata nei confronti della nostra necessità istintiva di rendere tutto entro uno schema decodificabile, per cui si diviene quel che è rappresentazione scenica.

    Si riempiono questi vuoti con tanta evanescenza, costruendo così il personaggio che stà oltre il monitor, così come il cervello completa autonomamente, per simmetria o analogia, quel che è parzialmente assente entro un contesto già noto, attingendo ciò che è necessario a completare il quadro dai propri schemi mnemonici, rendendo così la raffigurazione il più coerente possibile.

    Ma in internet le cose si complicano alquanto. In Internet, l’impossibilità d’interagire compiutamente, evoca il nostro desiderio di reperire quel che è assente in noi, ma che noi bramiamo: per cui il mistero che circonda un interlocutore virtuale, è una nostra risposta alla necessità e al piacere che traiamo dalla fascinazione e dalla stupefazione di fronte al celato, all’esoterico, che comunque cerchiamo di rendere leggibile attraverso nostre costruzioni.

    In tal senso si tratta di un sistema che reca in sé una buona dose di autoreferenzialità, perché mai potrà ottenere riscontri compiuti, almeno fintanto che non si rende concreto questo incontro mediato dal monitor, ed anche il quel caso non è mai possibile eliminare completamente questo elemento di autoreferenzialità, al più attenuarlo soltanto.

    Questo processo non è però unidirezionale, anche al di qua del monitor si mettono in scena le proprie rappresentazioni. Internet, nell’agevolare i rapporti, nel facilitare l’incontro fra persone distanti, è anche causa di decadimento nella qualità del rapporto che si viene ad instaurare… ma è lo scotto che si deve pagare.
    Ultima modifica di gillian; 09-03-2021 alle 09:34
    sono modesto e me ne vanto!
    Gil

  2. #2
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Per conto mio nel web siamo ciò che scriviamo.
    Non essendoci un riscontro fisico nel mondo reale che possa avvalorare o smentire le apparenze, si appare e quindi si è, per ciò che si scrive, anche se si sta recitando una parte.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  3. #3
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Per conto mio nel web siamo ciò che scriviamo.
    Non essendoci un riscontro fisico nel mondo reale che possa avvalorare o smentire le apparenze, si appare e quindi si è, per ciò che si scrive, anche se si sta recitando una parte.
    Certo...LadyHawke ... è la sola maniera ...la cosa strana è che quando si conosce una persona attraverso i forum ... ti fai una immagine di questa persona involontariamènte ... e quando ho chiesto di mandarmi una foto questa non corrispondeva all'immagine che mi ero creato ... e rimanevo sempre deluso ...per cui ho deciso di non chiedere più la foto degli altri ... la mia, la mando volentieri ... ma di 20 anni fa ...da giovane ero piuttosto carino ...a detta delle femmine!👍
    Grazie Lady ... e scusa per le mie brutte parole nei tuoi confronti, ti giuro che non succederà più...😎
    Gil

  4. #4
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Non lo trovo strano, è normale, istintivo farsi un'idea dell'altro, anche della personalità, crearsi un'immagine degli utenti, spesso proiezioni del proprio sentire e delle proprie aspettative.

    Apprezzo il gesto, grazie, scuse accettate.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #5
    Opinionista L'avatar di gillian
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    !!!!!!!!
    Ultima modifica di gillian; 09-03-2021 alle 17:27
    sono modesto e me ne vanto!
    Gil

  6. #6
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Cool Amore sul web

    Ma veniamo ora agli incontri virtuali programmati per trovare un partner in internet tra realtà ed immaginario, autenticità e finzione, che si riferisce a siti specifici.


    Secondo lo psicoanalista questi proggetti sono privi del fascino che di solito accompagna un evento seduttivo e l'incontro per l'uno o per l'altro sarebbe sempre deludente. Tutte le reciproche informazioni e fantasie tipiche di una dimensione vitrtuale non si sovappongono alla verifica faccia a faccia ed ai rivelatori indizi non verbali della prima impressione. Inoltre non si regge alla prova per la propria indeguatezza all'incontro fisico spesso alla base della stessa scelta di Internet, luogo dell'immaginazione e non della realtà.

