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Discussione: Nascita dell'Antico Testamento

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Nascita dell'Antico Testamento

    La tradizione sostiene che a scrivere i primi libri dell’Antico Testamento fu Mosè, nel XIII secolo a.C. durante il travagliato esodo di una popolazione semita del delta del Nilo, che dall’Egitto migrava verso la Palestina. Mosè era il loro capo, nonostante la sua scarsa conoscenza della lingua dei semiti.
    Per ragioni sentimentale, di cui parlò soltanto in termini simbolici nei suoi libri, Mosè desiderava molto trasformare questa gente in una nazione nuova, capace di incarnare i più alti ideali prodotti dalla cultura egizia, che a lui sembravano irrealizzabili sotto il dominio del faraone.
    Così durante la migrazione, Mosè immaginava istituzioni e legge per il suo popolo adottivo; immaginò anche il Dio degli ebrei, facendo risorgere un’antica divinità semitica dimenticata da secoli. E Dio, così narra il libro dell’Esodo, acconsentì e risorse, compiaciuto e combattivo. Parlava con Mosè, sulla cima delle colline; gli dava la forza e lo consigliava.
    Riguardo agli ebrei, che lo amavano ancor meno di quanto amassero Mosè, il Dio consigliò a Mosè di farli rimanere nel deserto fino a che tutta la generazione emigrata dall’Egitto non si fosse estinta, e ci vollero quarant’anni. Durante questi anni Mosè avrebbe deciso di affidare i suoi ideali di civilizzazione al futuro, sotto forma di “ libro della legge “ (Torah).
    I “ libri della legge “ di Mosè, secondo la tradizione furono cinque.
    Nel primo era narrata la natura di Dio, l’origine dell’Universo, della coscienza umana e dell’umanità, e la storia simbolica dei popoli del mondo e degli ebrei in particolare, dal diluvio fino all’asservimento al faraone.
    Gli altri quattro libri (Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) erano l’autobiografia di Mosè stesso, fitta di digressioni enciclopediche sulla migliore gestione di un futuro stato teocratico ebraico.
    Alla fine del Deuteronomio Mosè narrò anche il suo ultimo discorso agli ebrei e la sua morte solitaria, in cima ad un monte nel deserto, in vista della Terra Promessa, vegliato dal suo Dio.

    Tratto da "La creazione dell'Universo" di Igor Sibaldi.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-03-2021 alle 15:32

  2. #2
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    II

    Gli specialisti ed i più colti lettori dell’Antico Testamento, da Voltaire a Freud, ritengono che questa storia non sia vera. Che lo sia non è dimostrabile, od almeno in modo decisivo, ma di sicuro è bella e verosimile, e soprattutto è molto utile perché mostra con quanta chiarezza la tradizione antica avesse già individuato le caratteristiche fondamentali dei primi libri dell’Antico Testamento, riguardo ai quali gli specialisti moderni brancolano, in gran parte tuttora.

    Tali caratteristiche fondamentali sono:

    1) Quei primi libri erano opera di un egiziano, e precisamente di un egiziano ribelle, il che a quell’epoca, in cui potere politico e potere religioso erano tutt’uno, significava apostata o scismatico.
    I primi libri contenevano dunque quintessenze della sapienza egizia, rielaborate dal loro autore in modo troppo personale perché gli egiziani potessero approvarle; oppure troppo segrete perché se ne tollerasse la divulgazione in Egitto, o probabilmente tutte e due le cose.

    2) Quell’egiziano volle inculcare quelle quintessenze negli ebrei, ma non venne compreso se non da pochissimi seguaci. Evidentemente il modo in cui le comunicava risultava incomprensibile ai più: troppo egizio.
    Nei suoi libri tentò una mediazione, un’assimilazione del pensiero egizio con la forma mentis ebraica. In quale misura quei libri rispecchiarono dell’uno e dell’altra è impossibile saperlo con precisione perché della forma mentis ebraica di quell’epoca non esistono documenti. Ma a giudicare dalla sorte che i libri ebbero nei secoli immediatamente successivi la componente egizia doveva essere preminente. Ciò è verosimile anche per altre due ragioni: l’inevitabile superiorità della cultura egizia sulla cultura di un popolo abbrutito da secoli di schiavitù; e l’enorme difficoltà che avrebbe rappresentato per Mosè rinunciare al sistema di pensiero in cui era stato educato, che ai sapienti egiziani appariva come l’unico modo sensato di ragionare selle realtà visibili ed invisibili. Inoltre i primi libri insistono molto sulla scarsa conoscenza che Mosè aveva dell’ebraico parlato, sulla sua “balbuzie”, sull’incomprensibilità di quel che diceva al popolo.
    La chiave di lettura egizia viene indicata dunque implicitamente dalla tradizione antica come indispensabile per la comprensione di quei primi libri.

