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Discussione: Storia e religioni

  1. #211
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    la figura di Lutero che soffre e si aggroviglia attorno ad alcuni quesiti come ad esempio sia
    possibile la giustificazione senza la fede sembra un po' più
    una figura romantica al Giovane Werther., che un monaco agostiniano che aveva spaccato l'Europa.
    fai attenzione, perché l'educazione romana ti fa fraintendere;
    la giustificazione per fede per Lutero significa che Dio rende giusto il peccatore istillandogli la fede, e non che giustifichi chi abbia fede nella Legge e relative opere, dato che mai si potrebbe pretendere di essere giusti di fronte a Dio;
    l'uomo non ha alcuna possibilità autonoma in questo senso, e la cosa discende sempre dalla Romani, da cui parte tutto - senza le opere (4,6), senza la legge (3,21), senza le opere della legge (3,28). trovando poi conferma nello stesso Agostino;
    non è una cosa facilissima da capire, perché il punto non sono le conseguenze psicologiche sulla persona, che diventa "buona", non essenzialmente, ma l'accettazione della circostanza che Dio sia Dio e sia intervenuto autonomamente su di noi, indipendentemente da quello che facciamo e sentiamo di giusto o meno, che è pure importante, come conseguenza eventuale, ma non decisivo;
    è una cosa parecchio radicale, che contrasta in modo quasi irresolubile con la nostra mentalità latina; ma tant'è; se si vuole comprendere davvero la questione, di qui bisogna passare.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #212
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    mi pare una sciocchezza; l'attore deve essere bravo, ma a recitare la parte per cui è stato scelto, che non scrive certo lui;
    A parte che tu forse dimentichi le due nature di Gesù come uomo e come Logos, quindi lui sapeva benissimo qual'era la sua parte terrena, e l'ha accettata. Così fanno intendere le scritture, specialmente quando si avvicina la sua ora.
    Poi il Teodramma è il dramma di Dio che si svolge sul teatro del mondo, l'autore, il regista e pure il produttore è Dio stesso.
    Egli, è vero, permette la libertà ( umana ) di agire autonomamente secondo la sua natura, e questo è il vero e massimo mistero della creazione e dell'immediata potenza creativa di Dio, ma quella che viene recitata è la sua opera.
    In questa rappresentazione può esserci una tragica o comica dicotomia fra l'attore ed il ruolo; e ciò genera le commedie e le tragedie della storia del mondo, e le sue farse, di cui oggi noi siamo insieme spettatori ed attori, come è sempre stato.
    Soltanto nel dramma Uomo-Dio c'è identità tra il sublime attore ed il suolo che deve recitare perché voluto ad ogni costo, o se preferisci da sempre.

  3. #213
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    A parte che tu forse dimentichi le due nature di Gesù come uomo e come Logos, quindi lui sapeva benissimo qual'era la sua parte terrena, e l'ha accettata. Così fanno intendere le scritture, specialmente quando si avvicina la sua ora.
    Poi il Teodramma è il dramma di Dio che si svolge sul teatro del mondo, l'autore, il regista e pure il produttore è Dio stesso.
    Egli, è vero, permette la libertà ( umana ) di agire autonomamente secondo la sua natura, e questo è il vero e massimo mistero della creazione e dell'immediata potenza creativa di Dio, ma quella che viene recitata è la sua opera.
    In questa rappresentazione può esserci una tragica o comica dicotomia fra l'attore ed il ruolo; e ciò genera le commedie e le tragedie della storia del mondo, e le sue farse, di cui oggi noi siamo insieme spettatori ed attori, come è sempre stato.
    Soltanto nel dramma Uomo-Dio c'è identità tra il sublime attore ed il suolo che deve recitare perché voluto ad ogni costo, o se preferisci da sempre.
    chi ha scritto sta roba, certamente non tua, e di cui non si capisce l' attinenza, la tesi ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #214
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    Sz

