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Discussione: Un approfondimento su Mosè.

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Un approfondimento su Mosè.

    Da “Primi scritti”, parte 3 – Doni spirituali – vol. 1:

    La trasfigurazione.

    La fede dei discepoli fu molto rafforzata dall'esperienza della trasfigurazione. Ebbero la possibilità di vedere la gloria di Cristo e sentire una voce dal cielo, che testimoniava della sua natura divina. Dio scelse di offrire ai discepoli di Gesù la prova decisiva del suo ruolo di Messia promesso, affinché alla crocifissione, nei momenti di dolore e delusione, non perdessero la fede. Alla trasfigurazione il Padre inviò Mosè ed Elia a parlare con Gesù della sua morte e delle sue sofferenze. {PS 154,1}
    Elia aveva camminato con Dio. La sua opera era stata difficile e piena di amarezze, perché il Signore, tramite lui, aveva denunciato i peccati d'Israele. Elia era un profeta di Dio, ma nonostante ciò fu costretto a scappare da un posto all'altro per salvarsi; il suo stesso popolo gli dava la caccia per eliminarlo, come fosse una belva selvaggia. Ma Dio decise per la sua traslazione e gli angeli lo portarono in gloria e in trionfo verso il cielo. {PS 154,2}
    Mosè fu superiore a qualsiasi altro uomo prima di lui. Fu particolarmente onorato da Dio, ebbe il privilegio di parlare con il Signore a faccia a faccia, come un uomo parla con un amico. Gli fu permesso di contemplare la gloria straordinaria che circondava il Padre. Il Signore, tramite Mosè, liberò i figli d'Israele dalla schiavitù egizia. Fu un mediatore per il suo popolo e spesso si trovò a placare la collera divina nei confronti del popolo. {PS 154,3}
    Quando il Signore entrò in conflitto con Israele, a causa della sua incredulità, delle sue lamentele e dei suoi peccati deplorevoli, Mosè manifestò tutto il suo amore per loro. Quando Dio propose di distruggerli e di far di lui una nazione potente, Mosè lo supplicò con insistenza in favore dei suoi connazionali. Nella sua disperazione, pur di salvare Israele, pregò Dio di perdonarli oppure di cancellare il suo nome dal libro del cielo. {PS 154,4}
    Quando Israele si lamentò con Dio e con Mosè, perché non avevano più acqua, e lo accusarono di averli guidati fuori dall'Egitto per farli morire, Dio ascoltò i loro appelli e ordinò a Mosè di parlare alla roccia, perché il popolo potesse ottenere dell'acqua. Mosè colpì la roccia con furore e si attribuì la gloria del miracolo. {PS 154,5}
    La costante caparbietà e le proteste continue dei figli d'Israele gli avevano procurato un profondo dolore e per un attimo aveva dimenticato quanto il Signore li avesse sostenuti e come le lamentele non fossero rivolte a lui, ma a Dio. Pensò solo a se stesso, a come fosse stato trattato ingiustamente, all'ingratitudine manifestata nei suoi confronti, nonostante avesse sempre nutrito un profondo amore per loro. {PS 154,6}
    Era nei piani di Dio che il suo popolo si trovasse spesso ad affrontare situazioni critiche, per poi essere liberato grazie alla sua potenza, ogni volta che fosse stato necessario. Si sarebbero resi conto del suo amore e del suo interesse per loro, e si sarebbero sentiti motivati a servirlo e rispettarlo. Ma Mosè non aveva onorato Dio: non aveva lodato il suo nome davanti al popolo, affinché a loro volta potessero glorificarlo. Agendo in questo modo, suscitò il dispiacere del Signore. {PS 155,1}
    Quando Mosè scese dal monte con le due tavole di pietra e vide Israele adorare il vitello d'oro, sdegnato gettò a terra le tavole, spezzandole. Mi fu mostrato che Mosè non aveva peccato in quell'occasione; si era arrabbiato in favore di Dio, manifestando uno zelo profondo alla sua gloria. Aveva peccato, invece, quando aveva ceduto ai sentimenti istintivi del suo cuore e si era attribuito l'onore che apparteneva solo a Dio, e per quel peccato il Signore non gli permise di entrare nel paese di Canaan. {PS 155,2}
    Satana stava cercando una motivazione per accusare Mosè nei confronti degli angeli. Egli trionfava del suo successo: era riuscito a farlo cadere e a incorrere nella disapprovazione di Dio. E allora disse agli angeli che sarebbe riuscito a sconfiggere il Salvatore del mondo, quando sarebbe venuto a riscattare l'uomo. {PS 155,3}
    A causa di questa trasgressione, Mosè si ritrovò in potere di Satana, il dominatore sulla morte. Se avesse dimostrato fermezza, il Signore lo avrebbe guidato fino alla terra promessa e lo avrebbe traslato in cielo, senza che vedesse la morte. {PS 155,4}
    Mosè morì, ma l'arcangelo Michele scese e gli ridiede la vita, prima che il suo corpo si corrompesse. Satana si oppose, sostenendo che quel corpo apparteneva a lui, ma Michele risuscitò Mosè e lo portò in cielo. Satana si adirò contro Dio, accusandolo di essere ingiusto, perché aveva permesso che gli fosse sottratta la sua vittima; ma Cristo non rimproverò l'avversario, nonostante il servitore di Dio fosse caduto a causa della sua tentazione. Con dolcezza affidò il caso al Padre, dicendo: "Il Signore ti rimproveri". {PS 155,5}
    Gesù disse ai suoi discepoli che alcuni di coloro che stavano con lui non sarebbero morti, prima di vedere la venuta del regno di Dio. Alla trasfigurazione questa promessa fu adempiuta. Il volto di Gesù fu trasformato e risplendeva come il sole. Il suo abito era bianco e brillava. {PS 155,6}
    Mosè era presente, come emblema di coloro che saranno risuscitati dopo la morte, al ritorno di Gesù. Ed Elia, che era stato traslato prima di vedere la morte, rappresentava coloro che diventeranno immortali al ritorno di Cristo e saranno traslati in cielo, senza vedere la morte. I discepoli guardavano con stupore e timore la maestà di Gesù; una nuvola li coprì con la sua ombra ed essi sentirono la voce possente di Dio, che diceva: "Questo è il mio amato Figlio; ascoltatelo". {PS 156,1}
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  2. #2
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    Ciao Arcobaleno, a proposito di Mosé ....

