Ma infatti, troppe aspettative, dovrebbero vietarli alle giuovani !!! Meno male che adesso vengono su a serie tv ciniche e dissacranti
Ma infatti, troppe aspettative, dovrebbero vietarli alle giuovani !!! Meno male che adesso vengono su a serie tv ciniche e dissacranti
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Io non leggo romanzi rosa , guardo invece alle differenti epoche di età, coppie giovani e coppie invece mature e che stanno insieme da tanti anni.
Se fin da giovani, fin dall'inizio non dialoghi, non condividi, non discuti su cose che non vanno bene il rischio di scoppiare è alto, di allontanarsi se non addirittura lasciarsi, perchè lo dico? Perchè conosco una giovane coppia sull'orlo.
Mano a mano che l'età avanza discuti ugualmente, ti scontri ma senti anche meno il bisogno di condividere tutto.
Poi ci sono, non metto in dubbio, anche quelle coppie che trovano il loro equilibrio facendo ognuno i fatti loro, andando in vacanza ognuno per fatti loro, magari addirittura dormendo ognuno per fatti loro e pur dicendo di provare affetto reciproco, non metto in dubbio, meno parlano tra loro meglio è.
E magari funziona benissimo così.
Conosco una coppia con figlia che addirittura vivono per settimane, a volte mesi separati, per scelta lavorativa di lui, non è che lei sia molto felice di questo, si adatta perchè ha una figlia in comune e probabilmente a modo loro si ameranno anche, di fatto a crescere la figlia è lei e non la vedo proprio così tanto felice.Poi ognuno sa di casa sua.
Altra coppia, questa sposata di cui conosco solo lei , per anni e anni non condividevano neanche la tavola a pranzo insieme, ognuno portava avanti la propria esistenza, mal si sopportavano, quindi per evitare scontri evitavano anche di dialogare, finchè lei scopre che lui si è costruito un'altra vita con un'altra donna, addirittura comprato casa nuova( hanno la separazione dei beni) e lui l'ha messa di fronte alla richiesta di divorzio. Nel frattempo si era costruito un'altra esistenza fuori, in casa (hanno anche questi un figlio ormai grande) erano coniugi , per il figlio, nonostante lei volesse e pensasse di separarsi è stata comunque una botta, una doccia fredda.
L'allontanamento è iniziato, a mio parere, quando hanno smesso di parlarsi, discutere anche.
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
beh, certo; come puntualizza nahui, anche scherzando, dipende dalle aspettative;
se penso alle coppie di un secolo fa - l'età dei miei nonni, mica l'antica Roma - per la maggior parte non esisteva il dialogo; posto che l'uomo "comandava", comandava poco, perché c'era poco da scegliere in vite comunque sacrificatissime;
mah... può darsi;Mano a mano che l'età avanza discuti ugualmente, ti scontri ma senti anche meno il bisogno di condividere tutto.
Poi ci sono, non metto in dubbio, anche quelle coppie che trovano il loro equilibrio facendo ognuno i fatti loro, andando in vacanza ognuno per fatti loro, magari addirittura dormendo ognuno per fatti loro e pur dicendo di provare affetto reciproco, non metto in dubbio, meno parlano tra loro meglio è.
E magari funziona benissimo così.
Conosco una coppia con figlia che addirittura vivono per settimane, a volte mesi separati, per scelta lavorativa di lui, non è che lei sia molto felice di questo, si adatta perchè ha una figlia in comune e probabilmente a modo loro si ameranno anche, di fatto a crescere la figlia è lei e non la vedo proprio così tanto felice.Poi ognuno sa di casa sua.
Altra coppia, questa sposata di cui conosco solo lei , per anni e anni non condividevano neanche la tavola a pranzo insieme, ognuno portava avanti la propria esistenza, mal si sopportavano, quindi per evitare scontri evitavano anche di dialogare, finchè lei scopre che lui si è costruito un'altra vita con un'altra donna, addirittura comprato casa nuova( hanno la separazione dei beni) e lui l'ha messa di fronte alla richiesta di divorzio. Nel frattempo si era costruito un'altra esistenza fuori, in casa (hanno anche questi un figlio ormai grande) erano coniugi , per il figlio, nonostante lei volesse e pensasse di separarsi è stata comunque una botta, una doccia fredda.