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    fai attenzione, perché l'educazione romana ti fa fraintendere;
    la giustificazione per fede per Lutero significa che Dio rende giusto il peccatore istillandogli la fede, e non che giustifichi chi abbia fede nella Legge e relative opere, dato che mai si potrebbe pretendere di essere giusti di fronte a Dio;
    l'uomo non ha alcuna possibilità autonoma in questo senso, e la cosa discende sempre dalla Romani, da cui parte tutto - senza le opere (4,6), senza la legge (3,21), senza le opere della legge (3,28). trovando poi conferma nello stesso Agostino;
    non è una cosa facilissima da capire, perché il punto non sono le conseguenze psicologiche sulla persona, che diventa "buona", non essenzialmente, ma l'accettazione della circostanza che Dio sia Dio e sia intervenuto autonomamente su di noi, indipendentemente da quello che facciamo e sentiamo di giusto o meno, che è pure importante, come conseguenza eventuale, ma non decisivo;
    è una cosa parecchio radicale, che contrasta in modo quasi irresolubile con la nostra mentalità latina; ma tant'è; se si vuole comprendere davvero la questione, di qui bisogna passare.
    Axe. Scusa che significa che l'educazione romana mi fa fraintendere?
    In materia vi sono educazioni delle varie regioni? Marche, Abruzzo,
    Lucania ecc, ecc.
    Certo la giustificazione per fede, Dio decide chi vuole giustificare,
    l'u0m0 anche se prega 24 ore al giorno non si giustifica da solo.
    E poi, la fede senza le opere é morta. Io ciò non l'ho capito neanche al liceo,
    e ne' comprendo tuttora perché fosse così travagliato e angosciato questo monaco.

    Dunque, secondo lui, Dio ne salva alcuni e ne danna altri che probabilmente non avevano
    alcuna colpa. E questo lo torturava e lo macerava. A trovarsi d'accordo con Paolo d'accordo,
    con Agostino per quante ne aveva combinate, figli sparsi in ogni loco un po' meno.
    Poi arriviamo al libero arbitrio che noi cattolici accettiamo ma i protestanti no. Questa é roba
    dura da studiare di nuovo. Buonanotte.

  5. #215
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    Axe. Scusa che significa che l'educazione romana mi fa fraintendere?
    In materia vi sono educazioni delle varie regioni? Marche, Abruzzo,
    Lucania ecc, ecc.
    intendevo l'educazione in seno all'antropologia cattolica, quindi anche degli atei, agnostici, ecc... cresciuti in ambienti cattolici;
    Certo la giustificazione per fede, Dio decide chi vuole giustificare,
    l'u0m0 anche se prega 24 ore al giorno non si giustifica da solo.
    quindi è Dio a predestinare;
    E poi, la fede senza le opere é morta. Io ciò non l'ho capito neanche al liceo,
    questa è più una nozione cattolica; le opere, eventualmente, sono il risultato della fede;
    e ne' comprendo tuttora perché fosse così travagliato e angosciato questo monaco.

    Dunque, secondo lui, Dio ne salva alcuni e ne danna altri che probabilmente non avevano
    alcuna colpa.
    ma nessuno sa chi e se;
    E questo lo torturava e lo macerava. A trovarsi d'accordo con Paolo d'accordo,
    con Agostino per quante ne aveva combinate, figli sparsi in ogni loco un po' meno.
    la personalità non riguarda le idee;
    Poi arriviamo al libero arbitrio che noi cattolici accettiamo ma i protestanti no. Questa é roba
    dura da studiare di nuovo. Buonanotte.
    non è difficile; se capisci la nozione che l'uomo non si salva da solo, è un automatismo logico, necessario; puoi scegliere di che colore comprare l'auto, ma non se essere giusta; è semplice;

    il difficile è uscire dalla nozione retributiva e negoziale che continua ad educare l'antrotipo cattolico, che ragiona ancora come un pagano, coi precetti, i sacrifici, le quaresime, i fioretti: se farò questo, sarò premiato...
    se leggi i commenti qui, sono pieni di rancore: si vuol vedere Dio che punisce i cattivi, tipo sceriffo, si perora obbedienza ad una legge eteronoma, si giudicano gli altri, si sale sul pulpito, ecc... e si esige il Giudizio;

    Lutero si macerava perché non poteva concepire il Giudizio a fronte della piccolezza umana - una crudeltà - e questo lo induceva a odiare quel dio a cui era stato educato;
    leggendo Paolo e Agostino è giunto alla conclusione opposta, e cioè che il sacrificio di Cristo liberava tutti, per il solo fatto di essere avvenuto, come dichiarazione di amore incondizionato, ma non disponibile per l'uomo, come dottrina elaborata;
    in questo, paradossalmente, ci prende Cono, ma solo perché riporta testi cattolici che, a loro volta, rincorrono la teologia riformata, da molto lontano e con secoli di ritardo;
    è difficile da spiegare a chi non abbia frequentato gli strumenti filosofici adeguati, ma in sostanza quella che per Lutero era la fede in Cristo - ma vale lo stesso per la laica legge morale kantiana - è la rivelazione di una condizione moderna di consapevolezza già sufficiente alla salvezza; cioè, è già di per sé salvezza;