    I primi cinque libri dell’Antico testamento che narrano la storia del "popolo eletto" furono redatti dal VI secolo a.C., invece il misterioso Mosè, se esistito, visse tra il XIX e il XIII secolo a.C.. Quindi quei testi non sono una fonte storica diretta degli eventi.

    Gli studiosi, anche israeliani, non hanno trovato alcuna testimonianza archeologica su Mosè, sull’esodo e sui quattro secoli di schiavitù degli ebrei in Egitto.

    Considerare "sacri" quei libri ci vuole un bel coraggio. Ma i sacerdoti sanno che la fede irrazionale fa aberrare la mente dei credenti !

    Quei testi furono elaborati da rabbini per gente bisognosa di credere alle favole, o meglio, alle fandonie.
    Ultima modifica di doxa; 24-05-2022 alle 16:37

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ciao Arcobaleno, a proposito di Mosé ....

    I primi cinque libri dell’Antico testamento che narrano la storia del "popolo eletto" furono redatti dal VI secolo a.C., invece il misterioso Mosè, se esistito, visse tra il XIX e il XIII secolo a.C.. Quindi quei testi non sono una fonte storica diretta degli eventi.

    Gli studiosi, anche israeliani, non hanno trovato alcuna testimonianza archeologica su Mosè, sull’esodo e sui quattro secoli di schiavitù degli ebrei in Egitto.

    Considerare "sacri" quei libri ci vuole un bel coraggio. Ma i sacerdoti sanno che la fede irrazionale fa aberrare la mente dei credenti !

