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Discussione: Le stagioni dell'amore

  1. #181
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, la sua è una costruzione superfetata, di terza o quarta mano; non è che ci crede, ma la dà ad intendere a se stesso, per placare l'angoscia di qualche trauma originario, credo infantile da abbandono, o qualcosa del genere; cioè, lui ha bisogno di dare una certa rappresentazione della realtà per confortarsi di una parvenza di controllo sulla tante circostanze che gli sfuggono; è solo un po' più accentuato rispetto alla nostra angoscia "normale"

    solo che questo produce una specie di effetto "psicosi", che tale non è; mica è scemo, anzi... credo sia piuttosto intelligente; solo che ha necessità di queste rimozioni estreme di una realtà che senza questo farmaco teme di non saper affrontare;


    mica sei l'unica a darsi della nata vecchia; e nemmeno a scrivere schizzoide, con due zeta; o forse sì

    sarà un lapis freudiano, ma secondo me - che sono un grezzo materialista - quasi sempre il centro di molto, se non del tutto, sta proprio nella pancia, e i guai cominciano quando il cervello pretende troppo di darle ordini, e generare scontento nel corpo, che non mente mai;
    se la pancia è scontenta, ogni altro peso della promiscuità si moltiplica x 100 e prima o poi ci si esaurisce.
    Condivido, l'adattamento comportata sublimazioni ad hoc e sonate eroiche.
    E ci sarebbe anche l'aspetto gratificazione da tener presente: le citazioni dotte sostengono bene sia pavimento che soffitto e circoscrivono perfettamente l'ambiente - quindi o dentro o fuori, vie di mezzo zero -.

    A dire il vero di solito ne uso tre, sia per gggiovane che per schizzzoide, ma stavolta andavo di fretta e la fretta mi rende parca.

    In effetti la pancia spesso si rivela più sensata e onesta del cervello - purtroppo solo con il tempo, di verifiche preliminari non ne esistono, ahinoi, e il senno di poi arriva sempre troppo "poi" -.
    Una bella mediazione tra i due contendenti (cervello e pancia) sarebbe l'ideale ma visto che metterli d'accordo è pressoché impossibile avrei risolto grazie a un uso sapiente della digestione lenta abbinata a molto cuore (quello è meno lento ma supplisce bene e va bene con tutto e su tutto).
    Il materialismo è un male inevitabile, temo. I bisogni primari spesso degenerano e mettono il naso dove non dovrebbero.
    Anche pensare troppo o troppo velocemente o sempre con la medesima prospettiva fa male. La disposofobia mentale è un rischio eventuale che sta a noi prevenire o curare prima di perdere il controllo di pancia e testa. XDD

  2. #182
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    Citazione Originariamente Scritto da Astrid Visualizza Messaggio
    A dire il vero di solito ne uso tre, sia per gggiovane che per schizzzoide, ma stavolta andavo di fretta e la fretta mi rende parca.
    quale delle tre ? così, per sapere eh... nel caso di Atropos mi terrei a distanza
    non fossi avverso al mercimonio per orgoglio di mascolo e un minimo di correttezza politica, sarei più da Tre porche sul controviale

    La disposofobia mentale è un rischio eventuale che sta a noi prevenire o curare prima di perdere il controllo di pancia e testa. XDD
    io soffro già di quella materiale; un bel guaio; ho bisogno di case enormi
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #183
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quale delle tre ? così, per sapere eh... nel caso di Atropos mi terrei a distanza
    non fossi avverso al mercimonio per orgoglio di mascolo e un minimo di correttezza politica, sarei più da Tre porche sul controviale

    io soffro già di quella materiale; un bel guaio; ho bisogno di case enormi
    Tre lettere: gggiovani, schizzzoide. I controviali non mi piacciono e non li frequento soprattutto la notte - sono una bestiolina diurna -. XD

    Conosco qualche caso di disposofobico... non ci scherzare troppo, è un bel guaio - per quel che ho intravisto -.
    Le case non sono mai enormi abbastanza. Io amo le casi grandi, con stanze grandi, ma solo per avere tanto spazio libero e sentirmici libera, non soffocata.

  4. #184
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Astrid Visualizza Messaggio
    Conosco qualche caso di disposofobico... non ci scherzare troppo, è un bel guaio - per quel che ho intravisto -.
    Le case non sono mai enormi abbastanza. Io amo le casi grandi, con stanze grandi, ma solo per avere tanto spazio libero e sentirmici libera, non soffocata.
    vero;
    ma poi arriva un momento in cui non si ragiona più in termini di futuro, e il vantaggio di buttare non compensa più nemmeno psicologicamente l'avulsione dagli oggetti;
    poi, a dire il vero, se l'accumulatore in una certa misura può essere assimilato al bulimico - con la necessaria distinzione della qualità degli oggetti e della motivazione - ho spesso notato nei liberatori di spazio una sorta di furia distruggitrice da fanatici religiosi, una specie di odio per la materia e i sensi, una psiche da anoressico che cerca la purezza del nulla e anela a quella specie di rogo; una cosa molto aggressiva.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #185
    Opinionista L'avatar di Spirit
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    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Un consiglio: quando montate a cavallo, guardate sempre in che direzione sono le orecchie, se improvvisamente queste vengono direzionate all'indietro, allora vuol dire che il cavallo è in qualche modo disturbato da voi... e potrebbe esser pericoloso, magari potrebbe disarcionarvi.
    La stessa cosa vale per il partner...
    Beh, però in quel caso direi che non serve guardare le orecchie...caso mai l'espressione degli occhi che vorrebbero fulminarti...

  6. #186
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    vero;
    ma poi arriva un momento in cui non si ragiona più in termini di futuro, e il vantaggio di buttare non compensa più nemmeno psicologicamente l'avulsione dagli oggetti;
    poi, a dire il vero, se l'accumulatore in una certa misura può essere assimilato al bulimico - con la necessaria distinzione della qualità degli oggetti e della motivazione - ho spesso notato nei liberatori di spazio una sorta di furia distruggitrice da fanatici religiosi, una specie di odio per la materia e i sensi, una psiche da anoressico che cerca la purezza del nulla e anela a quella specie di rogo; una cosa molto aggressiva.
    Altrettanto vero.
    Credo sia una conseguenza data dalle ragioni dell'accumulo. Di solito che getta con furia distruttrice ha accumulato per frustrazione e, si sa, la frustrazione è madre dell'aggressività.
    Il troppo opprime. E dall'oppressore chi non vorrebbe affrancarsi?

  7. #187
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Astrid Visualizza Messaggio
    Altrettanto vero.
    Credo sia una conseguenza data dalle ragioni dell'accumulo. Di solito che getta con furia distruttrice ha accumulato per frustrazione e, si sa, la frustrazione è madre dell'aggressività.
    Il troppo opprime. E dall'oppressore chi non vorrebbe affrancarsi?
    da collezionista e venditore di oggetti da collezione, frequentatore di antiquari e mercati vari, ecc... mi sono sempre posto la questione del percorso affettivo intrapreso da chi accumula e/o colleziona;
    ho visto diversi accumulatori bulimici, che il più delle volte hanno grandi disponibilità, creano massa critica in tempi brevi e facilmente giungono alla nausea, perché gli oggetti non hanno tempo per trasformarsi in idee;

