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Discussione: Quel volto

  1. #1
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    Quel volto

    Eugenio Montale: “Non recidere, forbice, quel volto”

    Non recidere, forbice, quel volto,
    solo nella memoria che si sfolla,
    non far del grande suo viso in ascolto
    la mia nebbia di sempre.

    Un freddo cala… Duro il colpo svetta.
    E l’acacia ferita da sé scrolla
    il guscio di cicala
    nella prima belletta di Novembre.


    In questo mottetto in due strofe Montale descrive la dolorosa perdita dei ricordi, che non riesce a contrastare.

    Nella prima quartina il poeta dice alla forbice di non tagliare l’immagine del volto della donna amata, l’unico rimasto nella sua memoria, ormai labile; di non staccare dalla sua mente quel viso “grande” (nel senso che lo domina) che sembra protendersi ancora in ascolto delle parole dell’amato, mentre la metaforica forbice (= nebbia) elimina impietosa il ricordo.

    Nella seconda quartina il poeta allude all’arrivo del freddo autunnale, al colpo d’accetta (metaforicamente è la forbice della prima strofa) che scuote l’albero di acacia, gli fa perdere le foglie (corrisponde al poeta, privato dei suoi ricordi più belli) e fa cadere dal ramo il vuoto guscio della cicala (simbolo della stagione estiva) sul terreno fangoso, bagnato dalla prima pioggia di novembre.


    Il rischio di perdere i ricordi più cari è anche nella poesia di Montale titolata “Cigola la carrucola del pozzo”.

    Cigola la carrucola del pozzo,
    l’acqua sale alla luce e vi si fonde.

    Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
    nel puro cerchio un’immagine ride.

    Accosto il volto a evanescenti labbri:
    si deforma il passato, si fa vecchio,
    appartiene ad un altro…

    Ah che già stride
    la ruota, ti ridona all’atro fondo,
    visione, una distanza ci divide.





    La carrucola gira e stride mentre solleva dal pozzo il secchio con l’acqua in una giornata di sole, il poeta vede un bagliore di luce.

    Il pozzo rappresenta l’incertezza del poeta, sapendo che il passato non è più recuperabile.

    Il secchio tirato verso l’alto simboleggia il ricordo che torna nella mente.

    Quando l’acqua si fonde con la luce, il ricordo diventa più nitido, ma subito svanisce nel passato.

    Montale immagina di rivedere per un attimo sulla superficie dell’acqua il viso della persona amata (“un’immagine ride”, dice Montale, accostando le labbra, gli “evanescenti labbri”, al volto che gli appare, ) ma avvicinando il suo viso e toccando appena la superficie dell’acqua, essa muta e diventa qualcosa di così diverso. E' l’inutile tentativo di un contatto più concreto con il passato.

    L’acqua sfiorata dalle labbra si increspa, l’incantesimo svanisce, l’immagine si deforma, il volto si corruga, sembra quello di un vecchio in cui non si riconosce: “appartiene ad un altro”.

    Tutto dura pochi secondi, il secchio ridiscende nel pozzo, la carrucola cigola, e lui pensa di aver solo immaginato.

    Lo scorrere del tempo è simboleggiato dall’acqua, che s’increspa. L’illusione, durata solo alcuni secondi, scivola lentamente verso il fondo oscuro della memoria (“l’atro fondo”, che evoca Dante) e il poeta rimane deluso, interiormente diviso.

    La mente, sembra dire Montale, tende a dimenticare, anche i ricordi più belli, e questi, quando riemergono, sono fugaci, un’illusione che subito si spegne.

    L’uomo vive diviso perché sente di non possedere veramente il suo passato, chiedendosi se tutto quello che ricorda sia mai veramente accaduto.

    Tutto è effimero, vuol dirci Montale, non riusciamo a trattenere nella memoria neppure i volti amati e gli istanti di gioia: essi sono solo un barlume, un’illusione che si spegne.

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Due bellissime poesie! Eppure....io credo che i ricordi ci aiutino grandemente a vivere. Che siano importanti, che vadano custoditi. Gelosamente! Quel che abbiamo vissuto e che ci ha dato gioia, non può essere effimero, se custodito con cura.
    amate i vostri nemici

  3. #3
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Montale è uno dei miei poeti preferiti!
    Perchè con immagini raffinate illustra con le sue parole la condizione umana che è di passaggio ma la memoria resta...
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  4. #4
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Adoro Montale, anche se non tutte le sue poesie.

    Mi spiace, Cono e Regina, Montale ci vuole comunicare proprio che la memoria è evanescente.

    D'altronde, anche quando si ricorda un volto del passato remoto, difficilmente si conservano le passioni che ci ha scatenato.

  5. #5
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    Follemente ha scritto

    Montale ci vuole comunicare proprio che la memoria è evanescente.

    D'altronde, anche quando si ricorda un volto del passato remoto, difficilmente si conservano le passioni che ci ha scatenato.
    Buonasera Folle, concordo con te.

    Ho scelto le due brevi poesie montaliane perché le ho trovate adatte a questo momento della mia vita. Cerco di ricordare, ma con difficoltà, il viso e il corpo di quella ragazza, lontana nel tempo, che fu il mio primo amore adolescenziale, passionale, travolgente…ma soltanto un amore estivo, nato su una spiaggia dell’Adriatico, vicina la domus avita del ramo paterno della mia famiglia.

  6. #6
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Adoro Montale, anche se non tutte le sue poesie.

    Mi spiace, Cono e Regina, Montale ci vuole comunicare proprio che la memoria è evanescente.