    Il paradiso è qui, ora ! diceva Lutero; ma questo dovrebbe produrre il vero sentimento, quello della Gratitudine che induce a fare il bene, anche se Dio non interviene più, non remunera, perché ha già dato tutto; e nemmeno castiga; un po' come si sente l'innamorato corrisposto;
    laddove il sentimento indotto dalla dottrina della Chiesa era, ed è tuttora, malgrado certi testi, un sentimento negoziale e opportunista: se farò così, otterrò questo... io soffro, ma i cattivi saranno puniti !, mentre per l'antrotipo riformato la virtù - o mancanza di - è il premio di se stessa, o castigo nel privarsene;

    un mio grande amico e socio, mancato 11 anni fa, mi disse una volta: la vera punizione delle teste di cazzo è che, essendo in quel modo, quando stanno male non possono nemmeno percepire l'eventuale solidarietà degli altri, perché non la provano; ecco, lui c'era arrivato da solo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #216
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    chi ha scritto sta roba, certamente non tua, e di cui non si capisce l' attinenza, la tesi ?
    Tu sostieni che l'attore è legato alla parte e deve attenersi a quella, certamente, lo confermo, ma la storia del mondo per chi crede è la storia di Dio, ma anche nostra visto che ne siamo coinvolti; la parte del Figlio è stata recitata alla perfezione e con libertà da parte di Gesù perché l'ha scelto lui, essendo prima che uomo "Logos", come ci fa ben intendere l'inizio del vangelo di Giovanni.
    Non c'è molto da capire: noi siamo comparse, cerchiamo quindi di recitare bene la parte destinata a noi, confortati, per chi crede in Gesù, dalla promessa del Cristo.
    Si, ho preso spunto, come tempo fa quando postai un pezzo del ragionamento di Hans Urs von Balthasar.
    Ma che cambia? Una volta accettati certi ragionamenti si portano avanti fino a prova contraria.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-08-2021 alle 11:50

  7. #217
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    E poi, la fede senza le opere é morta. Io ciò non l'ho capito neanche al liceo,
    Provo a spiegartelo io, ma non so se ti soddisferà.

    Se tu sei portata per dipingere lo puoi intuire ma non ne sarai mai convinta fino a quando non avrai fatto un bel quadro, un quadro che sia proprio ciò che volevi.
    In sostanza l'azione è la santificazione del pensiero che può aver fede ma finché non subentrerà l'azione a conferma sarà latente.
    Per questo il credere senza provarlo ( l'azione, l'opera) è come essere ciechi, sapere di poter vedere ma non vedere, un po' quello che diceva Gesù ai Farisei.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-08-2021 alle 12:01

  8. #218
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    Tu sostieni che l'attore è legato alla parte e deve attenersi a quella, certamente, lo confermo, ma la storia del mondo per chi crede è la storia di Dio, ma anche nostra visto che ne siamo coinvolti; la parte del Figlio è stata recitata alla perfezione e con libertà da parte di Gesù perché l'ha scelto lui, essendo prima che uomo "Logos", come ci fa ben intendere l'inizio del vangelo di Giovanni.
    Non c'è molto da capire: noi siamo comparse, cerchiamo quindi di recitare bene la parte destinata a noi, confortati, per chi crede in Gesù, dalla promessa del Cristo.
    Si, ho preso spunto, come tempo fa quando postai un pezzo del ragionamento di Hans Urs von Balthasar.
    Ma che cambia? Una volta accettati certi ragionamenti si portano avanti fino a prova contraria.
    a me pare che tu citi solo confusamente discorsi che ti sembrano ad orecchio adatti a rispondere, senza capirci nulla, come uno che non conosce le basi della fisica e partecipi a discorsi di ingegneria aero-spaziale pescando su internet pezzi di elaborati scientifici;

    te lo dico perché, avendo frequentato un po' la materia, io stesso faccio una notevole fatica ad allineare con rigore logico certe tesi teologiche, che non sono affatto semplici e presentano innumerevoli interrelazioni;
    a parte la questione metafisica delle prerogative divine, la questione del libero arbitrio, come si è articolata tra protestanti e cattolici, è davvero radicale in termini teologico-filosofici, e presuppone l'acquisizione di nozioni di base molto rigorose;

