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Discussione: Esprimersi

  1. #16
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Da dove comincio?
    Per me e’ un argomento articolato da affrontare, nel senso che sono un mix
    Le mie origini sono campane, poi ho girato e vissuto in altri posti in Italia
    Non posso dire di avere acquisito “altri linguaggi” di altre regioni
    Ma sicuramente mi sono dovuta adattare per farmi capire
    Una volta, un mio amico perugino doc, mi disse che io per lui parlavo un italiano quasi perfetto, senza accento
    Una mia amica mi disse: “Questo te lo vuole appoggiare”
    Il mio dialetto l’ho sempre amato e parlato
    Chi mi conosce sa che quando prendo la via del dialetto o e’ perche’ sto lanciando una delle mie caxxate, o e’ perche’ metto in guardia il mio interlocutore del fatto che il mio umore sta cambiando
    Lo faccio conoscere anche a mia figlia
    Dei concetti necessitano necessariamente del dialetto per essere espressi, perche’ in una parola e’ racchiuso un mondo che puo’ essere espresso solo in quel modo
    Come la si spiega altrimenti la cazzimma o a fracitumma?
    Nonostante il dialetto alberghi profondamente dentro di me, la mia lingua madre e’ l’italiano
    Perche’ qua per scampare all’inglese devo necessariamente ricorrere all’italiano
    Il mio quotidiano e’ in inglese
    Lingua che mi toglie un po’ dell’accento/verve campana
    Ma mi sa che e’ una mia illusione perche’ Alexa a me non MI risponde
    Mia figlia mi ha detto: “Mamma tu parli con un accento fortemente italiano, per questo Alexa non ti capisce”
    Ultima modifica di efua; 16-03-2022 alle 22:53
    -Healthy body, clear mind, peaceful spirit-

    -Where there’s will there’s a way-

    -Work hard have fun & be nice-



  2. #17
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Ma vi ricordate del film Un pesce di nome Wanda in cui lei si eccita sentendo parlare il compagno in spagnolo?
    A me capita una cosa simile con il dialetto di un’altra regione
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  3. #18
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    In realtà c’è una grande tradizione di letteratura dialettale, milanese (Porta), veneziano, romanesco, napoletano, anche in triestino…

    Dipende da ciò che si vuole privilegiare: o l’espressione che viene dal cuore a discapito del numero dei lettori o un pubblico più vasto.

    Sissignor! Saran fors anch
    quij fior bianch - che me disii,
    ma per mì, sien bianch o scur,
    l’è sicur - che sont servii:

    saran fior, quest el capissi,5
    ma quand pissi - vedi i stell,
    saran fior, ma bona sira
    quanti el tira - ahj el mè usell!

    Saran fior, ma i mee camis
    hin tutt lis - per el brusacc10
    che gh’è dent in quella fotta
    che pergotta - del pissacc.

    Sissignora, saran fior,
    ma el dottor - che me schizzetta
    con pù el varda, pù el se intesta15
    che l’è pesta - malarbetta;

    ma per mì già impunemanch
    sien fior bianch - o scolament
    ve poss dì de galantomm
    che del nomm - m’importa nient20

    perché quand ghe disen roeusa
    a la proeusa - di garon
    la pò vess con tutt onor
    anca on fior - la scolazion.

    (Porta)
    Sì certo, è soggettivo io ho espresso il mio sentirmi italiana e di conseguenza cerco di esprimermi/scrivere in italiano, per lo meno ci provo
    C'è chi predilige esprimere il proprio sentire in dialetto, non solo in letteratura ma anche nella musica, prendi ad esempio Van de Sfroos

    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  4. #19
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    Sì, il friulano viene considerato una lingua, al pari del sardo e del ladino.

    Pasolini

    Casarsa

    Dedica.
    Fontana di aga dal me país.
    A no è aga pí fres-cia che tal me país.
    Fontana di rustic amòur.

