Ma può valere anche per te.Provalo tu,...un buco vale l'altro
Considerato quanto ve lo fate mettere lì con tutto il mondo fantastico e sovrannaturale, nonché indimostrato delle religioni & C., direi che forse l'esperienza è già stata fatta da più soggetti.
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sì, però pure il tuo insistere sulla dimostrabilità non è un modulo particolarmente intelligente, nel senso di acquisizione del punto;
anche volendo far polemica per divertirsi, non arrivi nemmeno tu da nessuna parte;
è ovvio che chi crede, crede; cioè ha fede in qualcosa di non dimostrabile, anche se ti dice che per lui quella è la "verità"; posto che tanto i suoi valori, come quelli tuoi o miei sono comunque arbitrari;
la scienza non mi dice che tu, come donna, debba essere pari a me; siamo tu ed io ad affermarlo, in modo del tutto arbitrario, visto che tu ed io siamo diversi;
semmai, il problema di un credente è quello di convincere chi potrebbe eventualmente credere che la credenza sua è quella giusta, e sbagliate sono quelle degli altri, quando in concreto ti dice che questo si fa, e quello no;
il tuo insistere pavlovianamente sul tema scientismo vs fideismo, alla Odifreddi, in realtà è proprio un sintomo di subalternità culturale al clero cattolico, al quale riconosci implicitamente un monopolio; non è un modo intelligentissimo di ragionare;
è come se tu, volendo abbattere un albero già quasi segato in toto, ti mettessi a spingere dalla parte opposta del taglio, quando con la pressione di un dito dalla parte giusta quello cadrebbe subito;
se viene uno e ti fa: Dio dice, vuole, ecc... , tu gli rispondi: ah, si ì ? allora perché quegli altri dicono che Dio dice cose diverse, pure quelli della tua stessa religione ? fine della discussione
questi giocano tutti con l'asterisco, come l'Inter; contyano i tre punti col Bologna come acquisiti; ma le partite con le altre fedi le devono giocare per dirsi campioni;
a che ti serve la scienza se poi ti fai intortare sulla logica come una contadinella di un secolo fa ?
c'� del lardo in Garfagnana
in realtà è proprio un sintomo di subalternità culturale al clero cattolico, al quale riconosci implicitamente un monopolio
In che sensooooo? Come direbbe Verdone-Mimmo.
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nel senso che ti accomodi nel ruolo che i clericali ti hanno assegnato, di chi spinge l'albero dalla parte sbagliata e fa gridare al miracolo: non cade !
confutare una fede con la scienza è una deformazione culturale cattolica, cioè del monopolio pretesco sulla questione, perché si riconoscono i clericali come portavoce di quella cosa, laddove il lavoro che vorresti fare tu, lo fa già la "concorrenza", che invece tu cancelli...
davvero non capisci ?
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Lasciaci credere, allora: se sono solo favole o bugie....hanno le gambe corte e, prima o poi, saranno smascherate. Nel frattempo pregasi prendere nota di questo:
Einstein: (premio Nobel) "Chi non si stupisce di fronte al Mistero infinito che ci circonda, è cieco"
Rubbia (premio Nobel): "Esiste un ordine troppo perfetto perché sia frutto del caso"
Pascal: (filosofo e matematico)" Se Dio si manifestasse continuamente all'uomo non vi sarebbe merito alcuno nel credere in lui. Dio non costringe nessuno a credere. Infatti c'è luce sufficiente per chi vuol credere; ma c'è buio sufficiente per chi non vuol credere."
Giorgio Parisi: (premio Nobel) "L'esistenza di Dio non può essere usata alla stregua di una qualsiasi ipotesi scientifica: è qualcosa di diverso che trascende la scienza."
Margherita Hack: (direttrice osservatorio astronomico di Trieste) "Io non credo, ma se dopo la morte incontrerò Dio, gli chiederò scusa"
Vega (manco laureata): "Dio non esiste e se esiste è un mostro e ha sbagliato tutto. Anche l'anima non esiste e l'uomo è solo il suo corpo "
C'è da trarre qualche conclusione secondo te?
amate i vostri nemici
Conclusione? Che nemmeno i tuoi vip con fior di lauree, carriere e premi sono mai riusciti a dare prova di nulla!
Che poi la Hack, lo sai anche tu col suo modo di fare e di pensare, faceva solo l'ipotesi.
Se tu citi chi dice che la scienza non può essere usata su dio, a maggior ragione non potresti sfruttare lo scienziato credente per tirare acqua al mulino. Che poi l'acqua non la tiri comunque.
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Ma chissene... del ruolo.
Far finta che non sia stato detto di tutto e di più nelle discussioni in risposta a chi crede mi pare follia. Dai distinguo fra le sfumature più personali tra credente e credente, tra dottrine diverse, fra religioni diverse, fatto presente che ognuno ha il suo dio e tutti vogliono ragione e di dei c'è ne stanno tanti, messo nel piatto contraddizioni a iosa, richiami di storia fino a citazioni più dotte di ricerche e testi è stato detto tanto. Chi più, chi meno ha scritto di quello e di quell'altro.
Se poi la scienza spesso entra in campo è perché viene tirata in ballo o perché spesso certe concezioni hanno poi in un certo modo un aggancio con la scienza. Se viene il credente a sciorinare che i sentimenti & c. dipendono dall'anima perché nella Bibbia c'è scritto che..., è ovvio che due paroline possono essere spese. Questo è solo un esempio ma c'è ne sono tanti.
