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Discussione: Per Fiammetta. Perché a Leopardi non è simpatico Enea

  1. #1
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Per Fiammetta. Perché a Leopardi non è simpatico Enea

    Leopardi nello Zibaldone manifesta antipatia per Enea, sia pure a causa di una sua presunta perfezione:"Omero ha fatto Achille infinitamente men bello di quello che poteva farlo...e noi proviamo che ci piace più Achille che Enea ec. onde è falso anche che quello di Virgilio sia maggior poema ec." … Troppa virtù morale, poca forza di passione, troppa ragionevolezza, troppa rettitudine, troppo equilibrio e tranquillità d'animo, troppa placidezza, troppa benignità, troppa bontà. Virgilio descrive divinamente l'amor di Didone per lui: da questo, e quasi da questo solo, ci accorgiamo ch'egli è ancor giovane e bello; e sebben questo in lui non ripugna alla natura e al verisimile naturale, come in Ulisse, pur tanta è la serietà dell'idea che Virgilio ci fa concepir del suo eroe, che la gioventù e la bellezza ci paiono in lui fuor di luogo… E così mentre Virgilio si ferma e si compiace in descrivere la passione di Didone e i suoi vari accidenti, progressi, andamenti, ed effetti…a riguardo d'Enea e della sua passione parla così coperto, anzi dissimulato…anzi serba quasi un così alto silenzio, che e' non mostra essa passione se non indirettamente e p. accidente, e in quanto ella si congettura e si lascia supporre p. necessità da quel ch'ei narra di Didone, e sempre volgendosi alla sola Didone. E par che volentieri, se si fosse potuto, egli avrebbe fatto che il lettore non istimasse Enea per niun modo tocco dalla passion dell'amore (di donna pur sì alta e sì degna e sì magnanima e sì bella e sì amante e tenera), e giudicasse che Didone avesse ottenuto il piacer suo, senza che quegli avesse conceduto. E chi potesse così stimare seconderebbe il desiderio di Virgilio. Tanto egli ebbe a schivo di far comparire nel suo eroe un errore, una debolezza, laddove non v'è cosa più amabile che la debolezza nella forza, né cosa meno amabile che un carattere e una persona senza debolezza veruna. E tanto egli giudicò che dovesse nuocere appo i lettori alla stima non solo, ma all'interesse pel suo Eroe (che mal ei confuse colla stima), il concepirlo e il vederlo capace di passione, capace di amore, tenero, sensibile, di cuore".
    Come dar torto al conte Giacomo? Enea è troppo perfettino per essere simpatico. Anche me garbano di più i mascalzoni alla Ulisse o all'Aiace!
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Leopardi nello Zibaldone manifesta antipatia per Enea, sia pure a causa di una sua presunta perfezione:"Omero ha fatto Achille infinitamente men bello di quello che poteva farlo...e noi proviamo che ci piace più Achille che Enea ec. onde è falso anche che quello di Virgilio sia maggior poema ec." … Troppa virtù morale, poca forza di passione, troppa ragionevolezza, troppa rettitudine, troppo equilibrio e tranquillità d'animo, troppa placidezza, troppa benignità, troppa bontà. Virgilio descrive divinamente l'amor di Didone per lui: da questo, e quasi da questo solo, ci accorgiamo ch'egli è ancor giovane e bello; e sebben questo in lui non ripugna alla natura e al verisimile naturale, come in Ulisse, pur tanta è la serietà dell'idea che Virgilio ci fa concepir del suo eroe, che la gioventù e la bellezza ci paiono in lui fuor di luogo… E così mentre Virgilio si ferma e si compiace in descrivere la passione di Didone e i suoi vari accidenti, progressi, andamenti, ed effetti…a riguardo d'Enea e della sua passione parla così coperto, anzi dissimulato…anzi serba quasi un così alto silenzio, che e' non mostra essa passione se non indirettamente e p. accidente, e in quanto ella si congettura e si lascia supporre p. necessità da quel ch'ei narra di Didone, e sempre volgendosi alla sola Didone. E par che volentieri, se si fosse potuto, egli avrebbe fatto che il lettore non istimasse Enea per niun modo tocco dalla passion dell'amore (di donna pur sì alta e sì degna e sì magnanima e sì bella e sì amante e tenera), e giudicasse che Didone avesse ottenuto il piacer suo, senza che quegli avesse conceduto. E chi potesse così stimare seconderebbe il desiderio di Virgilio. Tanto egli ebbe a schivo di far comparire nel suo eroe un errore, una debolezza, laddove non v'è cosa più amabile che la debolezza nella forza, né cosa meno amabile che un carattere e una persona senza debolezza veruna. E tanto egli giudicò che dovesse nuocere appo i lettori alla stima non solo, ma all'interesse pel suo Eroe (che mal ei confuse colla stima), il concepirlo e il vederlo capace di passione, capace di amore, tenero, sensibile, di cuore".
    Come dar torto al conte Giacomo? Enea è troppo perfettino per essere simpatico. Anche me garbano di più i mascalzoni alla Ulisse o all'Aiace!
    Gentile dott.ssa Pazza, hai scelto da sottopormi un argomento su cui sono stati versati litri di inchiostro.