    Quei testi furono elaborati da rabbini per gente bisognosa di credere alle favole, o meglio, alle fandonie.
    Doxa, tu ti affidi agli studiosi e ai cattedratici, che non riescono a trovare prove archeologiche; il credente si affida alle rivelazioni degli inviati di Dio, che rinnovano e integrano i racconti elaborati in precedenza.
    La tua fede nell'uomo ti spinge a calunniare gli inviati di Dio; la fede in Dio spinge a credere nelle testimonianze dei suoi inviati.

    Comunque, è la Bibbia stessa che ci racconta che quei libri andarono perduti prima della deportazione degli ebrei a Babilonia, circa nel 600 a.C. L'intero testo fu riscritto da Esdra, quando gli ebrei poterono tornare sulle loro terre.
    Solo un perfetto cretino può affermare che un testo fu redatto pochi anni fa, riferendosi all'ultima stesura e non alla stesura originale, non più disponibile né reperibile.
    Ecco, i cattedratici cui presti fede si comportano così: in base a ciò che hanno in mano oggi fanno le loro affermazioni, che non hanno nulla a che vedere con la realtà storica.
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  4. #4
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    Mosè.

    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Da “Primi scritti”, parte 3 – Doni spirituali – vol. 1:

    La trasfigurazione.

    La fede dei discepoli fu molto rafforzata dall'esperienza della trasfigurazione. Ebbero la possibilità di vedere la gloria di Cristo e sentire una voce dal cielo, che testimoniava della sua natura divina. Dio scelse di offrire ai discepoli di Gesù la prova decisiva del suo ruolo di Messia promesso, affinché alla crocifissione, nei momenti di dolore e delusione, non perdessero la fede. Alla trasfigurazione il Padre inviò Mosè ed Elia a parlare con Gesù della sua morte e delle sue sofferenze. {PS 154,1}
    Elia aveva camminato con Dio. La sua opera era stata difficile e piena di amarezze, perché il Signore, tramite lui, aveva denunciato i peccati d'Israele. Elia era un profeta di Dio, ma nonostante ciò fu costretto a scappare da un posto all'altro per salvarsi; il suo stesso popolo gli dava la caccia per eliminarlo, come fosse una belva selvaggia. Ma Dio decise per la sua traslazione e gli angeli lo portarono in gloria e in trionfo verso il cielo. {PS 154,2}
    Mosè fu superiore a qualsiasi altro uomo prima di lui. Fu particolarmente onorato da Dio, ebbe il privilegio di parlare con il Signore a faccia a faccia, come un uomo parla con un amico. Gli fu permesso di contemplare la gloria straordinaria che circondava il Padre. Il Signore, tramite Mosè, liberò i figli d'Israele dalla schiavitù egizia. Fu un mediatore per il suo popolo e spesso si trovò a placare la collera divina nei confronti del popolo. {PS 154,3}
    Quando il Signore entrò in conflitto con Israele, a causa della sua incredulità, delle sue lamentele e dei suoi peccati deplorevoli, Mosè manifestò tutto il suo amore per loro. Quando Dio propose di distruggerli e di far di lui una nazione potente, Mosè lo supplicò con insistenza in favore dei suoi connazionali. Nella sua disperazione, pur di salvare Israele, pregò Dio di perdonarli oppure di cancellare il suo nome dal libro del cielo. {PS 154,4}
    Quando Israele si lamentò con Dio e con Mosè, perché non avevano più acqua, e lo accusarono di averli guidati fuori dall'Egitto per farli morire, Dio ascoltò i loro appelli e ordinò a Mosè di parlare alla roccia, perché il popolo potesse ottenere dell'acqua. Mosè colpì la roccia con furore e si attribuì la gloria del miracolo. {PS 154,5}
    La costante caparbietà e le proteste continue dei figli d'Israele gli avevano procurato un profondo dolore e per un attimo aveva dimenticato quanto il Signore li avesse sostenuti e come le lamentele non fossero rivolte a lui, ma a Dio. Pensò solo a se stesso, a come fosse stato trattato ingiustamente, all'ingratitudine manifestata nei suoi confronti, nonostante avesse sempre nutrito un profondo amore per loro. {PS 154,6}