    Poesie a Casarsa
    (1941-43)

    Casarsa

    Dedica.
    Fontana d'acqua del mio paese.
    Non c'è acqua più fresca che nel mio paese.
    Fontana di rustico amore.

    Quanto al piatto che hai citato, è vero, lo comprendiamo tutti!
    Sono riuscita a capirla senza traduzione, non è tantissimo diversa dal veneto confinante.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #20
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    Da dove comincio?
    Per me e’ un argomento articolato da affrontare, nel senso che sono un mix
    Le mie origini sono campane, poi ho girato e vissuto in altri posti in Italia
    Non posso dire di avere acquisito “altri linguaggi” di altre regioni
    Ma sicuramente mi sono dovuta adattare per farmi capire
    Una volta, un mio amico perugino doc, mi disse che io per lui parlavo un italiano quasi perfetto, senza accento
    Una mia amica mi disse: “Questo te lo vuole appoggiare”
    Il mio dialetto l’ho sempre amato e parlato
    Chi mi conosce sa che quando prendo la via del dialetto o e’ perche’ sto lanciando una delle mie caxxate, o e’ perche’ metto in guardia il mio interlocutore del fatto che il mio umore sta cambiando
    Lo faccio conoscere anche a mia figlia
    Dei concetti necessitano necessariamente del dialetto per essere espressi, perche’ in una parola e’ racchiuso un mondo che puo’ essere espresso solo in quel modo
    Come la si spiega altrimenti la cazzimma o a fracitumma?
    Nonostante il dialetto alberghi profondamente dentro di me, la mia lingua madre e’ l’italiano
    Perche’ qua per scampare all’inglese devo necessariamente ricorrere all’italiano
    Il mio quotidiano e’ in inglese
    Lingua che mi toglie un po’ dell’accento/verve campana
    Ma mi sa che e’ una mia illusione perche’ Alexa a me non MI risponde
    Mia figlia mi ha detto: “Mamma tu parli con un accento fortemente italiano, per questo Alexa non ti capisce”

    Bellissima questa testimonianza personale.
    Pensa che io fino ai sei anni, fino alla scuola elementare, parlavo solo il dialetto sloveno locale che in Slovenia non avrebbero capito.
    Poi ho imparato lo sloveno a scuola ed ero bravissima, perché pubblicai parecchi racconti ed in seguito ricevetti anche una cospicua borsa di studio per una mia opera.
    Con l’italiano mi sono familiarizzata piuttosto tardi, ma è divenuto col tempo, verso i vent’anni, un’altra lingua madre per me.
    Il triestino l’ho imparato strada facendo, frequentando molti amici.
    L’inglese, non so perché, non lo sento mio, anche se ho dei parenti e numerosi amici con cui lo parlo.
    A dire il vero, non posso usare uno di questi linguaggi a casaccio, a seconda di come mi sento, come fai tu, perché non mi comprenderebbero: ciascuna persona un codice, con rare incursioni in altre lingue solo con le persone della minoranza slovena.
    Certo, perdo molto in immediatezza; alle volte devo riflettere su come esprimermi, scegliere le parole in anticipo, assicurarmi che l’altro comprenda.
    Mi arrabbio però in triestino.

  6. #21
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    A me capita una cosa simile con il dialetto di un’altra regione

  7. #22
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    Sì certo, è soggettivo io ho espresso il mio sentirmi italiana e di conseguenza cerco di esprimermi/scrivere in italiano, per lo meno ci provo
    C'è chi predilige esprimere il proprio sentire in dialetto, non solo in letteratura ma anche nella musica, prendi ad esempio Van de Sfroos

    Bellissima, non la conoscevo.
    Ma si tratta di una canzone nuova in dialetto?

    Io adoro le canzoni popolari triestine, te ne posto una tra le mie preferite nel prossimo post.

  8. #23
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    Eccola!


  9. #24
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    Ma voglio condividere con te (con voi) anche una poesia di un grande poeta, Virgilio Giotti, che scriveva in triestino, sebbene si fosse trasferito a Firenze.