    La mia stessa professoressa di Lettere, la stessa del Ginnasio e Liceo, ci insegnava Italiano e latino, non perse

    molto tempo su questo argomento. Ella si era diplomata li' con tutti 9 e 10, comincio' a lavorare li', poi fece un

    concorso all'università e lo vinse in Lettere Moderne.. La madre vendeva le verdure al mercato. Non so perché ella

    stessa non si soffermò a lungo su questo argomento. Ci disse e ripetè mille volte che Leopardi non era un pessimista

    cosmico ma amava la vita, le sue eventuali deformazioni fisiche lo avevano bloccato nella corsa verso la vita. Forse ve

    dere maltrattata cos' una donna che aveva chiuso definitivamente l'urna con le ceneri dell'amato Sicheo e che si aspettava

    solo begli imenei e nascita di bambini, pote' fargli male, ma Enea usò verso Didone le parole che usano tutti gli eroi quando

    devono partire, per via del fato perché il loro destino si compia lontano. Qui abbiamo i copia-incolla dei grandi poeti classici dell'antichita',

    anche Odisseo lascia Caliypso, perchè non vedeva l'ora di andarsene di nuovo in mare aperto, Enea lascia Didone che fa la figuraccia di uccidersi

    su una pira giurando odio eterno ai Romani togati, ma quando mai, nel 146 aC caddero Cartagine e Corinto e lìImpero di Roma si espanse di più.

    Virgilio ricorre anche Saffo per descrivere l'innamoramento in Didone, così come era accaduto a lei con la sua Anactoria, e come gia'

    dissi la letteratura é una citazione continua di sè stessa. Forse Leopardi non avrebbe trattato così male Didone, ma quando il sentimento si

    esaurisce, complici gli dei dell'Olimpo, non c'è piu' nulla da fare.
    Ultima modifica di Fiammetta; 11-07-2022 alle 12:50

  3. #3
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    Il punto è che a Leopardi non piaceva Enea perché era perfettino: tutti gli altri eroi avevano qualche difetto, ma lui no. Probabilmente a Giacomino non piaceva perché lo trovava poco plausibile.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Il punto è che a Leopardi non piaceva Enea perché era perfettino: tutti gli altri eroi avevano qualche difetto, ma lui no. Probabilmente a Giacomino non piaceva perché lo trovava poco plausibile.
    Cara amica, ma i difetti di Aenea si vedono subito e danno un po' di fastidio.
    come ti dissi ricordo che il poema si apre con una procella e l'eroe era sicuro
    di soccombere tanto che pianse e scongiurò sua madre di aiutarlo, Giunone
    che gli era contro andò da Eolo per far scatenare i venti, Poseidone si arrabbio'
    per il disordine del mare, alfine Enea trovo' una baietta e scese e qui vide la bellissima
    fanciulla di cui ti parlai, definita col famoso verso "et veru incessu patuit dea" (sembrò
    vera dea nell'incedere), Venere andava da Zeus a dirgli di placare un po queste tempeste
    perchè il figlio doveva fondare Roma. Non mi sembra così perfettino uno che gia' piange
    all'inizio del poema per paura di morire. Certo, Achille e Aiace Telamonio erano piu'
    virili e barbuti, forse possono piacere di piu'.

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