    il collezionista vero, al contrario deve avere anche una wunderkammer in testa, un ordine e un piacere che ripercorre quotidianamente, e sistemi di riferimento sedimentati e polivalenti, ricordi di occasioni, valori storici, ecc...
    quando un oggetto rappresenta un'idea non rinnegata, di gusto, senso, ecc... è possibile anche liberarsene in una fase di ascetismo radicale; altrimenti è come buttare la copia del bisnonno di Guerra e pace;
    certo, per la maggior parte delle persone, gli oggetti hanno solo un valore d'uso; che è la fortuna degli antiquari
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #188
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Mi sono riletta questo 3d, perché in questo periodo mi riguarda da vicino.
    Ho trovato molto interessanti alcune cose scritte da Astrid e da Axe.
    Effettivamente ad un certo punto ci si chiede: come è possibile che di certe cose io me ne sia accorto solo ora dopo anni insieme?
    La verità è che se guardi bene certe cose le vedi fin da subito, ma lo stare in coppia è un lavoro di mediazione, perché è ovvio che non può andarci bene tutto del partner. Finché il bilancio è positivo, stare insieme è bello, si cerca di mettere in secondo piano certi aspetti negativi. Li si ignora, ma in fondo lo si fa consapevolmente... non è che scopri di punto in bianco che l'altro è fatto in un certo modo.
    Il problema sorge quando ti rendi conto che il bilancio non è più in positivo, che certe cose che prima ti facevano stare bene sono venute meno e le spigolature assumono dimensioni più importanti.
    E a questo punto, credo che se non si è in grado di "reinventare" la coppia, trovando un nuovo modo di stare insieme, sia difficile andare avanti...
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  9. #189
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Mi sono riletta questo 3d, perché in questo periodo mi riguarda da vicino.
    Ho trovato molto interessanti alcune cose scritte da Astrid e da Axe.
    Effettivamente ad un certo punto ci si chiede: come è possibile che di certe cose io me ne sia accorto solo ora dopo anni insieme?
    La verità è che se guardi bene certe cose le vedi fin da subito, ma lo stare in coppia è un lavoro di mediazione, perché è ovvio che non può andarci bene tutto del partner.
    secondo me, sono proprio i difetti che dovrebbero piacere, come "prezzo" di un corrispondente pregio; io sono disordinato e fancazzista, ma non scassaminchia, proprio per quel motivo; sono superbo, ma per questo poco invidioso e molto collaborativo, sostenitore, promotore; e così via... anche se quanto a me i pregi sono finiti

    Finché il bilancio è positivo, stare insieme è bello, si cerca di mettere in secondo piano certi aspetti negativi. Li si ignora, ma in fondo lo si fa consapevolmente... non è che scopri di punto in bianco che l'altro è fatto in un certo modo.
    Il problema sorge quando ti rendi conto che il bilancio non è più in positivo, che certe cose che prima ti facevano stare bene sono venute meno e le spigolature assumono dimensioni più importanti.
    E a questo punto, credo che se non si è in grado di "reinventare" la coppia, trovando un nuovo modo di stare insieme, sia difficile andare avanti...
    non credo molto nei bilanci e riflessioni razionali; certe cose le comunica il corpo, almeno per me;
    il benessere, come il malessere, l'ansia, il non sopportare una certa presenza; invecchiando si peggiora, anche se si diventa più pazienti; ma è la "pancia" che deve dire di sì, sorridere; se non sta bene quella, c'è poco da fare; ma forse sbaglio, eh...
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #190
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Chiaramente i bilanci e la razionalità sono cose che noti dopo, certo non quando ci sei dentro.
    Poi secondo me a volte la "pancia" non basta. A volte quella ti dice una cosa, ma il pensiero razionale te ne dice un'altra. In quel caso, cosa fai?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  11. #191
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Chiaramente i bilanci e la razionalità sono cose che noti dopo, certo non quando ci sei dentro.
    Poi secondo me a volte la "pancia" non basta. A volte quella ti dice una cosa, ma il pensiero razionale te ne dice un'altra. In quel caso, cosa fai?
    non sono in grado di dare istruzioni agli altri;
    però credo che se la "pancia" è infelice, se il corpo manda segnali di intolleranza nervosa alla presenza dell'altro, difficilmente la questione si risolve in meglio; magari il "meglio" può essere proprio la conservazione di quella roba, a fronte di altre angosce personali, come il timore della solitudine, oppure della competizione/rifiuto/sofferenza, o della stessa felicità;

    un comportamento autolesionista è diffusissimo come modalità di gestione dell'angoscia: ci si somministra una modica quantità di sofferenza quotidiana e autogestita che assolve ad una funzione negoziale col Destino: se già soffro, non sarò punito ancora di più; se sono già modicamente infelice, ho poco da perdere, ecc... ;

    per "pancia" non intendo solo una soddisfazione passionale, beninteso, ma il benessere nervoso nella compresenza di quella determinata persona, che dovrebbe produrre di suo un saldo positivo di buonumore, per quello che è, e non per ciò che si sforza di essere;

