Ciao Fiammetta, mi chiedi di Clitennestra: è una delle figure più misteriose e affascinanti della letteratura greca, prova ne sia che non ha dato pace agli scrittori di varie epoche. Nella leggenda epica più antica (Odissea, III 193 segg., IV 519 segg.) non ha colpa diretta nell'uccisione di Agamennone, anzi cede al seduttore Egisto dopo lunga resistenza. Invece nell'Odissea (XI 409 segg.) ha parte diretta nel delitto (une delle tante prove che Iliade e Odissea sono di due, o anche più, autori diversi). Nell'Orestea di Eschilo uccide essa stessa Agamennone al suo ritorno da Argo ed è poi uccisa da Oreste, dopo Egisto. Ancor più truce è la figura di Clitennestra nell'Elettra di Sofocle, un po' meno selvaggia nell'Elettra di Euripide; questi nell'Ifigenia in Aulide presenta Clitennestra in un'appassionata quanto inutile difesa di Ifigenia. Vari tragici latini rappresentarono Clitennestra, nelle loro tragedie, specialmente Livio Andronico e Lucio Accio. La sua figura fu anche ripresa in età moderna specialmente da J. Racine, nella tragedia Iphigénie en Aulide (1674) che segue Euripide; e da V. Alfieri, nelle tragedie Agamennone (1783), di cui Clitennestra è la vera protagonista, e Oreste (1783).
Il tema centrale dell'epos di Clitennestra è la sofferenza di una madre, privata della figlia Ifigenia per volere di Agamennone, che genera un odio che viene alimentato per dieci lunghi anni, che inizia con la morte della figlia e che cesserà soltanto con quella del marito. Figura grandiosa, che da vittima diventa carnefice, ritemuta dai Greci "un mostro" (Odissea XI, 432), prototipo dell'infamia femminile da contrapporre a Penelope, è stata riabilitata nel corso dei secoli poiché la sua storia ha la peculiarità di adattarsi a qualunque epoca. Clitennestra, ci si è chiesti, è veramente un mostro? Certo, è un’assassina. Ma il suo matrimonio altro non è stato che il susseguirsi di intollerabili violenze. Una di esse è nota: prima di partire per Troia, Agamennone aveva sacrificato agli dei, per propiziarseli, la figlia Ifigenia (sua e di Clitennestra). Ma questo non è che l’ultimo di una serie di crimini. Anche se Eschilo non vi fa cenno e raramente se ne parla, Clitennestra, prima di Agamennone, aveva avuto un altro marito, da cui aveva avuto un figlio: ambedue, marito e figlio neonato, uccisi da Agamennone, che vedendola aveva deciso di farla sua (Euripide, Ifigenia in Aulide, vv.1148-1152). Ben si capisce dunque perché negli anni del femminismo le cause della violenza assassina di Clitennestra non sono state individuate nella sua «mostruosità», ma nelle ingiustizie, le violenze e l’infelicità delle donne nelle società patriarcali. La storia di Clitennestra consente dunque non solo di riflettere sulle discriminazioni di genere, ma anche di pensare una nuova giustizia, all’interno di nuovi rapporti politici e sociali.