    è radicale perché non ci sono vie di mezzo, frasi poetiche da tarallucci & vino; l'intervento della Grazia divina prescinde dalla volontà umana, ma la esclude anche, e con essa esclude un senso agli atti umani stessi; non è una nozione facilissima da introiettare per chi sia abituato a pensare da cattolico: faccio questo e sarò giudicato...

    cioè, quelle definizioni paoline, senza la legge, senza le opere...stanno a significare l'esclusione di tutto l'interfaccia umano, pure di quello religioso, a favore dell'insondabile e invisibile intervento divino;
    non è che serva a gran che sbrodolarsi in discorsi cristologici fatti di parole in libertà o intonare mantra/slogan da curva per entrare in quel dibattito, che è tipo partita a scacchi col computer al livello massimo;

    si può anche contestare l'affermazione radicale, ma poi bisogna rispondere del crollo di tutto il resto, della necessità di tutto il resto, per esempio; io te l'avevo buttata sullo scherzo, per semplificare, immaginando un Giuda che si prende i 30 denari e poi indica un pincopalla qualsiasi invece di Gesù;

    anche se non te ne rendi conto, per mancanza di quelle basi, attribuire una rilevanza per la salvezza alle azioni umane, così come ognuno di noi è stato educato a pensare in automatico, significa questionare la necessità di Cristo e della religione stessa; infatti, nella prospettiva di Paolo, il compimento della Legge era l'abolizione di quella religione; ma poi è diventato anche l'abolizione di quella nuova, e di tutte, come sistema organizzato;
    in parole povere, se può essere salvato chiunque, senza la legge, senza le opere - come in effetti dice Paolo - il sacrificio di Cristo viene derubricato a evento accessorio, rimedio di un dio umanizzato e pasticcione che deve intervenire a correggere suoi errori;

    e allora va dato a quell'evento un senso molto diverso da quello inserito nella narrazione tradizionale della Chiesa dottrinaria, con tutta quell'inutile cristologia; e deve, saggiamente, trattarsi di un senso rarefatto al limite del nulla e dell'incomprensibilità, proprio perché più si insiste su un dio immanente che interviene nei fatti umani come Giudice, più la questione diventa una barzelletta;

    si parla di chierici di 5 secoli fa, che a disposizione avevano solo quel mito di fondazione, radicato e popolare, Gesù; quindi usavano quello, e così, legittimamente, come per tutte le altre fedi, fanno i fedeli oggi;

    ma oggi, per spiegare un dio che opera, ti basterebbe chiedere all'atea Vega se torturerebbe un animaletto trovandosi in un isola deserta, sapendo che nessuno la giudicherebbe e la punirebbe; sai perfettamente che non lo farebbe; perché ? perché sì, punto; questa è la fede; e questa è pure la legge morale, l'imperativo categorico di Kant; qualcosa di assolutamente autonomo, che prescinde da diatribe, dal giudizio di ciò che è nel piatto altrui, il pulpito, ecc... la convinzione intima della doverosità di qualcosa che nessuno ti costringe a fare, ma che non avresti nemmeno una convenienza a fare;

