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Discussione: Quando la gonna diventa solidale

  1. #16
    Citazione Originariamente Scritto da Spirit Visualizza Messaggio
    Comunque è il motivo per cui mi stanno antipatici quei ragazzi, che poi non sarebbe colpa loro, ma di chi li indottrina... Per capirci un esempio: detesto il comunismo cinese e la distruzione dei monasteri tibetani, ma non è per questo che mi travestirei da monaco per solidarietà...
    non so se siano indottrinati o no, e non trovo nemmeno giusto ritenere indottrinati tutti coloro che la pensano diversamente da me. a dire la verità il gesto di mettersi la sottana "per solidarietà" non è che mi sia piaciuto moltissimo, diciamo che potrei ritenerlo una ragazzata dettata più che altro dalla voglia di mettersi in mostra.
    detto questo, il docente ha sbagliato su tutta la linea: ha dato risonanza ad un evento che altrimenti sarebbe rimasto confinato all'interno della scuola, ha rifiutato il confronto con gli allievi, si è comportato da censore e non da insegnante. peggio di così.

  2. #17
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Spirit Visualizza Messaggio
    Ah, i maschi che fanno i "femministi"... un genere che detesto dal profondo del cuore... In genere rappresentano il massimo dell'ipocrisia...
    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Ok anch'io in fondo salvo almeno forti e concordanti indizi, tendo a pregiudicare un maschio che si dichiari apertamente femminista, ma non la chiamerei ipocrisia anche fosse mosso soltanto dalla speranza di aumentare la sua appettibilità nei confronti del gentil sesso, mi semberebbe solo un pessimo piano.
    beh, però, a lume di raziocinio, si potrebbe dire esattamente l'opposto:
    per non urtare le sensibilità tradizionaliste degli amici del calcetto, si negano altrettanto ipocritamente certe evidenze concrete;

    non si tratta di mettersi la gonna a fioroni e andare al collettivo femminista, o agitare gli scritti della Banotti, di fronte a certe evidenti sperequazioni e ingiustizie;
    dirsi femminista nella circostanza delle opportunità sperequate è solo una manifestazione di un pensiero egualitario altrimenti coniugato ed ampiamente accettato, come antirazzismo, ecc... cioè che una persona non deve avere minori opportunità di auto-determinarsi e realizzarsi a causa della propria condizione di nascita;

    io sarei un attrezzo da caserma, per niente incline al buonismo, e molto ispirato allo spirito della legge; nel momento in cui questa mi sottolinea la non discriminazione di genere - a parte le manifestazioni di colore come quelle accessoriamente discusse: se uno si vuol trombare la militante, può anche investire in quella strategia, senza che io ne abbia particolare scandalo - e sono in uniforme, spogliatoio del calcetto o meno ti cionco le gambine, punto;

    amico dei negri era anche la retorica southern negli anni 60, contro quei bianchi indigeni che si opponevano alla segregazione e alla solidarietà bianca, traditori della loro condizione privilegiata di nascita.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #18
    Opinionista L'avatar di Spirit
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    Mi hai fatto tornare in mente una vecchia canzone di John Lennon, anche lui grande pseudofemminista, "Woman is the nigger of the world", dove paradossalmente la parola NIGGER è stata (in seguito?) considerata grave offesa verso i neri...

  4. #19
    ho la sensazione che John Lennon abbia usato apposta il termine "nigger" per indicare la condizione della donna "slave to the slaves"

  5. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Escolzia Visualizza Messaggio
    Trovo che i due ragazzi abbiano fatto un gesto simbolico molto importante, peccato che non sia stato apprezzato.
    Indossare una gonna con il significato di (provare a) mettersi nei panni di, sì, lo trovo un bel messaggio

  6. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Con il loro gesto simbolico si sono fatti notare, quindi hanno raggiunto una certa popolarità anche sui social con i loro coetanei e coetanee.
    Ecco non vorrei questo, che da gesto a supporto delle donne diventasse solo protagonismo dei ragazzi maschi, insomma la "solita storia"

  7. #22
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    Boh, magari non è così.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  8. #23
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    Questi ragazzi indossano una gonna e si mettono lo smalto (non si vestono da donna) per solidarizzare, nell'articolo non ho letto che si dicano "uomini femministi"

    Secondo alcuni uomini lo fanno solo "per scopare", a prescindere, anche se non sappiamo nulla del loro orientamento sessuale.