    3) I primi libri dell’Antico Testamento sono opera e storia di un uomo che rifiutò i suoi genitori e che non divenne genitore, “padre” del popolo da lui plasmato. Ma in quelle prime pagine Mosè diede al popolo ebraico un’identità nazionale, un Dio ed il rapporto con i padri antichi (i Patriarchi d’Israele, di cui Mosè aveva narrato la storia nel primo libro) che quel popolo non aveva od aveva perduto.
    Mosè non solo era straniero, ma ciò che lo spinse fu comunque un rifiuto dei sui genitori egizi: un avvenimento di tale profondità doveva inevitabilmente imprimersi su tutta quanta la sua opera. E inevitabilmente, nella stessa misura in cui potevano apprendere da Mosè le storie del loro Dio e dei Patriarchi, gli ebrei dovevano assimilare anche, inconsciamente, l’imprinting di quel suo traumatico rifiuto.
    E tale contraddizione, a quanto narra l’Antico Testamento, cominciò da subito a segnare la sorte dei libri di Mosè, la paterna ambizione dei quali venne decisamente rifiutata dagli ebrei. Rimasero a lungo libri chiusi, avvolti su se stessi. Anche questa è un’indicazione di grande importanza per l’interpretazione sia del testo dei libri cosiddetti di Mosè, sia della loro storia nei millenni seguenti.
    Ultima modifica di crepuscolo; 29-03-2021 alle 11:32

  3. #3
    L'avatar di dietrologo
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    Due post due modifiche , cioè di cosa vogliamo discutere Crep ?

  4. #4
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    Credo che lo dica bene il titolo?
    Comunque su qualsiasi idea che abbia un po' di logica sulla composizione ed il significato dei libri di Mosè.
    A parte che per me non sono modifiche ma continuazioni di un eventuale discorso più ampio.
    Sinceramente a me serve, in questo momento di stanca sull'argomento religione e spiritualità, per rinfrescarmi un po' le idee, non so tu come la vedi o che cosa possa aspettarti; se hai una tua idea in merito puoi tranquillamente esporla.
    L'idea inoltre me l'ha fatta venire gillian quando ha parlato della Bibbia ed in particolar modo della creazione.
    Tutto qui.

  5. #5
    L'avatar di dietrologo
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    Fatto Crep , ho aperto Antropogenesi che spiega un po'

  6. #6
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    Può essere anche vero che l'uomo sia l'immagine di Dio, ma se Dio è così complicato non saprei che immagine venga fuori.

  7. #7
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Sarebbe più sensato dire che Dio è l'immagine dell'uomo e non viceversa.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  8. #8
    Opinionista L'avatar di esterno
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Sarebbe più sensato dire che Dio è l'immagine dell'uomo e non viceversa.



    Hai ragione e pensa che quando lo ipotizzo' Feurbach... i fanatici della croce lo bollalorono come l' incarnazione di Belzebu' , degno di essere "Abrusiado" vivo !!

  9. #9
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Sarebbe più sensato dire che Dio è l'immagine dell'uomo e non viceversa.
    Eppure la Genesi ci rivela questo:

    E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza...

    Dio creò l'uomo a sua immagine;
    a immagine di Dio lo creò;
    maschio e femmina li creò.» (Gen 1, 26-27)

    Liberi. Come Lui. Dotati di discernimento. Come Lui. Fatti per amare. Come Lui.

    Che cosa rende indivisi l’uomo e la donna allo stesso modo di Dio, anche se in forma analogica? L’Amore! L’Amore è anche un affetto, è anche un sentimento, è anche un’emozione, o meglio questi sono caratteri che rivelano l’Amore perché, soprattutto, esso è quella pasta che forma il corpo umano. Il corpo umano è esattamente la materia dell’Amore, dove le due Persone vanno a fondersi nell’indivisa unità dell’essere umano. L’Amore, come lo Spirito Santo, è nell’uomo una condizione, uno status, una missione, un habitat, perché è l’unità cioè il fondersi stesso dell’uomo e della donna. È l’Amore che giustifica l’esistenza dell’uomo, è l’Amore che è il senso ultimo, profondo e radicale dell’essere umano. Esso è testimone perenne ed eterno che l’uomo e la donna non sono due persone diverse, ma un unico e indiviso essere e come Dio è Amore (e proprio l’Amore lo fonda nella Sua unità e trinità, così l’uomo è Amore e l’essenza e la natura dell’Amore sono le Persone stesse che amandosi formano una carne sola, cioè un unico individuo umano. Ecco, questo è Dio come immagine e somiglianza.