    La strada

    Vardo ‘na strada de la mia zità,
    che ghe sarò passado mile volte,
    e no’ me par de averla vista mai.
    Le fazzade zalete, le boteghe,
    un bar, dei auti, e el fiatin de viavai.
    Come la nostra vita, sì: vissuda,
    finida ormai, a mai ben conossuda.


    Guardo una strada della mia città,
    che ci sarò passato mille volte,
    e non mi par di averla vista mai.
    Le facciate gialline, le botteghe,
    un bar, delle automobili, e quel po’ de viavai.
    Come la nostra vita, sì: vissuta,
    finita ormai, e mai ben conosciuta.

  10. #25
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    Sono riuscita a capirla senza traduzione, non è tantissimo diversa dal veneto confinante.
    Ah, no no, il friulano è diversissimo, io ad esempio non lo comprendo, mentre il veneto sì.
    Ti ho postato una poesia molto semplice.
    Vediamo se capisci questa, sempre di Pasolini.

    Ploja tai cunfíns

    Fantassút, al plòuf il Sèil
    tai spolèrs dal to país,
    tal to vis di rosa e mèil
    pluvisín al nas il mèis.

    Il soreli scur di fun
    sot li branchis dai moràrs
    al ti brusa e sui cunfíns
    tu i ti ciantis, sòul, i muàrs.

    Fantassút, al rit il Sèil
    tai barcòns dal to país,
    tal to vis di sanc e fièl
    serenàt al mòur il mèis.



    Pioggia sui confini

    Giovinetto, piove il Cielo
    sui focolari del tuo paese,
    sul tuo viso di rosa e miele,
    nuvoloso nasce il mese.

    Il sole scuro di fumo,
    sotto i rami del gelseto,
    ti brucia e sui confini,
    tu solo, canti i morti.

    Giovinetto, ride il Cielo
    sui balconi del tuo paese,
    sul tuo viso di sangue e fiele,
    rasserenato muore il mese.

  11. #26
    Sin da piccolo sono stato spinto a esprimermi solo in italiano. Mia madre era convinta che ciò mi avrebbe aiutato ad imparare meglio la lingua. Solo da adulto ho cominciato, senza rendermene conto, ad usare alcune espressioni dialettali durante i miei discorsi. Lavorando in un porto, ovviamente sento spesso parlare in dialetto e mi capita di rispondere sempre in dialetto. Non riesco a tenere una lunga conversazione però, per mancanza di vocaboli, che ovviamente conosco, ma non sentendoli miei, non riesco a "recuperarli" al momento che mi servono, quindi, converto la conversazione in italiano.

    Al lavoro parlo e scrivo spesso in inglese, un inglese tecnico, commerciale... alle volte interfacciandomi con altre ditte italiane, capita spesso di scrivere in inglese... questo perché l'abitudine ti condiziona senza, volerlo, ma anche viene facile, automatico, riportare ai clienti stranieri, i resoconti degli scambi commerciali che coinvolgono le diverse ditte che lavorano in ambito portuale.

    Quando vado al mio paese di origine, Solarino, mi piace ascoltare la tipica cadenza dialettale che mi ricorda i mie nonni e certe loro tipiche espressioni che non ritrovi in altri paesi, seppur vicini.

    Espressioni che a me mancano, per aver lasciato il paese quando avevo sei anni e per il motivo accennato sopra.

    Provare a scriverlo, è pura utopia.

  12. #27
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    Bellissima, non la conoscevo.
    Ma si tratta di una canzone nuova in dialetto?

    Io adoro le canzoni popolari triestine, te ne posto una tra le mie preferite nel prossimo post.
    Non so se è nuova non seguo il cantante Van de Sfroos, lo conosco per sentito nominare e perchè ho un'amica che è appassionata. Questa l'ho trovata su YouTube e ascoltandola mi è piaciuta.