    Mi viene da pensare che gli uomini dovrebbero lavorare sui loro propri inconsapevoli condizionamenti che portano a definire loro stessi come sottomessi agli impulsi primari

    Solidarizzare va bene, ma inviterei gli "uomini femministi"** (che a mia opinione non esistono) a uscire dal loro pantano prima di immergersi in quello femminile

    ** e non
    Ultima modifica di Breakthru; 01-12-2021 alle 11:20 Motivo: aggiunta

  9. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Spirit Visualizza Messaggio
    Mi hai fatto tornare in mente una vecchia canzone di John Lennon, anche lui grande pseudofemminista
    che vuol dire pseudofemminista ?

    partiamo da un determinato registro culturale, un'educazione famigliare e ambientale, e da quella elaboriamo delle idee; ho sempre preferito Paul - più prolifico, anche se a volte banalotto - e George - molti brani top, ma le indianate non le sopportavo;
    John si era messo con Yoko e ovviamente la frequentazione con l'artista intellettuale, piaccia o meno, gli suggeriva tanti motivi di riflessione; ad ogni modo, l'impegno politico degli artisti mi lascia sempre un po' distante;

    "Woman is the nigger of the world", dove paradossalmente la parola NIGGER è stata (in seguito?) considerata grave offesa verso i neri...
    però in quel caso l'espressione era già usata con la consapevolezza retorica del dispregiativo, e già lo era da almeno un secolo; solo che nessuno si era posto il problema della liceità dell'insulto;

    in termini concreti, rivendicare una qualche liceità al linguaggio politicamente "scorretto" equivale a rivendicare il bullismo come facoltà ammissibile; a te può non dare fastidio se uno ti chiama vecchiodemmerda, ma io resto attrezzo da caserma e se sento uno che apostofa come mongoloide una persona down che magari non è un fulmine di guerra a servirlo al McDonald's, stacco na di quelle sedioline arancioni e gliela ficco su per il culo, di traverso, però; così, con l'occasione, impara anche un capellino di pensiero nicciano, per cui le sue elucubrazioni sulla sua libertà di pensiero incontrano asserzioni di seno inequivocabile;
    poi annamo a discute'
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Solidarizzare va bene, ma inviterei gli "uomini femministi" (che a mia opinione non esistono) a uscire dal loro pantano prima di immergersi in quello femminile
    guarda, come discendenza matrilineare io ho almeno quattro generazioni di femministe, più altre collaterali; alcune vivevano a Vienna e si battevano per il diritto di voto e altro, una mantovana è stata la prima laureata in matematica d'Italia, figlia di un garibaldino e deputato socialista; il marito, alla prima notte di nozze, si presentò a casa dei suoceri, dicendo disperato: ma perché non mi avete avvertito che era così cattiva ?

    fino ai 25 anni ero abbastanza tradizionalista e ostile al femminismo, che mi sembrava fanatismo; così come ad altre ideologie costume progressista, i froci, ecc...
    poi, al contesto ambientale si è sovrapposta la formazione universitaria, e la forza delle idee e della ragione mi hanno fatto cambiare molti punti di vista;

    per me, "femminista" non è un cambiamento di atteggiamento esistenziale, ma semplicemente la presa d'atto della necessità di cambiamenti del costume e delle leggi, se vuoi in misura varia, come riduzione del maschilismo implicito nel considerare come ineluttabile un determinato ordine;

