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Discussione: Incontro mondiale delle Famiglie

  1. #1
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Incontro mondiale delle Famiglie

    Bellissime testimonianze di fede, ieri sera, all'incontro mondiale delle Famiglie. Ma allora è proprio vero che esiste anche il Bene, l'Amore, la Condivisione! Per una volta, a fare notizia, non è solo il Male....

    La famiglia si arricchisce nelle differenze

    Sofia ha 5 anni, uno in più di Lilia e Miral. Tutte e tre da quasi un anno e mezzo sono orfane di padre. Il loro amato papà era Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, ucciso mentre stava andando a visitare un progetto alimentare dell’ONU per i bambini. Alcuni dei quali coetanei dei suoi figli. Zakia Seddiki è la vedova di Attanasio, anzi la moglie, perché come spiega all’inizio della sua testimonianza “non mi piace parlare di lui al passato, perché Luca lo sento sempre accanto a me”. Al punto di “sentire la sua presenza tutti i giorni”, in quella che definisce una “famiglia ferita”. Zakia si dice onorata di poter condividere la storia d’amore della sua famiglia alla presenza di Francesco. “La prima volta che le nostre figlie hanno visto il Papa, pensavano fosse un dottore”, rivela riferendosi al colore del vestito, ma “non avevano tutti i torti: perché il Papa è un dottore che cura le anime di tutti i cristiani, che cura sempre chi ha bisogno di conforto”. Zakia, musulmana, sottolinea come la differenza di religione in famiglia non sia mai stata un ostacolo, anzi “ci ha reso sicuramente più ricchi, abbiamo basato la nostra famiglia sull’amore autentico, con rispetto, solidarietà e dialogo tra le nostre culture”. Le rispettive religioni li hanno aiutati “a superare ogni differenza e difficoltà, imparando l’importanza della comunicazione e dell’ascolto e a vivere insieme senza giudicarci, perché abbiamo sempre creduto in quello stesso Dio che ci chiede, in due libri sacri diversi, la Bibbia e il Corano, di amare il prossimo, di fare del bene e mai del male, di rispettare gli altri”. La moglie di Luca Attanasio sottolinea come questi due libri siano sempre stati presenti in ogni casa in cui hanno abituato, libri letti alle bambine, celebrando “insieme, con gioia, il Natale e anche il Ramadan che ci avvicinava alla sofferenza di ogni bambino a cui manca cibo e acqua tutti i giorni”. Il pensiero di Zakia va poi alle “tante donne come me, rimaste da sole con dei bambini. Ho il compito – dice - di trasmettere alle nostre bimbe quell’amore nato con Luca. Possono esserci momenti di sconforto, soprattutto la sera, quando cala il silenzio, quando avrei bisogno di mio marito accanto per far sorridere le nostre tre principesse, per leggere loro una favola, per raccontare le sue mille avventure. Ma sono certa che cresceranno comunque forti, sorridenti e genuine come il loro papà. La vita può essere ingiusta, ma noi non dobbiamo e non possiamo cedere allo sconforto”. Infine l’augurio alle famiglie presenti in Aula Paolo VI e collegate in ogni continente, perché “possano essere, seppur nelle differenze di cultura e nella sofferenza, un luogo dove si possa trovare sempre la luce e la certezza che Dio non ci lascerà mai soli”.