    detta così, pare una cosa cervellotica; poi incontri una persona concreta che non ti fa sentire sotto pressione nervosa e non ti sottrae energie, ma magari ti pungola ad attivare potenzialità gratificanti, e allora improvvisamente è tutto chiaro;

    senza pretendere la "verità", questa cosa spiega tante circostanze inattese o sorprendenti, di gente che sembrava condurre un'esistenza di copia prevedibile e poi parte per la tangente; lì è intervenuto l'incontro casuale e rivelatore, che non è l'avventura sessuale, ma la scoperta della possibilità che una parte di se stessi può venir fuori e respirare o comunicare, dove prima era rimossa, per inibizioni altrui o proprie.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #192
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    da collezionista e venditore di oggetti da collezione, frequentatore di antiquari e mercati vari, ecc... mi sono sempre posto la questione del percorso affettivo intrapreso da chi accumula e/o colleziona;
    ho visto diversi accumulatori bulimici, che il più delle volte hanno grandi disponibilità, creano massa critica in tempi brevi e facilmente giungono alla nausea, perché gli oggetti non hanno tempo per trasformarsi in idee;

    il collezionista vero, al contrario deve avere anche una wunderkammer in testa, un ordine e un piacere che ripercorre quotidianamente, e sistemi di riferimento sedimentati e polivalenti, ricordi di occasioni, valori storici, ecc...
    quando un oggetto rappresenta un'idea non rinnegata, di gusto, senso, ecc... è possibile anche liberarsene in una fase di ascetismo radicale; altrimenti è come buttare la copia del bisnonno di Guerra e pace;
    certo, per la maggior parte delle persone, gli oggetti hanno solo un valore d'uso; che è la fortuna degli antiquari
    Axe, guarda che i veri accumulatori accumulano mondezza, non pezzi da collezione. Io sono un antiquaria naturale, vivo nel passato, lo amo e lo valorizzo, l'accumulatore è nevrotico, agisce a casaccio e non trova un cazzo, perché no discerne e non classifica.
    Io vivo con un accumulatore di carta, ma quando arriva l'accertamento fiscale causa dell'accumulo non trova niente, non trova la ricevuta, persa nel mare magnum di scontrini della spesa al Carrefour. Non facciamo mitologia di un disturbo mentale, per favore.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  13. #193
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da nahui Visualizza Messaggio
    Axe, guarda che i veri accumulatori accumulano mondezza, non pezzi da collezione. Io sono un antiquaria naturale, vivo nel passato, lo amo e lo valorizzo, l'accumulatore è nevrotico, agisce a casaccio e non trova un cazzo, perché no discerne e non classifica.
    Io vivo con un accumulatore di carta, ma quando arriva l'accertamento fiscale causa dell'accumulo non trova niente, non trova la ricevuta, persa nel mare magnum di scontrini della spesa al Carrefour. Non facciamo mitologia di un disturbo mentale, per favore.
    e io che ho scritto ?

    alcuni accumulatori, però, hanno disponibilità e possono rivolgersi a materiale selezionato e caro, da collezione, e in tempi che impediscono loro la sedimentazione di un senso; l'ansia e il desiderio di controllo possono essere gli stessi, ma declinati diversamente; l'accumulatore travestito da collezionista è un avventizio che cerca di comprare un instant status, emula gli altri collezionisti; ma siccome non ha il più delle volte lo stesso quadro culturale in cui collocare le sue collezioni, dopo un po' perde interesse, perché gli manca l'essenziale, il senso sentimentale dell'oggetto che possiede, una costruzione metodica; a volte si converte in esperto e recupera; più spesso, abbandona frustrato; l'antiquario intelligente, che capisce le potenzialità di cliente, se lo tira su in modo da dargli modo di sedimentare sentimenti; il tossico che vende dischi cerca di rifilargli il materiale più caro nel tempo più breve

    io conservo scontrini - li trovo nelle tasche, ecc... - quando mi rendo conto che segnano la mia presenza in un determinato luogo o circostanza, tipo cene in compagnia o altro, viaggi, ecc... credo di farlo perché ho la tendenza a dimenticare tempi e concatenazioni;

