Risultati da 1 a 13 di 13

Discussione: Silentium

  1. #1
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    Silentium


    Beato Angelico, “San Pietro Martire ingiunge il silenzio”, lunetta affrescata nel 1442, Firenze, museo del Convento di San Marco.

    Il domenicano Pietro da Verona con il dito fa cenno al silenzio, una delle regole dell’Ordine dei Domenicani. La figura di questo santo si staglia sullo sfondo come se si stesse affacciando.
    La lunetta era sopra la porta della sacrestia.

    Il tema del silenzio adesso mi evoca “The rest is silence”: questa battuta finale di Amleto è nella II scena del IV atto dell’omonima tragedia shakesperiana.

    "The last words spoken by Hamlet, the resti s silence, open a window on that same cosmic time whose".

    Il silenzio evoca la quiete, tranquillità e pace. E’ differente dal tacere, che allude all’assenza di comunicazione, tipica del taciturno.

    C’è il silenzio di un monastero e quello di una notte, c’è quello di due innamorati silenti che si guardano negli occhi e il “silenzio eterno degli spazi infiniti che spaventa”, secondo il filosofo Blaise Pascal, che esprime l’angoscia dell’individuo di fronte alla morte.

    Che ne direste se si compisse l’annuncio dell’Apocalisse: “Si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora” (8, 1) ? Un “zitti tutti”, sia pure per breve tempo, per bloccare schiamazzi e sproloqui e costringere a riflettere.

    In attesa della vostra risposta “sovrumani Silenzi, e profondissima quïete Io nel pensier mi fingo” (da “L’Infinito” di Giacomo Leopardi).

  2. #2
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    /2
    Il silenzio non è solo assenza di suono, di energia, ma è anche luogo intimo che genera la preghiera interiore.

    L'espressione "in religioso silenzio" ha un aspetto trascendente, collega la propria religiosità col sacro.



    Tutte le scuole spirituali indicano il silenzio come via privilegiata per giungere alla cosiddetta “vita interiore”.

    Una frase nel testo in lingua ebraica del Salmo 65 dice: “Il silenzio è lode a te, o Dio”.

    Fin dall’antichità il silenzio è uno dei temi dei dibattiti filosofici e teologici o di richiami poetico-letterari.


    Pittogramma del silenzio

    Il silenzio è un tema complesso che nei primi secoli del cristianesimo ha scandagliato l’anima dei padri della Chiesa, ha angustiato filosofi, credenti e atei, posto interrogativi e indotto a pensare. Il filosofo Soren Kierkegaard dedicò al silenzio numerose pagine.

    Dio, se esiste, è avvolto nel silenzio.

  3. #3
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    /3

    Nel 2005 fu proiettato in numerose sale cinematografiche il film documentario “Il grande silenzio”, diretto dal regista Philip Gröning. Per realizzarlo egli ha vissuto alcuni mesi, tra l'estate del 2002 e l'inverno del 2003, nella Grande Chartreuse, ubicata a circa 1200 metri di altitudine sulle prealpi francesi, condividendo la vita quotidiana dei certosini.

    Il nome di questo complesso monastico deriva dal massiccio montano della Certosa (Massif de la Chartreuse) ed è a 30 chilometri da Grenoble.

    Lì, protetti da antiche mura e dal luogo silenzioso, vivono uomini che hanno scelto di amare Dio e di ascoltarne la Parola nel rumore del vento e della pioggia, di vederne la sua immagine creativa nel passare delle stagioni, misurando lo scorrere del tempo con i rintocchi della campana.


    Grande Chartreuse

    Questo documentario di 160 minuti comincia con la pioggia che batte sul vetro, il suono della campana che richiama alla preghiera, il silenzio nei cortili innevati. Nessuna spiegazione, nessuna conversazione, nessuna musica.

    La colonna sonora è costruita dai suoni e dai rumori prodotti dalla laboriosità dei religiosi: le forbici che tagliano il tessuto, il badile che affonda nella neve, i passi che risuonano nel chiostro, i canti corali gregoriani.