    Ripetiamo allora il testo di Genesi: «Quando Dio creò l’uomo, lo fece simile a sé. Lo creò maschio e femmina, li benedisse, e quando furono creati pose loro il nome di “Uomo”». Così il Nome della Persona-maschio e della Persona-femmina mentre si amano è Uomo, Uomo come il nome proprio di Pietro è Pietro. Questo Uomo è analogicamente Dio stesso. E Gesù lo conferma contro tutta la tradizione ebraica: «Così non sono più due, ma una carne sola e l’uomo non separi quello che Dio ha congiunto» (Mt 19,6). In sintesi: Dio sta alla sua natura una e trina come l' Uomo sta alla sua natura maschile e femminile, questo dice la Bibbia.
    amate i vostri nemici

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    -- Eppure la Genesi ci rivela questo: E Dio disse: «Facciamo... maschio e femmina li creò -


    Curioso... come si vuol girare e rigirare la frittata a secondo della convenienza.

    Il primo racconto della Genesi (quello inserito DOPO l' ultimo esilio babilonese) è stato totalmente ignorato dal primo dottrinario di questa religione (il Tarso).

    Infatti egli preferiva di gran lunga la rozza edizione dei Kabhiru _ quella che privilegia la storiella del divinVasaio / che si sporca le mani.. per impastare non solo il fantoccio di fango, ma anche tutti gli altri organismi viventi.
    Quelli stessi che, secondo gli illuminati autori, erano non solo completamente a totale disposizione ma altresi' sottomessi Al gioiello della divina-creazione: il peloso bipede !

    Il Tarso rinuncia dunque alla sconfinata potenza della divina "parola"/ appunto quella che avrebbe dato origine "simultanea" alla mitica prima coppia umanoide !

    Infatti come non dimenticare quei celebri passi tarsioti _ atti a "ridimensionare" il ruolo della donna.. alludendo proprio a quei "famosi" passi della rozza Genesi, ovvero quando il divinVasaio l' avrebbe creata per Ultima.. proprio perchè, fra la miriade di animali creati (Gen. 2.19), nessuno era in grado di soddisfare il peloso bipede (Gen. 2.20):

    Ecco i suoi passi celebri:

    - capo della donna è Er Macho ! (1 Cor. 11.3).. poichè
    - l' uomo è gloria dell' Abba' _ ma la "donna" è gloria del Maschione (1 Cor. 11.7).. poichè
    - l' uomo NON viene dalla donna ma viceversa (1 Cor. 11.8).

    E poi come d' abitudine.. si contraddiceva /
    come quella della nuova ispirazione (?) della Galati ove l' autonominatosi "ministro" del futuro diocristiano.. riporta:

    - NON c'è piu' maschio e Femmina Nel (suo) Messia/Cristo Pneumatico (3.28)

    Ah _ quella devastante botta alla testa.......



    Ma ecco che i suoi diligenti allievi sviluppano (in peggio) la sua sgangherata dottrina _ adducendo che la "Donna".. è colei che:

    - fu formato "Dopo" macho-Adam ( 1 Tim. 1.13) - e pertanto..

    semmai Ella intendesse salvarsi (?!) dovrebbe dedicarsi totalmente e umilmente al ruolo di "fattrice" (!): 1 Timoteo 2.15 !!


    Questo è il Baraccone dottrinario del cristianesimo !

    --
    Ultima modifica di esterno; 07-04-2021 alle 15:41

  11. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da esterno Visualizza Messaggio
    Curioso... come si vuol girare e rigirare la frittata a secondo della convenienza.

    Il primo racconto della Genesi (quello inserito DOPO l' ultimo esilio babilonese) è stato totalmente ignorato dal primo dottrinario di questa religione (il Tarso).

    Infatti egli preferiva di gran lunga la rozza edizione dei Kabhiru _ quella che privilegia la storiella del divinVasaio / che si sporca le mani.. per impastare non solo il fantoccio di fango, ma anche tutti gli altri organismi viventi.
    Quelli stessi che, secondo gli illuminati autori, erano non solo completamente a totale disposizione ma altresi' sottomessi Al gioiello della divina-creazione: il peloso bipede !

    Il Tarso rinuncia dunque alla sconfinata potenza della divina "parola"/ appunto quella che avrebbe dato origine "simultanea" alla mitica prima coppia umanoide !