L'allontanamento è iniziato, a mio parere, quando hanno smesso di parlarsi, discutere anche.
io faccio proprio un conto della serva: credo che si è giovani molto più a lungo, e carichi di aspettative di rapporti felici in misura enormemente superiore a quanto avveniva anche solo 50 anni fa;
mi ripeto: a volte a finire sono amori con un passato molto bello e intenso; può dispiacere molto e si può soffrire, ma resta una traccia di quella gioia;
altre volte vanno in crisi rapporti nati già in modalità accontentiamoci, godiamo così così, come dice Ligabue - sarà contento Cono, che vado di citazione canora
ora, a 30, 40, ma pure 50 o 60 oramai, e forse anche dopo, non si è tumulati in un loculo; ad alcuni la paura può funzionare da deterrente e zavorrare tra le mura di casa, ma oramai nessuno si sente più animale da soma e rinuncia a sorrisi, carezze, attenzioni quotidiane come fosse un qualcosa di accettabile;
guarda che nahui non ha scritto una battuta quando ha sconsigliato a Cono di promuovere il dialogo:
se una coppia è nata male assortita - cioè, con obiettivi "sociali", famiglia, figli, ecc... condizionati da pressioni esterne, ma con scarsa passione rigeneratrice originaria - l'assenza di confronto è proprio l'elemento che consente di rimuovere questo handicap iniziale e conservare, se questo è ciò che quelle persone vogliono al di sopra di tutto, persino della loro salute nervosa;
secondo me, quando si è arrivati a porsi il problema in termini di "dialogo", è già finita; per le esigenze di oggi della maggior parte delle persone, intendo; non si può misurare la propria quotidianità in una distanza troppo grande tra bisogni, aspettative e realtà;
mi fa pensare a una geniale vignetta di Altan, e qui non abuso della parola geniale; forse potevo dire ellittico, ma in questa circostanza è lo stesso:
due coniugi in tenuta balneare; marito panciuto in shorts e ciabatte: "vuoi mezza scatoletta di tonno ?" moglie: "no, voglio essere in Giamaica, nuda a letto con Kevin Costner"
c'� del lardo in Garfagnana
amate i vostri nemici
C'è quello, che fa indubbiamente più notizia. E c'è quell'altro...
"Non è difficile credere che uno dei motivi della denatalità post lockdown sia stata la crisi dei giovani sposi costretti a fare i conti con i propri sentimenti. Ma la sorpresa sono gli amori maturi, che invece si sono salvati. « Le coppie di lunga data ce l’hanno fatta – dice Mirto – ho avuto numerosi casi di crisi rientrate. E spesso per amore. Ma non posso escludere che per alcune coppie abbia giocato un ruolo pure la crisi economica, la paura di non farcela da soli». Ci sono, racconta l’avvocatessa, tantissime relazioni che entrano in crisi in terza età. « Il pensionamento per molti è uno snodo: ma sono state proprio le unioni mature a resistere » . Coppie da una vita che col lockdown si sono ritrovate: «Hanno riscoperto la solidarietà - dice Vigneri - e un molti casi sono tornate al segreto che le aveva unite. Hanno inventato nuovi riti, goduto dei momenti da condividere. Una rinascita, non sempre senza sofferenza - si può amare con gioia o con dolore ma sicuramente con un sentimento più forte».
https://palermo.repubblica.it/cronac...ani-295411017/
amate i vostri nemici
Mai fermarsi alla prima osteria Cono:
https://www.lastampa.it/cultura/2021...pie-1.39910553
Così il Covid diventa nemico dell’amore e mette in crisi le coppieIl risveglio in differita temporale lascia il posto a un risveglio in stereofonia.
Nessun protagonista della coppia e della famiglia fa colazione prima dell’altro e sgattàiola via verso nuove mete. Dalla pandemia in poi la casa si è fatta ufficio e anche scuola.
Non ci sono più le attese serali, che fanno tanto bene al cuore e al corpo, o un pranzo frugale rubato alla famiglia in una trattoria a metà strada tra l’ufficio di un partner e quello dell’altro. Non c’è un caffè spensierato o peccaminoso con il collega della scrivania accanto o dell’altro ufficio o reparto.
