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Discussione: Senescĕre

  1. #1
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    Senescĕre



    Senescenza e invecchiamento non sono sinonimi: la senescenza è connessa con il periodo più tardivo dell’invecchiamento, corrisponde alla vecchiaia o senilità.


    La senescenza si conclude con la morte.


    Ci sono persone che cercano di contrastare i segni del tempo che passa con massaggi, creme, lifting, altre, invece, accettano il cambiamento fisico come un evento naturale.


    Il filosofo della politica e giurista Norberto Bobbio, morto nel 2004 all’età di 95 anni, in una intervista al quotidiano “Il Tempo” nel 1996 disse: “Alla mia età si vive un penoso momento esistenziale: ci si rende conto di aver poco tempo per fare le cose che si vorrebbe, e si è consapevoli d’essere ormai incapaci di farle in fretta. Il vecchio è consegnato al tempo lento. La memoria può mantenersi sveglia, ma la velocità di connessione procede al piccolo trotto”.


    Nel suo libro “De senectute” dice che la vecchiaia non è bella, non conduce alla saggezza, e i ricordi servono per ricostruire la trama della propria vita.


    Nella nostra storia letteraria ci sono testi retorici per esaltare la virtù e la piacevolezza della vecchiaia, come il “De senectute” di Cicerone, scritto nel 44 a. C. all’età di 62 anni, e l’Elogio della vecchiaia, scritto da Paolo Mantegazza alla fine del XIX secolo. Tali libri fanno l’apologia della vecchiaia, la sdrammatizzazione della morte. Questa è considerata da Cicerone secondo il modulo classico del disprezzo della morte.


    La vecchiaia è diventata un problema sociale, non solo perché è aumentato il numero dei vecchi, ma anche perché è aumentato il numero degli anni che si vivono da vecchi.Comunque il Covid sta aiutando l’INPS ed altri enti previdenziali.


    Si dice che la vecchiaia non è drammatica ma purtroppo dura poco. Non la pensano così i vecchi malati, non autosufficienti. Essi, al contrario, credono che la vecchiaia duri troppo tempo.


    Parlando con altri anziani ho capito che chi ha avuto una vita piacevole combatte per non morire, cerca il miglior ospedale, le migliori cure per prolungare la vita. Invece chi ha avuto una vita tribolata ed è malato ha voglia di finirla al più presto. Per curarsi gli va bene qualsiasi ospedale e qualsiasi cura, non pretende l’accanimento terapeutico.


    Il vecchio soddisfatto di sé e il vecchio disperato sono due atteggiamenti estremi, entro i quali ci sono altri modi di vivere la vecchiaia: l’accettazione passiva, la rassegnazione, l’indifferenza, l’ostinazione a non voler vedere le proprie rughe, l’indebolimento fisico; o, al contrario, il distacco dai problemi quotidiani, il raccoglimento nella riflessione o nella preghiera.


    La vecchiaia non è scissa dal resto della vita precedente: è la continuazione della vita precedente, dell’adolescenza, la giovinezza, la maturità. C’è il vecchio sereno e quello mesto, il soddisfatto giunto tranquillamente alla fine della vita, l’inquieto che ricorda i suoi sbagli; chi assapora la propria vittoria e chi non riesce a cancellare dalla memoria le proprie sconfitte.


    La dimensione in cui vive il vecchio è il passato. Il tempo del futuro è per lui troppo breve perché si preoccupi di ciò che avverrà.


    Nella rimembranza il vecchio che non ha malattie cerebrali ritrova sé stesso, la sua identità, nonostante i molti anni trascorsi, le tante vicende vissute. Nel ripercorrere i luoghi della memoria ti si affollano attorno i morti, le persone che hai conosciuto o amato e non ci sono più.

  2. #2
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    “Laudator temporis acti se puero” (= lodatore del tempo passato quando egli era fanciullo) scrisse Orazio nell’Ars poetica (173).
    Scrisse la frase pensando alle persone anziane che, non potendo far rivivere gli anni passati, vi ritornano volentieri con la memoria.

