Originariamente Scritto da
axeUgene
poveri
bosches: sono intimiditi perché pensano di essere odiati; una volta, col socio, donna e amici, andammo alla fiera in Olanda in macchina, fermandoci in Germania un paio di giorni per visite a siti di architettura contemporanea;
cercammo un Gasthaus in un paesino, e il socio cercò di chiedere a questi in inglese, riscontrando una certa incomunicabilità; allora io mi sono sbracato col mio tedesco viennese - eravamo in Baviera - pronunciato da ascolto in casa, ma mooolto zoppicante e lacunoso, ed è
uscito il sole:
persone gentilissime e affettuose: hanno aperto tutto, ospitalità a due soldi - 12 euro a persona, tutto compreso - scusandosi che avevano poco da mangiare perché non prevedevano ospiti: un mega vassoio di carni di tutti i tipi, da sfamare un reggimento;
e il socio:
certo che è incredibile come abbiano cambiato atteggiamento appena hai parlato la loro lingua; si vede che pensano di essere odiati, ma vedi quanto sono carini ? è incredibile che questa gente abbia potuto combinare tutti quei guai...
il socio era nipote di due vittime della strage di Fucecchio; il suo zio bancario non aveva un occhio, perché i parà della
H. Goering lo avevano usato come tiro al bersaglio lanciandolo in aria, come fosse un piattello, per dire...
la Germania di oggi è una cosa parecchio diversa dal luogo comune; quel passato è stato un momento di crisi di una cultura altrimenti essenziale; volendo comprendere lo spirito di quella cultura, a parte la questione umanitaria, il vero cruccio identitario, quello che difficilmente si perdoneranno per secoli è il fatto di aver bruciato i libri; la vera religione tedesca è il libro, la cultura, il logos, il pensiero, l'arte; anche il tedesco più ignorante e fiero della sua concretezza ha una sorta di soggezione e riverenza pure per l'artista di strada o il filosofo scalcagnato, che resta comunque il pilastro della ragion d'essere nazionale;
e in questo non sono affatto diversi dai francesi, che però sono meno goffi e pesantoni, più gaudenti e raffinati, un po' "italiani", anche se
di cattivo umore