Quindi guarda, ormai mi pare che abbiamo spaziato in lungo ed in largo.
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ovvio che sono fatti tuoi;
però l'impressione che dai è quella di una che abbia una motofalciatrice e che voglia impiegarla a tutti i costi per fare le pulizie in casa;
siccome l'argomento "scienza" ti pare confortevole - solo pare, perché in effetti con le argomentazioni di fede ci fai poco - la usi come una clava che va a colpire aria;
ti fai trascinare in discussioni sul nulla, dando a quel nulla uno status pregiato, esattamente come vuole l'interlocutore e come appare a chi legge;
in effetti ponendoti in una posizione di subalternità dialettica; non so se hai mai fumato, o hai conoscenti che fumano; chi fuma sa benissimo che fumare fa male; questa consapevolezza sarà solo accessoria nella decisione di smettere; idem per altri comportamenti; chi smette è motivato da altro, nella fattispecie il desiderio di potenza sul proprio istinto;
ora, tu argomenti come un arbitro di calcio che fischi le punizioni contro una squadra di rugby, appellandoti al regolamento del calcio, invece di di rimandare quella squadra al suo campionato;
il campionato dei religiosi è quello morale; il religioso deve mostrare che le sue idee incarnano un ideale di giustizia più sensato del tuo, e quello è il nodo; non la verità euristica dei presupposti;
quello che succede è che tu, credendoti ganza, contesti a quelli - di solito incapaci di andare in meta - di giocare la palla con le mani, quando in effetti tutti capiscono che la partita è di rugby e non di calcio; per cui la figura della stupida la fai tu, che cadi nel tranello dialettico della "verità", perché ti sembra di essere forte su quel piano argomentativo;
guarda che i preti ci hanno educato a fare questo per secoli non per caso; non sono mica scemi... alla fine, i tuoi interventi assomiglino a quelli fittizi dei dialoghi filosofici in cui c'è una controparte che espone obiezioni stupide costruite per far risaltare il buon senso della tesi.
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Senti axe, io non so chi abbia educato a cosa. A livello personale per quel poco che ho frequentato religione a scuola e catechismo + chiesa, tutto si limitava al vangelo, comandamenti, Gesù buono qui e là, comunione...e quindi siamo a livello di bambini o ragazzini.
Se poi parli di messaggi veicolati agli adulti che frequentano la chiesa o di temi e diatribe che salgono alla ribalta o ancora del pensiero religioso che si scontra con quello laico, scientifico, culturale in generale, quindi il pensiero nella storia e nella letteratura, specifica meglio.
A me non sembra di aver avuto influenza (posso sempre sbagliarmi), ma rispondere su quello che c'è da rispondere quando vedo scritto qualcosa.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
anche se una persona intelligente come te dovrebbe aver già capito da tempo, cerco di spiegarmi;
la religione ha degli aspetti narrativi discutibili, come il fumo di sigaretta, il tifo calcistico e il 90% delle cose che fanno le persone, che spesso sono irrazionali;
gli ultrà della curva sono spesso dei trogloditi fascistoidi; questo impedisce al mite professore universitario di letteratura francese di essere uno sfegatato tifoso della squadra X ?
conosco tanti medici che fumano, o gente che spende soldi per passioni che i più ritengono assurde; un mio amico marchigiano, mancato da poco, che mi dava ripetizioni di matematica quasi ogni estate era prof di fisica nucleare all'università di Roma, ma anche grandissimo appassionato di astrologia;
ora, la religione funziona allo stesso modo; anche se presenta - in effetti solo residualmente, di seconda mano - degli aspetti di superstizione, in effetti risponde a necessità che non sono condizionate in alcun modo dall'impatto della scienza e del sapere; esattamente come la circostanza che un gruppo di ultrà abbia devastato un autogrill o accoltellato un tifoso avversario non farà cambiare squadra al professore di letteratura francese;
accettare un contraddittorio tra pensiero laico e pensiero religioso sulla base di presupposti di "verità" è semplicemente un'idiozia concettuale; che diventa concreta nel momento in cui si innesta in una questione di vera e propria importanza sociale, che riguarda le persone in carne ed ossa, perché manca del tutto il punto; e per questo è anche il copione prediletto dal clericalismo, solo nostrano; negli altri grandi paesi di cultura pluralistica nessuno organizzerebbe un pensiero sulla base di questa contrapposizione, visto che da secoli quelli hanno storie di pluralità, e la differenza con l'etica laica è solo il vestito, l'interfaccia grafico;
un religioso è solo uno che ha valori analoghi ai tuoi o ai miei - nel senso che sono arbitrari e discutibili - ma li racconta come ispirati da un dio; mo', se tu gli contesti la verità di quella narrazione, manchi il punto essenziale del chiedergli di spiegare perché quei valori sarebbero migliori, più conformi al sentimento di giustizia dei tuoi; che è la cosa davvero dirimente e parecchio difficile da spiegare;
il guaio è che l'impressione di perculare dei trogloditi superstiziosi in effetti è quella una manifestazione di subalternità e arretratezza culturale, proprio mancanza di laicità culturale e soggezione ad un copione culturale clericale.
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