    Vi segnalo il libro di Francesco Stoppa: “Le età del desiderio. Adolescenza e vecchiaia nella società dell’eterna giovinezza”; edit. Feltrinelli.

    L’adolescenza e la vecchiaia sono passaggi cruciali nell’arte di stare al mondo: arte di crescere in un caso, di tramontare nell’altro.

    Sono le età in cui maturare un nuovo sentimento delle cose e dire di sì alla vita, e questo ne fa le età del desiderio. Eppure il mondo adulto, ossessionato dal bisogno di certezze e poco propenso a concepire il proprio tramonto, finisce in fondo per emarginarle.

    Nel post precedente ho citato Paolo Mantegazza e il suo libro “Elogio della vecchiaia”. Questo autore si liberava dal pensiero della morte con uno sbrigativo “Basta non pensarci”. Perché farsi tormentare dal pensiero della morte ?”

    Un noto imprenditore bresciano, Bruno Dall'Olio, bravo poeta nel tempo libero, scrisse questo testo titolato “Voli di fantasie”:

    “Resiste la mia vita, sta lì ad ali chiuse- come un gabbiano sazio – a farsi cullare dalle acque agitate degli anni.

    Specchiandomi resto deluso da come mi vedo – e non me ne importa – perché l’io che ho dentro è un’altra cosa.

    Ogni ragazza che passa sparge il suo fuoco – ed io ne vengo scottato.

    Tante cose alla mia età fanno ancora gola – compreso l’amore – anche se poi non combino niente.

    Non giudicatemi da quel che scrivo – ben altro fui nella vita – e vi racconto brano a brano”.

  3. #3
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    Che ci piaccia o non ci piaccia tutti invecchiamo a meno di morire giovani, quindi la vecchiaia è una delle stagioni della vita che oggi si prolunga sempre di più grazie alla scienza che tendenzialmente mira a sconfiggere la morte e in una sorta di illusione di eterna giovinezza.
    Chi non ha problemi di salute accetta senza timore, chi sta male o pieno di acciacchi no.
    Perchè viviamo sì più a lungo ma sempre piu spesso a farci compagnia grosse disabilità, demenze senili e altre patologie.
    E la disabilità nella vecchiaia spesso vista come un peso per la società.
    Prendersi cura del proprio corpo attraverso creme e ginnastica per cercare d'invecchiare il meglio possibile la vedo come cosa positiva diverso è voler fissare la giovinezza attraverso chirurgie estetiche che spesso trasformano le persone in una sorta di Frankestein.
    Il fatto di cercare il miglior ospedale per curarsi dipende dalle possibilità economiche, secondo me invecchia e muore meglio chi soldi ne ha, rispetto a chi deve attendere le tempistiche del sistema sanitario.
    Riguardo all'accanimento terapeutico lo trovo sbagliato, sono la prima a dire che dovrebbe essere lasciata la scelta al malato quando possibile in grado d'intendere oppure con un testamento, perchè a volte è proprio la famiglia ad avere difficoltà a lasciar andare il malato o l'anziano.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  4. #4
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    Buonasera Lady Hawke, sono d'accordo con la tua opinione sulla vecchiaia e le sue conseguenze.

    Il giornalista Giampaolo Pansa poco tempo prima di morire pubblicò il libro titolato “Vecchi, folli e ribelli. Il piacere della vita nella terza età”: argomenta sugli anziani raccontando alcune storie.

    A Pansa gli fu chiesto se non fosse stato meglio scrivere un libro sui giovani. Egli rispose: “Macché, i giovani si arrangino... Dei giovani non me ne frega niente. Quello che va detto è che gli anziani non hanno più il ruolo di una volta nelle famiglie e allora cercano di ritagliarsi altri spazi. Perché no? Anche perseguendo il piacere o un amore in tarda età. E queste situazioni nessuno le racconta. Con esistenze così lunghe e con una vitalità che dura negli anni, è necessario prendere atto che non è possibile considerare gli anziani come soprammobili”.