    Io farei comunque rilevare una diversità qualora l'incontro non sia programmato come può avvenire nei forum in cui si partecipa mossi da interessi comuni ma a volte affascinati da una personalità suggestiva anche perchè trascendente ed inaccessibille.

    Cinque anni fa entrai in un forum con 6 o 7 nick contemporaneamente - allora si poteva – cercando di creare per ciascuno un “personaggio” Il gioco durò finchè mi tradii con un lapsus. Qualcuno s'indignò, altri ne sorrisero e si complimentarono. Ora sottolineo ancora che si trattò di un gioco perchè credo sia molto difficile fingere caratteristiche che ci sono del tutto estranee e le personalità multiple sono rare.

    N.d.R. (In fin dei conti ciascuno di noi ... se ci pensiamo bene simo dei fake ... la nostra personalità e nascosta da ciò che scriviamo ... ma siamo noi? gli avatar propongono di tutto meno la nostra faccia ... i nostri nomi sono inventati ... diventano anche il nome dei giornali ... ma allora chi siamo in realtà ... è tutta una finzione)


    La scelta dei topic, gli stili e la qualità delle interazioni raccontano molto di noi anche nostro malgrado, ed allo stesso tempo sono un'occasione di autoscoperta.
    Qualcuno dice che il frequentare un forum gli concede di essere più autentico nell'estrinsecare potenzialità e zone adombrate nella vita off-line e frequente è il bisogno di autorivelarsi.
    Sulla propria cultura non so quanto si possa barare perchè certi artifici non incantano tutti. Si dice che le menzogne diventano realtà e le verità menzogne. Ad es. chi si autoinganna con millanterie per suscitare interesse finisce per crederci e viceversa certe verità inverosimili potrebbero non essere credute.
    Se s'imbroglia in vista di un incontro ci si potrebbe aspettare un incredulo stupore come quello della fioraia in “Luci della città” di Chaplin quando alla fine vede che il suo straordinario amico era solo un vagabondo. Ricordando a tal proposito che l'essenza della seduzione è sempre l'obliquità, il mistero, l'inesplicito. Come si accorse Psiche stessa quando volle vedere in faccia Eros.

    Internet ripropone il dilemma di quanto coincida l'essere con l'apparire. Quanto può concedere il medium internettiano all'autenticità?

    Ed ora veniamo a Galimberti , il Fake di gillian...,ma che io preferisco chiamare alter-ego, un nome che non avevo scelto a caso, Umberto Galimberti è un filosofo italiano ... ma io avevo lo avevo traformato in fisico a mio uso e consumo ... perchè avrei potuto dialogarci meglio!.
    Avete mai letto "Le cose dell'amore" di Umberto Galimberti? ... parla anche dei rapporti via Web ... come proiezione dei desideri ...
    In ogni caso è un libro da leggere!


    Riporto un passo di Umberto Galimberti sul tema dell'amore nell'era della tecnica...

    ........ nella nostra epoca l'amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d'amore, ciò che si cerca non è l'altro, ma, attraverso l'altro, la realizzazione di sé.

    Nelle società tradizionali, da cui la tecnica ci ha emancipato, vi era poco spazio per le scelte del singolo e la ricerca della propria identità(...).

    Oggi l'unione di due persone non è più condizionata dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza, o dal mantenimento e dall'ampliamento della propria condizione di privilegio sociale e di prestigio, ma è il frutto di una scelta individuale che avviene in nome dell'amore, sulla quale le condizioni economiche, le condizioni di classe o di ceto, la famiglia, lo Stato, il diritto, la Chiesa non hanno più influenza e non esercitano più alcun potere, sia in ordine al matrimonio dove due persone in completa autonomia si scelgono, sia in ordine alla separazione e al divorzio dove, in altrettanta autonomia, i due si congedano.


