Originariamente Scritto da
axeUgene
va bene, ma allora che senso ha evocare il successo mondano come parametro di giudizio della bontà di una dottrina ?
quando sbandieri la circostanza che i cinesi accettino la datazione cristiana o altro del genere, tu attribuisci un valore dirimente proprio a quel "like", salvo poi lagnarti che la stessa società che dovrebbe essere cristiana è apostata;
quando fai riferimento alla "natura", al dato sensibile, in cerca di conferma di una presenza divina, io accetto di vagliare la tua ipotesi; ma poi viene fuori che quella natura in effetti ti smentisce, nel senso che non rappresenta quel sistema morale che intendi, ma altro, cui gli esseri umani dovrebbero aderire nella misura di un sentimento spontaneo e comune;
guarda che io non sto contestando i tuoi valori, ma solo l'efficacia del messaggio che esponi, che viene sempre meno ogni volta che il principio su cui lo fondi è contraddittorio:
se tu asserisci la naturalità di un determinato sistema di valori - poniamo, il matrimonio indissolubile, o l'astinenza pre-matrimoniale - ma la natura umana smentisce quel sistema, il tuo messaggio è inefficace, controproducente;
se tu sostieni che la fede è connaturata all'uomo, io posso pure darti ragione; ma poi devi fare i conti col fatto che è fede pure quella del kamikaze che crede alle 72 vergini che lo aspettano dopo che quello si è schiantato sulla torre di Manhattan, ed è un bel problema argomentare che la fede giusta è solo quella che si traduce nella tua dottrina, e per natura, visto che in effetti quella natura umana ti smentisce;
alla fine, in tutto questo, il paradosso è che vivi le tue ideologie tradizionaliste in modo assolutamente post-moderno, e cioè schizoide, disgregato e sconnesso, in cui pezzi di ideologia fondati su un determinato principio convivono con altri fondati su suo opposto;
oh, non c'è niente di male, in senso morale, beninteso; io ti faccio presente questa cosa solo perché in effetti constato una sofferenza, che non è solo tua, ma generale; la scarsa padronanza delle idee, dei principi, genera un disorientamento diffuso; si vuole la libertà, ma non si capisce quali ne siano i necessari limiti in rapporto alla libertà altrui; si crede in un determinato sistema di valori, ma si rimuove la circostanza che quei valori non siano condivisi e perciò non si capisce il motivo organico, sistemico di quel dissenso, né come questo può essere composto;
alla fine, un portatore confuso di ideologia che si propone come normatore, produce, assieme agli altri, l'effetto che si crea di fronte al semaforo rotto: si presentano decine di improvvisati vigli urbani tutti in disaccordo, che aumentano il caos, invece di risolvere il problema, e fanno anche la figura degli idioti.