    D'altronde, anche quando si ricorda un volto del passato remoto, difficilmente si conservano le passioni che ci ha scatenato.
    Diviene evanescente se non la coltiviamo. Ogni giorno. Come quando la mattina annaffiamo le piantine sul balcone....
    Senza memoria (personale e storica) si perdono le Radici del nostro agire. Si perde, se vogliamo, la nostra Identità.
    Pensate per un momento alle ragioni e ai perché della celebrazione annuale del Giorno della Memoria.
    amate i vostri nemici

  7. #7
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    Per piacere, Cono, non scrivere delle ovvietà e non abbondare di ridicole maiuscole gratuite.
    Qui si parla dei ricordi perduti (si può? ), come anche doxa ha testimoniato, non di quelli selettivi che coltiviamo sempre.
    Non dirmi che tu rammenti tutto del tuo passato.

  8. #8
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    La memoria è una parte di noi stessi che non può mai essere cancellata perchè fa parte di noi e del nostro vissuto! Ricordi piacevoli o no. Questa è la mia opinione...
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  9. #9
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    La memoria è una parte di noi stessi che non può mai essere cancellata perchè fa parte di noi e del nostro vissuto! Ricordi piacevoli o no. Questa è la mia opinione...
    Tu ricordi tutte le 24 ore di tutti giorni di tutti gli anni della tua vita come in un film?

  10. #10
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    A volte i ricordi sembrano “presente”, basta una frase , un’immagine , un profumo…. E ti risospingono lì. Ma se quel ricordo è bello lo avvolgi con la nostalgia.

    Nostalgia, rimpianto, rimorso.




    La nostalgia aiuta a mantenere il legame col passato che si vorrebbe rivivere, fa sognare ad occhi aperti, idealizza la persona amata, provoca malìa ma anche malinconia. Spesso la nostalgia modifica i ricordi d’amore, li “abbellisce”, ed accresce l’insoddisfazione per la separazione.

    La voglia di tornare indietro nel tempo può provocare anche il rimpianto, che logora se manca la rassegnazione al perduto amore, per non essere stata/o capace di mantenere viva la relazione, e si pensa continuamente a come sarebbe stato piacevole vivere con quella persona amata.
    Il rimpianto dà sconforto, dispiacere, afflizione per non aver compiuto una determinata azione o scelta.

    Il rimorso, invece, suscita senso di colpa, pentimento, disistima per aver compiuto un’azione sbagliata o contraria ai propri valori.

    Perdere l'amore, la persona amata, provoca senso di solitudine, e si cerca una spiegazione alla fine della relazione.

    Il trascorrere del tempo di solito aiuta a superare l’infelicità, la frustrazione.

    Non è facile accettare la resa, ma se viviamo con qualcuno che amiamo e che ci ama l’afflizione si supera.
    Ultima modifica di doxa; 04-03-2022 alle 21:05

  11. #11
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    All'inizio - se non erro è l'inizio -del romanzo L' ignoranza di Milan Kundera, ricordo che trovai una definizione che mi piacque molto:

    In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness. O, in tedesco, Heimweh. In olandese: heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l'islandese, distingue i due termini: söknudur: «nostalgia» in senso lato; e heimfra: «rimpianto della propria terra». Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d'amore ceca: stýská se mi po tobě: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza». In spagnolo, añoranza viene dal verbo añorar («provare nostalgia»), che viene dal catalano enyorar, a sua volta derivato dal latino ignorare. Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  12. #12
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Tu ricordi tutte le 24 ore di tutti giorni di tutti gli anni della tua vita come in un film?
    Veramente si! Ho una memoria di ferro e mi ricordo quasi tutto della mia vita, sia i momenti brutti che quelli belli.
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  13. #13
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    Lo scrittore e regista teatrale tedesco Bertold Brecht (1898 – 1956) nella sua poesia titolata “Elogio della dimenticanza” dice che questa deve essere considerata la salvezza della nostra esistenza. La “fragilità” della memoria dà forza e sostiene l’individuo, permette di cancellare il male subìto, di avere speranze.

    “Elogio della dimenticanza”


    Buona cosa è la dimenticanza!

    Altrimenti come farebbe
    il figlio ad allontanarsi dalla madre che lo ha allattato?
    Che gli ha dato la forza delle membra
    e lo trattiene per metterle alla prova?

    Oppure come farebbe l’allievo ad abbandonare il maestro
    che gli ha dato il sapere?
    Quando il sapere è dato
    l’allievo deve mettersi in cammino.

    Nella casa vecchia
    prendono alloggio i nuovi inquilini.
    Se vi fossero rimasti quelli che l’hanno costruita
    la casa sarebbe troppo piccola.

    La stufa riscalda. Il fumista
    non si sa più chi sia. L’aratore
    non riconosce la forma del pane.
    Come si alzerebbe l’uomo al mattino
    senza l’oblio della notte che cancella le tracce?

    Chi è stato sbattuto a terra sei volte
    come potrebbe risollevarsi la settima
    per rivoltare il suolo pietroso,
    per rischiare il volo nel cielo?

    La fragilità della memoria
    dà forza agli uomini.

    (traduzione di Franco Fortini)
    Ultima modifica di doxa; 04-03-2022 alle 22:00

  14. #14
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    La poesia è molto bella e l'ultima frase dice tutto...
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  15. #15
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    All'inizio - se non erro è l'inizio -del romanzo L' ignoranza di Milan Kundera, ricordo che trovai una definizione che mi piacque molto:

    In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness. O, in tedesco, Heimweh. In olandese: heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l'islandese, distingue i due termini: söknudur: «nostalgia» in senso lato; e heimfra: «rimpianto della propria terra». Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d'amore ceca: stýská se mi po tobě: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza». In spagnolo, añoranza viene dal verbo añorar («provare nostalgia»), che viene dal catalano enyorar, a sua volta derivato dal latino ignorare. Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza.
    Interessantissimo! Grazie Baux.
    amate i vostri nemici

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