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Discussione: Baby-gang

  1. #16
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Non so se ho capito bene, soprattutto questo: puoi chiarire, magari con un esempio?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio

    io credo davvero poco all'educazione, la scuola, ecc... come esercizio teorico di diffusione di valori e comportamenti; per me queste sono solo le foderine e le imbottiture di un divano; sotto deve esserci una struttura, e questa non si finge;

    cioè, il comportamento "virtuoso" che ipoteticamente potremmo desiderare, come generazione adulta, deve essere percepito come premiante e desiderato, proprio come un premio, perché segno di una conquista, gratificante, e non dell'obbedienza ad un precetto, che per un adolescente è qualcosa di umiliante, che lo riporta e zavorra alla condizione infantile di dipendenza;


    Intanto ho trovato qualche editoriale che riflette sull’argomento e grosso modo esprime il mio punto di vista.

    https://lavialibera.it/it-schede-640...lita_giovanile

    Non entro nel merito dei valutatori esterni a fine anno a scuola (mi sembra che allora i ragazzi studierebbero, appunto, solo a fine anno), perché non credo sia questa la questione del thread.

  2. #17
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    Non so se ho capito bene, soprattutto questo: puoi chiarire, magari con un esempio?
    qualunque comportamento un genitore vorrebbe che i figli adottino, difficilmente viene premiato se è percepito come "obbedienza", visto che l'adolescente si forma proprio in opposizione, vuole distinguersi;
    il comportamento voluto deve essere indotto attraverso il desiderio, e questo lo può fare solo l'emulazione di qualcosa che è percepito come premiante;
    ora, se una scuola, e in genere una società, sono percepite come "brutte", indesiderabili, difficilmente ciò che propongono può essere emulato, perché desiderato;

    io non sono psicologo, né faccio l'educatore, ma a naso il problema mi sembra questo; i ragazzi che si dedicano alla violenza e alla trasgressione estrema desiderano una condizione di potenza e a questo desiderio è difficile opporsi senza presentare un modello che quella potenza riesce davvero a incarnare, come alternativa;
    se un ragazzo si pone in termini di dominio sugli altri, magari per insicurezza psicologica, non è che lo sport riesce facilmente a soddisfare quell'esigenza, se lascia il problema in soffitta, lo rimuove come potenza surrogata; a volte funziona; spesso no, o non si trova la strada;

    poi:
    Non entro nel merito dei valutatori esterni a fine anno a scuola (mi sembra che allora i ragazzi studierebbero, appunto, solo a fine anno), perché non credo sia questa la questione del thread.
    un po' spiega, ed è per questo che lo avevo introdotto:
    non sto dicendo di abolire le verifiche, ma di evitare che le energie degli studenti siano concentrate nella loro capacità di ingraziarsi i professori e di sentirsi dipendenti dal giudizio di quelli, con le famiglie che vanno a protestare per i brutti voti, ecc...

    se il prof di matematica non è quello che ti promuove o boccia a fine anno, diventa la persona che ti aiuta a superare un ostacolo analogo a quelli della vita reale, e questo responsabilizza, introduce un elemento di maggiore maturità, e una forma di auto-educazione e libertà;

    guarda la psicologia che emerge dai dibattito sul covid: hai una platea di adolescenti eterni, il cui desiderio è rimasto quello di essere contro, sostituito ad un'elaborazione propria; persone colte e ignoranti, progressiste o reazionarie, aggressive o miti, sono spesso ferme ad un momento umorale, perché è mancata loro una fase di connessione tra la loro personalità e un desiderio strutturato che li impegni:
    voglio diventare quella persona lì, così e cosà, che fa questo e quello e riesce;

    a me pare che gli educatori, i predicatori religiosi e i moralisti fraintendano la capacità di formare attraverso i precetti e l'obbedienza; lo puoi fare coi bambini molto piccoli, forse; dopodiché, comanda la legge del desiderio; se non si capisce, interpreta e propone quel desiderio, il fallimento è garantito.
    Ultima modifica di axeUgene; 15-02-2022 alle 09:53
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #18
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    qualunque comportamento un genitore vorrebbe che i figli adottino, difficilmente viene premiato se è percepito come "obbedienza", visto che l'adolescente si forma proprio in opposizione, vuole distinguersi;
    il comportamento voluto deve essere indotto attraverso il desiderio, e questo lo può fare solo l'emulazione di qualcosa che è percepito come premiante;
    ora, se una scuola, e in genere una società, sono percepite come "brutte", indesiderabili, difficilmente ciò che propongono può essere emulato, perché desiderato;