    però le cose sono un po' sfumate, nel senso che conservazione e disposizione - buttare via - fanno parte di un processo di apprendimento che non è uguale per tutti e il "disturbo mentale" è solo questione di misura e consapevolezze; se l'ansia prevale in modo squilibrato, diventa disturbo e non si apprende a distinguere;
    però è anche questione di cultura; difficilmente si dice che è un disturbato chi risparmia su valori condivisi; se io, potendo comprare qualsiasi auto nuova, ne compro una usata, faccio un figurone tre la persone "mie"; ma se decido di non prendere il caffè al bar per 10 anni, due al giorno, per un totale di oltre 7mila euro - il risparmio dell'auto usata - magari qualcuno mi dà del malato di mente taccagno, mentre riscuoto l'approvazione dei "furieschi"
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #194
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non sono in grado di dare istruzioni agli altri;
    però credo che se la "pancia" è infelice, se il corpo manda segnali di intolleranza nervosa alla presenza dell'altro, difficilmente la questione si risolve in meglio; magari il "meglio" può essere proprio la conservazione di quella roba, a fronte di altre angosce personali, come il timore della solitudine, oppure della competizione/rifiuto/sofferenza, o della stessa felicità;

    un comportamento autolesionista è diffusissimo come modalità di gestione dell'angoscia: ci si somministra una modica quantità di sofferenza quotidiana e autogestita che assolve ad una funzione negoziale col Destino: se già soffro, non sarò punito ancora di più; se sono già modicamente infelice, ho poco da perdere, ecc... ;

    per "pancia" non intendo solo una soddisfazione passionale, beninteso, ma il benessere nervoso nella compresenza di quella determinata persona, che dovrebbe produrre di suo un saldo positivo di buonumore, per quello che è, e non per ciò che si sforza di essere;

    detta così, pare una cosa cervellotica; poi incontri una persona concreta che non ti fa sentire sotto pressione nervosa e non ti sottrae energie, ma magari ti pungola ad attivare potenzialità gratificanti, e allora improvvisamente è tutto chiaro;

    senza pretendere la "verità", questa cosa spiega tante circostanze inattese o sorprendenti, di gente che sembrava condurre un'esistenza di copia prevedibile e poi parte per la tangente; lì è intervenuto l'incontro casuale e rivelatore, che non è l'avventura sessuale, ma la scoperta della possibilità che una parte di se stessi può venir fuori e respirare o comunicare, dove prima era rimossa, per inibizioni altrui o proprie.
    Si, possibile.
    Ma a volte la "pancia" ti può dare messaggi fuorvianti, secondo me.
    Puoi anche stare bene con una determinata persona, in apparenza, ma poi se usi la ratio capisci che magari invece non stai davvero bene.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  15. #195
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Si, possibile.
    Ma a volte la "pancia" ti può dare messaggi fuorvianti, secondo me.
    Puoi anche stare bene con una determinata persona, in apparenza, ma poi se usi la ratio capisci che magari invece non stai davvero bene.
    dici ?
    bada che io per "pancia" non intendo il sesso, non solo, almeno; anche se quello è un indicatore rilevante; intendo il sistema nervoso, la sensazione di relax e libertà di essere se stessi, di non sprecare energie per tamponare, rimuovere, mediare, dare spiegazioni a se stessi e all'altro, rettificare, ecc...

    ci sono ottime e amabili persone che però succhiano energie al punto di far vivere contratti e affaticati, perché pur essendo buone persone hanno difetti non compatibili coi nostri e coi nostri pregi e risorse; per una persona metodica e precisa, la mia ex svampita sulle questioni di tempistica sarebbe stata una logoratrice di nervi; non per me, che trovavo molto più importante la sua capacità di entusiasmarsi per tante cose;

    tu cosa intendi per quello "stare bene" che la ratio ti contraddirebbe ? perché se il sistema nervoso ti manda segnali positivi e la razionalità smentisce, forse è quest'ultima ad essere fondata su presupposti che non ti appartengono.
    c'� del lardo in Garfagnana

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