    Ed aggiunse: “Vecchiaia, eufemisticamente detta “terza età” o “quarta età”. Affresco desolante di vecchi ossessionati dalla prostata, circuiti dalle badanti, snobbati dai figli, incupiti dall’impoverimento, terrorizzati dalla criminalità, confinati in squallidi bilocali di periferia, che lanciano strali contro gli immigrati, i politici ladri, le banche assassine.
    La vecchiaia riflette soprattutto lo sfacelo fisico.
    Nella “terza età” il piacere è diluito nelle piccole cose quotidiane, come il poter invecchiare insieme alla propria compagna, nelle stanze dove hai vissuto le stagioni più felici, tra i tuoi ricordi, i libri che hai raccolto, i mobili che hai acquistato, i quadri che ti hanno accompagnato”
    .

    Ancora Giampaolo Pansa: “Scrivere mi conferma di essere vivo e mi dà l’illusione di non morire”.


    p. s. Nell'età della vecchiaia sono più "rompiballe" gli uomini o le donne ?

    Stamane al supermercato ho avuto una discussione con una "leggiadra anziana" brontolona che voleva passare avanti nella fila alla cassa.
    Ultima modifica di doxa; 27-04-2021 alle 07:56

  5. #5
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    Tra tutte le affermazioni in merito alla vecchiaia che avete postato, quelle che mi lasciano basita è che gli anziani (sani), nonostante il decadimento fisico, e tutti i legami che nel frattempo si sono creati nella migliore delle ipotesi, conservano modi di sentire giovanili: provano attrazione per i corpi giovani, si innamorano (credevo fossero anomali Saba che si innamorò a 80 anni o Pahor che a cento e più anni parla ancora di sesso… ma forse voi me ne potete citare altri), provano invidie e gelosie… voglio dire, quindi, che non è che con l’età si raggiunga la tanto temuta/ambita pace dei sensi ed il giusto distacco nei confronti delle cose del mondo, soprattutto le passioni… ecco, questo mi delude, perché vorrei che la vecchiaia fosse “portata” , se non vissuta, con decoro e magari saggezza.

    E’ solo uno stereotipo il mio?

  6. #6
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    Tra tutte le affermazioni in merito alla vecchiaia che avete postato, quelle che mi lasciano basita è che gli anziani (sani), nonostante il decadimento fisico, e tutti i legami che nel frattempo si sono creati nella migliore delle ipotesi, conservano modi di sentire giovanili: provano attrazione per i corpi giovani, si innamorano (credevo fossero anomali Saba che si innamorò a 80 anni o Pahor che a cento e più anni parla ancora di sesso… ma forse voi me ne potete citare altri), provano invidie e gelosie… voglio dire, quindi, che non è che con l’età si raggiunga la tanto temuta/ambita pace dei sensi ed il giusto distacco nei confronti delle cose del mondo, soprattutto le passioni… ecco, questo mi delude, perché vorrei che la vecchiaia fosse “portata” , se non vissuta, con decoro e magari saggezza.

    E’ solo uno stereotipo il mio?
    la bellezza è anche consolazione, quindi non finisce l'attrazione e non smette lo sguardo di posarsi su quello che può far gioire l'animo e farci sentire meglio, certo ci vuole il contegno nei modi ma per averlo occorre starci ancora con la testa


    La possibilità di innamorarsi fortunatamente non ha scadenze
    Ultima modifica di Breakthru; 27-04-2021 alle 09:17

  7. #7
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    la bellezza è anche consolazione, quindi non finisce l'attrazione e non smette lo sguardo di posarsi su quello che può far gioire l'animo e farci sentire meglio, certo ci vuole il contegno nei modi ma per averlo occorre starci ancora con la testa


    La possibilità di innamorarsi fortunatamente non ha scadenze
    ps. io trovo oggi bellissimi certi ventenni che a ventanni non avrei considerato

  8. #8
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    Buongiorno Folle, bisogna distinguere…

    Il desiderio sessuale, il piacere estetico che si riceve nel guardare l’immagine corporea giovanile sono presenti anche a 80 anni ed oltre.