    noi invece abbiamo i crocifissi nelle aule dei tribunali, le devozioni para-pagane e i calciatori che si segnano quando entrano in campo
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #219
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    fai attenzione, perché l'educazione romana ti fa fraintendere;
    la giustificazione per fede per Lutero significa che Dio rende giusto il peccatore istillandogli la fede, e non che giustifichi chi abbia fede nella Legge e relative opere, dato che mai si potrebbe pretendere di essere giusti di fronte a Dio;
    l'uomo non ha alcuna possibilità autonoma in questo senso, e la cosa discende sempre dalla Romani, da cui parte tutto - senza le opere (4,6), senza la legge (3,21), senza le opere della legge (3,28). trovando poi conferma nello stesso Agostino;
    non è una cosa facilissima da capire, perché il punto non sono le conseguenze psicologiche sulla persona, che diventa "buona", non essenzialmente, ma l'accettazione della circostanza che Dio sia Dio e sia intervenuto autonomamente su di noi, indipendentemente da quello che facciamo e sentiamo di giusto o meno, che è pure importante, come conseguenza eventuale, ma non decisivo;
    è una cosa parecchio radicale, che contrasta in modo quasi irresolubile con la nostra mentalità latina; ma tant'è; se si vuole comprendere davvero la questione, di qui bisogna passare.
    Come ho accennato, Lutero più che un umanista, mi sembra uscito dalla penna di uno scrittore
    che si occupa di romanzi di formazione, con adolescenti turbati e in balia di loro stessi. Non é
    certamante una figura che aiuta chi soffre di depressione, di solitudine. Qui ci troviamo di fronte a
    un monaco che con le dottrine della fede salvifica senza le opere, e del "servo arbitrio", o dell'uomo
    schiavo del pèccato e redento dalla sola Grazia, viene a negare l'autonomia dell'uomo stesso e a
    instaurare un nuovo cupo misticismo. Siamo molto vicini ai crepuscolare qui.

  10. #220
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    Come ho accennato, Lutero più che un umanista, mi sembra uscito dalla penna di uno scrittore
    che si occupa di romanzi di formazione, con adolescenti turbati e in balia di loro stessi. Non é
    certamante una figura che aiuta chi soffre di depressione, di solitudine. Qui ci troviamo di fronte a
    un monaco che con le dottrine della fede salvifica senza le opere, e del "servo arbitrio", o dell'uomo
    schiavo del pèccato e redento dalla sola Grazia, viene a negare l'autonomia dell'uomo stesso e a
    instaurare un nuovo cupo misticismo. Siamo molto vicini ai crepuscolare qui.
    sembra a te, perché questa descrizione impropria e superficiale è quella diffusa alle nostre latitudini; si sa: i preti sono invidiosi; non avendo esperienza di matrimonio, denigrano Lutero, che si è sposato, e con lui i pastori, senza capire che quello è il vero castigo auto-inflitto

    la realtà logica e teologica di quel discorso è esattamente l'opposto, e cioè la liberazione dall'angoscia del Giudizio dell'autorità; è già scritto, quindi ci si può solo affidare; certo, per entrare in una nuova situazione, che è quella dell'angoscia di chi sia libero, adulto e responsabile, cioè l'uomo nella Modernità, che è andato via dalla casa dei genitori e non deve più sottostare ai loro comandi, ma essere compreso nel suo ruolo a immagine e somiglianza, che per il cattolico è sempre a metà del guado, vigilato dai preti, mai degno di fiducia, come il figlio 30enne che chiede la paghetta ed è obbligato a tornare a casa alle 23, salvo trovare qualche trucco per ingannare i vecchi rincitrulliti;

    predestinazione e servo arbitrio sono evidentemente degli escamotage teologici, i soli cui potesse ricorrere un monaco del XVI° secolo; ma il senso ultimo del tutto è sempre il primato della coscienza sulla legge eteronoma; e cioè quella fede di cui dicevo, che porta ad agire senza convenienze e opportunismi, senza gente che ti dica come devi fare sesso, come vivere e come morire, pretendendo di parlare a nome di Dio.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #221
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    a me pare che tu citi solo confusamente discorsi che ti sembrano ad orecchio adatti a rispondere, senza capirci nulla, come uno che non conosce le basi della fisica e partecipi a discorsi di ingegneria aero-spaziale pescando su internet pezzi di elaborati scientifici;

    te lo dico perché, avendo frequentato un po' la materia, io stesso faccio una notevole fatica ad allineare con rigore logico certe tesi teologiche, che non sono affatto semplici e presentano innumerevoli interrelazioni;
    a parte la questione metafisica delle prerogative divine, la questione del libero arbitrio, come si è articolata tra protestanti e cattolici, è davvero radicale in termini teologico-filosofici, e presuppone l'acquisizione di nozioni di base molto rigorose;

    è radicale perché non ci sono vie di mezzo, frasi poetiche da tarallucci & vino; l'intervento della Grazia divina prescinde dalla volontà umana, ma la esclude anche, e con essa esclude un senso agli atti umani stessi; non è una nozione facilissima da introiettare per chi sia abituato a pensare da cattolico: faccio questo e sarò giudicato...