    Infatti come non dimenticare quei celebri passi tarsioti _ atti a "ridimensionare" il ruolo della donna.. alludendo proprio a quei "famosi" passi della rozza Genesi, ovvero quando il divinVasaio l' avrebbe creata per Ultima.. proprio perchè, fra la miriade di animali creati (Gen. 2.19), nessuno era in grado di soddisfare il peloso bipede (Gen. 2.20):

    Ecco i suoi passi celebri:

    - capo della donna è Er Macho ! (1 Cor. 11.3).. poichè
    - l' uomo è gloria dell' Abba' _ ma la "donna" è gloria del Maschione (1 Cor. 11.7).. poichè
    - l' uomo NON viene dalla donna ma viceversa (1 Cor. 11.8).

    E poi come d' abitudine.. si contraddiceva /
    come quella della nuova ispirazione (?) della Galati ove l' autonominatosi "ministro" del futuro diocristiano.. riporta:

    - NON c'è piu' maschio e Femmina Nel (suo) Messia/Cristo Pneumatico (3.28)

    Ah _ quella devastante botta alla testa.......



    Ma ecco che i suoi diligenti allievi sviluppano (in peggio) la sua sgangherata dottrina _ adducendo che la "Donna".. è colei che:

    - fu formato "Dopo" macho-Adam ( 1 Tim. 1.13) - e pertanto..

    semmai Ella intendesse salvarsi (?!) dovrebbe dedicarsi totalmente e umilmente al ruolo di "fattrice" (!): 1 Timoteo 2.15 !!


    Questo è il Baraccone dottrinario del cristianesimo !

    --
    Ho preso spunto dall'autore che così traduce la creazione dell'uomo:

    E Tutta la Divinità disse:
    "Faremo l''adam ( l'umanità)
    nella nostra ombra
    secondo il nostro modo di assimilare.
    E saranno questi a tenere lo scettro
    per i pesci del mare
    e per gli uccelli dei cieli
    e per le bestie che camminano
    e per tutti i rettili che si muovono contraendosi
    sopra la terra"
    E Tutta la Divinità diede forma all'umanità
    nella sua ombra.
    Nell'ombra di Tutta la Divinità le diede forma
    e diede loro forma
    di maschi e di femmine.
    Ecc.

  12. #12
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    Hai ragione, difficile da definire se l'uomo è un po' complicatuccio.

  13. #13
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Per questo la figura di Dio è complicata e assai contradditoria: rispecchia tutte le debolezze e le virtù dell'uomo.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  14. #14
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    III

    I cinque libri non ebbero miglior fortuna del loro autore anche dopo l’occupazione della Terra Promessa.

    Giosuè, luogotenente e successore di Mosè alla guida del popolo ebraico fece il possibile perché diventassero oggetto di un culto superstizioso; garantì prosperità e grazia divina a chi li avesse letti e meditati, e sventure certissime a chi avesse tentato di dimenticarli.

    Poco dopo la morte di Giosuè “ gli israeliti avevano cominciato a fare ciò che è male agli occhi del Signore, e servivano i Baal ( le divinità cananee ); avevano abbandonato il Signore, il Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e seguivano altri Dei “ ( Giudici 2, 11-12).

    Quell’insofferenza per un’autorità paterna ridusse per sei secoli il Dio dei Libri alla stregua dei tanti Dei che Israele assorbiva dalle terre vicine, le quotazione dei quali fluttuavano irregolarmente nella religiosità popolare.

    Il Dio ebbe un suo periodo di miglior gloria ai tempi di re Davide, che non era figlio di re, e quando divenne re sentì il bisogno di sognare un Padre supremo.

    Ma del tutto prevedibilmente il figlio di Davide, Salomone, si lasciò invece attirare volentieri dai culti stranieri ed innalzò, oltre al famoso Tempio, una grande quantità di santuari ad Astarte, al Milkom degli Ammoniti, al Kamos del Moabiti, e all’ipnotico Moloch di Innom, il Dio antipaterno per eccellenza, al quale era consuetudine sacrificare i primogeniti e le primogenite.

    Dei libri di Mosè né Salomone né i re successivi sembravano aver conosciuto granché. Né tantomeno li conosceva il popolo, agli occhi del quale gli ultimi custodi della sapienza mosaica, i profeti, ovvero i mistici, apparivano persone bislacche o un genere particolare di maghi. E quel che sorprende è che anche tra i sacerdoti del Dio si fosse perso, dei libri, persino il ricordo. Il culto che proponevano doveva consistere evidentemente in preghiere, rituali ed offerte: della semplice gestione, cioè d’un sentimento religioso inteso come una sorta di naturale secrezione della coscienza, senza precise teologie, senza specifici precetti, nel quale ciascuno si riteneva libero di immaginarsi il Dio, purché venisse al Tempio ad onorarlo.

    E così fu fino al tempo di re Giosia, che visse nel VII sec. A. C.

  15. #15
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