    Ma a quell’età di solito non c’è corrispondenza tra pensiero e azione e si rimane al “vorrei ma non posso”, non ci riesco

    Hai scritto
    vorrei che la vecchiaia fosse “portata” , se non vissuta, con decoro e magari saggezza.
    La sobrietà ? Va bene ! Ma questa non impedisce di amare. Nella tarda età una nuova relazione amorosa è meno idealizzata, più realistica, ma sempre bella ! E’ un'esperienza rinvigorente, un elisir di benessere che allontana la percezione della vecchiaia intesa come decadimento, perdita e fine.

    Mentre ti scrivo penso al film del 2019 “I migliori anni della nostra vita”, diretto dal regista Claude Lelouch, con Jean Louis Trintignant, Anouk Aimée e la partecipazione di Monica Bellucci.



    Lo straordinario film è un immaginario seguito dei due protagonisti del film del 1966 “Un uomo, una donna”, con Jean-Louis (nel ruolo di pilota automobilistico) ed Anouk Aimée (nel ruolo di giovane segretaria di edizione, rimasta vedova).

    Cinquant’anni dopo l’ex pilota di corse automobilistiche vive in una casa di cura con gravi problemi di memoria, con momenti di lucidità, mentre Anne gestisce un negozio ed è mamma e nonna a tempo pieno.

    Per aiutare moralmente il padre, il figlio di Jean-Louis cerca Anne (la donna che l’anziano uomo, scorbutico e solitario, ha amato e perduta, senza una ragione particolare, ma della quale parla spesso con rimpianto) e la convince ad andare a trovare il suo vecchio amore Jean, sperando che l’incontro lo aiuti a migliorare Il suo stato di salute.

    Anne va da Jean, i due s’incontrano, lui sembra non riconoscerla, ma resta colpito dalla voce, dallo sguardo, dalla dolcezza della donna.

    Dopo quell’incontro , Anne torna a trovare Jean, che in qualche frangente riesce a riconoscerla, e così i due ripercorrono la loro storia fatta di ricordi, vicini come allora, complici di quel sentimento che sfida il tabu sociale di due anziani che sanno guardarsi e parlarsi d’amore.

    Nel film “Les plus belles années d'une vie” l’attrice Monica Bellucci nel film interpreta la figlia di Jean-Louis, che aiuta il padre a ricordargli la vita perché lui ha perso la memoria o fa finta di non averla.



    Nel film le immagini del passato e del presente si combinano, in un vivace avanti e indietro con la pellicola del 1966 di cui si vedono volti e luoghi in epoche diverse: la stanza d’hotel del loro primo incontro, la spiaggia su cui hanno passeggiato, la corsa in macchina. Possiamo seguire i segni che il tempo ha lasciato sui protagonisti, interrogarsi su cosa sia loro accaduto nel frattempo.

    E’ un film sentimentale, romantico, nostalgico. Quando Anouk e Jean Louis si guardano non c'è solo l'emozione ma la passione e la voglia di piacersi.

    C'è un grande tabu sociale su questo. Ci si invecchia e per la società non esisti più dal punto di vista dell'amore, invece i sentimenti ci sono sempre.

    L'amore è l'arte del presente.

    L’amore contro la morte, nella consapevolezza che il primo soccombe. Prima, però, è ancora in grado di farci sentire la sua forza.
    Ultima modifica di doxa; 27-04-2021 alle 10:54

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Tra tutte le affermazioni in merito alla vecchiaia che avete postato, quelle che mi lasciano basita è che gli anziani (sani), nonostante il decadimento fisico, e tutti i legami che nel frattempo si sono creati nella migliore delle ipotesi, conservano modi di sentire giovanili: provano attrazione per i corpi giovani, si innamorano (credevo fossero anomali Saba che si innamorò a 80 anni o Pahor che a cento e più anni parla ancora di sesso… ma forse voi me ne potete citare altri), provano invidie e gelosie… voglio dire, quindi, che non è che con l’età si raggiunga la tanto temuta/ambita pace dei sensi ed il giusto distacco nei confronti delle cose del mondo, soprattutto le passioni… ecco, questo mi delude, perché vorrei che la vecchiaia fosse “portata” , se non vissuta, con decoro e magari saggezza.

