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Discussione: Esprimersi

  1. #1
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Esprimersi

    L’altra sera dopo la cena nel Bunker, Bumble si è lamentato di non saper scrivere in siciliano.

    Ed allora ho pensato a quanti dialetti parlo io e magari non so metterli per iscritto.
    Dialetto sloveno e triestino italiano soprattutto.
    Magari il triestino ha una sua tradizione letteraria e riuscirei a mettere giù qualche riga o qualche poesia occasionale per farmi capire.
    E poi ho riflettuto su tutti i linguaggi che usiamo, dialetti, lingue, che si stratificano in noi e mi sono chiesta quale sia il mio, quello che veramente riesce a dar voce a ciò che provo nel profondo.
    Quando scrivo qui sul forum in italiano, magari non esprimo strettamente ciò che sento veramente.
    Nella Coscienza di Zeno Svevo sostiene:
    “Una confessione per iscritto è sempre menzognera. Con ogni nostra parola toscana [cioè di buona forma letteraria] noi mentiamo! Se egli [lo psicanalista] sapesse come raccontiamo con predilezione tutte le cose per le quali abbiamo pronta la frase e come evitiamo quelle che ci obbligherebbero di ricorrere al vocabolario!
    Si capisce come la nostra vita avrebbe tutt'altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto.”

    Ma non solo: molti sostengono che Svevo scrive male e che la sua prosa è intrisa di durezze tedesche (un po’ mi sembra simile a me). In effetti lui di solito, nei rapporti sociali, usava il tedesco in cui aveva fatto anche gli studi, oppure il triestino.
    Alle volte penso agli scrittori che scelgono un linguaggio invece di un altro di cui dispongono per scrivere i loro capolavori ed al lavoro di lima e di cura che questa scelta comporta. D’altronde anche Manzoni andò a sciacquare i suoi panni nell’Arno… e che dire di Conrad che scrisse in inglese, nonostante l'inglese fosse soltanto la sua terza lingua, dopo quella polacca materna e quella francese?
    Forse a voi ve ne vengono in mente altri.

    Tutto questo per dire e chiedere:
    quanti dialetti parlate e quando li usate?
    Quali lingue parlate ed in quali contesti le usate?
    Quali di questi linguaggi sentite che esprimono al meglio voi stessi e ciò che sentite?
    Se doveste scrivere un racconto, quali di questi scegliereste?
    Ultima modifica di follemente; 16-03-2022 alle 09:19

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    stavo per rispondere...
    adesso non so più se posso

  3. #3
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    stavo per rispondere...
    adesso non so più se posso
    Scusami, l’avevo cancellato perché in questi giorni non avrò molto tempo per seguire il thread.
    Ora lo ripubblico e spero che tu e gli altri avrete modo e tempo di rispondere.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    L’altra sera dopo la cena nel Bunker, Bumble si è lamentato di non saper scrivere in siciliano.

    Ed allora ho pensato a quanti dialetti parlo io e magari non so metterli per iscritto.
    Dialetto sloveno e triestino italiano soprattutto.
    Magari il triestino ha una sua tradizione letteraria e riuscirei a mettere giù qualche riga o qualche poesia occasionale per farmi capire.
    E poi ho riflettuto su tutti i linguaggi che usiamo, dialetti, lingue, che si stratificano in noi e mi sono chiesta quale sia il mio, quello che veramente riesce a dar voce a ciò che provo nel profondo.
    Quando scrivo qui sul forum in italiano, magari non esprimo strettamente ciò che sento veramente.
    Nella Coscienza di Zeno Svevo sostiene:
    “Una confessione per iscritto è sempre menzognera. Con ogni nostra parola toscana [cioè di buona forma letteraria] noi mentiamo! Se egli [lo psicanalista] sapesse come raccontiamo con predilezione tutte le cose per le quali abbiamo pronta la frase e come evitiamo quelle che ci obbligherebbero di ricorrere al vocabolario!
    Si capisce come la nostra vita avrebbe tutt'altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto.”

    Ma non solo: molti sostengono che Svevo scrive male e che la sua prosa è intrisa di durezze tedesche (un po’ mi sembra simile a me). In effetti lui di solito, nei rapporti sociali, usava il tedesco in cui aveva fatto anche gli studi, oppure il triestino.
    Alle volte penso agli scrittori che scelgono un linguaggio invece di un altro di cui dispongono per scrivere i loro capolavori ed al lavoro di lima e di cura che questa scelta comporta. D’altronde anche Manzoni andò a sciacquare i suoi panni nell’Arno… e che dire di Conrad che scrisse in inglese, nonostante l'inglese fosse soltanto la sua terza lingua, dopo quella polacca materna e quella francese?
    Forse a voi ve ne vengono in mente altri.