    L’amore sorprende e chiede di accogliere

    Via da Kiev, a inizio marzo. Una decina di giorni dopo l’inizio della guerra. Madre e figlia, costrette a lasciare casa e affetti, ricordi e speranze. Tutto. Il trasferimento ad ovest, poi l’opportunità di andare in Italia, con un pullman. “La decisione di lasciare l’Ucraina mi ha provocato tanta sofferenza”, spiega Iryna, ma è stato per primo il marito a chiederle di mettersi in salvo, a lei e alla loro figlia diciassettenne, Sofia. Entrambe oggi vivono a Roma, ormai da più di due mesi. “Oggi ringrazio Dio perché ha mandato sul nostro cammino tante persone buone che ci hanno aiutato e hanno mostrato un grande cuore dandoci aiuto e speranza”, spiega Iryna con la voce rotta dall’emozione “Tutto questo è possibile grazie a Dio e alla generosità di chi ci sta aiutando”, sottolinea la giovane Sofia. Il pensiero di entrambe è dunque per il Signore, per “la Provvidenza di Dio”. In questo momento le due donne sono ospitate dalla famiglia di Pietro ed Erika, che hanno offerto loro un appartamento appena completato sotto la casa dove vivono. “Nonostante abbiano una famiglia molto numerosa, con 6 figli, ci hanno accolto con amore. Siamo molto grati per questa accoglienza e ospitalità, per l’aiuto dei loro amici e della comunità parrocchiale, rimarca Iryna. In Aula Paolo VI sono presenti anche i due coniugi che ospitano i rifugiati ucraini. Pietro ha 30 anni e non vuole essere considerato “bravo per questa accoglienza: noi ospitiamo Iryna e Sofia per gratitudine a Dio, visto che possiamo solo donare gratuitamente quell’amore che gratuitamente abbiamo ricevuto dal Signore e dalla sua Chiesa”. Anzi, raccontando la sua esperienza, al termine dell’intervento ribadisce: “Senza l’aiuto e la forza della fede, non avremmo accolto nessuno, abbiamo sentito di offrire la nostra disponibilità senza nessuna pretesa, perché siamo convinti che accogliere l’altro che soffre è accogliere Cristo”. La moglie, Erika, non nasconde la sua iniziale sorpresa, quando è arrivata la proposta di accogliere una famiglia ucraina. Oggi, però, considera quest’esperienza come “una grande benedizione dal Cielo” per tutta la sua famiglia.

    La famiglia, dono e fortezza verso la santità
    “La nostra famiglia è il dono più grande che il Signore abbia potuto farci, al suo interno si sono avvicendati momenti belli e meno belli, di grazia e di buio, ma tutto condito dall’amore vicendevole che ci ha fatto superare anche quelli difficili”. Inizia così la testimonianza dei coniugi Roberto e Maria Anselma Corbella, papà e mamma di Chiara Corbella Petrillo, proclamata Serva di Dio dalla Chiesa cattolica nel 2018. “Giorno dopo giorno con l’aiuto di Dio e con l’impegno di ognuno - proseguono - abbiamo costruito questa fortezza, perché la famiglia è una fortezza se l’amore è al centro”. Elisa è moglie, madre di tre figli e vive nel nord Italia. Chiara è tornata alla casa del Padre 10 anni fa, il 13 giugno 2012, dopo aver affrontato “due gravidanze, entrambe con diagnosi infausta di gravi malformazioni incompatibili con la vita. Lei e il marito Enrico – ricordano i nonni - scelgono di accogliere con amore Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni e alla loro nascita dopo averli battezzati li restituiscono al Padre”. La giovane coppia si apre di nuovo alla vita, non molto tempo dopo e questa volta il figlio sta bene. “Francesco oggi ha undici anni”, dicono i coniugi Corbella Petrillo, ancora commossi come si evince dal tono di voce e come coglie anche il pubblico in Aula, che interrompe la loro testimonianza con un caloroso applauso. “Chiara però al quarto mese scopre di avere un problema alla lingua che si rivelerà poi un carcinoma molto aggressivo, ma rimanda tutto ciò che avrebbe potuto compromettere la vita di Francesco a dopo la sua nascita”. Un anno dopo il parto, Chiara muore. Ha solo 28 anni. I genitori ricordano il suo carattere: “Era una persona molto concreta, non scappava difronte alle prove della vita, le affrontava con lo sguardo verso il cielo, fin da quando era bambina il suo procedere aveva sempre un fine. Aveva – proseguono - anche una grande apertura mentale, il suo rispetto per gli altri non indeboliva la sua fede perché lei era sempre coerente ma mai arrogante, mai impositiva, le sue idee non le imponeva ma le promuoveva, soprattutto con l’esempio”. Come ci si ritrova dinanzi a un simile dramma, alla morte di una figlia? La testimonianza dei coniugi vuole rispondere, dinanzi a migliaia di persone in Aula Paolo VI e molte di più collegate da casa, anche a questa domanda: “Come Maria ai piedi della croce, abbiamo accettato senza capire, ma la serenità di Chiara ci ha aperto una finestra sulla eternità e continua ancora oggi a farci luce. È stato difficile per noi accompagnarla alle soglie del Paradiso e lasciarla andare, ma da quel momento è scaturita una tale grazia che ci ha fatto intravvedere il piano di Dio e ci ha impedito – concludono - di cadere nella disperazione”.

