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Discussione: Le stagioni dell'amore

  1. #16
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Mah.



    Io resto convinta che basterebbe spegnere ogni tanto internet e social, e fare qualcosa insieme.
    Io vedo ancora giovani famiglie impegnate tra lavoro, figli e casa, non sono così pessimista.
    beh, proviamo a metterla su questo piano:

    se oggi due si mettono insieme a 25 anni - non dico 16, età di sperimentazione - quante probabilità ci sono che 30 anni dopo stiano ancora insieme ? e - tenuto conto delle circostanze pratiche - nella quota di quelli che stanno ancora insieme quanti sono quelli di cui si può dire che siano ragionevolmente sereni, senza mai aver avuto una seria, non fantasiosa, propensione alla fuga o aver frequentato altro, in 30 anni ?

    non è questione di pessimismo, ma di osservare un po' come cambiano la percezione e il desiderio;
    100 o 60 anni fa, per l'operaio o il rurale chino sulla zolla, il desiderio era un impulso semplice e recintato in un canone elementare, privo di concetti da pronunciare; non avevano proprio le parole per pensare ed aspettarsi altro;

    oggi hai almeno mezzo secolo di cultura, miti, che creano altre identità; cultura e miti non sono paroloni astratti; lasciamo stare la letteratura, che è per pochissimi, sono prima i giornali di gossip, ma poi tutto il cinema, la tv, la pubblicità che rimanda, fa ridondanza di modelli, ecc... e crea desideri e aspettative che prima non erano nell'arco delle possibilità;
    l'imbianchino e la moglie portinaia lucani di Bresso del 1965 potevano vedere i divi tv o leggere un po' di gossip, ma vissuti come uno spettacolo;
    oggi, una coppia di omologhi ha introiettato mezzo secolo di personaggi che hanno fatto imperio del loro desiderio e che sono non solo i modelli desiderabili, ma in qualche misura pure emulabili;
    non è che vai dalla commessa e le dici: no, scusa, tu conti quanto il due di coppe; non puoi pretendere di avere gli stessi diritti sentimentali di Jennifer Aniston o Scarlett Johansson !
    anche se quella ha introiettato razionalmente la sua condizione precaria, di una che si dovrebbe accontentare, tuto il suo immaginario più o meno cosciente la spinge ad altro;

    e quello che intendevo era esattamente: come può una persona accettare già a 30 anni l'idea che non si innamorerà mai più e/o non vivrà quella pulsione, ma magari la proverà e la dovrà frustrare, senza un surrogato altrettanto potente ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #17
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    di solito, la gente che si conosce dopo i 40 ed esperienze varie, pesca abbastanza bene e sconta tante cose, ma sta parecchio più serena; sarà un caso ?
    Di solito a 40 anni si conosce meglio anche se stessi, nel bene e nel male - limiti compresi -.
    Non è un fatto meramente educativo, anche ma non solo.
    I condizionamenti socio culturali sono quasi impossibili da eliminare completamente (anche con il candeggio l'alone resta)
    Io, ad esempio, non mi sono mai aspettata nulla. Sono stata educata al sacrificio e al senso del dovere. Però a furia di essere soli a fare per due finisce che, anche non essendoci educati, si inizia a desiderare l'opposto.
    La gratitudine ha tante facce. Io sono grata al mio ex marito di avermi messa nelle condizioni di rendergli la sua amata libertà di continuare a fare e essere come gli piace (ecco lui sì che era libero da ogni condizionamento, regole e codificazioni).

  3. #18
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Secondo me le incomprensioni e discussioni irrisolte che lentamente portano ad accumulare risentimento allontanano. Che una coppia improvvisamente si scopra in crisi, quindi inconsapevolmente attraversa situazioni che fanno scemare i sentimenti non ci credo, se si è un minimo attenti alla propria relazione e situazione si sa cosa sta accadendo, non è una sorpresa, se poi si preferisce non vedere, non guardare,non affrontare, "finchè la barca va... "è un'altra cosa ma se due si conoscono molto bene capiscono al volo quando c'è qualcosa che non va o turba.
    Di solito le coppie che si trovano in crisi hanno una caratteristica molto frequente:
    - uno dei due ha dei disagi e l'altro non se ne accorge (spesso i disagi dipendono proprio da quest'ultimo, il quale però sta benone così e non ha alcuna intenzione di cambiare perchè gli sta bene così);
    - uno dei due li esprime e li espone i disagi (magari prima con dolcezza e poi, quando si accorge che non cambia nulla, un po' più apertamente) e l'altro non ci sente - sordo -.
    Alla fine il primo è sfinito e il secondo cade dal pero, non dandosi pace del perchè.
    La famosa coppia logorroico Vs sordo.