    Nel film è il silenzio a dare valore alle cose: oggetti, spoglie pareti, volti segnati dagli anni e dalla solitudine, i rintocchi delle campane e i momenti di meditazione. Il ritmo della preghiera scandisce il passare delle ore, segna il tempo, dilata gli orizzonti.

    "Solo in silenzio si comincia ad ascoltare. Solo quando il linguaggio verbale tace , si comincia a vedere". Sono queste le parole che aprono la visione del film e che indicano l'atteggiamento da tenere per comprendere il significato dell'esperienza religiosa.

    Lode al silenzio e ai ritmi lenti della contemplazione. I salmi e le preghiere, costantemente ripetute, sono il solo linguaggio, il solo mezzo espressivo per richiamare alla mente il divino, per comunicare con l'Assoluto.



    Il regista Philip Groning riflette spesso sul significato della vita, perciò un altro suo film lo ha dedicato alla filosofia (“Philosophie”, del 1998).

  4. #4
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    In realtà quando si parla di ricerca di " silenzio" non s'intende silenzio assoluto privo di suoni o rumori, che credo impossibile da ottenere, anche nei luoghi più "sileziosi" ci possono essere suoni provenienti dall'esterno magari non continui ma pur sempre suoni. Suoni della natura o prodotti dall'uomo.
    S'intende, credo, ricerca di suoni che non disturbino la ricerca di concentrazione e meditazione, l'abbandono,quindi la ricerca di quella pace interiore.
    Quando eravamo in lockdown ho provato ad ascoltare il silenzio notturno, sembrava strano, quasi irreale per chi è magari abituato al passaggio di aerei, alla moto o auto che sfrecciano nella notte, alle sirene.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Che bellissimo argomento, Doxa! E che riflessioni profonde le tue...che immagini altamente evocative....
    Mi vien da risponderti con l'ultima frase del film "La voce della luna" di Fellini, quando il protagonista conclude: "Se solo facessimo tutti un po' di silenzio, forse, qualcosa, riusciremmo a capire"

    amate i vostri nemici

  6. #6
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    My lady Hawke, quoto il tuo post. Si, hai ragione. Non intendo il silenzio assoluto ma quel tanto che basta per riflettere, meditare. A volte mi chiedo se ne vale la pena. Un esempio: ho letto che con l’avanzare dell’età, quando si è soli e nel silenzio, si pensa spesso agli errori commessi in gioventù. Ed io in questo periodo li penso spesso, con afflizione ed auto-punizione spirituale per aver "peccato".

    Mi consolo guardando il mare Adriatico da una piccola pineta su un promontorio. Odo soltanto il leggero soffio della brezza marina e guardo nell'alto mare alcune barche a vela, ma non sono belle come quelle che vedevo da bambino quando d’estate ero in vacanza dai miei nonni.

    Erano le barche dei pescatori, di diverso tipo e con vele multicolori. Si possono ancora ammirare nel porto canale di Cesenatico, come parte del Museo della marineria. Ti mostro un esempio

    Ultima modifica di doxa; 29-06-2021 alle 16:54

  7. #7
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    Buon pomeriggio Cono. Ti ringrazio per avermi segnalato il film e la frase conclusiva riguardante il silenzio, parlarne è un ossimoro, ma necessario per argomentare sul tema.

    Ti segnalo quanto scrisse sul silenzio il teologo ed aforista Sergio Quinzio: "mentre nel pensiero religioso o a sfondo religioso il tema del silenzio è poco trattato (…), come se l'impazienza della speranza religiosa urgesse verso la Parola che si attende emergere dal silenzio, nel pensiero "laico" il silenzio occupa invece un grande ruolo: il non credente abita infatti stabilmente al di qua della Parola di cui il credente attende la manifestazione".

    In Vaticano, nel Palazzo Apostolico, c’è la “Sala Vecchia degli Svizzeri” (dove dimorava il corpo di guardia per la tutela dell’appartamento pontificio), nella quale nel 1582 il pittore Paris Nogari dipinse in affresco monocromo “Allegoria del silenzio”, che invita al “silere” ma allude al “tacere”, perché rammenta i pericoli insiti nella parola e la possibilità di commettere peccati col parlare inopportuno, perciò è raffigurata una gru con il sasso in bocca, affiancata da una figura che ha il dito indice sulla bocca per invitare al silenzio.