    E’ solo uno stereotipo il mio?
    Se per questo, dice si ritorni anche bambini!

    Complice a volte un certo degenero con l'avanzare dell'età, son possibili un pò di fissazioni, amorose e non. Non che un anziano non abbia più nulla dentro, non debba pensare a sè stesso e ciò desidera e che, se solo, non debba trovare compagnia di sesso opposto, però a volte un pò di lucidità va a farsi benedire.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  10. #10
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    Propongo alla vostra lettura un piacevole articolo della professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica al San Raffaele Resnati di Milano.

    Il titolo dell'articolo è "Dirsi addio con un sospiro" e riguarda l'ultima tappa della vita di un cavallo campione di corse.

    «Preparalo, come per un concorso». O’Dooley, vecchio e malato, era fuori, nel prato. Aveva la sua coperta, la sua capannetta, ma era infinitamente triste. Ancora di più perché pioveva, quella pioggia malinconica, sottile e uggiosa, che sembrava Irlanda. Ma non era la sua Irlanda, dove era nato e cresciuto, con un’ottima scuola. Perfetto in dressage. Nel prato c’era tanto pantano e faceva freddo. Più di tutto gli mettevano tristezza quelle gambe che non si muovevano quasi più. Ogni passo, una fatica tremenda. E ancora più tristezza gli metteva non lavorare nella scuola e restare solo. Non aveva più il gusto di una volta, a stare nel prato. Una volta gli piaceva, era bello dopo il lavoro. Ora non più. Sì, c’erano altri cavalli negli altri recinti, ma nessuno con cui potersi strofinare e coccolare. Gli occhi erano tristi, quasi assenti. Si rianimavano, e mi sorrideva, quando andavo a trovarlo, ogni giorno in cui andavo al maneggio, e gli portavo zuccherini, mele e carote. Aveva un cuore grande, O’Dooley. Coraggioso, allegro, attento, affettuoso. Con una pazienza misteriosa che era fatta di intuizione, di incoraggiamento e di ascolto: un vero professore, come si dice dei cavalli che hanno cuore e cervello, e un grande passato. Finiti i concorsi, era diventato un cavallo della scuola. Ci siamo piaciuti subito, tanti anni fa, per quei feeling misteriosi che scattano in un secondo, anche con gli animali, e non basta una vita a spiegarsi perché. Intuiva quello che volevo fare, e anche se lo chiedevo in modo impreciso, mi aiutava a farlo sempre meglio. Sapeva rendermi felice dei piccoli progressi, dei dettagli. Da giovane era stato un grande cavallo. Ora gli piaceva insegnare. «Coraggio – mi diceva – riprova!». Mi consolava e mi ridava fiducia. «Dai, riprova…».


    «Preparalo, come per un concorso», dice l’istruttore. Parte lesta la ragazza, va a prendere O’Dooley nel prato, in quel giorno torvo e grigio. Lo lava con dolcezza, lo asciuga, lo striglia bene. Il bel muso baio si riaccende di luce. Lo mette in un box luminoso col truciolo tenero e il fieno profumato e fresco. O’Dooley si guarda intorno, soddisfatto. Gli piacciono tanto quelle cure, quanti bei ricordi… C’è un bel tepore e la luce e gli altri cavalli e i suoni familiari. Il profumo del fieno è ancora più buono. Il cuore è contento, ma le gambe non rispondono più. Con fatica si stende. «Guarda che O’Dooley non è più nel prato, è nel box in fondo», mi dice la ragazza quando la incontro perché lo sto cercando. Mi illudo per un attimo, quando lo vedo. Così pulito, col pelo brillante e lucido, è ringiovanito. E’ ancora così bello, penso. Non può essere il suo ultimo giorno. Il bel muso intelligente mi guarda intenso. E’ sdraiato, ora. Non riesce ad alzarsi. Ha capito. Mi accuccio e gli porgo gli zuccherini, le mele, le carote, il fieno. Intanto lo accarezzo piano piano. E’ lui che mi sorprende, ancora una volta. Pian piano, con gentilezza per non farmi male, lui che è così grande, appoggia la testa sulle mie ginocchia. «Fammi ancora una carezza», sembra mi dica. Lo sguardo è intenso. Risento una dolcezza acquietata e antica. Lascio andare il tempo. Il suo respiro diventa lento e profondo, quasi un sospiro. Si abbandona, con la stessa fiducia, fatta di amore e nostalgia, che ho sentito in mia madre quando mi è morta tra le braccia.