La pandemia ha stravolto tutto e tutti, e ha avuto una catastrofica ricaduta sulle coppie: quelle rodate, quelle meno rodate e quelle che ancora non sono coppie.
L’impatto del coronavirus sulla vita intima, sui baci e sugli abbracci, sulla possibilità di vivere un amore o un’avventura e sulle trasgressioni sessuali, è stato a dir poco devastante.
Le coppie zoppicanti o colleriche, senza la possibilità di prendere aria e aria dal legame d’amore, si sono ritrovate non solo rinchiuse in casa con il partner a volte amato altre volte odiato, ma faccia a faccia a quello che negli anni hanno ignorato o tacitato (la famosa polvere sotto il tappeto).
I rapporti affettivi si sono ritrovati, tutt’un tratto, svestiti di quel mantello di menzogne e mezze verità che, in maniera paradossale, aiuta le coppie ad andare avanti nel tempo come se fossero degli struzzi: con la testa sotto la sabbia del malcelato malcontento. I vecchi litigi e asti, a volte mai risolti altre volte mai affrontati, a causa della reclusione da pandemia, sono venuti allo scoperto.
E alcune situazioni emozionali, le più drammatiche, sono sfociate in un divorzio.
Troppa vicinanza, troppa casa: più tensioni, meno intimità e zero sessualità
L’allarme arriva da ogni parte del pianeta. Nessuna zona del globo sembra essere immune dalla crisi di coppia e dalla scelta del divorzio considerata l’unica soluzione possibile salva-umore e salva-vita emotiva.
Quando, lo scorso anno, in preda al panico e allo sconforto, l’epidemia è stata ribattezzata pandemia, la casa era diventata l’unico luogo sicuro. A distanza di un anno, l’hashtag “io sto a casa”, da mantra che evocava intimità e possibilità di riscoprire antiche passioni e lavori domestici - dal fare il pane o l’uncinetto al portare fuori il cane insieme al partner sino al ritinteggiare le pareti che fanno tanto casa -, è diventato una sorta di maledizione di claustrofobia memoria.
Scienziati e ricercatori hanno iniziato a fantasticare sul baby-boom, sulla possibile impennata delle nascite allo scattare dei nove o più mesi; ma questo eccesso di vicinanza condita da un eccesso di ansia e angoscia generalizzata ha avuto una ricaduta deleteria sull’intimità e, talvolta, sulla sessualità.
A distanza di un anno possiamo affermare con certezza che il calo del desiderio - più correttamente detto desiderio sessuale ipoattivo - si è impadronito delle camere da letto di tante coppie, italiane e non.
Lo smart working non aiuta la sessualità
“Chi non lavora non fa l’amore”, cantava Celentano. Frase decisamente poco calzante se recitata in quarantena, spazio-tempo ormai davvero sin troppo dilatato che sembra obbligarci a scegliere tra la salute e la povertà, e lo smart-working e il calo del desiderio sessuale da usura emotiva ed eccesso di stress. La casa, ancor più il talamo coniugale, è diventata il luogo dell’aggregazione e della confusione, decisamente poco predisponente per la sessualità.
Bambini urlanti chiusi in casa, affamati d’aria e di compagni, altri con il panno e senza nonni, altri ancora con la Dad e senza voglia di studiare. Adolescenti innamorati e senza fidanzata, ragazzi universitari senza università. E per concludere, altri due computer trasformatesi in protesi lavorative. Riunioni online, zoom che ospita il capo e i colleghi, un semplice muro che separa la casa dal lavoro, ma in realtà non separa niente.
Le emozioni che circolano in casa di cui i partner devono in qualche modo occuparsi creano tensione, che nulla ha a che vedere con le emozioni che dovrebbero rappresentare il preludio amoroso per una buona e vibrante sessualità.
Le coppie in pandemia litigano per tutto, in particolar modo per la suddivisione del lavoro in casa, tra gli impegni lavorativi, la cura dei bambini e della casa.