    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Concordo sul "darsi per scontati", non si dovrebbe mai darsi per scontati ed è naturale ( credo) che quando si perde interesse per l'altro svanisca anche la voglia d'intimità ovvero di trombare, almeno per una donna, ma dipende pure dall'età eh perchè anche l'età che avanza secondo me gioca un ruolo importante e non si può pensare di trombare a 60 anni come a 20.
    Finchè c'è voglia di condividere interessi insieme e di sorridere / ridere insieme è buona cosa.
    Anteporre tutto, lavoro, amici, parenti contribuisce ad allontanare.
    Non è solo perdere interesse, è di più. Va oltre la fisicità.
    Hai presente le coppie di vecchio corso sedute al ristorante che non si rivolgono una parola per tutto il pasto?
    Ma non posso pensare che la loro vita, globalmente, abbia come standard quel grado di "vitalità".

  4. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Astrid Visualizza Messaggio
    La gratitudine ha tante facce. Io sono grata al mio ex marito di avermi messa nelle condizioni di rendergli la sua amata libertà di continuare a fare e essere come gli piace (ecco lui sì che era libero da ogni condizionamento, regole e codificazioni).
    chi lo sa ? forse era a sua volta schiavo di un'insicurezza che lo costringeva a perseguire altro; la libertà, più di tanto, non è un contenuto, un fine;

    però è indicativo quello che scrivi, così come quello che scrive efua: sembra che queste persone non abbiano lasciato nelle vostre vite altro che la soddisfazione di esservene sbarazzate; al che uno si chiede: ma che ci stavate a fare ?

    è possibile che in diversi anni nulla si sia palesato presto in quella persona, che poi ha determinato la rottura ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #20
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    beh, proviamo a metterla su questo piano:

    se oggi due si mettono insieme a 25 anni - non dico 16, età di sperimentazione - quante probabilità ci sono che 30 anni dopo stiano ancora insieme ? e - tenuto conto delle circostanze pratiche - nella quota di quelli che stanno ancora insieme quanti sono quelli di cui si può dire che siano ragionevolmente sereni, senza mai aver avuto una seria, non fantasiosa, propensione alla fuga o aver frequentato altro, in 30 anni ?
    Quante probabilità ci sono non lo so, mi limito ad osservare la realtà che mi circonda, che vedo e osservo realmente e non astrattamente, vedo che ci sono ancora coppie che desiderano sposarsi e avere figli, mio figlio avrebbe dovuto partecipare a due matrimoni quest'anno e un terzo è rinviato con un figlio già in arrivo, matrimoni di suoi amici e amici in comune con la ragazza, e coppie di amici che hanno avuto un figlio da poco, quindi la spinta, la propensione a formare una famiglia esiste ancora, sarà istinto naturale o la voglia di vita,bisogni e desideri, se poi queste coppie famiglie resteranno insieme due, 5 o 20 o più anni nessuno lo può sapere, ma intanto loro ci credono.Perchè ci si sente immortali, ci vediamo sempre in salute proiettati nel futuro ma la nostra esistenza, o quella di tutti, potrebbe finire domani, potrebbe finire e i progetti cambiano il corso, domani una coppia potrebbe dividersi non solo perchè non sta più bene insieme ma perchè non sai quando la malattia, l'incidente e la morte decide la fine.
    Chissà se qualcuno mai ci pensa.


