Da “Primi scritti” di sorella White:

Il dono di Dio all'uomo.

Mi sono stati mostrati il grande amore e la bontà di Dio nel dare suo Figlio, perché l'uomo potesse essere perdonato e vivere. {PS 128,1}
Ho visto Adamo ed Eva, che avevano avuto il privilegio di ammirare la straordinaria bellezza del giardino dell'Eden e ai quali era stato permesso di mangiare il frutto di tutti gli alberi del giardino, eccetto uno. Ma il serpente aveva tentato Eva, che a sua volta aveva tentato Adamo, ed entrambi avevano mangiato il frutto dell'albero proibito. Avevano disubbidito all'ordine di Dio ed erano diventati peccatori. {PS 128,2}
La notizia si diffuse subito in cielo e ogni arpa fu fatta tacere. Gli angeli furono profondamente rattristati e avevano paura che Adamo ed Eva potessero mangiare il frutto dell'albero della vita e diventassero peccatori immortali. Ma Dio disse che avrebbe scacciato i trasgressori dal giardino e che un cherubino con una spada infuocata avrebbe fatto la guardia all'albero della vita, in modo che l'uomo non potesse avvicinarvisi e mangiarne il frutto, che dona l'immortalità. {PS 128,3}
Quando fu chiaro che l'uomo era perduto, la tristezza si diffuse in cielo: il mondo che Dio aveva creato si sarebbe popolato di esseri mortali, votati alla miseria, alla malattia e alla morte. Nessuno poteva sfuggire a questo destino. Tutta la famiglia di Adamo doveva morire. {PS 128,4}
Poi vidi l'amorevole Gesù. Sul suo viso si leggeva un'espressione di simpatia e di dispiacere: si avvicinò alla luce abbagliante che circondava il Padre. L'angelo che mi accompagnava disse: "Sta avendo una conversazione segreta con il Padre". L'ansia degli angeli sembrava essere intensa, mentre Gesù discuteva con il Padre. Per tre volte fu avvolto dalla luce gloriosa del Padre e la terza volta che ritornò riuscimmo a vedere la sua persona. {PS 128,5}
Il suo volto era sereno, non manifestava nessun dubbio e turbamento, ed esprimeva una bontà, che le parole non possono descrivere. A questo punto fece sapere agli angeli che c'era una soluzione per l'uomo perduto, che egli aveva implorato il Padre e ottenuto il permesso di offrire la propria vita come riscatto per l'umanità, di portare i loro peccati e accettare la sentenza di morte su di sé, aprendo così una strada per la quale, tramite i meriti del suo sangue, potesse ottenere il perdono per le trasgressioni passate e, tramite l'ubbidienza, ritornare nel giardino, dal quale l'uomo e la donna erano stati allontanati. {PS 128,6}
In questo modo avrebbero avuto nuovamente accesso al frutto dell'albero della vita, che era stato loro proibito. {PS 129,1}
Allora una gioia inesprimibile si diffuse in cielo e il coro degli angeli cantò un inno di lode e di adorazione. Fecero risuonare le loro arpe e intonarono una nota più alta di quelle che avevano suonato prima, a motivo della grande misericordia e bontà di Dio, che aveva permesso che il suo amato Figlio morisse per una razza di ribelli. Poi la lode e l'adorazione furono innalzate, per celebrare l'abnegazione e il sacrificio di Gesù, che aveva accettato di lasciare il Padre per una vita di sofferenza e angoscia, per una morte infamante e per offrire la sua vita agli altri. {PS 129,2}
L'angelo disse: "Pensate forse che il Padre abbia acconsentito di lasciare il suo amato Figlio senza difficoltà? No, no". In realtà è stato difficile anche per il Dio dei cieli decidere se lasciar morire gli uomini colpevoli oppure permettere che suo Figlio morisse per loro. Gli angeli erano così interessati alla salvezza dell'uomo che sarebbe stato possibile trovarne uno disposto a rinunciare alla sua gloria e a sacrificare la sua vita per l'uomo perduto. {PS 129,3}
"Ma" disse l'angelo che mi accompagnava "tutto questo non sarebbe servito a nulla". La trasgressione era così grande che la vita di un angelo non poteva pagare il debito. Solo la morte e l'intercessione del Figlio di Dio avrebbero pagato il debito e salvato l'uomo perduto da un dolore e da una miseria senza speranza. {PS 129,4}
Agli angeli fu assegnato il compito di scendere e risalire al cielo, per offrire conforto e alleviare il Figlio di Dio nella sua vita di sofferenza. Essi si occupavano quindi di Gesù. Ma avevano anche il compito di vigilare e proteggere i beneficiari della grazia divina dall'influsso degli angeli malvagi e dalle tenebre, di cui Satana li circondava. {PS 129,5}
Vidi che era impossibile per il Signore cambiare la sua legge per salvare i peccatori e per questo fu costretto a fare la scelta sofferta di inviare il suo amato Figlio a morire per le trasgressioni dell'uomo. {PS 129,6}