In occasione delle celebrazioni per il Dantedì, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del ministro della Cultura, Dario Franceschini, in diretta su RaiUno, Roberto Benigni ha letto il XXV Canto del Paradiso nel Salone dei Corazzieri al Quirinale. L'attore toscano ha sottolineato che Dante ha scritto il Paradiso "per rimuovere le persone dallo stato di tristezza, di miseria, di povertà nel quale si trovano e condurli a uno stato di felicità. Voleva la felicità. Cos'è la felicità per Dante? Il fine del Paradiso è il desiderio infinito che ognuno di noi ha di immedesimarsi, di ricongiungersi con la realtà divina". "Ognuno di noi - ha detto Benigni - sente che dentro c'è una scintilla immortale, e Dante lo sa. Dopo aver letto il Paradiso, se lo si legge lasciandosi andare, non si guardano più le altre persone con distrazione o indifferenza, ma come scrigni di un mistero, depositarie di un destino immenso", ha aggiunto.

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