Da “Servizio cristiano”:

Quelli che si danno da fare per la causa della verità scopriranno che non potranno evitare di suscitare la rabbia dei loro nemici. Anche se sono stati chiamati da Dio a svolgere l’opera ed egli approva i loro metodi, non potranno evitare rimproveri e derisione. Saranno accusati di essere visionari, inaffidabili, astuti e ipocriti; di qualsiasi cosa, in sostanza funzionale ai propositi dei loro nemici. Anche le cose più sacre saranno rappresentate sotto un’ottica ridicola per far divertire i miscredenti. Per eccitare la gioia del critico profano basta una minima dose di sarcasmo e uno spirito triviale, unito a invidia, gelosia, irriverenza e odio. E questi presuntuosi buffoni aguzzano la loro ingegnosità e si incoraggiano a vicenda nella loro azione blasfema. La derisione e il disprezzo provocano grande sofferenza all’animo umano, ma devono essere sopportati da tutti quelli che sono fedeli a Dio. Fa parte del piano dell’avversario distrarre le persone dall’opera che Dio {SC 144.3} ha loro affidato. — The Southern Watchman, 12 aprile 1904. {SC 144.4}

Spesso il cristiano è minacciato da tanti pericoli: in quei momenti gli sembra difficile compiere il suo dovere. Egli potrà pensare di trovarsi davanti a una difficoltà incombente e avere dietro di sé solo oppressione e morte. Tuttavia la voce di Dio è chiara e gli dice: “Guarda avanti”. Dovremmo ubbidire a questo ordine, anche se i nostri occhi non riescono a penetrare oltre l’oscurità, anche se sentiamo le onde fredde scorrere sui nostri piedi. Ciò che impedisce il nostro progresso non scomparirà, se avremo un atteggiamento dubbioso ed esitante. Coloro che rimandano la decisione di ubbidire, aspettando il momento in cui ogni incertezza sia svanita e non vi sia più il rischio di un fallimento o di una sconfitta, non ubbidiranno mai. Gli increduli mormorano: “Aspettiamo finché tutte le difficoltà saranno rimosse e possiamo vederci chiaro”; la fede, invece, che “spera ogni cosa” e “crede ogni cosa”, dice con coraggio: “Avanti!” — Patriarchs and Prophets, 290 (1890). {SC 191.7}