Volevo esprimere una mia idea sulle modifiche che sono state fatte nella parte finale del PADRE NOSTRO.
Il “non indurci in tentazione” era sicuramente un’espressione infelice perché la tentazione è indotta dal male ma anche il nuovo “non abbandonarci alla tentazione” non mi sembra del tutto corretto:la richiesta a Dio di non abbandonare può far pensare che Dio potrebbe anche abbandonare il che implica l’idea di un Dio volubile tutto il contrario di un Dio misericordioso e attento che mai abbandonerebbe le sue creature.
Penso che le espressioni più esatte sarebbero state”AIUTACI a respingere,a vincere o a non cadere nelle tentazioni e tienici lontani dalle tentazioni e da ogni genere di male”

Ritengo che l’abbandono è qualcosa di negativo che non appartiene a Dio mentre l’aiuto è positivo e gli appartiene.
Nelle Scritture si legge spesso che Dio abbandona il popolo o singoli uomini ma questa è l’interpretazione dell’uomo che tratta Dio come suo pari Gesù sulla croce chiedendo a Dio il perché dell’abbandono citava appunto il salmo in cui l’uomo si sente abbandonato avendo perso la fede e la speranza mentre l’azione di lui,il Cristo dimostra il contrario con il “tutto è compiuto”e quindi non esiste abbandono da parte di Dio.
In effetti,guardando con gli occhi di Cristo non è Dio che abbandona e fa torto all’uomo permettendo atrocità e disgrazie ma è l’uomo che abbandona e fa torto a Dio provocando e fomentando eventi che rovinano Umanità e Natura ed è proprio l’uomo a dover chiedere perdono a Dio per le sue azioni irresponsabili che ricadono inevitabilmente anche sugli innocenti.
L’idea di un Dio giustiziere tocca tutti noiorremmo che Dio fulminasse tutti quelli che fanno gravi ingiustizie e atti di violenza ma questo nel mondo attuale evidentemente non accade:grano e zizzania devono coesistere e non si sa fino a quando.
Pensandoci,le nostre preghiere a Dio riguardano solo ciò che concerne la persona o la natura:guarigioni da gravi malattie,protezione da incidenti,protezione per gli affetti familiari,per il futuro dei figli per la pace,per allontanare epidemie,siccità,terremoti. In fondo chiediamo degli “aggiusti”nei guasti del mondo che noi non siamo in grado di fare. Su questi aggiusti mettiamo speranza perché comunque sappiamo che si basano sulle regole della Natura e della vita umana che talvolta vanno fuori binario. Ma c’è qualcuno che prega Dio di poter vivere trecento anni o di far sì che le nuove generazioni abbiano un braccio in più per lavorare meglio? Sembrano assurdità ma evidenziano la nostra tendenza ad impicciolire Dio e ad imbrigliare la sua volontà unicamente alle nostre limitate esigenze.