    Era nei piani di Dio che il suo popolo si trovasse spesso ad affrontare situazioni critiche, per poi essere liberato grazie alla sua potenza, ogni volta che fosse stato necessario. Si sarebbero resi conto del suo amore e del suo interesse per loro, e si sarebbero sentiti motivati a servirlo e rispettarlo. Ma Mosè non aveva onorato Dio: non aveva lodato il suo nome davanti al popolo, affinché a loro volta potessero glorificarlo. Agendo in questo modo, suscitò il dispiacere del Signore. {PS 155,1}
    Quando Mosè scese dal monte con le due tavole di pietra e vide Israele adorare il vitello d'oro, sdegnato gettò a terra le tavole, spezzandole. Mi fu mostrato che Mosè non aveva peccato in quell'occasione; si era arrabbiato in favore di Dio, manifestando uno zelo profondo alla sua gloria. Aveva peccato, invece, quando aveva ceduto ai sentimenti istintivi del suo cuore e si era attribuito l'onore che apparteneva solo a Dio, e per quel peccato il Signore non gli permise di entrare nel paese di Canaan. {PS 155,2}
    Satana stava cercando una motivazione per accusare Mosè nei confronti degli angeli. Egli trionfava del suo successo: era riuscito a farlo cadere e a incorrere nella disapprovazione di Dio. E allora disse agli angeli che sarebbe riuscito a sconfiggere il Salvatore del mondo, quando sarebbe venuto a riscattare l'uomo. {PS 155,3}
    A causa di questa trasgressione, Mosè si ritrovò in potere di Satana, il dominatore sulla morte. Se avesse dimostrato fermezza, il Signore lo avrebbe guidato fino alla terra promessa e lo avrebbe traslato in cielo, senza che vedesse la morte. {PS 155,4}
    Mosè morì, ma l'arcangelo Michele scese e gli ridiede la vita, prima che il suo corpo si corrompesse. Satana si oppose, sostenendo che quel corpo apparteneva a lui, ma Michele risuscitò Mosè e lo portò in cielo. Satana si adirò contro Dio, accusandolo di essere ingiusto, perché aveva permesso che gli fosse sottratta la sua vittima; ma Cristo non rimproverò l'avversario, nonostante il servitore di Dio fosse caduto a causa della sua tentazione. Con dolcezza affidò il caso al Padre, dicendo: "Il Signore ti rimproveri". {PS 155,5}
    Gesù disse ai suoi discepoli che alcuni di coloro che stavano con lui non sarebbero morti, prima di vedere la venuta del regno di Dio. Alla trasfigurazione questa promessa fu adempiuta. Il volto di Gesù fu trasformato e risplendeva come il sole. Il suo abito era bianco e brillava. {PS 155,6}
    Mosè era presente, come emblema di coloro che saranno risuscitati dopo la morte, al ritorno di Gesù. Ed Elia, che era stato traslato prima di vedere la morte, rappresentava coloro che diventeranno immortali al ritorno di Cristo e saranno traslati in cielo, senza vedere la morte. I discepoli guardavano con stupore e timore la maestà di Gesù; una nuvola li coprì con la sua ombra ed essi sentirono la voce possente di Dio, che diceva: "Questo è il mio amato Figlio; ascoltatelo". {PS 156,1}
    Dici che Mosè aveva avuto il privilegio di parlare col Signore faccia a faccia. Non

    é vero, nessuno ha visto Dio. Quello é un modo di dire, quando due individui sono inti

    mi, ma nessuno ha visto Dio, neanche Jacobbe che lottò con un angelo, qualcuno dice Dio

    che gli diede un colpo forte sul nervo sciatico e infatti gli israeliti non mangiano quel nervo.

    la lotta di Jacobbe sulle rive del fiume Yabbock e il suo torturarsi perché Esaù stava arrivan

    do con i suoi uomini é di grande intensità lirica e ha ispirato poeti e pittori. Cmq Jacobbe non lottò

    con Dio e non lo vide, come non lo ha visto nessuno fin ora. Vedere faccia a faccia é solo un modo

    di dire.