    io non sono psicologo, né faccio l'educatore, ma a naso il problema mi sembra questo; i ragazzi che si dedicano alla violenza e alla trasgressione estrema desiderano una condizione di potenza e a questo desiderio è difficile opporsi senza presentare un modello che quella potenza riesce davvero a incarnare, come alternativa;
    se un ragazzo si pone in termini di dominio sugli altri, magari per insicurezza psicologica, non è che lo sport riesce facilmente a soddisfare quell'esigenza, se lascia il problema in soffitta, lo rimuove come potenza surrogata; a volte funziona; spesso no, o non si trova la strada;

    poi:

    un po' spiega, ed è per questo che lo avevo introdotto:
    non sto dicendo di abolire le verifiche, ma di evitare che le energie degli studenti siano concentrate nella loro capacità di ingraziarsi i professori e di sentirsi dipendenti dal giudizio di quelli, con le famiglie che vanno a protestare per i brutti voti, ecc...

    se il prof di matematica non è quello che ti promuove o boccia a fine anno, diventa la persona che ti aiuta a superare un ostacolo analogo a quelli della vita reale, e questo responsabilizza, introduce un elemento di maggiore maturità, e una forma di auto-educazione e libertà;

    guarda la psicologia che emerge dai dibattito sul covid: hai una platea di adolescenti eterni, il cui desiderio è rimasto quello di essere contro, sostituito ad un'elaborazione propria; persone colte e ignoranti, progressiste o reazionarie, aggressive o miti, sono spesso ferme ad un momento umorale, perché è mancata loro una fase di connessione tra la loro personalità e un desiderio strutturato che li impegni:
    voglio diventare quella persona lì, così e cosà, che fa questo e quello e riesce;

    a me pare che gli educatori, i predicatori religiosi e i moralisti fraintendano la capacità di formare attraverso i precetti e l'obbedienza; lo puoi fare coi bambini molto piccoli, forse; dopodiché, comanda la legge del desiderio; se non si capisce, interpreta e propone quel desiderio, il fallimento è garantito.
    L’educazione oggigiorno difficilmente passa attraverso l’obbedienza: si seguono i figli con amore dando degli esempi di vita (per carità, potrebbero essere percepiti dai ragazzi pure come negativi), indirizzandoli al momento opportuno, senza pesare troppo, aiutandoli nei momenti di difficoltà, lasciando ampio spazio alla loro personalità ed ai loro desideri ed ai loro talenti. E’ un processo che inizia molto prima dell’adolescenza, un periodo in cui si semina: certo, nell’adolescenza tutto questo viene ribaltato, ci sono atti di ribellione tipici, ma alla fine, si spera, quei semi daranno i loro frutti.

    Io credo invece che lo spirito e la logica del branco violento compaiano quando queste figure educative sono “assenti”, quando i ragazzi in qualche modo debbano riempire il vuoto e la noia (infatti molti scontri tra queste bande avvengono durante i week-end).

    Quanto alla scuola ed alle verifiche, credo siano solo uno specchio della società a cui i ragazzi dovranno rapportarsi da adulti (capufficio, dirigenti vari), e quindi ben venga la palestra di vita.

    Sinceramente a me non importa che certe persone rimangano adolescenti per tutta la vita, a me basta che non diventino aggressive e non mi pestino i piedi. Le so riconoscere, nel caso dovessi rapportarmi con loro e di solito le evito.

  4. #19
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    Io credo invece che lo spirito e la logica del branco violento compaiano quando queste figure educative sono “assenti”, quando i ragazzi in qualche modo debbano riempire il vuoto e la noia (infatti molti scontri tra queste bande avvengono durante i week-end).