    ...e quello che intendevo era esattamente: come può una persona accettare già a 30 anni l'idea che non si innamorerà mai più e/o non vivrà quella pulsione, ma magari la proverà e la dovrà frustrare, senza un surrogato altrettanto potente ?
    Si vive giorno per giorno, se qualcuno ancora si sposa è perchè a certi progetti ancora crede.
    Poi quello che sarà sarà.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  6. #21
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    Di solito le coppie che si trovano in crisi hanno una caratteristica molto frequente:
    - uno dei due ha dei disagi e l'altro non se ne accorge (spesso i disagi dipendono proprio da quest'ultimo, il quale però sta benone così e non ha alcuna intenzione di cambiare perchè gli sta bene così);
    - uno dei due li esprime e li espone i disagi (magari prima con dolcezza e poi, quando si accorge che non cambia nulla, un po' più apertamente) e l'altro non ci sente - sordo -.
    Alla fine il primo è sfinito e il secondo cade dal pero, non dandosi pace del perchè.
    La famosa coppia logorroico Vs sordo.
    Mi ripeto, sarà una mia opinione ma io che non se ne accorgano che qualche cosa non va non ci credo, più probabile si finga o non si voglia guardare in faccia la realtà per i più svariati motivi e non si voglia mettere in discussione la relazione e mettersi in discussione, i cambiamenti non sono facili e voluti da entrambi, e nessuno può obbligare qualcuno a cambiare se questo non vuole.
    Questo è ciò che penso io.


    Non è solo perdere interesse, è di più. Va oltre la fisicità.
    Hai presente le coppie di vecchio corso sedute al ristorante che non si rivolgono una parola per tutto il pasto?
    Ma non posso pensare che la loro vita, globalmente, abbia come standard quel grado di "vitalità".
    Certo ne vedo di coppie sedute al tavolo che ognuno si fa i cazz suoi nel proprio telefonino.
    Come sia la loro vita non lo so e non voglio neanche azzardare ipotesi.
    Penso solo che quelle coppie che si detestano non vanno neanche al ristorante insieme.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  7. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    chi lo sa ? forse era a sua volta schiavo di un'insicurezza che lo costringeva a perseguire altro; la libertà, più di tanto, non è un contenuto, un fine;

    però è indicativo quello che scrivi, così come quello che scrive efua: sembra che queste persone non abbiano lasciato nelle vostre vite altro che la soddisfazione di esservene sbarazzate; al che uno si chiede: ma che ci stavate a fare ?

    è possibile che in diversi anni nulla si sia palesato presto in quella persona, che poi ha determinato la rottura ?
    Io non gioisco di nulla
    Perché non era certamente questo quello che avrei voluto vivermi
    Che stanno a farci gli altri insieme io non lo so
    Di mio so che le vicissitudini della vita mi hanno portato a fare parecchi giri di giostra poco graditi
    Cerchi di stare a galla, molto spesso alla meno peggio
    Ad un certo punto della mia vita l'alternativa era o Londra o le origini con mia madre
    Ho semplicemente cercato di sopravvivere
    -Healthy body, clear mind, peaceful spirit-

    -Where there’s will there’s a way-

    -Work hard have fun & be nice-



  8. #23
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Quante probabilità ci sono non lo so, mi limito ad osservare la realtà che mi circonda, che vedo e osservo realmente e non astrattamente,
    questo astrattamente è il tuo realmente, ma osservato con metodo e moltiplicato per milioni;

    vedo che ci sono ancora coppie che desiderano sposarsi e avere figli, mio figlio avrebbe dovuto partecipare a due matrimoni quest'anno e un terzo è rinviato con un figlio già in arrivo, matrimoni di suoi amici e amici in comune con la ragazza, e coppie di amici che hanno avuto un figlio da poco, quindi la spinta, la propensione a formare una famiglia esiste ancora
    chi ha mai detto il contrario ?

    io ho solo posto il problema di quanto sia realistica l'aspettativa di relazioni molto durature o fino alla fine, quando si è relativamente giovani e inesperti; e questo alla luce di quello che accade nella vita di coppia delle persone dai 25 anni in su;

    se poi queste coppie famiglie resteranno insieme due, 5 o 20 o più anni nessuno lo può sapere, ma intanto loro ci credono.
    ...
    Si vive giorno per giorno, se qualcuno ancora si sposa è perchè a certi progetti ancora crede.
    Poi quello che sarà sarà.
    parrebbe che dei pochi che arrivano al matrimonio, quasi la metà si separa prima; un 20% entro i 10 anni;

    si può essere convinti, ma un pensierino sul perché io lo farei; a me pare uno di quei curvoni a gomito col piano inclinato all'opposto: non per contrastare la forza centrifuga, ma per assecondarla
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #24