  5. #5
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    Dici che Mosè aveva avuto il privilegio di parlare col Signore faccia a faccia. Non

    é vero, nessuno ha visto Dio. Quello é un modo di dire, quando due individui sono inti

    mi...
    Intanto, non sono io a dirlo, ma più Scritture. In secondo luogo, puoi avere ragione. Comunque, ci fu un dialogo tra i due.
    Nel "Libro di Mosè", che fa parte di "Dottrina e alleanze", testo mormone:

    1 Parole che Dio rivolse a Mosè, allorché questi fu portato su una montagna altissima 2 ed egli vide Dio faccia a faccia, e parlò con lui, e la gloria di Dio fu su Mosè, perciò Mosè poté sopportare la presenza del Signore.
    3 E Dio parlò a Mosè, dicendo: - Ecco, io sono il Signore Iddio onnipotente, ed infinito è il mio nome, poiché io sono senza principio di giorni o fine d’anni, e ciò non è forse infinito?
    4 Ed ecco, tu sei mio figlio; guarda, dunque, ed io ti mostrerò le opere delle mie mani, ma non tutte, poiché le mie opere sono senza fine, ed anche le mie parole, poiché non cessano mai. 5 Nessun uomo, pertanto, può contemplare tutte le mie opere, a meno che non veda tutta la mia gloria; e nessun uomo può contemplare tutta la mia gloria e poi rimanere nella carne sulla terra.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Intanto, non sono io a dirlo, ma più Scritture. In secondo luogo, puoi avere ragione. Comunque, ci fu un dialogo tra i due.
    Nel "Libro di Mosè", che fa parte di "Dottrina e alleanze", testo mormone:

    1 Parole che Dio rivolse a Mosè, allorché questi fu portato su una montagna altissima 2 ed egli vide Dio faccia a faccia, e parlò con lui, e la gloria di Dio fu su Mosè, perciò Mosè poté sopportare la presenza del Signore.
    3 E Dio parlò a Mosè, dicendo: - Ecco, io sono il Signore Iddio onnipotente, ed infinito è il mio nome, poiché io sono senza principio di giorni o fine d’anni, e ciò non è forse infinito?
    4 Ed ecco, tu sei mio figlio; guarda, dunque, ed io ti mostrerò le opere delle mie mani, ma non tutte, poiché le mie opere sono senza fine, ed anche le mie parole, poiché non cessano mai. 5 Nessun uomo, pertanto, può contemplare tutte le mie opere, a meno che non veda tutta la mia gloria; e nessun uomo può contemplare tutta la mia gloria e poi rimanere nella carne sulla terra.
    Certamente si tratta di una metafora, per farci capire meglio il grado di intimità tra Dio e Mosé-
    Ma nessuno può vedere il volto di Dio e rimanere vivo.

    Lo stesso per Giacobbe, egli lottç con Dio, ma sotto forma di un angelo,
    perché appunto nessuno puo' vedere il volto di Dio e sopravvivere.

  7. #7
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    Doxa.

    Scrivi che neanche gli archeologi hanno trovato testimonianze per tutti quei secoli
    che potresti definire bui. Non é vero. Anzi sorpresi dalle sempre piu' corrispondenze
    tra narrazioni bibliche e ritrovamentzi archeologici, gli assiriologi cominciarono ad oc
    cuparsi del 10mo cap della Genesi di cui si parla di Nimrud che fonda tutti i regni del
    la Mesopotamia.

    Dice che in principio del suo regno fu Babele ed Erech ed Akkad,
    Da quella terra uscì Assur, dove fu costruita Ninive.
    e Chale e Resen.
    Quando gli archeologi scavarono su Chale vennero fuori le rovine di Assur
    Di tutte le città assire citate nella Bibbia solo Resen non é stata ancora trovata.