    Tutto questo per dire e chiedere:
    quanti dialetti parlate e quando li usate?
    Quali lingue parlate ed in quali contesti le usate?
    Quali di questi linguaggi sentite che esprimono al meglio voi stessi e ciò che sentite?
    Se doveste scrivere un racconto, quali di questi scegliereste?
    I dialetti che parlo sono esattamente gli stessi tuoi con prevalenza del secondo, e li adopero praticamente sempre eccetto che qua con voi e sugli altri social a livello nazionale...
    ...ricordo che in prima elementare avevo qualche difficoltà nello scritto, ad esempio, castagne, lo scrivevo, "castanie" in quanto per me la g di gn andava pronunciata dura, ma poi ho corretto ciò abbastanza presto
    ...certo che questa mia fierezza per le nostre tradizioni mi invecchia non poco, ad esempio quando dico acquedotto al posto di viale [magari se può interessare la spiegherò, ma tu @Follemente l'avrai già capita ] mi guardano strano
    ...altre lingue non conosco eccetto un pò di serbo ed un veramente minimo di inglese perlopiù tecnico
    ...per la verità alle medie avevo studiato tedesco, ma ora dopo quarant'anni l'ho dimenticato quasi del tutto
    ...insomma in questo sono un disastro, e perciò è meglio che limiti i miei viaggi a livello nazionale od al massimo all'est qua adiacente

  5. #5
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Da parte di mia mamma: capisco abbastanza il dialetto ma non lo parlo, sarei ridicola

    Il dialetto mi ricorda le conversazioni tra mia mamma e mia nonna, ora lo sento raramente, mia madre lo parla solo con un cugino che vede saltuariamente, per me è un piacere ascoltarli

    Uso delle espressioni, dei modi di dire.

    Il condomino del secondo piano, che mi parla in dialetto, dice che faccio male, anche se faccio ridere dovrei sforzarmi.

    Da parte di mio papà: il dialetto l'ho sentito anche meno, solo le estati che si andava a passare qualche settimana in montagna, qualche Natale.
    Lo capisco, poco se parlato velocemente, non lo parlo, giusto due tre parole, come intercalari.

    Lingue straniere? Francese scolastico, inglese autodidatta

    Dunque direi che la mia lingua è l'italiano

  6. #6
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    Io personalmente il mio dialetto lo amo... Ma lo uso solo con le persone a me vicine! Mentre come lingua straniera so perfettamente il francese e un pò d'inglese.
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  7. #7
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    Tutto questo per dire e chiedere:
    quanti dialetti parlate e quando li usate?
    Quali lingue parlate ed in quali contesti le usate?
    Quali di questi linguaggi sentite che esprimono al meglio voi stessi e ciò che sentite?
    Se doveste scrivere un racconto, quali di questi scegliereste?
    Lingue straniere parlate nessuna, conosco il francese e inglese a livello scolastico e solo scritto, poi dove non arriva la memoria c'è Google traduttore.

    Non parlo dialetti ma conosco e capisco quello lombardo e quello veneto per via delle mie origini e perchè mia madre in casa con mio padre si è sempre espressa in un misto di veneto e italiano a modo suo.
    Perchè il Veneto è la mia seconda casa ho parenti e quindi comprendo abbastanza bene tutto ciò che dicono in dialetto ma parlarlo no, a parte qualche parola a modo mio.
    Qualcosa comprendo anche del dialetto calabrese avendo i suoceri calabresi e tra figlio e genitori si esprimevano spesso se non quasi sempre in un misto di dialetto ed italiano, ho imparato per forza a capirlo.
    Ricordo la prima volta che scendemmo in Calabria e gli zii che parlavano solo dialetto, per me i discorsi erano arabo da tradurre con i sottotitoli, per fortuna avevo a fianco il "traduttore"
    Parlare parlo da sempre solo l' italiano, forse essendo la Lombardia una regione in cui c'è stata da sempre una forte immigrazione da più regioni e composta da più persone con differenti dialetti non si è sentita quella necessità di salvaguardare il dialetto locale lombardo, visto che i lombardi per lo più si sono mescolati con altre persone provenienti da altre regioni.
    Tutti gli amici, compagni di scuola, di origini anche diverse tra noi e nella scuola si parlava solo italiano.
    Il linguaggio che esprime al meglio me stessa e ciò che sento è l' italiano, mi sento italiana.
    Se dovessi scrivere un racconto lo scriverei in italiano e non in dialetto dato che si scrive solitamente per essere letti e capiti da tutti e non solo da pochi.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  8. #8
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    Lingue straniere parlate nessuna, conosco il francese e inglese a livello scolastico e solo scritto, poi dove non arriva la memoria c'è Google traduttore.