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    uno di quei curvoni a gomito col piano inclinato all'opposto: non per contrastare la forza centrifuga, ma per assecondarla
    Chiedo scusa se mi intrometto.
    L'argomento della discussione non mi interessa, e quindi non ho nulla da dire in merito.
    Mi lascia perplesso (da "pignolo in servizio permanente effettivo" qual sono) quanto hai scritto sulla forza centrifuga e la funzione del "piano inclinato". Polverosi ricordi coperti di ragnatele mi fanno nascere dei dubbi.
    Ti dispiace chiarire e rendere il discorso fungibile per uno 'de coccio? Senza obbligo, ovviamente, trattandosi di OT 100%.
    Grazie, in ogni caso, per l'attenzione. Tolgo il disturbo.

  10. #25
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Ti dispiace chiarire e rendere il discorso fungibile per uno 'de coccio? Senza obbligo, ovviamente, trattandosi di OT 100%.
    Grazie, in ogni caso, per l'attenzione. Tolgo il disturbo.
    ordinariamente, il piano della carreggiata in curva viene inclinato verso l'interno, e in misura inversamente proporzionale all'ampiezza; se la curva è stretta, l'inclinazione è maggiore, come nei velodromi; mi ricordo che le rampe sulle autostrade americane sono talmente precise che col socio avevamo preso a fare il gioco di lasciare lo sterzo per constatare che l'auto girava "da sola" retando in corsia, per la stessa inclinazione corretta della rampa.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #26
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ordinariamente, il piano della carreggiata in curva viene inclinato verso l'interno, e in misura inversamente proporzionale all'ampiezza; se la curva è stretta, l'inclinazione è maggiore, come nei velodromi; mi ricordo che le rampe sulle autostrade americane sono talmente precise che col socio avevamo preso a fare il gioco di lasciare lo sterzo per constatare che l'auto girava "da sola" retando in corsia, per la stessa inclinazione corretta della rampa.
    quindi, per restare "in carreggiata", contrastando con la "forza centripeta" della superficie curva, la "forza centrifuga".
    Appunto, mi pareva.
    Grazie per l'attenzione e la cortese risposta.

  12. #27
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    Propongo alla vostra lettura la sintesi del libro (pubblicato oltre dieci anni fa) titolato "Famiglia e parentela nell'età moderna", scritto da Cesarina Casanova, docente di Storia, società e famiglia nell’università di Bologna.


    L’evoluzione della famiglia nel tempo è un rilevatore determinante nei cambiamenti della società.

    La Casanova evidenzia come sono cambiati la famiglia e i rapporti con la parentela nell'età moderna.

    Si sofferma sulle differenze tra famiglie multiple e famiglie complesse, tra famiglie nucleari e famiglie "di solitari".

    Inoltre, il testo affronta temi di grande importanza e attualità, come la disgregazione della coppia, il calo drastico delle nascite, la permanenza in casa con i genitori di uomini e donne già adulti (i single), il fenomeno delle famiglie ricostituite, sottolineando come tutto ciò non rappresenti l'effetto di una crisi della famiglia, ma sia in realtà solo uno dei tanti adattamenti che essa ha conosciuto nel tempo.

    Nel suo libro c’è anche un riferimento al film “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi. Uscì nelle sale cinematografiche nel 1961.

    Il film si sofferma sul tradizionalismo, la famiglia patriarcale e le contraddizioni nei comportamenti individuali in una famiglia della piccola nobiltà siciliana circa un decennio prima dei successivi mutamenti sociali.

    In quel tempo l'articolo 544 del codice penale prevedeva che per i delitti di violenza carnale il matrimonio estinguesse il reato anche per gli eventuali complici del sequestratore.

    La vendetta di sangue, per la vittima del tradimento e per i suoi parenti maschi, era considerata un impellente obbligo sociale per riscattare “l'onta delle corna”.

    Nella società italiana, quando il film uscì, era diffusa la percezione della crisi di un modello secolare di famiglia, cioè della subordinazione della moglie al marito, della indiscussa autorità del padre sui figli, della minor considerazione delle figlie femmine nei confronti dei figli maschi.