    Mi scorre tra le mani la stessa commozione, mentre sento la tristezza irreparabile di un altro addio. Ha capito. Non sarà un concorso. E’ arrivato il momento di portarlo in clinica. Si alza con fatica, lentamente va verso il trailer. Vanno e vengono i cavalli, in una scuderia dove si fanno tanti concorsi. Chi non è in gara, se ne sta tranquillo nel suo box. Quel giorno esce solo lui. Prima di salire, guarda un’ultima volta la scuderia. E lancia un nitrito, basso e lungo. La voce di O’Dooley, sempre così calma, dice qualcosa di particolare, di speciale. Tutti i cavalli alzano la testa attenti. E nitriscono. Un brivido ci prende. Non succede mai. Tutti gli hanno detto addio, in quel giorno grigio e senza più tempo.


    Addio O’Dooley. Un ultimo zuccherino e una sedazione serena, senza più dolore. Penso che tutti dovremmo morire così, accompagnati, con una carezza dolce e un sospiro. Non soli e disperati nelle rianimazioni. Forse dovremmo avere le stanze affettuose degli addii, anche negli ospedali. Come a casa, per chiudere gli occhi abbracciati a chi ci ama. Se Dio esiste, e avrà misericordia, forse mi farà ritrovare anche i dolci cavalli che ho amato, per correre e ridere felici, nelle immense praterie dell’infinito.



  11. #11
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    ps. io trovo oggi bellissimi certi ventenni che a ventanni non avrei considerato
    Va bene che l'amore non ha età, trovare bellissimo un ventenne ci può stare ma perdere la testa a ottantanni per una o un ventenne, per fare un esempio, è discutibile, o comunque dà da pensare se sia realmente amore, che tipo di amore, o si è in cerca solo di colmare vuoti affettivi e solitudine.
    Basta guardare al mondo dei vip, ora non è più prerogativa maschile anche molte signore anziane si accompagnano con uomini molto più giovani, quasi dei nipoti.
    Vedo meglio due persone più vicine d'età e di interessi comuni che si affezionano e per non invecchiare nella solitudine si accompagnano. Altrimenti lo vedo come qualcosa di sbilanciato.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  12. #12
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    "...addetti ai lavori di gran nomea, tipo gli specialisti in utensileria mentale, lo suffragano appieno. Gli uomini più vecchi con le ragazze più giovani ci stanno a pennello, dicono i sapientoni con pizzzetto viennese, perché hanno lo stesso modesto appetito sessuale. Due piccioncini con una fava, ecco.

    Questi parrucconi il cui business è studiare il sesso a tavolino affermano anche che le donne su d'età dovrebbero sposare preferibilmente uomini che a fatica consumano un rasoio usa e getta alla terza volta che si radono. Entrambi i partiti, stagionate vs imberbi, hanno appetiti sessuali di gran lunga più voraci, insistono.(...)

    il sistema con cui questi addetti ai lavori del sesso sviluppano in diagrammi di saliscendi il futuro di queste coppie è invero molto interessante. quando la giovane donna sposata all'uomo più vecchio diventa lei stessa stagionata, l'uomo col quale si è sposata ha con ogni buona probabilità già tirato le cuoia. Qui siamo davanti, va da sé, ad un matrimonio ideale. Lui dovrebbe poi essere così premuroso da abbandonare l'orbata in gramaglie dentro una montagna di soldi rivestita di smeraldi. Cosicché lei è in grado non solo di affrontare il cannibalico appetito sessuale del giovanotto in agguato che le spetta di diritto ma anche la modesta dote che è tenuta a portarsi in casa una volta sposatolo al fine di fare la felicità, tacitandoli, di tutti questi chiacchieroni buoni a nulla che spacciano psicologia all'ingrosso."