Le donne, che solitamente si occupano di più della casa e dei figli, sono state fagocitate dal dover rimanere in casa e dal dover fare tutto da casa e per la casa, senza più spazio e tempo per loro stesse.
Quando lui è violento
Un capitolo a parte deve essere dedicato alla violenza domestica, in un periodo in cui la coppia deve stare chiusa in casa. La violenza domestica e la convivenza forzata sono due variabili che mal si sposano tra di loro. Una donna (più raramente un uomo) che vive con il suo carnefice e non può andare via per tanti motivi è in costante pericolo di vita.
Quando lui è un uomo violento, un manipolatore, uno stalker, solitamente lei è una donna fragile o resa fragile, una donna che soffre di dipendenza affettiva, che vive tra la profonda devozione e sudditanza psicologica e il desiderio cocente di scappare via il più lontano possibile. In situazioni pre-pandemia la coazione a ripetere, un potente e nefasto meccanismo psichico che muove le fila di molte scelte o non scelte amorose, impediva loro di cambiare e di recidere il legame malsano; in situazioni pandemiche, invece, l’impossibilità di andare altrove prende il posto della coazione a ripetere, e il risultato con cambia.
Dal per sempre al divorzio per Covid
L’emergenza sanitaria con il suo carico di emozioni contrastanti e angosciati ha fatto marcatamente aumentate le richieste di separazione e divorzio a causa della convivenza forzata da pandemia. Ha slatentizzato solitudini e infelicità precedentemente compensate dal lavoro fuori casa, dallo sport e dalla presenza degli amanti o di altro diversivi extra-coppia.
Così, molte coppie hanno deciso di divorziare per tornare alla loro dimensione di individualità pre-legame longevo.
Per far durare una relazione diventa indispensabile alternare una buona dose di presenza con altrettante dosi di assenza e di spazi personali.
Ci sono distanze fisiche da colmare altre da mantenere, per evitare che altre più drammatiche e irreversibili se ne vengano a creare.
https://www.ansa.it/canale_lifestyle...ed1cf23d2.html
Il matrimonio in crisi con il lockdown, +60% di richieste di separazioni
Il covid e il lockdown hanno messo e stanno mettendo a dura prova la tenuta della famiglia italiana. Secondo l'Associazione nazionale divorzisti italiani nel 2020 c'è stato un aumento delle separazioni rispetto al 2019 del 60%.
Di queste il 40% sono per infedeltà coniugale, anche virtuale, il 30% per violenza familiare e il 30% altre cause.
"Sono aumentate tantissimo le richieste di separazione dovute principalmente alla convivenza forzata che è poi la fonte di tutti i problemi principali che ci sono all'interno di una coppia", spiega all'ANSA Matteo Santini, avvocato e presidente dell'Associazione nazionale avvocati divorzisti e direttore scientifico Centro Studi ricerche diritto alla famiglia e minori. "Un conto è condividere i weekend e le sere - continua l'avvocato - un conto è condividere l'intera giornata con tutti i problemi relativi all'emergenza sanitaria: stress sanitario per la malattia, mancanza di lavoro, convivenza con i figli con le difficoltà connesse alla didattica a distanza. Questo comporta un'esplosione emotiva che porta al desiderio di allontanamento e alla richiesta di separazione".
Nel 40% dei casi le coppie si sono sfaldate, secondo gli avvocati, perché con il lockdown è stato più difficile nascondere le doppie vite che i coniugi infedeli conducevano prima della chiusura per Covid.
Numeri leggermente diversi, ma altrettanto drammatici per l'Associazione avvocati matrimonialisti italiani. "La pandemia ha creato l'emergenza familiare non solo quella economica - dice all'ANSA il presidente dell'Ami, l'avvocato Gian Ettore Gassani -. Vivere sotto lo stesso tetto per tanti mesi specialmente per le coppie in crisi ha prodotto situazioni insostenibili ed è evidente che tutte queste tensioni non potevano non comportare un aumento delle separazioni".
Secondo l'Ami nel 2020 ci sono state un 30% in più di richieste di separazioni di cui la metà giudiziali, quindi non consensuali, un aumento del 20% dei femminicidi e un aumento del 70% di violenze all'interno della famiglia. Numeri che parlano da soli.
