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Discussione: Sparta e Atene

  1. #1
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    Sparta e Atene

    “Sparta e Atene”. Autoritarismo e democrazia”: questo è il titolo del recente libro scritto da Eva Cantarella, che ha insegnato Diritto romano e Diritto greco antico all’università statale di Milano.

    Nel V sec. a. C. Atene e Sparta (in coalizione con altre città-Stato), furono spesso in conflitto tra loro, con conseguenti gravi crisi socio-economiche per entrambe, causate in particolare dalla “guerra del Peloponneso".

    Alcuni storici considerano quella lunga guerra diluita nel tempo divisa in due parti:

    dal 460 a. C. al 445 a. C., e dal 431 al 404 a. C..

    Altri storici, invece, considerano quella guerra un continuum, alternato da periodi di tregua.

    Alla fine prevalse Sparta con la coalizione di altre poleis, ma rimase indebolita militarmente ed economicamente.

    “Se Atene piange, Sparta non ride”
    : questo detto deriva da una diversa citazione nel secondo atto della tragedia teatrale “Aristodemo”, scritta da Vincenzo Monti nel 1784: “Se Messenia piange, Sparta non ride”. Nell’antica Grecia la Messenia era una regione del Peloponneso.


    Atene e Sparta: nella prima città vigeva un ordinamento statale di tipo democratico, aperto agli scambi e al commercio; nella seconda predominavano governi autoritari, valori di tipo militare, in nome dei quali i cittadini spartani accettavano con orgoglio le restrizioni delle libertà individuali.
    Eppure le due città avevano la stessa cultura, i loro abitanti parlavano la stessa lingua, onoravano gli stessi dei, avevano combattuto insieme contro i Persiani prima di trasformarsi da alleate in nemiche.

    Quali sono le vostre opinioni sui concetti di autoritarismo e democrazia in quelle due città-Stato e nel nostro tempo ? Qual è il regime migliore ? Io preferisco quello autoritario !

  2. #2
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Figlia di cotanto padre, è una garanzia. Leggerò sicuramente il libro.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  3. #3
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    Sparta e Atene: due città tradizionalmente definite le due “super-potenze” dell’antica Grecia, con ideali e valori che nel tempo hanno diviso la cultura occidentale.

    L’antico filosofo Aristotele nella “Costituzione degli Spartani” (andata perduta) e altrove, in particolare nella “Politica”, dedica importanti considerazioni al sistema governativo spartano, del quale è contrario.

    Invece lo storico ateniese Senofonte (nel libro a lui attribuito e anche questo titolato “Costituzione degli Spartani”) era filo-spartano.

    Comunque è difficile distinguere la storia delle due città dalle letterarie rappresentazioni idealizzate.

    Come detto nel precedente post, Atene aveva un ordinamento statale di tipo democratico, favorevole al commercio, agli scambi economici, invece Sparta aveva l’ordinamento statale conservatore, ispirato a valori di tipo militare, in nome dei quali i cittadini valutavano positivamente e con orgoglio le restrizioni delle libertà individuali al fine del bene comune.

    Eppure nelle due città circolava la stessa cultura, la stessa paideia (che era permanente e non limitata all’infanzia e adolescenza) si parlava la stessa lingua (con la differenza dialettale tra attico e dorico) seguivano la stessa religione politeista.

    Nel periodo del loro massimo potere, il V sec. a. C. maturarono le condizioni che le avrebbero poi condotte in una sorta di “suicidio collettivo”, alla cosiddetta “guerra del Peloponneso”.

    Da alleate contro i Persiani a nemiche. Il ruolo aggressivo della politica navale ateniese e il timore che volesse sottoporre al suo dominio altre poleis, indussero Sparta a reagire, in un crescendo di ostilità che raggiunsero l’apice nel 431 a. C., e la guerra tra loro continuò, con intervalli, fino al 404 a. C.

    Comunque il ruolo dominante di Sparta, vincitrice della lunga guerra, durò poco più di un trentennio.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Spirit
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    Pericle - Discorso agli Ateniesi, 431 a.C.


    Qui ad Atene noi facciamo così.

    Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

    Qui ad Atene noi facciamo così.

    Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

    Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

    Qui ad Atene noi facciamo così.

    La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

    Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

    Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

    Qui ad Atene noi facciamo così.

    Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

    E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

    Qui ad Atene noi facciamo così.

    Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

    Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

    Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

    Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

    Qui ad Atene noi facciamo così.

  5. #5
    Siracusa ha prodotto tiranni ed era alleata di Sparta contro Atene. Annientò e rese prigionieri i superstiti di una grande armata ateniese, che era sbarcata nei pressi di Catania, con l'intento di invaderla. Tenne testa ai romani, ai quali cedette solo perché tradita da qualcuno che aprì i cancelli ai "bruti" dell'imperatore Marcello, i quali, tra gli altri, uccisero il grande matematico, Archimede.

    https://www.youtube.com/watch?v=RwAezongLs8

    andate a vedere su youtube
    Bambol utente of the decade

  6. #6
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Vabbe', ma IMPERATORE Marcello non si può leggere... gli imperatori arrivano più di 200 anni dopo. La storia è interessante perché presenta il caso curioso di un processo che non aveva precedenti nel suo genere, ossia di un popolo vinto che accusava pubblicamente il proprio conquistatore. Infatti su istigazione del pontifex maximus Cetego, i siracusani furono invitati e Roma per denunciare Marcello davanti al senato. Il console Marcello proprio a causa del processo, rinunciò al comando sulla Sicilia, scambiando il suo ruolo con quello di Levino, al quale era toccata in sorte l'Italia, il che gli sarebbe costata la vita nella guerra annibalica.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  7. #7
    Cugina, imperatore o console, sempre un bruto romano è per me.
    Bambol utente of the decade

  8. #8
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Cugina, imperatore o console, sempre un bruto romano è per me.
    Ma tu sei di parte!
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  9. #9
    OT
    So di essere fuori tema, ma approfitto della presenza di illustri cultori di storia siracusana, per porre un dilemma che mi intriga: sono i siracusani che sono tirannici e cattivi a vendere schiavo Platone due-volte-due....o é Platone che era un grandissimo filosofo...ma un po' fesso?
    Scusate. Fine OT

  10. #10
    Dionisio il vecchio fu un tiranno crudele. Platone gli stese sui "zibizei" sin da subito, non appena cominciò a parlare di felicità e giustizia.


    Dionisio.jpg

    e comunque Dionisio, aveva origini.... normanne!!!
    Bambol utente of the decade

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