    Come accalappiare un uomo, come tenerselo stretto e come scaricarlo
    Zsa Zsa Gábor,Aldo Busi

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Va bene che l'amore non ha età, trovare bellissimo un ventenne ci può stare ma perdere la testa a ottantanni per una o un ventenne, per fare un esempio, è discutibile, o comunque dà da pensare se sia realmente amore, che tipo di amore, o si è in cerca solo di colmare vuoti affettivi e solitudine.
    Basta guardare al mondo dei vip, ora non è più prerogativa maschile anche molte signore anziane si accompagnano con uomini molto più giovani, quasi dei nipoti.
    Vedo meglio due persone più vicine d'età e di interessi comuni che si affezionano e per non invecchiare nella solitudine si accompagnano. Altrimenti lo vedo come qualcosa di sbilanciato.

    La mia idea é che la gioventù é bella, che fa bene agli occhi e te ne accorgi maggiormente con il passare degli anni

  14. #14
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    Certo la gioventù è bella a poter tornare a vent'anni, ma francamente io a 58 non mi sento affatto attratta, per quanto bello e gnocco, da un ragazzo di vent'anni.

    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    "...addetti ai lavori di gran nomea, tipo gli specialisti in utensileria mentale, lo suffragano appieno. Gli uomini più vecchi con le ragazze più giovani ci stanno a pennello, dicono i sapientoni con pizzzetto viennese, perché hanno lo stesso modesto appetito sessuale. Due piccioncini con una fava, ecco.

    Questi parrucconi il cui business è studiare il sesso a tavolino affermano anche che le donne su d'età dovrebbero sposare preferibilmente uomini che a fatica consumano un rasoio usa e getta alla terza volta che si radono. Entrambi i partiti, stagionate vs imberbi, hanno appetiti sessuali di gran lunga più voraci, insistono.(...)

    il sistema con cui questi addetti ai lavori del sesso sviluppano in diagrammi di saliscendi il futuro di queste coppie è invero molto interessante. quando la giovane donna sposata all'uomo più vecchio diventa lei stessa stagionata, l'uomo col quale si è sposata ha con ogni buona probabilità già tirato le cuoia. Qui siamo davanti, va da sé, ad un matrimonio ideale. Lui dovrebbe poi essere così premuroso da abbandonare l'orbata in gramaglie dentro una montagna di soldi rivestita di smeraldi. Cosicché lei è in grado non solo di affrontare il cannibalico appetito sessuale del giovanotto in agguato che le spetta di diritto ma anche la modesta dote che è tenuta a portarsi in casa una volta sposatolo al fine di fare la felicità, tacitandoli, di tutti questi chiacchieroni buoni a nulla che spacciano psicologia all'ingrosso."


    Come accalappiare un uomo, come tenerselo stretto e come scaricarlo
    Zsa Zsa Gábor,Aldo Busi
    Appunto " una montagna di soldi rivestita di smeraldi...." vorrei vedere io chi se lo piglia, intendo una ventenne, il vecchietto con pensione minima e senza un euro sul conto in banca.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Certo la gioventù è bella a poter tornare a vent'anni, ma francamente io a 58 non mi sento affatto attratta, per quanto bello e gnocco, da un ragazzo di .
    Non é questione di sola attrazione sensuale ma di gioia degli occhi che rincuora lo spirito


    Ho passato molto tempo, anni, ad assistere mio padre in ospedale quello che ho visto é sguardi che si rasserenano all'arrivo dei/delle giovani infermieri/ere o dottori/ dottoresse. Talvolta una subitanea ricerca di una compostezza nel dolore, a volte un sorriso, una battuta scherzosa
    Ultima modifica di Breakthru; 27-04-2021 alle 20:23

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