E io che credevo invece che ad una certa età la battaglia fosse finita: non vorrei ritrovarmi a 80 anni (se ci arriverò) a sbavare dietro un ventenne, a sentire il batticuore quando lo vedo, a lasciarmi trasportare da passioni travolgenti come quelle che provo (ho provato). No, no, grazie, preferisco di gran lunga la tranquillità.
Un’altra cosa è la contemplazione estetica in assenza di appetiti sessuali.
Ed un altro tipo di affetto, invece auspicabile, quello descritto nel libro di Kent Haruf "Le nostre anime di notte", da cui è stato tratto anche un film con interpreti fascinosi( e che avevo rimosso): due anziani soli, vicini di casa, imparano a farsi compagnia ed a volersi bene, tra lo sconcerto generale.
"Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me.
Cosa? In che senso?
Nel senso che siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro per troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare. (…)
Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire.
Le notti sono la cosa peggiore non trovi?"