    Il Matrimonio, punto di ri-partenza
    Una giovane coppia, quattro figli. Tutto ha inizio dieci anni fa, un incontro avvenuto in palestra. Il fidanzamento, dopo poco più di un anno nasce il primogenito, Matteo. Passa un altro anno e mezzo, papà Luigi e mamma Serena sono poco più che ventenni. Arriva un altro dono di Dio, il piccolo Riccardo. Poi, nel 2018, il terzo figlio, Gabriele. “Con la nascita del primogenito ci siamo scoperti famiglia”, racconta Luigi, oggi 34enne. “Le difficoltà quotidiane non sono mai mancate, perché - rivela - scegliere di accogliere la genitorialità oggi è faticoso, tanto faticoso seppur oltremisura bello”. Un pensiero condiviso con Serena, che parla dei suoi tre figli come del “valore aggiunto in ogni gesto quotidiano, perché ti impongono di avere a cuore il futuro, partendo da quel che c’è e non da quello che vorresti ci fosse”. La giovane mamma però non nasconde l’amarezza per non aver trovato una comunità in grado di accoglierli come genitori, come famiglia per quel che sono, seppur non sposati. “Pur nel nostro particolare cammino nella Chiesa -spiega – un punto fermo lo abbiamo avuto: battezzare i nostri figli”. La coppia parla poi delle tante difficoltà recenti, legate in particolare alla pandemia, la solitudine, la stanchezza fisica e mentale. “Noi non siamo un esempio”, dice ancora Serena, ma “siamo dei semplici genitori che hanno fondato tutti su dei principi umani: amore, obbedienza, rispetto, responsabilità, sacrificio, solidarietà, perdono e resilienza”. Un percorso che ha portato, oggi, ad un riavvicinamento alla Chiesa, a “riaccendere la nostra fede sopita”. Da qui il desiderio, più forte che mai: sposarsi. “Santo Padre, questo è il nostro tortuoso cammino fin qui,​ speriamo e confidiamo che tutto ci porterà a coronare il nostro desiderio di un matrimonio, che sia – concludono - non un punto di arrivo, ma un ulteriore punto di ri-partenza”.


    Oltre la crisi, insieme
    Paul e Germaine Balenza sono sposati da 27 anni. Vivono nella Repubblica Democratica del Congo. Una storia lunga, la loro, fatti di alti e bassi come tutte le coppie. Un anno fa, però, lei decide di andare via di casa. “Mio marito era infedele, non sincero, gestiva male il patrimonio familiare, era più interessato al potere che a noi”, racconta Germaine spiegando la sua decisione di trasferirsi a casa della sorella. Paolo è il presidente dei deputati cattolici del suo Paese, impegnato nella pastorale e affermato artista di Christian Music. “La mia vita è diventata insopportabile, i miei figli erano scioccati, non avrei mai pensato di divorziare”, spiega l’uomo parlando dello scorso anno. In questa situazione, chi ha aiutato i due? “Alcune persone hanno cercato di farmi tornare in me, mentre altre hanno fatto di tutto per aggravare la situazione del mio matrimonio”, rivela Germaine. “Ma il Signore, presente nel nostro matrimonio, ha risposto al desiderio più profondo del mio cuore e lo ha salvato”, dice Paul, riferendosi al ruolo avuto da un'associazione di laici cattolici congolese, chiamata ‘Comunità familiare cristiana’, che ha permesso ai due di incontrarsi, di parlare, di analizzare le loro vite. Prima singolarmente e poi insieme. “Questi incontri ci hanno consentito di dirci in faccia dure verità, di svuotare i nostri cuori dall'odio, dalla rabbia, dalla cattiveria e da altri sentimenti negativi. Alla fine – conclude lei – ci siamo sinceramente perdonati a vicenda e abbiamo deciso di riprendere la nostra vita insieme. Dio era con noi e ci ha dato la forza”.

    https://www.vaticannews.va/it/papa/n...orie-oggi.html
    amate i vostri nemici

  2. #2
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Dove sta il papà nelle prime due testimonianze? Una donna sola può allevare figli, ma se le donne sono due o, Dio non voglia, fossero uomini (orrore), improvvisamente il bambino ha diritto alla mamma e al papà?
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  3. #3
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
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    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Dove sta il papà nelle prime due testimonianze? Una donna sola può allevare figli, ma se le donne sono due o, Dio non voglia, fossero uomini (orrore), improvvisamente il bambino ha diritto alla mamma e al papà?
    se qualcuno argomenta quello come un "diritto", o è molto ignorante, o sta esprimendo una retorica mistificatoria; un esempio:
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Bellissime testimonianze di fede, ieri sera, all'incontro mondiale delle Famiglie. Ma allora è proprio vero che esiste anche il Bene, l'Amore, la Condivisione! Per una volta, a fare notizia, non è solo il Male....