    nel momento in cui sostengo l'iniquità e il pregiudizio nel valutare analogo comportamento sessuale o di costume di un ragazzo e una ragazza - poniamo, molto attivi con una pluralità di partner - sono femminista ? direi di sì, come sub-ideologia di un impianto egualitario; questo non implica che io debba aderire a qualsiasi tesi radicale che si colloca in ambito "femminista", come quelle che postulano una società senza maschi in quanto il maschile sarebbe intrinsecamente e irredimibilmente portatore di un ordine oppressivo;

    l'angolo cieco di tutto il discorso è il solito, e cioè la confusione tra un postulato di valore - nel caso, l'uguaglianza - e la condizione di realtà, che è la diversità per nascita, ma di tutti, indipendentemente dal genere.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #26
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    "femminista" non è un cambiamento di atteggiamento esistenziale, ma semplicemente la presa d'atto della necessità di cambiamenti del costume e delle leggi, se vuoi in misura varia, come riduzione del maschilismo implicito nel considerare come ineluttabile un determinato ordine;
    nel momento in cui sostengo l'iniquità e il pregiudizio nel valutare analogo comportamento sessuale o di costume di un ragazzo e una ragazza - poniamo, molto attivi con una pluralità di partner - sono femminista ? direi di sì, come sub-ideologia di un impianto egualitario; questo non implica che io debba aderire a qualsiasi tesi radicale che si colloca in ambito "femminista", come quelle che postulano una società senza maschi in quanto il maschile sarebbe intrinsecamente e irredimibilmente portatore di un ordine oppressivo;

    l'angolo cieco di tutto il discorso è il solito, e cioè la confusione tra un postulato di valore - nel caso, l'uguaglianza - e la condizione di realtà, che è la diversità per nascita, ma di tutti, indipendentemente dal genere.

    Sono dubbiosa.
    Se la discussione femminista, nel suo evolversi, deve passare (ed è passato, passa e forse passerà) anche per teorie estreme che ti sbattono automaticamente fuori in quanto maschio, sei fuori, non puoi intervenire, non puoi discutere, se vuoi partecipare devi prendere il pacchetto completo e non puoi senza "annichilirti"

    Non mi piace che le cose debbano essere così, ma per quanto si possano sostenere le battaglie per le eguaglianze di qualsiasi minoranza, la minoranza (fintanto che le cose non cambiano) ha un suo spazio proprio dove soggetti esterni non hanno possibilità di determinare nulla, nemmeno di parola

    Quindi, volendo essere integralista, non possono esserci "uomini femministi". Da bianca posso sostenere e simpatizzare con il movimento "Black lives matter" ma devo fare un passo indietro se la discussione si sposta su una sponda opposta dell'estremismo.

    Mi sembra che le cose funzionino così, è inevitabile che il cambiamento passi anche attraverso correnti e pensieri estremi

  12. #27
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    PS. L'azione che può compiere, a favore dei diritti di una minoranza, chi è in una posizione di privilegio è sfruttare questa posizione per promuovere le istanze

  13. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Sono dubbiosa.
    Se la discussione femminista, nel suo evolversi, deve passare (ed è passato, passa e forse passerà) anche per teorie estreme che ti sbattono automaticamente fuori in quanto maschio, sei fuori, non puoi intervenire, non puoi discutere, se vuoi partecipare devi prendere il pacchetto completo e non puoi senza "annichilirti"

    Non mi piace che le cose debbano essere così, ma per quanto si possano sostenere le battaglie per le eguaglianze di qualsiasi minoranza, la minoranza (fintanto che le cose non cambiano) ha un suo spazio proprio dove soggetti esterni non hanno possibilità di determinare nulla, nemmeno di parola

    Quindi, volendo essere integralista, non possono esserci "uomini femministi". Da bianca posso sostenere e simpatizzare con il movimento "Black lives matter" ma devo fare un passo indietro se la discussione si sposta su una sponda opposta dell'estremismo.