    cioè, quelle definizioni paoline, senza la legge, senza le opere...stanno a significare l'esclusione di tutto l'interfaccia umano, pure di quello religioso, a favore dell'insondabile e invisibile intervento divino;
    non è che serva a gran che sbrodolarsi in discorsi cristologici fatti di parole in libertà o intonare mantra/slogan da curva per entrare in quel dibattito, che è tipo partita a scacchi col computer al livello massimo;

    si può anche contestare l'affermazione radicale, ma poi bisogna rispondere del crollo di tutto il resto, della necessità di tutto il resto, per esempio; io te l'avevo buttata sullo scherzo, per semplificare, immaginando un Giuda che si prende i 30 denari e poi indica un pincopalla qualsiasi invece di Gesù;

    anche se non te ne rendi conto, per mancanza di quelle basi, attribuire una rilevanza per la salvezza alle azioni umane, così come ognuno di noi è stato educato a pensare in automatico, significa questionare la necessità di Cristo e della religione stessa; infatti, nella prospettiva di Paolo, il compimento della Legge era l'abolizione di quella religione; ma poi è diventato anche l'abolizione di quella nuova, e di tutte, come sistema organizzato;
    in parole povere, se può essere salvato chiunque, senza la legge, senza le opere - come in effetti dice Paolo - il sacrificio di Cristo viene derubricato a evento accessorio, rimedio di un dio umanizzato e pasticcione che deve intervenire a correggere suoi errori;

    e allora va dato a quell'evento un senso molto diverso da quello inserito nella narrazione tradizionale della Chiesa dottrinaria, con tutta quell'inutile cristologia; e deve, saggiamente, trattarsi di un senso rarefatto al limite del nulla e dell'incomprensibilità, proprio perché più si insiste su un dio immanente che interviene nei fatti umani come Giudice, più la questione diventa una barzelletta;

    si parla di chierici di 5 secoli fa, che a disposizione avevano solo quel mito di fondazione, radicato e popolare, Gesù; quindi usavano quello, e così, legittimamente, come per tutte le altre fedi, fanno i fedeli oggi;

    ma oggi, per spiegare un dio che opera, ti basterebbe chiedere all'atea Vega se torturerebbe un animaletto trovandosi in un isola deserta, sapendo che nessuno la giudicherebbe e la punirebbe; sai perfettamente che non lo farebbe; perché ? perché sì, punto; questa è la fede; e questa è pure la legge morale, l'imperativo categorico di Kant; qualcosa di assolutamente autonomo, che prescinde da diatribe, dal giudizio di ciò che è nel piatto altrui, il pulpito, ecc... la convinzione intima della doverosità di qualcosa che nessuno ti costringe a fare, ma che non avresti nemmeno una convenienza a fare;

    noi invece abbiamo i crocifissi nelle aule dei tribunali, le devozioni para-pagane e i calciatori che si segnano quando entrano in campo
    A me sembra che quello che non capisca sei tu dato che rifai sempre lo stesso discorso sul libero arbitrio quando anche la neuropsichiatria si arrende di fronte alla coscienza perché non sa a cosa serve. Tu e la tua cerchia parlate di libero arbitrio'
    Bene, allora ditemi la coscienza? che dovrebbe essere quella che permette di avere il libero arbitrio.
    Ormai si sa che per circa l'80% svolgiamo normalmente azioni senza l'intervento diretto del cervello, come lo fanno anche gli animali, nostri simili; la nostra testa grossa ed anche dura come la tua è solo per non dimenticare le esperienze, tanti ed intensi ricordi che lo scarafaggio di Kafka non poteva certo avere.
    Dopo che mi avrai spiegato cosa cosa sia la coscienza che è quella necessaria per ottenere il libero arbitrio potremmo poi definire insieme che cosa sia il tempo, caro amico fisico e metafisico.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-08-2021 alle 18:41