    Non parlo dialetti ma conosco e capisco quello lombardo e quello veneto per via delle mie origini e perchè mia madre in casa con mio padre si è sempre espressa in un misto di veneto e italiano a modo suo.
    Perchè il Veneto è la mia seconda casa ho parenti e quindi comprendo abbastanza bene tutto ciò che dicono in dialetto ma parlarlo no, a parte qualche parola a modo mio.
    Qualcosa comprendo anche del dialetto calabrese avendo i suoceri calabresi e tra figlio e genitori si esprimevano spesso se non quasi sempre in un misto di dialetto ed italiano, ho imparato per forza a capirlo.
    Ricordo la prima volta che scendemmo in Calabria e gli zii che parlavano solo dialetto, per me i discorsi erano arabo da tradurre con i sottotitoli, per fortuna avevo a fianco il "traduttore"
    Parlare parlo da sempre solo l' italiano, forse essendo la Lombardia una regione in cui c'è stata da sempre una forte immigrazione da più regioni e composta da più persone con differenti dialetti non si è sentita quella necessità di salvaguardare il dialetto locale lombardo, visto che i lombardi per lo più si sono mescolati con altre persone provenienti da altre regioni.
    Tutti gli amici, compagni di scuola, di origini anche diverse tra noi e nella scuola si parlava solo italiano.
    Il linguaggio che esprime al meglio me stessa e ciò che sento è l' italiano, mi sento italiana.
    Se dovessi scrivere un racconto lo scriverei in italiano e non in dialetto dato che si scrive solitamente per essere letti e capiti da tutti e non solo da pochi.
    Il dialetto veneto lo capisco abbastanza bene giacché, oltre la somiglianza col nostro ho avuto parenti acquisiti nonché due relazioni, una ufficiale ed una un pò meno con fanciulle di tale regione...
    ...una cosa che mi ha colpito non poco è una sorta di campanilismo dei veneziani doc i quali hanno il loro proprio dialetto a cui ci tengono, per loro tutto il resto del veneto da Marghera a seguire verso l'entroterra è definito campagnolo

  9. #9
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    Il dialetto veneto lo capisco abbastanza bene giacché, oltre la somiglianza col nostro ho avuto parenti acquisiti nonché due relazioni, una ufficiale ed una un pò meno con fanciulle di tale regione...
    ...una cosa che mi ha colpito non poco è una sorta di campanilismo dei veneziani doc i quali hanno il loro proprio dialetto a cui ci tengono, per loro tutto il resto del veneto da Marghera a seguire verso l'entroterra è definito campagnolo
    Non lo so se solo i veneti sono campanilisti e ci tengono al loro dialetto, la gente sul "confine", cioè di qua e di là del Tagliamento parlano e capiscono benissimo veneto e friulano.
    Anzi a me sembra che siano anche molto friulani a voler salvaguardare e tenerci molto al loro "dialetto"che se non sbaglio il furlan è riconosciuta come lingua e non dialetto.
    Tra l' altro ho un cugino veneto, nato al di qua del Tagliamento che s' è sposato una friulana al di là del Tagliamento e parlano tra loro il friulano, lui il veneto solo con parenti veneti.
    Ma davanti a un piatto di costa e polenta ci capiamo tutti e parliamo la stessa lingua
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  10. #10
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    I dialetti che parlo sono esattamente gli stessi tuoi con prevalenza del secondo, e li adopero praticamente sempre eccetto che qua con voi e sugli altri social a livello nazionale...
    ...ricordo che in prima elementare avevo qualche difficoltà nello scritto, ad esempio, castagne, lo scrivevo, "castanie" in quanto per me la g di gn andava pronunciata dura, ma poi ho corretto ciò abbastanza presto
    ...certo che questa mia fierezza per le nostre tradizioni mi invecchia non poco, ad esempio quando dico acquedotto al posto di viale [magari se può interessare la spiegherò, ma tu @Follemente l'avrai già capita ] mi guardano strano
    ...altre lingue non conosco eccetto un pò di serbo ed un veramente minimo di inglese perlopiù tecnico
    ...per la verità alle medie avevo studiato tedesco, ma ora dopo quarant'anni l'ho dimenticato quasi del tutto
    ...insomma in questo sono un disastro, e perciò è meglio che limiti i miei viaggi a livello nazionale od al massimo all'est qua adiacente
    La mia lingua del cuore invece è il dialetto sloveno locale, con qualche incursione nel triestino, che i lubianesi non capiscono e che non saprei scrivere… solo i membri della minoranza slovena lo usano ed anche non tutti.
    Alle volte penso che avrei potuto essere naturalmente quadrilingue, tra dialetti e lingue. Ma parlo anche l’inglese.