    Quanto alla scuola ed alle verifiche, credo siano solo uno specchio della società a cui i ragazzi dovranno rapportarsi da adulti (capufficio, dirigenti vari), e quindi ben venga la palestra di vita.
    È quello che penso anche io, sì alle verifiche e anche al rispetto dei ruoli come per il professore che non è l'amico degli studenti ma una figura educativa e formativa, idem i genitori che non sono gli amici dei figli ma restano genitori, che si occupano di crescerli ed accompagnarli fino all'età adulta ponendo anche dei paletti e regole, i figli gli amici se li fanno fuori dalla famiglia.
    Poi gli errori li commettono tutti, come genitore come fai sbagli sempre qualcosa ed è pure una questione di fortuna.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #20
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    Io credo invece che lo spirito e la logica del branco violento compaiano quando queste figure educative sono “assenti”, quando i ragazzi in qualche modo debbano riempire il vuoto e la noia (infatti molti scontri tra queste bande avvengono durante i week-end).
    sarà... è una spiegazione che sento spesso; io sarei un po' perplesso e mi sembra più una rivendicazione di ruolo degli educatori;
    dico questo perché i violenti e bulli tipicamente crescono anche in società molto "educate";
    un mio prozio ha frequentato il collegio militare di Maehr-Weisskirchen, quello in cui è ambientato il Toerless di Musil, che narra proprio delle vessazioni pre-nazi di un ambiente di quel tipo, all'epoca ritenuto assolutamente normale e probo, scuola di rettitudine, onore, ecc...

    io credo che la società educhi sempre, in qualche modo; i genitori fanno una parte, ma in effetti non possono controllare il combinato delle loro virtù e limiti con le influenze dei modelli sociali;
    per mia esperienza e osservazione, il tratto più evidente è l'emulazione dei sentimenti e dei comportamenti conseguenti, che creano spazio di agibilità per quell'emulazione; i ragazzi non fanno quel che si dice loro, ma cercano nell'ambito di quanto appreso dai sentimenti che percepiscono come autorizzati, premianti;
    tutta la psicologia transazionale si fonda su questo, vedi Eric Berne; tu bevi e fumi ? dici a tuo figlio di non farlo perché fa male, che è razionale; ma quello capisce che lo potrà fare quando sarà adulto come te; siccome vuol diventare adulto, grande, berrà e fumerà per conseguire quello status;
    lo fai studiare, ma tu hai la terza media ? magari quello interpreterà la sua laurea come un oltraggio, un tentativo di superarti, e se - come è la norma - si determina un'ambiguità di sentimenti - è facile che gli arrivino anche messaggi di sabotaggio;

    la madre infelice e piagnona può facilmente sabotare la felicità della figlia, che in qualche modo teme di ferire la madre se riesce ad avere una sua vita felice, e ciò malgrado ogni sforzo di quella madre per appoggiare in buona fede la felicità della figlia;
    ma io non ho risposte; mi rendo conto che si tratta di soggetti parecchio complessi.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #21
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    Dicevo, appunto, questo:

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    L’educazione oggigiorno difficilmente passa attraverso l’obbedienza: si seguono i figli con amore dando degli esempi di vita (per carità, potrebbero essere percepiti dai ragazzi pure come negativi).
    Che poi ci siano fenomeni di bullismo anche all'interno di contesti avvallati e conosciuti, non mi sorprende. Ma da questi passare alla violenza ed aggressività fisica di gruppo, ce ne passa...

    Berne... certo, l'avevo studiato, mo' vado a rinfrescarmi la memoria.

  7. #22
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    E' necessario un nuovo Patto Educativo: Famiglia-Scuola-Istituzioni. L'evaporazione del padre, la crisi della figura dell'insegnante, la fluidità e l'inconsistenza della politica, hanno prodotto nei nostri giovani effetti devastanti! Resi ancora più crudi dall'immediatezza virtuale e dei social. Lo spirito del branco, quello di emulazione, la necessità di comportarsi "come gli altri" anche quando non se ne ha voglia, richiedono oramai risposte che l'emergenza pandemica ha solo rimandato e nascosto sotto il tappeto....

