Draghi è stato capace di riunire quasi tutti i partiti nel suo governo da una parte perché dotato del carisma conferitogli dalle alte posizioni assunte in campo europeo, dall'altra perché portatore (sempre in base a questo carisma) dell'afflusso ingente di denari che comunque comporteranno per i nostri figli e nipoti un debito quasi impossibile da ripagare. La situazione ricorda un poco quella di un altro momento di dramma per il Paese da ricostruire dopo la guerra. Allora gli aiuti necessari furono forniti dagli USA tramite il Piano Marshall, ma poiché ovviamente nessuno fa niente per niente ancora oggi ci troviamo con decine di basi militari americane che fanno un po' quello che gli pare. Ricordate la strage del Cermis?
Le prospettive. Riguardo i partiti al governo, vedo lo scandalo inaudito di un partito in rotta come quello dei 5 stelle rappresentato ancora in Parlamento come se fosse il primo partito italiano. Sarà spazzato via non appena gli incapaci ragazzotti avranno raggiunto le loro sospirate e laute pensioni. La loro estinzione sarà affrettata dalla loro stessa misura voluta riguardo il taglio dei parlamentari. Il PD ancora mantiene i suoi consensi, e questo suona abbastanza incomprensibile. Ma su chi potrà contare, in un prossimo futuro? Ridotti ai minimi termini gli stellati, con l'ostilità di Calenda e Renzi, quale destino mai li aspetta?
Ma non è neppure che io veda molto bene il futuro del centrodestra, con Berlusconi assimilato da tempo ad un centrismo che lega bene anche con un governo diverso ma non troppo lontano da questo, con la Lega sottoposta al controllo sotterraneo dei vari moderati alla Giorgetti e alla Zaia, l'ala salviniana in minoranza, spaccatura manifesta. Situazione che secondo me manterrebbe la Meloni all'opposizione, coerente ma sterile.
Conclusione? L'unica cosa certa è l'ulteriore espandersi dell'astensionismo. Io proporrei una riforma secondo la quale, se i votanti risultano AL DI SOTTO del 50% del corpo elettorale completo, il voto stesso viene annullato e deve essere ripetuto. In fondo, per i referendum, da sempre si tiene conto della percentuale del 50% necessaria per non annullare il referendum stesso.