    Anch’io dico Viale e non Acquedotto, Ale, aggiornati!

    Tu pensa, io pure avevo studiato il tedesco per parecchi anni, ma non l’ ho mai amato nonostante sia la lingua di Goethe.

    Mai limitare i viaggi per così poco, ci si capisce lo stesso.

  11. #11
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    Da parte di mia mamma: capisco abbastanza il dialetto ma non lo parlo, sarei ridicola

    Il dialetto mi ricorda le conversazioni tra mia mamma e mia nonna, ora lo sento raramente, mia madre lo parla solo con un cugino che vede saltuariamente, per me è un piacere ascoltarli

    Uso delle espressioni, dei modi di dire.

    Il condomino del secondo piano, che mi parla in dialetto, dice che faccio male, anche se faccio ridere dovrei sforzarmi.

    Da parte di mio papà: il dialetto l'ho sentito anche meno, solo le estati che si andava a passare qualche settimana in montagna, qualche Natale.
    Lo capisco, poco se parlato velocemente, non lo parlo, giusto due tre parole, come intercalari.

    Lingue straniere? Francese scolastico, inglese autodidatta

    Dunque direi che la mia lingua è l'italiano
    Si nota che l’italiano è la tua “vera” lingua.

  12. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaD'Autunno Visualizza Messaggio
    Io personalmente il mio dialetto lo amo... Ma lo uso solo con le persone a me vicine! Mentre come lingua straniera so perfettamente il francese e un pò d'inglese.
    Io pure uso il dialetto ( i dialetti) con gli intimi.
    Poi mi sforzo di parlare in lingua, in italiano, sloveno ed inglese con molti altri.
    Ma a volte le parole mi vengono a mancare.

  13. #13
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    Se dovessi scrivere un racconto lo scriverei in italiano e non in dialetto dato che si scrive solitamente per essere letti e capiti da tutti e non solo da pochi.
    In realtà c’è una grande tradizione di letteratura dialettale, milanese (Porta), veneziano, romanesco, napoletano, anche in triestino…

    Dipende da ciò che si vuole privilegiare: o l’espressione che viene dal cuore a discapito del numero dei lettori o un pubblico più vasto.

    Sissignor! Saran fors anch
    quij fior bianch - che me disii,
    ma per mì, sien bianch o scur,
    l’è sicur - che sont servii:

    saran fior, quest el capissi,5
    ma quand pissi - vedi i stell,
    saran fior, ma bona sira
    quanti el tira - ahj el mè usell!

    Saran fior, ma i mee camis
    hin tutt lis - per el brusacc10
    che gh’è dent in quella fotta
    che pergotta - del pissacc.

    Sissignora, saran fior,
    ma el dottor - che me schizzetta
    con pù el varda, pù el se intesta15
    che l’è pesta - malarbetta;

    ma per mì già impunemanch
    sien fior bianch - o scolament
    ve poss dì de galantomm
    che del nomm - m’importa nient20

    perché quand ghe disen roeusa
    a la proeusa - di garon
    la pò vess con tutt onor
    anca on fior - la scolazion.

    (Porta)

  14. #14
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    Non lo so se solo i veneti sono campanilisti e ci tengono al loro dialetto, la gente sul "confine", cioè di qua e di là del Tagliamento parlano e capiscono benissimo veneto e friulano.
    Anzi a me sembra che siano anche molto friulani a voler salvaguardare e tenerci molto al loro "dialetto"che se non sbaglio il furlan è riconosciuta come lingua e non dialetto.
    Tra l' altro ho un cugino veneto, nato al di qua del Tagliamento che s' è sposato una friulana al di là del Tagliamento e parlano tra loro il friulano, lui il veneto solo con parenti veneti.
    Ma davanti a un piatto di costa e polenta ci capiamo tutti e parliamo la stessa lingua
    Sì, il friulano viene considerato una lingua, al pari del sardo e del ladino.

    Pasolini

    Casarsa

    Dedica.
    Fontana di aga dal me país.
    A no è aga pí fres-cia che tal me país.
    Fontana di rustic amòur.

    Poesie a Casarsa
    (1941-43)

    Casarsa

    Dedica.
    Fontana d'acqua del mio paese.
    Non c'è acqua più fresca che nel mio paese.
    Fontana di rustico amore.

    Quanto al piatto che hai citato, è vero, lo comprendiamo tutti!

  15. #15
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    Ma vi ricordate del film Un pesce di nome Wanda in cui lei si eccita sentendo parlare il compagno in spagnolo?

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