    " Il Progetto è urgente rispetto al bisogno sociale? Se sì, perché? "

    L’adolescenza è un’età complessa con caratteristiche peculiari che occorre
    conoscere e riconoscere e, pertanto, merita un’attenzione maggiore e specifica
    da parte di tutti gli operatori che a vario titolo si relazionano con i giovani.
    Esiste una condizione di disagio diffuso che investe l’intera fascia adolescenziale, legata alla crisi di transizione determinata dallo sviluppo della pubertà (disagio evolutivo) e ai condizionamenti della società complessa (disagio
    socioculturale).
    Ormai la partecipazione a bande giovanili, l’abuso di alcool e di droghe, il
    bullismo e il cyberbullismo hanno assunto una rilevanza tale da richiedere strategie coordinate di intervento. Per esempio, il fenomeno del bullismo a scuola
    oggi è in costante aumento e molto spesso ignorato, soprattutto nei casi in cui
    la violenza non è di tipo fisico, ma si tratta di un bullismo psicologico, quindi
    “invisibile”. Il cyberbullismo è un fenomeno allarmante anche in Italia dove 1
    adolescente su 3 dichiara di esserne stato vittima. Questa nuova forma di violenza tra i giovani ha reso urgente l’intervento delle istituzioni che sono chiamate a fare sinergia con il mondo della scuola con l’obiettivo di favorire una
    maggiore informazione e ricercare strumenti di prevenzione. E’ fondamentale
    il ruolo della famiglia, della scuola e dei servizi sociosanitari; ma è importante
    anche la funzione educativa e preventiva di altri referenti quali associazioni,
    parrocchie, polisportive, centri ricreativo-culturali che complessivamente possono rappresentare una vera e propria “mappa delle risorse sociali” a cui fare
    riferimento e verso cui orientare l’adolescente.

    https://tiascoltiamo.it/myDoc/DeLuca...vanile2020.pdf
    amate i vostri nemici

  8. #23
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    E' necessario un nuovo Patto Educativo: Famiglia-Scuola-Istituzioni.
    bellissimo; ma in nome di che ?
    è un po' paradossale evocare i rappresentanti dell'equilibrio che si contesta a riformatori di quello stesso equilibrio; a meno di non cullarsi in grandi illusioni;

    L'evaporazione del padre,
    appunto; mettendo da parte la questione dei ruoli di genere, non è che dai a uno i gradi di "padre", come fosse un sergente, e quello diventa autorevole, eh...

    per promuovere qualcosa, da padre o da qualsivoglia figura d'autorità, bisogna essere credibili, nel senso di far desiderare l'emulazione; vuoi diventare come me ?
    se questa domanda essenziale incontra un "no" come risposta, puoi vestire il tutto di ottimi propositi, ma il risultato che otterrai è il rifiuto e la ricerca d'altro, più spesso proprio in opposizione;

    la crisi della figura dell'insegnante, la fluidità e l'inconsistenza della politica, hanno prodotto nei nostri giovani effetti devastanti! Resi ancora più crudi dall'immediatezza virtuale e dei social.
    sembra di leggere dichiarazioni di un dirigente del partito comunista della Germania-est due anni prima del crollo del muro;

    70 anni fa quella triade a cui affidi il "patto" era in grado di proporre ipotesi di esistenza; ipotesi di classe, ma comunque traguardi desiderabili, che rendevano sensata una guida, in un mondo in cui erano ancora scontati determinati percorsi;

    se oggi chiedi a un ragazzo: chi vuoi diventare ? difficilmente quello ti risponde intendendo qualcosa che tu o un altro della tua età è in grado di collocare nel quadro che ti è familiare; quello vede che uno a 40 o 50 anni ancora non conta una cippa, magari fa il medico precario a 800 euro al mese, e pensa che la colpa è proprio di chi pretende di educarlo;
    infatti, cosa fanno i migliori, o quelli con più animal spirit, cazzimma ? vanno all'estero, per non essere soffocati dall'odore di stantio di famiglia/scuola/istituzioni;

    la maggior parte, si mette lì paziente e cerca di passarla alla meno peggio in attesa di ereditare dai vecchi rintronati, mentre li lascia giocare ai "capi";

    se in questo paese ci fosse un minimo di attenzione per i giovani, la scuola dovrebbe essere un posto in cui non si vede l'ora di andare appena svegli al mattino, e l'università dovrebbe essere gratuita per tutti quelli la cui famiglia è sotto un determinato reddito, medio, almeno per il primo biennio;

    invece, quelle famiglie e istituzioni da mezzo secolo spendono a buffo sulle spalle di quei figli che caricano di debiti per poter evadere il fisco, facendo mancare risorse proprio alla scuola e altro;
    che autorevolezza possono pretendere di avere ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #24
    Coesione

    E' indubbiamente una caratteristica cha hanno i giovani e giovanissimi di oggi. Hanno necessità di fare gruppo e da questi gruppi nascono anche le baby gang. Un 'singolo' rischia di essere bullizzato, deve trovare appoggi adeguati che sorgono inaspettatamente.