  8. #8
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    amate i vostri nemici

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    My lady Hawke, quoto il tuo post. Si, hai ragione. Non intendo il silenzio assoluto ma quel tanto che basta per riflettere, meditare. A volte mi chiedo se ne vale la pena. Un esempio: ho letto che con l’avanzare dell’età, quando si è soli e nel silenzio, si pensa spesso agli errori commessi in gioventù. Ed io in questo periodo li penso spesso, con afflizione ed auto-punizione spirituale per aver "peccato".
    Mah, sarà, io non penso affatto agli errori di gioventù, secondo la mia filosofia di vita "sbagliando s'impara", quindi li vedo nell'ottica di una crescita, ecco forse i sensi di colpa, autopunizione non mi appartengono.
    Nel silenzio e nella meditazione si possono immaginare e riemergono ricordi di cose piacevoli,tu pensa che in questi giorni mi sono persa nei ricordi delle giostre da ragazzina, i cosiddetti "calci in culo", le autoscontro, la voglia di divertimento in un parco giochi.
    Comunque il silenzio favorisce anche la lettura.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  10. #10
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    [QUOTE=LadyHawke;1778664]Mah, sarà, io non penso affatto agli errori di gioventù, secondo la mia filosofia di vita "sbagliando s'impara", quindi li vedo nell'ottica di una crescita, ecco forse i sensi di colpa, autopunizione non mi appartengono.


    Forse non pensi agli errori di gioventù o perché sei relativamente giovane oppure anche se non sei più giovane hai tanta di quella verve che non c'é spazio per ripensare agli errori passati. Doxa pure Aristotele nelle sue riflessioni analitiche sulla ricerca necessitava periodi di silenzio. Estraniarsi da impegni lavorativi di qualunque genere rientra anche se per brevi periodi una necessità rigenerativa per la mente.

  11. #11
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Non sono giovane, non credo neanche di avere chissà che verve ma guardo ugualmente avanti e a vivere come meglio posso il presente, il passato è passato, la mia filosofia di vita è lasciar andare ciò che è stato e non aggrapparsi ad eventuali rimorsi, rimpianti, errori, se ci sono stati è così che doveva andare.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  12. #12
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    Grazie Lady Hawke e Durante per i vostri interessanti interventi, condivisibili.

    Si Cono, è l’immagine indicata nel mio post precedente: “Allegoria del silenzio”, che invita al “silere” ma allude al “tacere”. Infatti il lemma latino “silentium” deriva dal verbo “silēre” e questo a suo tempo significava “tacere”, “non far rumore”.

    Il francescano Jacopone da Todi in una delle sue laudi spirituali scrisse che “Tacere: lo 'ntelletto sta silente, / e silendo vien lucente / per lo gran maravigliare”.

    Oggi questo mio vagheggiare il silenzio nella natura penso ai dannunziani pastori e il cammino delle greggi che dai monti d’Abruzzo andavano a “svernare” nella pianura foggiana o laziale:

    […] “E vanno pel tratturo antico al piano, / quasi per un erbal fiume silente, / su le vestigia degli antichi padri” […].

    Il silenzio non è solo assenza di parole, suoni e rumori non percepibili, c’ è anche il “silenzio interiore”, che permette di auto-relazionarsi con la propria coscienza, la propria spiritualità.

    A questa concezione della parola fece riferimento nel 2012 il pontefice Benedetto XVI nel suo messaggio per la 46/esima “Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali” dal titolo “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”.

    Il papa emerito in quel messaggio dice: “Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro, scegliamo come esprimerci. Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre così uno spazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana più piena. Nel silenzio, ad esempio, si colgono i momenti più autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, l’espressione del volto, il corpo come segni che manifestano la persona. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza, che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente intensa. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora più esigente, che chiama in causa la sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami”.

  13. #13
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Perfetto! Come chiosa finale ti consiglierei questo libro:

    https://www.queriniana.it/libro/ho-a...-silenzio-1213
    amate i vostri nemici

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