    Nella percezione comune, nell'Italia degli anni '60 a mostrare le sue debolezze erano la famiglia nucleare, costituita dalla coppia di coniugi e dei figli, e il sistema di relazioni tra membri della famiglia nel quale l'autorità del padre iniziava vacillare. Era anche diffusa l'opinione che dietro la famiglia in crisi ci fosse l'abbandono della famiglia allargata e le rigide gerarchie nell’ambito familiare per sollecitazione delle trasformazioni provocate dal processo di industrializzazione e urbanizzazione.

    Negli anni ‘60 dello scorso secolo i giovani contadini emigravano in cerca di lavoro e trovavano impiego nelle fabbriche stabilendosi in grandi città del Nord si sradicavano dalla comunità di appartenenza e inevitabilmente sfuggivano alla subordinazione ai padri e in genere agli anziani.

    Gli anni ’60 e ’70 segnarono nella società e nella famiglia una rottura col passato.

    Oggi assistiamo al fenomeno delle famiglie ricostituite, cioè quelle formate con i secondi matrimoni o convivenze, dove i figli di coppie divorziate convivono con fratelli acquisiti nati dai precedenti matrimoni dei loro padri o delle loro madri.

    Tutto questo sembra l’effetto di una crisi della famiglia, ma in realtà è solo uno dei tanti adattamenti che la famiglia ha conosciuto nel tempo.

    Nei secoli passati era la brevità della vita , la frequente mortalità delle donne per parto, il secondo matrimonio dei vedovi a rendere instabile la famiglia e problematico l’adattamento dei figli alla convivenza con matrigne, patrigni e fratellastri.

    Quanto alla solidità delle unioni, un tempo per durare i matrimoni non dovevano essere legami forti, perché l’alto livello di mortalità dei coniugi spezzava precocemente la maggior parte dei matrimoni. Non erano molte le possibilità di alimentare le speranze o le tensioni che sperimentano le coppie d’oggi.

    Nell’Italia contemporanea, anche nelle coppie stabili, la decisione di avere un solo figlio corrisponde ad una esasperata preoccupazione per il suo futuro e per le sue possibilità di inserimento nell’ambito lavorativo. Corrisponde anche a progetti di ascesa sociale, che nelle antiche società divise per ceti, era difficile. La scelta e i costi di far studiare i figli per migliorare il loro livello di vita sono oggi affrontati nella società occidentale anche negli strati sociali più bassi della popolazione.

    Quanto alla prolungata permanenza dei figli nella casa dei genitori, nel passato le strategie di trasmissione del patrimonio tendevano a mantenere i figli anche sposati sotto l’autorità del padre e sotto lo stesso tetto fino alla morte dei capifamiglia.

    Nel nostro tempo la rete dei legami orizzontali di parentela si è molto ristretta e manca ai ragazzi l’esperienza del rapporto con numerosi fratelli e cugini.

    Dal confronto col passato si riconosce la cesura determinata dalla possibilità della separazione e del divorzio, che modificano le tipologie familiari. Oltre alle convivenze di etero e omosessuali il fenomeno più rilevante dei nostri giorni, di maggiore incidenza sociale, è quello della famiglia ricostituita, nella quale si realizza una nuova gerarchia di rapporti interpersonali, che nella definizione dei vincoli di parentela non si basa più come nel passato esclusivamente sull’ideologia patrilineare del sangue e del cognome.

    Oggi viene valorizzata la tenacia dei legami affettivi e solidali che s’instaurano indipendentemente da una tipologia dell’aggregato domestico e dalla durata di specifiche forme di co-residenza.

    Se si integrano i dati sulla composizione degli aggregati domestici con la rilevazione dell’intensità dei contatti e dei sostegni reciproci tra famiglia coniugale e parenti non conviventi, risulta evidente che anche oggi le relazioni sono molto strette (per esempio i rapporti nonni – nipoti) e sono spesso determinanti per favorire i processi di mobilità sociale sia ascendente sia orizzontale.

    Comunque, il modello della famiglia coniugale continua a rappresentare il più condiviso riferimento alla famiglia.