    Ieri abbiamo letto che al Righi, liveo scientifico di eccellenza romano, una professoressa che, entrata in classe, ha visto una alunna sedicenne con la pancia scoperta, mentre ballava, per il salire della sua camicetta, l'ha apostrofata con le parole :"Ma dive credi di essere sulla Salaria?" (Si suppone sia una strada romana ove stazionano prostitute). La prof. si poteva risparmiare un'iscita a caspito di cane, ma oggi, non solo al Righi, non solo a Roma, molte studentesse hanno indossato minigonne e volerini che lasciavano scoperta la pancia per protestare. Ecco che sentono la solidarietà di corpo, quella che dovrebbe esserci tra i commilitoni.
    P�nta rh�i h?s potam�s

    arecata � il 2� nick-name di Blasel

  10. #25
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    In molti casi non è che ci sia poi tanto di nuovo sotto il sole. Io stesso fui vittima di bullismo nell'anno 1962, ne parlo sul diario personale. La differenza è che allora di certe cose poco si parlava, magari sembravano fatti "normali". E i "teddy boys" degli anni '50?
    https://it.wikipedia.org/wiki/Teddy_Boy
    “Siamo tutti uguali davanti alla legge, ma non davanti agli incaricati di applicarla.”
    (S. Lec)

  11. #26
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    Si, sottolinei una cosa vera. Ma l'affermare che è sempre stato così, certo non deve rappresentare l'alibi perfetto per non fare niente....
    Quando si parla di nuovo Patto Educativo, per prima cosa si sottolinea che ciò che miracolosamente è rimasto sano (nella Famiglia, nella Scuola, nell'Università, negli Ospedali, nelle Parrocchie, nelle Associazioni di Volontariato eccetera, dove possiamo ancora incontrare figure splendide di padri, maestri, insegnanti, professori, primari, sacerdoti, volontari in genere) è chiamato ad unirsi e ad unire gli sforzi. Anche solo LA PRESENZA, è importante. In molti casi addirittura DECISIVA! Esserci, fare, testimoniare, vivere coerentemente: E' tutto un seminare. I frutti (oggi amarissimi e aspri) verranno prima o poi raccolti. Se siamo noi adulti che per primi ci lasciamo vincere dallo sconforto, deponendo la Speranza, in quale altro modo potremmo aiutare i nostri ragazzi?
    amate i vostri nemici

  12. #27
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    Mentre affermare di una presunta età dell'oro in cui le cose erano meglio, senza avere o voler portare alcuna prova di quanto affermi, spronerebbe a fare meglio, non ti contradico perché per una volta sei perfettamente coerente con te stesso.
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  13. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Spirit Visualizza Messaggio
    In molti casi non è che ci sia poi tanto di nuovo sotto il sole. Io stesso fui vittima di bullismo nell'anno 1962, ne parlo sul diario personale. La differenza è che allora di certe cose poco si parlava, magari sembravano fatti "normali". E i "teddy boys" degli anni '50?
    https://it.wikipedia.org/wiki/Teddy_Boy
    ah! 1965