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    Ah, no no, il friulano è diversissimo, io ad esempio non lo comprendo, mentre il veneto sì.
    Ti ho postato una poesia molto semplice.
    Vediamo se capisci questa, sempre di Pasolini.

    Ploja tai cunfíns

    Fantassút, al plòuf il Sèil
    tai spolèrs dal to país,
    tal to vis di rosa e mèil
    pluvisín al nas il mèis.

    Il soreli scur di fun
    sot li branchis dai moràrs
    al ti brusa e sui cunfíns
    tu i ti ciantis, sòul, i muàrs.

    Fantassút, al rit il Sèil
    tai barcòns dal to país,
    tal to vis di sanc e fièl
    serenàt al mòur il mèis.



    Pioggia sui confini

    Giovinetto, piove il Cielo
    sui focolari del tuo paese,
    sul tuo viso di rosa e miele,
    nuvoloso nasce il mese.

    Il sole scuro di fumo,
    sotto i rami del gelseto,
    ti brucia e sui confini,
    tu solo, canti i morti.

    Giovinetto, ride il Cielo
    sui balconi del tuo paese,
    sul tuo viso di sangue e fiele,
    rasserenato muore il mese.
    Questa è più difficile, conosco alcune parole come fantassut e pluvisin, barcons perchè le ho sentite pronunciare nei discorsi dalla cugina friulana ma non conosco tutte le altre parole.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  13. #28
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    Eccola!

    Bella melodia, è un canto popolare mi sembra.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  14. #29
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    Ma voglio condividere con te (con voi) anche una poesia di un grande poeta, Virgilio Giotti, che scriveva in triestino, sebbene si fosse trasferito a Firenze.

    La strada

    Vardo ‘na strada de la mia zità,
    che ghe sarò passado mile volte,
    e no’ me par de averla vista mai.
    Le fazzade zalete, le boteghe,
    un bar, dei auti, e el fiatin de viavai.
    Come la nostra vita, sì: vissuda,
    finida ormai, a mai ben conossuda.


    Guardo una strada della mia città,
    che ci sarò passato mille volte,
    e non mi par di averla vista mai.
    Le facciate gialline, le botteghe,
    un bar, delle automobili, e quel po’ de viavai.
    Come la nostra vita, sì: vissuta,
    finita ormai, e mai ben conosciuta.
    Bella, questa è un po' più comprensibile.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  15. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Sin da piccolo sono stato spinto a esprimermi solo in italiano. Mia madre era convinta che ciò mi avrebbe aiutato ad imparare meglio la lingua. Solo da adulto ho cominciato, senza rendermene conto, ad usare alcune espressioni dialettali durante i miei discorsi. Lavorando in un porto, ovviamente sento spesso parlare in dialetto e mi capita di rispondere sempre in dialetto. Non riesco a tenere una lunga conversazione però, per mancanza di vocaboli, che ovviamente conosco, ma non sentendoli miei, non riesco a "recuperarli" al momento che mi servono, quindi, converto la conversazione in italiano.

    Al lavoro parlo e scrivo spesso in inglese, un inglese tecnico, commerciale... alle volte interfacciandomi con altre ditte italiane, capita spesso di scrivere in inglese... questo perché l'abitudine ti condiziona senza, volerlo, ma anche viene facile, automatico, riportare ai clienti stranieri, i resoconti degli scambi commerciali che coinvolgono le diverse ditte che lavorano in ambito portuale.

    Quando vado al mio paese di origine, Solarino, mi piace ascoltare la tipica cadenza dialettale che mi ricorda i mie nonni e certe loro tipiche espressioni che non ritrovi in altri paesi, seppur vicini.

    Espressioni che a me mancano, per aver lasciato il paese quando avevo sei anni e per il motivo accennato sopra.

    Provare a scriverlo, è pura utopia.
    Vuoi dire che non ti esprimi spontaneamente e schiettamente nel galvanizzante ed esotico dialetto siciliano?


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