    La Bibbia é stata di grande aiuto per l'archeologia.

  8. #8
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    Per quanto riguarda l'Esodo, se ben ricordo, da una ricerca effettuata da uno studioso di cui non ricordo il nome, ci sarebbe solo da retrodatare di circa 350 anni le date ufficiali.
    Fin'ora le date non coincidevano con la distruzione delle città conquistate da Giosuè.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda l'Esodo, se ben ricordo, da una ricerca effettuata da uno studioso di cui non ricordo il nome, ci sarebbe solo da retrodatare di circa 350 anni le date ufficiali.
    Fin'ora le date non coincidevano con la distruzione delle città conquistate da Giosuè.
    Si sa che la Storia comincia con Salomone (1000 a C) e siamo molto dopo il fantastico Esodo.
    A questo punto é da considerarlo come un racconto poetico, senza cercare riscontri storici.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiammetta Visualizza Messaggio
    Si sa che la Storia comincia con Salomone (1000 a C) e siamo molto dopo il fantastico Esodo.
    A questo punto é da considerarlo come un racconto poetico, senza cercare riscontri storici.
    Non c'entra Salomone è Giacobbe e Giuseppe che interessano; è la carestia che ha indotto i popoli vicini a riversarsi sul granaio del mondo. Che Giuseppe sia diventato importante si può intuire; un posto in Egitto che non ricordo il nome, un luogo fertile, è risultato abitato esclusivamente da ebrei, come se il faraone avesse fatto una concessione, inoltre risulterebbe abbandonato in tutta fretta. Se la storia venisse retrodatata l'esodo sarebbe successo nel periodo dell'antica dinastia faraonica.
    In questo caso le tracce lasciate dalle città conquistate da Giosuè, mura cadute su terrapieni ed incendi testimoniano anche il periodo dell'anno, poiché i vasi contenenti sementi, ad incendio avvenuto, risultavano agli archeologi degli scavi tutti pieni di semente, cioè a raccolta avvenuta, ed altri reperti che non sto ad elencare.
    Il periodo interessato, come mi sembra di aver detto, credo siano 350 anni prima.
    Al tempo in cui si riferiscono gli egittologhi il popolo giudaico già esisteva come dimostra una stele che enumera i popoli sottomessi all'Egitto, non una tribù ma un popolo.
    Se poi pensi che io dica le cavolate puoi pure continuare a pensarlo.
    Come ragioni tu allora anche la piscina di Siloe narrata nel Vangelo prima che la trovassero veramente era poesia.
    Ultima modifica di crepuscolo; 31-05-2022 alle 20:53