  14. #29
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    Si, sottolinei una cosa vera. Ma l'affermare che è sempre stato così, certo non deve rappresentare l'alibi perfetto per non fare niente....
    Quando si parla di nuovo Patto Educativo, per prima cosa si sottolinea che ciò che miracolosamente è rimasto sano (nella Famiglia, nella Scuola, nell'Università, negli Ospedali, nelle Parrocchie, nelle Associazioni di Volontariato eccetera, dove possiamo ancora incontrare figure splendide di padri, maestri, insegnanti, professori, primari, sacerdoti, volontari in genere) è chiamato ad unirsi e ad unire gli sforzi.
    scusa, ma cosa sarebbe oggettivamente "sano" ?
    io posso capire una tua soggettiva valutazione di "giusto" o auspicabile;

    ma "sano" vuol dire forte, che sopravvive e si impone proprio in virtù di quella salute; un tempo si parlava delle forze sane della Nazione, ma pare non abbia portato bene;

    a me sembra che ci sia un problema di incomprensione da parte delle generazioni adulte, come sempre, di fronte a scelte divergenti di quelle nuove; cioè, il disagio inevitabile di tanti cambiamenti viene interpretato alla luce di epifenomeni estremi; faccio un esempio: le lotte sociali e gli scioperi:

    il borghese appagato vedeva nello scontro di piazza il degrado, il disordine, e questo gli faceva fraintendere il conflitto sociale sottostante secondo un ordine di valori che non era più quello del sentire diffuso; perciò, era tentato di considerare "sano" ciò che si schierava a favore dei suoi valori, ma non si rendeva conto che quella gerarchia di valori era divenuta insostenibile;

    in realtà, quella era una rigidità proprio malsana, nel senso di disfunzionale nel rispondere alle sollecitazioni cui il suo stesso sistema era sottoposto; insistere nell'arroccamento in un sistema rifiutato produce solo il crollo, esattamente come continuare a costruire palazzi rigidi in zone sismiche;

    il punto è sempre il solito: quando registri una divergenza dalla norma - intesa come legge propriamente detta, o come comportamento che ritieni auspicabile come norma - che resta tra lo zerovirgola e il 5% o poco più - si tratti dei limiti di velocità, del furto, o di altro, puoi legittimamente parlare di devianza, proprio nel senso tecnico di discostamento da una tendenza condivisa; e in quel caso ti puoi porre in termini di autorità, correttivi;

    ma quando i fenomeni riguardano fasce più ampie di popolazione, hai generalmente un problema strutturale che ti richiede l'abbandono del vecchio paradigma; solo per fare un esempio: se la gente non si sposa o non fa figli, non c'è una devianza, ma una disfunzionalità del sistema-famiglia come viene concepito;

    ancora: se non c'è una domanda di scuola efficiente in termini di formazione, ma di un titolificio - e questo è chiaro, perché sono le stesse famiglie a manifestare questa domanda agli insegnanti; quelle povere chiedono la promozione e il titolo; quelle ricche hanno mezzi per sopperire, ricorrere al privato, blindare le carriere dei mimmi - il senso strutturale del dato è che a valle il sistema non premia il merito, quindi rende irrilevante la formazione; se vuoi che la scuola, gli insegnanti e l'educazione in genere abbiano un ruolo, è inutile caricare questi istituti di responsabilità quando è il terminale sociale stesso di quella formazione che li smentisce;

    le stesse istituzioni non sono enti che comandano, come molti sono portati a crede ingenuamente, ma solo centri di mediazione tra domande in conflitto tra loro; l'intervento d'autorità che immagini, in realtà si verifica solo quando a monte ci sono valori ampiamente condivisi; ma quando c'è un conflitto perequato, un'istituzione non può decidere d'autorità, perché andrebbe a sollecitare un corpo sociale a rischio; un esempio:

    quante occupazioni abusive di immobili ci sono ? tantissime; le istituzioni sono a conoscenza ? certo; perché non si manda la polizia a sgomberare ? perché in quel determinato cluster sociale, il rapporto che si è strutturato tra titolarità e bisogni è a favore di questi ultimi; per dire, case del comune occupate abusivamente da persone con redditi minimi a fronte di una lista d'attesa morbida, compensabile con sussidi - che sarebbero comunque necessari per gli sgomberati - o da parte di immigrati, che magari sono più capaci di stringere la cinghia e meno tutelati legalmente;
    alla fine, nonostante la legge, l'autorità si piega ad un'economia del suo stesso esercizio perché riconosce che l'irrigidimento sul principio avrebbe un costo indesiderabile, con interi quartieri in rivolta, ecc...
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #30
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    Cyberbullismo: si auspica una legge in merito.

    https://video.corriere.it/cronaca/fo...ro-legislativo

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