    L'amore via web perde tutti i suoi legami sociali e diventa un assoluto (solutus ab, sciolto da tutto), in cui ciascuno può liberare quel profondo se stesso che non può esprimere nei ruoli che occupa nell'ambito sociale (...).

    L'amore diventa a questo punto la misura del senso della vita, e non ha altro fondamento che in se stesso, cioè negli individui che lo vivono, i quali, nell'amore, rifiutano il calcolo, l'interesse, il raggiungimento di uno scopo, persino la responsabilità che l'agire sociale richiede, per reperire quella spontaneità, sincerità, autenticità, intimità che nella società non è più possibile esprimere (...).

    È come se l'amore reclamasse, contro la realtà regolata dalla razionalità tecnica, una propria realtà che consenta a ciascuno, attraverso la relazione con l'altro, di realizzare se stesso. E in primo piano, naturalmente, non c'è l'altro, ma se stesso. E questo di necessità, quindi al di fuori di ogni buona o cattiva volontà, perché a chi sente di vivere in una società che non gli concede alcun contatto autentico con il proprio sé, come si può negare di cercare nell'amore quel sé di cui ha bisogno per vivere e che altrove non reperisce?

    Ma così l'amore si avvolge nel suo enigma: il desiderare, lo sperare, l'intravedere una possibilità di realizzazione per se stessi cozzano con la natura dell'amore che è essenzialmente relazione all'altro, dove i due smettono di impersonare ruoli, di compiere azioni orientate a uno scopo e, nella ricerca della propria autenticità, diventano qualcosa di diverso rispetto a ciò che erano prima della relazione, svelano l'uno all'altro diverse realtà, si creano vicendevolmente ex novo, cercando nel tu il proprio se stesso.

    Se tutto ciò è vero, nell'età della tecnica, dove sembrano frantumati tutti i legami sociali, l'amore, più che una relazione all'altro, appare come un culto esasperato della soggettività, in perfetta coerenza con l'esasperato individualismo cui non cessa di educarci la nostra cultura, per la quale l'altro è solo un mezzo per l'accrescimento di sé (...).

    L'amore non è ricerca della propria segreta soggettività, che non si riesce a reperire nel vivere sociale. Amore è piuttosto l'espropriazione della soggettività, è l'essere trascinato del soggetto oltre la sua identità, è il suo concedersi a questo trascinamento, perché solo l'altro può liberarci dal peso di una soggettività che non sa che fare di se stessa.

    Che cos'è quel desiderarsi degli amanti, quel loro cercarsi e toccarsi se non un tentativo di violare i loro esseri nella speranza di accedere a quel vertice morale che è la comunicazione vera, al di là di quella finta comunicazione a cui ci obbliga la nostra cultura della funzionalità e dell'efficienza?

    Per essere davvero il controaltare della tecnica e della ragione strumentale che la governa, amore non può essere la ricerca di sé che passa attraverso la strumentalizzazione dell'altro, ma deve essere un'incondizionata consegna di sé all'alterità che incrina la nostra identità, non per evadere dalla nostra solitudine, né per fondersi con l'identità dell'altro, ma per aprirla a ciò che noi non siamo, al nulla di noi (...).

    Per questo diciamo che amore non è una cosa tranquilla, non è delicatezza, confidenza, conforto. Amore non è comprensione, condivisione, gentilezza, rispetto, passione che tocca l'anima o che contamina i corpi. Amore non è silenzio, domanda, risposta, suggello di fede eterna, lacerazione di intenzioni un tempo congiunte, tradimento di promesse mancate, naufragio di sogni svegliati. Amore è violazione dell'integrità degli individui, è toccare con mano i limiti dell'uomo.
    Ultima modifica di gillian; 10-03-2021 alle 12:44
    sono modesto e me ne vanto!
    Gil

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