    Mi sembra che le cose funzionino così, è inevitabile che il cambiamento passi anche attraverso correnti e pensieri estremi
    capisco i dubbi, epperò, come diceva il santone Guzzanti di Qvelo, la risposta è sbagliata

    l'espressione di un'ideologia che attua la legge, si atteggia a legge, o tende a farsi legge, norma autoritativa di senso generale, non rappresenta l'esercizio di un diritto soggettivo della persona, in quanto appartenente alla categoria interessata - le donne - oppure minoranze altrimenti individuate, per cui la titolarità spetterebbe agli appartenenti a quella categoria a tutela di se stessi, bensì l'esercizio di un interesse legittimo a che le cose vadano in un certo modo, secondo la legge esistente o intesa, in nuce, quale interesse generale tutelato, o da tutelare;

    tra l'altro, questa cosa spiega anche il motivo per cui certi diritti sono definiti indisponibili, e cioè lo stesso titolare non può alienarli, perché la sua eventuale disponibilità soggettiva a rinunciarvi cozza contro un interesse generale a che quelli siano in via generale e presuntiva tutelati;

    poi, che gli appartenenti a determinate correnti radicali non percepiscano questo aspetto è affar loro; ma, sul piano strettamente ideologico, io posso perfettamente dirmi repubblicano, anche se sono aristocratico, o comunista, anche se faccio parte della borghesia proprietaria dei mezzi di produzione; nulla mi impedisce di perorare la sovversione di un ordine che mi attribuisca un privilegio;

    al più, qualcuno potrebbe additarmi come traditore o ipocrita, ma io posso comunque argomentare in modo puntuale questioni di opportunità che mi inducono a sacrificare dei privilegi in cambio di un ordine sociale che ritengo più vantaggioso di quelle rinunce;
    peraltro, questa non è un'eccezione, ma la regola stessa delle élites avanguardistiche, che hanno sempre guidato le transizioni sociali inclusive, democratiche o sovversive.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #29
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    secondo la legge esistente o intesa, in nuce, quale interesse generale tutelato, o da tutelare
    Sì ma no

    Tu parli di persone ragionevoli, non lo sono sempre i militanti

    Se da appartenente ad minoranza (uso minoranza anche riguardo le donne per semplificare) organizzo una riunione, in questa riunione viene fatto osservare che esistono delle norme, intese proprio come leggi, che ledono il mio diritto, supponiamo che la questione sia complicata, anzi, di più: fumosa, non esisteranno obiezioni accettabili da parte di chi non appartiene alla minoranza e che, in fin dei conti, forse o magari no, gode di un privilegio. Il privilegio in questo contesto è un pregiudizio che lo escluderà o invaliderà le sue argomentazioni, anche se ha ragione. Diverso se le stesse obiezioni vengono sollevate da un membro della minoranza.
    Il povero emarginato potrà discuterne con altri, da altre parti, ma non lì, in quella riunione, in quel gruppo, a meno di non essere a favore. Nel caso del femminismo... sarà probabilmente un uomo femminista in momentanea pausa.

    Certo parliamo di elementi sicuramente più incattiviti, radicali


    però mi fa piacere che tu voglia essere uomo femminista, lo trovo positivo

  15. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Sì ma no

    Tu parli di persone ragionevoli, non lo sono sempre i militanti

    Se da appartenente ad minoranza (uso minoranza anche riguardo le donne per semplificare) organizzo una riunione, in questa riunione viene fatto osservare che esistono delle norme, intese proprio come leggi, che ledono il mio diritto, supponiamo che la questione sia complicata, anzi, di più: fumosa, non esisteranno obiezioni accettabili da parte di chi non appartiene alla minoranza e che, in fin dei conti, forse o magari no, gode di un privilegio. Il privilegio in questo contesto è un pregiudizio che lo escluderà o invaliderà le sue argomentazioni, anche se ha ragione.
    beh, in effetti quello che succede in realtà è che l'argomento che ho riportato semplicemente non viene tirato in ballo; ma difficilmente potrebbe trovare opposizione, perché sposta la titolarità, la sottrae a quell'esclusiva;