    La famiglia si arricchisce nelle differenze

    Sofia ha 5 anni, uno in più di Lilia e Miral. Tutte e tre da quasi un anno e mezzo sono orfane di padre. Il loro amato papà era Luca Attanasio
    la gente che fa politica dovrebbe sapere che un diritto è erga omnes, vale per tutti; pertanto, lo stato dovrebbe - valesse quel principio - dare un compagno alla vedova, per garantire agli orfani un papà;

    la realtà è che con quella formula edulcorata si vuole introdurre un principio di famiglia canonica, che in effetti la storia stessa rigetta; la cultura umana è piena da sempre di famiglie dei tipi più svariati, e la filiazione è un evento ingovernabile;

    ora, il punto sarebbe che quella retorica, al momento innocua, se valutata come norma cogente - l'aspirazione dichiarata di chi la promuove - dovrebbe necessariamente imporre, che so, di togliere un figlio ad una madre single, magari abbandonata, oppure che non abbia voluto abortire dopo un concepimento occasionale e darlo in adozione ad una coppia, etero naturalmente; perché questa dovrebbe essere la conseguenza forzosa, una volta enunciato il principio;

    tocca citare addirittura i Maneskin:
    la gente parla, non sa di che caxxo parla...

    come al solito, io non mi scandalizzo per le ideologia; per me, si è pure liberissimi di sostenere l'idea che chi non è sposato debba vestire h24 apparati che impediscono l'accoppiamento;
    quello che mi infastidisce è l'ipocrisia di queste formule, con le quali si cerca di far entrare surrettiziamente dalla porta di servizio concezioni della società in contrasto coi valori fondamentali della nostra, senza assumersi onestamente l'onere di esporre quelle concezioni ad un vaglio di quei principi:

    e questo perché l'ipocrisia sui principi forma necessariamente dei pessimi cittadini, come tanti italiani, da secoli attrezzatissimi a raccontarsi le cose come torna comodo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Dove sta il papà nelle prime due testimonianze? Una donna sola può allevare figli, ma se le donne sono due o, Dio non voglia, fossero uomini (orrore), improvvisamente il bambino ha diritto alla mamma e al papà?
    Non hai letto le loro testimonianze? I mariti...i padri...anche se uccisi o lontani, rimangono mariti e padri. L'Amore non s'interrompe!
    amate i vostri nemici

  5. #5
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    Ah, allora un orfano che comunque è stato generato da una mamma e un papà, per quanto morti o lontani, potrebbe essere allevato da chiunque, ce li ha lo stesso la mamma e il papà, l'amore non si interrompe.
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  6. #6
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Appunto! La discriminante è sempre l'Amore, amico Doppio. "Ama! E poi fa' quel che vuoi" dice Sant'Agostino.
    L'Amore supera la Morte, le ingiustizie e le prevaricazioni umane. A distanza di una settimana, quelle testimonianze di Vita risuonano ancora fortemente in me.
    amate i vostri nemici

  7. #7
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: "Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo.

    Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi.

    Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male é un obbligo morale non meno della cooperazione col bene.

    Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora.

    Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora.

    Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora.

    Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire.

    Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria".

    L’amore é il potere più duraturo che vi sia al mondo.

    Martin Luther King
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  8. #8
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Allora se valesse il detto di S. Agostino in maniera così sintetica ediretta, possono fare famiglia due uomini, due donne, adottare bambini, tanto basta avere e dare amore, no?
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  9. #9
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Appunto! La discriminante è sempre l'Amore, amico Doppio. "Ama! E poi fa' quel che vuoi" dice Sant'Agostino.
    L'Amore supera la Morte, le ingiustizie e le prevaricazioni umane. A distanza di una settimana, quelle testimonianze di Vita risuonano ancora fortemente in me.
    Perciò non hai niente contro le adoziona gay?
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  10. #10
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Bellissime testimonianze di fede, ieri sera, all'incontro mondiale delle Famiglie. Ma allora è proprio vero che esiste anche il Bene, l'Amore, la Condivisione! Per una volta, a fare notizia, non è solo il Male....
    Senta conogelato lei pensa che il Bene, l'Amore, la Condivisione esistano solo Lì?

  11. #11
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Fortunatamente e Provvidenzialmente no! Solo che viene tenuto nascosto, non fa abbastanza audience per questa società dei consumi, dove la parola "amore" viene inflazionata e adoperata spesso a sproposito.
    L'Amore del quale parla Sant'Agostino, ripreso anche nel discorso di Martin Luther King, è un Amore totale. Uno stile di Vita! In grado di superare stereotipi e classificazioni umane.
    amate i vostri nemici

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