Un dato che rimane costante nelle statistiche delle separazioni in era covid è la differenza tra il Nord e il Sud Italia. Secondo entrambe le associazioni, le separazioni sono due volte maggiori al Nord rispetto a quello che avviene in Meridione: 450 separazioni ogni mille coppie al Nord e "solo" 200 al Sud (dati Ami).
Infine, un ulteriore aspetto negativo del lockdown è stato quello del blocco dei tribunali: sempre secondo l'Ami sono 10 mila le coppie in attesa di un giudizio provvisorio, costrette a convivere sotto lo stesso tetto, loro malgrado.
Ma...scusa....che facciamo come a ping pong? E' fuor di dubbio che la pandemia abbia inciso sui rapporti fra le Persone. Non solo coniugate o accompagnate, ma anche nei mènage amicali, in quelli scolastici o sportivi eccetera. E' stata una prova per tutti: C'è chi l'ha superata e chi no. In ogni caso ha fatto chiarezza.
amate i vostri nemici
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Moderatore droghe
Ho risposto alla tua precedente reply, quella che diceva:
"C'è quello, che fa indubbiamente più notizia. E c'è quell'altro...
"Non è difficile credere che uno dei motivi della denatalità post lockdown sia stata la crisi dei giovani sposi costretti a fare i conti con i propri sentimenti. Ma la sorpresa sono gli amori maturi, che invece si sono salvati. « Le coppie di lunga data ce l’hanno fatta – dice Mirto – ho avuto numerosi casi di crisi rientrate. E spesso per amore. Ma non posso escludere che per alcune coppie abbia giocato un ruolo pure la crisi economica, la paura di non farcela da soli». Ci sono, racconta l’avvocatessa, tantissime relazioni che entrano in crisi in terza età. « Il pensionamento per molti è uno snodo: ma sono state proprio le unioni mature a resistere » . Coppie da una vita che col lockdown si sono ritrovate: «Hanno riscoperto la solidarietà - dice Vigneri - e un molti casi sono tornate al segreto che le aveva unite. Hanno inventato nuovi riti, goduto dei momenti da condividere. Una rinascita, non sempre senza sofferenza - si può amare con gioia o con dolore ma sicuramente con un sentimento più forte».
https://palermo.repubblica.it/cronac...ani-295411017/"
Chi è che giocherebbe a ping pong? Io ho solo ribattuto con oggettività alla tua...
E' fuor di dubbio che nelle situazioni stressanti non si possa fare a meno di essere maggiormente spinti alla consapevolezza cruda.
Quando ci si può "distrarre" o è più facile cantarsela e suonarsela facendo altro o dedicandosi ad altro, spesso, si rimandano ad libitum auto-processi e prese di coscienza a "quando non si sa".
Spesso si negano le evidenze per comodità, per noia o per "interessi personali".
Stare chiusi con il "problema" aiuta ad affrontarlo, volenti o nolenti.
Se poi lo si risolve meglio.
Ma la maggior parte dei finti non problemi sono solo deroghe all'infinito...
io resto convinto che la discriminante sia l'assortimento originario di una coppia:
se quelli si sono messi insieme per una finalità di cui l'altro poteva essere strumento, ogni prova o cambiamento rende poco tollerabile la promiscuità; ivi incluso il raggiungimento dello scopo, il matrimonio, i figli, lo status sociale, ecc... ai conseguimenti ci si abitua; ad una persona poco compatibile, molto meno;
se quella persona ha un suo valore specifico, per quello che è e per ciò che è in grado di produrre in termine di benessere, evoluzione con la sua presenza insostituibile, infungibile, è probabile che le cose reggano meglio;
di solito, la prima condizione è giovanile; le coppie mature che non si sfasciano hanno evidentemente un equilibrio gratificante, anche se può non sembrare; le coppie formatesi in età matura più spesso sono consapevoli delle trappole della prima condizione e magari scelgono intuitivamente anche in base a quell'esperienza.