    ordinariamente, quello che succede è che l'esclusione avviene su una base diversa; per esempio, sulla questione dell'aborto può esserci un'argomentazione femminista di rilievo sostanziale che esclude gli uomini; qui però c'è effettivamente un conflitto tra due principi, tra l'asserita tutela della "vita" embrionale, e la disponibilità del proprio corpo come diritto inalienabile; non credo che il parere di un uomo che si pronunciasse a favore della libera scelta sarebbe cassato come ideologicamente irrilevante; qui, un fondamento esclusivo interviene - solo fino ad un termine convenzionale di specificazione dell'individuo umano che diventa a sua volta titolare di un diritto - in termini di raffronto tra diritto alla propria esclusività corporea ed emotiva e pretesa di paternità o di tutela sociale della procreazione come valore superiore; ma, in questo, la legge è abbastanza chiara;

    ad ogni modo, l'osservazione che muovevo non riguarda una questione in sé di legalità, che può sembrare una technicality, ma proprio una cosa di filosofia della politica, anche se descritta come profilo giuridico;
    cioè, se un gay o un'associazione di omosessuali per motivi qualsiasi decidesse che la discriminazione va bene, non avrebbe comunque la titolarità per pronunciarsi su un diritto conferito all'individuo, e che vale erga omnes, per tutti, come tutti i diritti;
    e questo perché il diritto degli appartenenti ad una determinata categoria è sempre "figlio" di un principio/diritto generale, come quello di non essere discriminati per le proprie propensioni sessuali;

    ora, siccome la legittimazione della discriminazione specifica produrrebbe, per analogia, la possibilità di discriminare altrimenti, semplicemente cambiando i termini; se passasse quel principio, io potrei essere discriminato perché mi piacciono solo, che so, le donne dai capelli rossi, visto che colui che mi discrimina potrebbe far valere quella facoltà come legittima;

    quindi, dirsi "femminista", non sarebbe altro che la coniugazione puntuale dell'ideologia egualitaria, che vieta la discriminazione per condizione di nascita, e mi riguarda anche se non sono donna, posto che avrei comunque titolo derivato per tutelare affetti e famigliari di genere femminile, ecc...

    chiaramente, la declinazione di un'ideologia può essere diversa; ci possono essere estremisti che rifiutano le quote rosa, in nome di un'esigenza/ricerca di una pressione massimalista che rifiuta quella che viene avvertita come una sorta di "elemosina"; d'altro canto, io posso sostenere che, date circostanze oggettive di impedimento diffuso, un intervento riequilbratore può essere necessario e conforme alla finalità di realizzare pari opportunità, e magari essere contestato in quanto uomo per una scelta ritenuta retaggio di maschilismo elemosiniere e ipocrita;

    al fondo, volendo fare un po' di chiarezza, si è ideologicamente inquadrabili se si sostiene come necessario l'elemento essenziale e imprescindibile di un'ideologia; non puoi essere nazista se non sei antisemita; non puoi essere propriamente cristiano se non credi davvero alla resurrezione di Gesù; né comunista se ammetti la proprietà privata dei mezzi di produzione;
    ora, per quel che posso vedere, il postulato dirimente del femminismo è la considerazione che la donna sia generalmente discriminata in modo sfavorevole, sistematico e sulla base di assunti culturali, e che tali presupposti discriminatori vadano attivamente rimossi e sia necessario agire e collaborare a questo fine;
    chi concorda su questo e agisce in misura ragionevolmente coerente è da ritenersi femminista, direi.
    c'� del lardo in Garfagnana

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