  13. #28
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da efua Visualizza Messaggio
    Poco fa ho letto un articolo proprio sulla sopravvivenza dei matrimoni
    Miriam Clegg, moglie dell’ex liberal democratico e vice premier Nick, ha precisato che ogni decisione viene presa «per il bene della famiglia»: «Alla fine non ci sei mai solo tu, o il tuo lavoro, ci sei tu, la tua famiglia e le tue circostanze»
    Ecco parecchie persone dovrebbero farsi entrare queste parole nel cervello
    Per esperienza mia, la strafottenza dell’altro di fronte ai miei disagi ha fatto finire tutto.
    Il punto è esattamente questo: Se nella Coppia non si passa dall'io al noi, diventa dura stare insieme.
    amate i vostri nemici

  14. #29
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Bisogna dire:"noi ci lasciamo" non "io ti lascio", così uno è più sicuro che la cosa vada a buon fine.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  15. #30
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    ......Oggi assistiamo al fenomeno delle famiglie ricostituite, cioè quelle formate con i secondi matrimoni o convivenze, dove i figli di coppie divorziate convivono con fratelli acquisiti nati dai precedenti matrimoni dei loro padri o delle loro madri.

    Tutto questo sembra l’effetto di una crisi della famiglia, ma in realtà è solo uno dei tanti adattamenti che la famiglia ha conosciuto nel tempo.

    Nei secoli passati era la brevità della vita , la frequente mortalità delle donne per parto, il secondo matrimonio dei vedovi a rendere instabile la famiglia e problematico l’adattamento dei figli alla convivenza con matrigne, patrigni e fratellastri.

    Quanto alla solidità delle unioni, un tempo per durare i matrimoni non dovevano essere legami forti, perché l’alto livello di mortalità dei coniugi spezzava precocemente la maggior parte dei matrimoni. Non erano molte le possibilità di alimentare le speranze o le tensioni che sperimentano le coppie d’oggi.

    Nell’Italia contemporanea, anche nelle coppie stabili, la decisione di avere un solo figlio corrisponde ad una esasperata preoccupazione per il suo futuro e per le sue possibilità di inserimento nell’ambito lavorativo. Corrisponde anche a progetti di ascesa sociale, che nelle antiche società divise per ceti, era difficile. La scelta e i costi di far studiare i figli per migliorare il loro livello di vita sono oggi affrontati nella società occidentale anche negli strati sociali più bassi della popolazione.

    Quanto alla prolungata permanenza dei figli nella casa dei genitori, nel passato le strategie di trasmissione del patrimonio tendevano a mantenere i figli anche sposati sotto l’autorità del padre e sotto lo stesso tetto fino alla morte dei capifamiglia.

    Nel nostro tempo la rete dei legami orizzontali di parentela si è molto ristretta e manca ai ragazzi l’esperienza del rapporto con numerosi fratelli e cugini.

    Dal confronto col passato si riconosce la cesura determinata dalla possibilità della separazione e del divorzio, che modificano le tipologie familiari. Oltre alle convivenze di etero e omosessuali il fenomeno più rilevante dei nostri giorni, di maggiore incidenza sociale, è quello della famiglia ricostituita, nella quale si realizza una nuova gerarchia di rapporti interpersonali, che nella definizione dei vincoli di parentela non si basa più come nel passato esclusivamente sull’ideologia patrilineare del sangue e del cognome.

    Oggi viene valorizzata la tenacia dei legami affettivi e solidali che s’instaurano indipendentemente da una tipologia dell’aggregato domestico e dalla durata di specifiche forme di co-residenza.

    Se si integrano i dati sulla composizione degli aggregati domestici con la rilevazione dell’intensità dei contatti e dei sostegni reciproci tra famiglia coniugale e parenti non conviventi, risulta evidente che anche oggi le relazioni sono molto strette (per esempio i rapporti nonni – nipoti) e sono spesso determinanti per favorire i processi di mobilità sociale sia ascendente sia orizzontale.

    Comunque, il modello della famiglia coniugale continua a rappresentare il più condiviso riferimento alla famiglia.
    Non c'è dubbio che il modello di famiglia oggi è cambiato, ma resta ancora un punto di riferimento, per lo meno quella di origine.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

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