c'� del lardo in Garfagnana
Ogni età porta con se' gioie e dolori, inesperienza o un minimo di esperienza
A 20 anni si è portati ai grandi progetti, io ce la farò in tutto e per tutto
Poi vivi e capisci vivendo, cose delle quali prima non avevi conoscenza
Le coppie formatesi in età matura la prima cosa che fanno è quella di raccontarsi tutto serenamente
Si è consapevoli che tic toc, il tempo è passato e passa e magari si riesce ad avere la progettualità di fare quello che realmente fa stare bene
Solitamente a una certa, se volevi avere dei figli li hai, il tuo posto nel mondo lo hai e sei più rilassato a vivere e a non avere la frenesia di proiettarti nello spazio
Tutte queste cose le ho vissute sulla mia pelle
E ho capito che ero serena nei confronti dell'altro quando non dovevo fare e fare solo io, aggiustare, tirare la carretta
Poi sono stata diretta in maniera bruciante: "Senti tu a fuoco, come stai messo?"
L'assortimento a monte è determinante per la riuscita della coppia
All'inizio ci si bada magari poco, le endorfine, la vita magari relativamente tranquilla
Poi quando ti iniziano ad arrivare i conti, sei fortunato se chi hai a fianco è in grado di affiancarti e procedere con te
Va bene, fino a che va tutto bene
Cosi' sono buoni tutti
-Healthy body, clear mind, peaceful spirit-
-Where there’s will there’s a way-
-Work hard have fun & be nice-
Straquoto
In effetti da giovani si hanno spesso visioni distorte e, ancor più spesso, non completamente proprie (consapevoli e coscienti).
Dalla teoria alla pratica e dai progetti sulla carta ai prototipi su pista passano molta vita vissuta e molti step di revisione e crescita - sia inside che condivisa -. Parlo per esperienza personale, la stessa che mi ha portata a capire da me come sia diverso l'amore giovanile da quello maturo.
L'amore giovanile è fatto spesso di due "Io" che decidono di mettersi assieme; quello maturo parte, in automatico, istintivamente, con la prima persona plurale (ciascuno non si aspetta niente dall'altro, ci si mette del proprio spontaneamente e se tutto fila, senza forzature, richieste, fatiche, compromessi, "ricatti", tregue).
Insomma si passa dal senso di onnipotenza giovanile (che ci sta perchè da giovani si è leoni ruggenti propensi a credere che tutto sia dovuto, realizzabile, eterno e come abbiamo deciso che sia) a qualcosa di più liquido e ampio, in cui ci si fonde e ci si confonde con gioia, senza "calcolo" o "prepotenza.
La mia esperienza sull'amore è che è fatto di gentilezza, dialogo, comprensione, condivisione e capacità di vedere l'altro per quel che è - amandolo forse più per i suoi difettucci che per i pregi universalmente riconosciutigli dal resto mondo.
Come dice sempre Marito: "Non basta amare, bisogna anche sentirsi amati... in modo fresco e casuale, con piccoli gesti inattesi, molte risate, qualche compassionevole silenzio e tanto tifo reciproco".
Ma senza consapevolezza non c'è età che tenga... le personalità, i caratteri, gli interessi pesano tanto. Così come i i Valori aggiunti che ciascuno può apportare all'altro.
Se non ci si assomiglia è più difficile... meglio simili nei fondamentali e variegati nei secondari.
Ognuno ha le sue scarpe... i miei piedi, alla lunga, hanno capito che le sintoniche affinità si capiscono solo quando si conosce bene se stessi (lo spirito d'osservazione è contagioso: imparato a conoscere bene se stessi, senza trucchi, è più facile riconoscere ciò e chi fa stare bene... trovarlo in gioventù è più difficile, secondo me, e raro).
I matrimoni devono avere una scadenza come i cibi confezionati.
Quando ci si avvicina alla scadenza, si iniziano le trattative per un possibile rinnovo... altrimenti, ci si divide i dividendi ed ognuno per i fatti suoi.
Amen.
Bambol utente of the decade
Non necessariamente si deve avere la scadenza... ma, come per i cibi (purtroppo la maggioranza), può accadere.
Chi ha la fortuna di essere miele, sale o rhum - ad esempio - rischia l'eternità.
Ma talvolta il vero problema sta nel modo in cui si trattano i cibi (e le persone). Vale sia all'attivo che al passivo.