  12. #222
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    A me sembra che quello che non capisca sei tu dato che rifai sempre lo stesso discorso sul libero arbitrio quando anche la neuropsichiatria si arrende di fronte alla coscienza perché non sa a cosa serve. Tu e la tua cerchia parlate di libero arbitrio'
    Bene, allora ditemi la coscienza? che dovrebbe essere quella che permette di avere il libero arbitrio.
    Ormai si sa che per circa l'80% svolgiamo normalmente azioni senza l'intervento diretto del cervello, come lo fanno anche gli animali, nostri simili; la nostra testa grossa ed anche dura come la tua è solo per non dimenticare le esperienze, tanti ed intensi ricordi che lo scarafaggio di Kafka non poteva certo avere.
    Dopo che mi avrai spiegato cosa cosa sia la coscienza che è quella necessaria per ottenere il libero arbitrio potremmo poi definire insieme che cosa sia il tempo, caro amico fisico e metafisico.
    tu confondi la conoscenza scientifica coi postulati teologici; sono due campi diversi;

    io qui ho solo commentato - riportando quello che si studia a scuola - una questione teologica;
    che minchia c'entra la neuropsichiatria ?
    semmai, quella va chiamata in causa a proposito della tua incapacità di seguire il filo logico di una discussione, per buttarla in vacca ogni volta

    per me la questione è semplicissima:
    i preti cattolici, nel Catechismo, hanno ammesso di non sapere come si origina il Male; e quindi si sono arresi;

    il vero problema per loro è che senza libero arbitrio non possono comandare, perché Dio interviene direttamente sulle persone; e così tutti i predicatori non possono sentirsi migliori degli altri dispensando buoni consigli dal pulpito; è gente che perde potere e gli rode; semplicissimo;
    e la cosa disturba pure i predicatori da forum, che restano senza piedistallo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #223
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    s

    predestinazione e servo arbitrio sono evidentemente degli escamotage teologici, i soli cui potesse ricorrere un monaco del XVI° secolo; ma il senso ultimo del tutto è sempre il primato della coscienza sulla legge eteronoma; e cioè quella fede di cui dicevo, che porta ad agire senza convenienze e opportunismi, senza gente che ti dica come devi fare sesso, come vivere e come morire, pretendendo di parlare a nome di Dio.
    Allora sei proprio fissato; chi ti dice che a far del bene non si provi piacere?
    E' "L'oggi è già qui" di Gesù; perché aspettare dopo di essere premiati quando sei già nella parte, quella parte che in se stessa ti premia ma soprattutto ti dà soddisfazione.
    Io non so dove tu veda questo inchiodante aspettarsi il premio quando faccio il bene e un calcio nel sedere quando faccio il male.

  14. #224
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    che minchia c'entra la neuropsichiatria ?
    semmai, quella va chiamata in causa a proposito della tua incapacità di seguire il filo logico di una discussione, per buttarla in vacca ogni volta

    .
    Non avrai per caso la coda di paglia caro axe?
    La neuropsichiatria riguarda il settore che studia il cervello con annessi e connessi, non l'ho mica aperto per te quel reparto.
    L'ho appuntato per ricordare proprio chi fa gli studi sul cervello, possibilmente sano

  15. #225
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Allora sei proprio fissato; chi ti dice che a far del bene non si provi piacere?
    E' "L'oggi è già qui" di Gesù; perché aspettare dopo di essere premiati quando sei già nella parte, quella parte che in se stessa ti premia ma soprattutto ti dà soddisfazione.
    Io non so dove tu veda questo inchiodante aspettarsi il premio quando faccio il bene e un calcio nel sedere quando faccio il male.
    non è che lo vedo io; sei tu che il giorno in cui in 4° superiore hanno spiegato la Riforma avevi l'influenza
    hai presente la vendita delle indulgenze ? da lì è partito tutto, perché il monaco crucco ha cominciato a chiedersi: ma come possono i preti perdonare ? non sono mica Dio !
    poi è andata come è andata; quello non ha inteso seghe e ha smantellato tutto, mattone per mattone; e non è un caso che i riformati abbiano abolito sia la confessione, sia il clero stesso, nel senso di sacerdozio-consacrazione, per l'apostolato universale, donne incluse;

    tu continui a meravigliarti e obiettare, come se si trattasse di idee balzane mie, anziché della rivoluzione religiosa più potente della storia, che ha avuto un prologo millenario e 5 secoli di dibattito e un secolo e mezzo di guerre;
    e la cosa buffa è che non ti rendi conto di essere immerso in quella stessa contraddizione quando Cono ti bacchetta per come hai deciso della tua vita famigliare, confessando l'impotenza della sua dottrina;
    il problema tuo è che non ti rendi conto dell'interdipendenza di tutti i postulati che costituiscono le rispettive narrazioni religiose; non è che puoi prendere un pezzo da una, uno dall'altra; non funziona; o meglio, puoi fare quel che ti pare, ma fa ridere e basta.
    c'� del lardo in Garfagnana

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