  11. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiammetta Visualizza Messaggio
    Si sa che la Storia comincia con Salomone (1000 a C) e siamo molto dopo il fantastico Esodo.
    A questo punto é da considerarlo come un racconto poetico, senza cercare riscontri storici.
    Dovrebbero nominarti ricercatrice ad honorem. Tutti i ricercatori ad honorem sono convinti che la storia inizi dal 1000 a.C. Tutto ciò che è accaduto prima appartiene alla realtà virtuale, compresi le piramidi egizie, i templi maya, gli scheletri di dinosauri, i fossili, ecc...
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  12. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Non c'entra Salomone è Giacobbe e Giuseppe che interessano; è la carestia che ha indotto i popoli vicini a riversarsi sul granaio del mondo. Che Giuseppe sia diventato importante si può intuire; un posto in Egitto che non ricordo il nome, un luogo fertile, è risultato abitato esclusivamente da ebrei, come se il faraone avesse fatto una concessione, inoltre risulterebbe abbandonato in tutta fretta. Se la storia venisse retrodatata l'esodo sarebbe successo nel periodo dell'antica dinastia faraonica.
    In questo caso le tracce lasciate dalle città conquistate da Giosuè, mura cadute su terrapieni ed incendi testimoniano anche il periodo dell'anno, poiché i vasi contenenti sementi, ad incendio avvenuto, risultavano agli archeologi degli scavi tutti pieni di semente, cioè a raccolta avvenuta, ed altri reperti che non sto ad elencare.
    Il periodo interessato, come mi sembra di aver detto, credo siano 350 anni prima.
    Al tempo in cui si riferiscono gli egittologhi il popolo giudaico già esisteva come dimostra una stele che enumera i popoli sottomessi all'Egitto, non una tribù ma un popolo.
    Se poi pensi che io dica le cavolate puoi pure continuare a pensarlo.
    Come ragioni tu allora anche la piscina di Siloe narrata nel Vangelo prima che la trovassero veramente era poesia.
    Ho detto che la Storia inizia con Salomone (1000 a C) e il Regno del Nord, conquistato dagli Assiri
    , e il Regno del Sud che verrà coquistato da Nabucodonosor, anche Tucidite ne parla, ma di Giosuè
    che se ne va conquistando le città di Canaan non ne parla nessuno tranne la Bibbia.Puo' darsi che tu abbia ragione,
    stiamo scambiando i nostri pareri,mica ci stiamo suonando i bastoni in testa. Certo vi fu una grande carestia (ogni
    tanto ce ne era una) e Giuseppe era diventato consigliere del faraone perchè i fratelli gelosi lo avevano buttato in un
    fosso mostrando poi le sue vesti insanguinate al vecchio Isacco che scoppio' dal dolore perché era uno dei figli dell'amata
    Rahel, essendo Beniamino nato e subito dopo la madre mori' di parto. Ma alcuni mercanti raccolsero Giuseppe e lo vendettero
    come schiavo in Egitto chiudendolo in prigione, Qui il faraone fu tormentato dal sogno delle 7 vacche grasse e 7 vacche magre
    che nessuno dei suoi indovini sapeva risolvere e così fu chiamato Giuseppe che gli spiegò il sogno, 7 anni di abbondanza e 7 di carestia
    quindi risparmiare il grana per i tempi bui. Arrivati i fratelli di Giuseppe a chiedere grano, lui lo riconobbe, loro no, poi si fece riconoscere
    e il faraone disse di trasferirsi loro con i parenti in Egitto. Gli Ebrei scelsero una zona fertile, il delta e in pochi anni si riprodussero e arricchirono
    notevolmente. Ma un giorno sul trono d'Egitto sali' un re che non conosceva Giuseppe e li rese tutti schiavi per 400 anni finché Dio mandò Mose
    a liberarli, conducendoli sulle ali delle aquile. L'età esatta dell'Esodo non la conosco, diciamo dal 1250 al 1200 aC. Buonanotte.

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Dovrebbero nominarti ricercatrice ad honorem. Tutti i ricercatori ad honorem sono convinti che la storia inizi dal 1000 a.C. Tutto ciò che è accaduto prima appartiene alla realtà virtuale, compresi le piramidi egizie, i templi maya, gli scheletri di dinosauri, i fossili, ecc...
    La storia ebraica.

  14. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiammetta Visualizza Messaggio
    La storia ebraica.
    La storia di Roma comincia nel 721 a C. I dinosauri c'erano prima...

    Ricercatrice no, mi basta solo la laurea che ho.
    Ultima modifica di Fiammetta; 31-05-2022 alle 23:18

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiammetta Visualizza Messaggio
    - Dici che Mosè aveva avuto il privilegio di parlare col Signore faccia a faccia.
    Non é vero, nessuno ha visto Dio. - Quello é un modo di dire.... -



    Hai ragione Fiammetta !

    Del resto avresti dovuto riportare, al gran-sapiente di turno, l' ultimo autore sapienziale:

    - Siracide _ capitolo 43 !

    A detto supponente pseudo-docente.. colui che si vanta di essere un "profondo conoscitore" dei sacri testi, ridicolizzando i docenti e/o chiunque contrasta la sua sublime (.. si fa per dire) verita' _ avresti dovuto ancora rammentargli il prologo del tardivo autore Giovanni (o chi per esso... ) ovvero:

    - Gv. 1.18 !! (il riferimento era ovviamente AL divinVasaio celeste )



    -

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