Ciò non presuppone che, dopo, le cose siano cambiate....
499 L'approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria 160 anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo. 161 Infatti la nascita di Cristo « non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l'ha consacrata ». 162 La liturgia della Chiesa celebra Maria come la Aeiparthénon, « sempre Vergine ».163
500 A ciò si obietta talvolta che la Scrittura parla di fratelli e di sorelle di Gesù. 164 La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, « fratelli di Gesù » (Mt 13,55), sono i figli di una Maria discepola di Cristo, 165 la quale è designata in modo significativo come « l'altra Maria » (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un'espressione non inusitata nell'Antico Testamento.166
501 Gesù è l'unico Figlio di Maria. Ma la maternità spirituale di Maria 167 si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare: « Ella ha dato alla luce un Figlio, che Dio ha fatto "il primogenito di una moltitudine di fratelli" (Rm 8,29), cioè dei fedeli, alla cui nascita e formazione ella coopera con amore di madre ».168
A intervalli regolari spuntano dubbi sullo "scandalo" della verginità di Maria. Ma se Ella è la tutta pura, tutta per Dio, la Madre di Dio, come è possibile anche solo pensare che qualcun'altro potesse accostarsi a Lei? La grandezza di San Giuseppe è stata capire ciò, amici ed amiche. Capire l'enormità del Mistero!
amate i vostri nemici
Perciò una dottrina elaborata da una teologia di secoli dopo, fornisce informazioni più affidabili del contesto storico e delle parole decisamente poco equivocabili del vangelo?
Nessuno scandalo comunque, solo un aprirsi spontaneamente alla vita (per dirla alla Conogelato), sarebbe stato più scandaloso un figlio unico in quel tempo.
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Moderatore droghe
Matteo dice chiaramente che Giuseppe conobbe Maria dopo che ebbe il primogenito (se Gesù fosse stato figlio unico quel "primogenito" sarebbe stato quanto meno curioso), e San Gerolamo lo conferma con quel "donec" che significa "sino al momento in cui", ma ai cattolici piace sbugiardare persino i loro santi se non stanno in riga. Giacomo, che Matteo e Gerolamo (tra le altri fonti) definiscono "fratello" di Gesù, per la CEI diventa "cugino".
semel in anno licet insanire, cotidie melius
καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν si può tradurre "e non ci mettere alla prova".
semel in anno licet insanire, cotidie melius
Sul Padre Nostro la questione della traduzione è stata realmente dibattuta.
Il testo ebraico è diverso da quello greco e quindi da quello latino. In esso infatti non c'è il senso di "indurre" o "mettere" in tentazione, cosa che presupporrebbe un intento ambiguo da parte della divinità.
E, se non ricordo male, non c'è neanche il concetto di tentazione.
Tra l'altro esiste la medesima preghiera in aramaico.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
La prima delle due traduzioni del Padre nostro, quella tradizionale, ricalca la versione latina (Vulgata) del vangelo: «non ci indurre in tentazione (ma liberaci dal male)». La traduzione più recente della Conferenza episcopale (2008) riporta invece: «non abbandonarci alla tentazione (ma liberaci dal male)». Sia la prima che la seconda versione intendono tradurre il verbo greco che è alla base, che significa alla lettera «far entrare, introdurre». Tutto sta nel vedere che cosa si intenda con la parola «tentazione», o per meglio dire «prova». Ora, sembra plausibile che Dio, per quanto permetta che i suoi figli vengano a confrontarsi con una prova, non potrà mai esserne il responsabile diretto, questo almeno nell'ottica cristiana.
semel in anno licet insanire, cotidie melius
Ma il verbo "inducere" in latino vuol dire proprio portare di proposito qualcuno a fare qualcosa.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze