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Discussione: Per la dott.ssa Pazza. Brani tratti dal flauto di vertebre di Majakovskij

  1. #1
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    Per la dott.ssa Pazza. Brani tratti dal flauto di vertebre di Majakovskij

    Vladimir Majakovskij ( 1893-1930)


    Ho bestemmiato.
    Ho urlato che Dio non esiste,
    e lui ha tratto dal fondo dell'inferno
    una donna che farebbe tremare una montagna.
    e mi ha comandato:
    amala|

    Dio é soddisfatto.
    Nell'erta sotto il cielo
    un uomo tormentato s'è inselvatichito e spento
    Dio si stropiccia le mani.
    Dio pensa:
    aspetta, Vladimir|

    Fa' quello che ti pare.
    Squartami, se vuoi.
    Io stesso, giusto, ti laverò le mani
    Però,
    ascolta|
    Portati via la maledetta,
    che m'hai comandato di amare|

    Se é vero che esisti,
    o Dio
    o mio Dio,
    se tu hai intessuto il tappeto di stelle,
    se questo tormento,
    moltiplicato ogni giorno,
    é, Signore,una prova mandata giu' da te,
    indossa la toga del giudice.


    Serrerò la bocca.
    Non udranno un grido
    dalle labbra morse.
    Legami alle comete, come alla coda di cavalli,
    trascinami,
    squarciandomi sulle punte delle stelle,


    Fa' quello che ti pare.
    Squartami se vuoi.
    Io stesso, giusto, ti laverò le mani
    Però,
    Ascolta|
    Portati via la maledetta,
    che m'hai comandato d'amare|

    Miglia di strade calpestano i miei passi.
    Dove andrò a nascondere il mio inferno?
    Da quale Hoffmann celeste
    sei stata concepita, maledetta?

    FINE

  2. #2
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Secondo molti la poesia majakovskiana avrebbe la grave colpa di aver esaltato una rivoluzione criminosa, ma in realtà occorre fare di Majakovskij non il poeta della rivoluzione, ma una vittima della rivoluzione, un giullare tragico del nuovo Potere. Non un poeta di corte della nuova tradizione bolscevica, ma un paradossale smascheratore dei miti rivoluzionari.
    Questa è la giusta premessa per leggere e apprezzare oggi i versi del grande poeta russo che occupa un posto di rilievo nel panorama della poesia del Novecento. Egli ha utilizzato i modelli espressivi delle avanguardie per realizzare una poesia che riscatta quanto di arbitrario o comunque di pura esperienza formalistica c’è nella letteratura.
    Majakovskij è un avanguardista anomalo: la sua scrittura consiste nel superamento della ricerca formale fine a se stessa propria delle avanguardie europee; sceglie una poesia che morde la realtà e che trova la sua ragione di essere proprio nella corrispondenza con le esigenze della società russa.
    Majakovskij è stato un poeta che è vissuto e si è suicidato avendo addosso l’ansia febbrile di testimoniare il proprio tempo, leggiamolo quindi come una voce autentica che tocca e dissacra l’anima. La sua poesia resta una scintilla che ancora accende le parole e provoca incendi nei cuori puri.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  3. #3
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Secondo molti la poesia majakovskiana avrebbe la grave colpa di aver esaltato una rivoluzione criminosa, ma in realtà occorre fare di Majakovskij non il poeta della rivoluzione, ma una vittima della rivoluzione, un giullare tragico del nuovo Potere. Non un poeta di corte della nuova tradizione bolscevica, ma un paradossale smascheratore dei miti rivoluzionari.
    Questa è la giusta premessa per leggere e apprezzare oggi i versi del grande poeta russo che occupa un posto di rilievo nel panorama della poesia del Novecento. Egli ha utilizzato i modelli espressivi delle avanguardie per realizzare una poesia che riscatta quanto di arbitrario o comunque di pura esperienza formalistica c’è nella letteratura.
    Majakovskij è un avanguardista anomalo: la sua scrittura consiste nel superamento della ricerca formale fine a se stessa propria delle avanguardie europee; sceglie una poesia che morde la realtà e che trova la sua ragione di essere proprio nella corrispondenza con le esigenze della società russa.
    Majakovskij è stato un poeta che è vissuto e si è suicidato avendo addosso l’ansia febbrile di testimoniare il proprio tempo, leggiamolo quindi come una voce autentica che tocca e dissacra l’anima. La sua poesia resta una scintilla che ancora accende le parole e provoca incendi nei cuori puri.
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  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Secondo molti la poesia majakovskiana avrebbe la grave colpa di aver esaltato una rivoluzione criminosa, ma in realtà occorre fare di Majakovskij non il poeta della rivoluzione, ma una vittima della rivoluzione, un giullare tragico del nuovo Potere. Non un poeta di corte della nuova tradizione bolscevica, ma un paradossale smascheratore dei miti rivoluzionari.
    Questa è la giusta premessa per leggere e apprezzare oggi i versi del grande poeta russo che occupa un posto di rilievo nel panorama della poesia del Novecento. Egli ha utilizzato i modelli espressivi delle avanguardie per realizzare una poesia che riscatta quanto di arbitrario o comunque di pura esperienza formalistica c’è nella letteratura.
    Majakovskij è un avanguardista anomalo: la sua scrittura consiste nel superamento della ricerca formale fine a se stessa propria delle avanguardie europee; sceglie una poesia che morde la realtà e che trova la sua ragione di essere proprio nella corrispondenza con le esigenze della società russa.
    Majakovskij è stato un poeta che è vissuto e si è suicidato avendo addosso l’ansia febbrile di testimoniare il proprio tempo, leggiamolo quindi come una voce autentica che tocca e dissacra l’anima. La sua poesia resta una scintilla che ancora accende le parole e provoca incendi nei cuori puri.
    (OT) cara dottssa Pazza prima di risponderti volevo dirti che qui i messaggi privati non mi partono, dice ASPETTa 6o'', 56'', 25''. 12'', 3'' e poi n60'' insomma a me non mi mpartono, é un pc ASUS relativamente nuovo, 7 mesi, ti volevo dire che io sono iscrittain Valle dell'eco forum (Tiziana). areaforum (tessa), termometro politico )Liutgarda) tu stai in qualcuno di questi forum anche? questi sono piu' rapidi con i mess privati, casomai puoi iscriverti alla Valle' vedi un po. devo uscire lo sai.Bello quello che hai scritto.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiammetta Visualizza Messaggio
    (OT) cara dottssa Pazza prima di risponderti volevo dirti che qui i messaggi privati non mi partono, dice ASPETTa 6o'', 56'', 25''. 12'', 3'' e poi n60'' insomma a me non mi mpartono, é un pc ASUS relativamente nuovo, 7 mesi, ti volevo dire che io sono iscrittain Valle dell'eco forum (Tiziana). areaforum (tessa), termometro politico )Liutgarda) tu stai in qualcuno di questi forum anche? questi sono piu' rapidi con i mess privati, casomai puoi iscriverti alla Valle' vedi un po. devo uscire lo sai.Bello quello che hai scritto.

  6. #6
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    Diceva Pasternak:" Amavo profondamente pe prime poesie di

    Maijakovskij. Sullo sfondo delle pagliacciate dell'epoca la sua

    serietà grave, severa, dolente era così insolita| Era una poesia

    magistralmente scolpita, altera, demoniaca e al tempostesso ter-

    ribilmente condannata, agonizzante, quasi implorante soccorso".


    Quella sua debolezza altera é indissolubilmente legata con la tragica

    grandezza degli anni della rivoluzione, con la sua solitudine, che si trovò

    materia per un ancora troppo intricato dramma; in cui si perse con tante altre

    speranze, anche la sua poesia e quella russa.
    Ultima modifica di Fiammetta; 30-07-2022 alle 20:07

  7. #7
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    Cara amica, ti ripeto che inviarti qui un mess privato é una dannazione, se tu hai ancora il nick della Valle, dammelo, non so se li' siano rapidi o no, sono 4 anni che anche io non invio mess privati la'. Mica posso stare un'ora ad aspettare che il mess parta e poi mi dicono di aspettare ancora 54'' e poi 44'' etc, ok? Ho avuto delle cose da fare, vedo di scrivere qualcosa. ciao.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiammetta Visualizza Messaggio
    Cara amica, ti ripeto che inviarti qui un mess privato é una dannazione, se tu hai ancora il nick della Valle, dammelo, non so se li' siano rapidi o no, sono 4 anni che anche io non invio mess privati la'. Mica posso stare un'ora ad aspettare che il mess parta e poi mi dicono di aspettare ancora 54'' e poi 44'' etc, ok? Ho avuto delle cose da fare, vedo di scrivere qualcosa. ciao.
    Ciao, guarda che i tuoi messaggi privati mi arrivano tutti (anche in triplice copia!) non scriverli anche qui.
    Stasera esco a fare bisboccia con gli amici. Domani ti rispondo su Vladimir Vladimirovic,
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  9. #9
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    Vladimir Majakovskij inizia la sua attività poetica come futurista ma lo scoppio della guerra porta a galla le differenze tra la sua poetica e quella del futurismo italiano. La sua formazione ideologica e la militanza politica lo pongono di fronte alla guerra in modo antitetico rispetto a Marinetti. Majakovskij la odia e la condanna totalmente. Inoltre Il gioco, il libero arbitrio di parole e immagini che per i futuristi sono il punto di arrivo, per Vladimir sono solo un mezzo; strumenti per realizzare una poesia che morda la realtà e risponda ai problemi della società russa. Da ciò deriva una produzione il cui significato consiste nel superamento della ricerca formale fine a se stessa propria di tante avanguardia europee, il futurismo italiano anzitutto. Majakovskij utilizza (con un procedimento che ricorda la tecnica del montaggio cinematografico di certo cinema russo di quegli anni) stravolgimenti del dato reale, accostamenti e urti fra toni e situazioni diverse. Il suo intento è rendere, attraverso questa tecnica, il senso di una precisa realtà storica.
    Majakovskij, dal successo della rivoluzione, trae ulteriore incitamento per la polemica contro l’arte del passato e abbraccia la tesi di Lenin la tesi di Lenin che, muovendo dall’esame della situazione russa, pensa alla realizzazione di una profonda rinnovazione che passi però attraverso un’utilizzazione critica della cultura borghese del passato. Nel 1923 Majakovskij fonda il Fronte di sinistra delle arti (LEF) ed è significativo che, presentando il programma, egli si scagli "contro chi alla poesia delle casette [sentimentale, piccolo borghese] ha sostituito la poesia dei comitati di caseggiato [populistica, rozzamente partitica]".
    E intanto in certi suoi componimenti, come “La Mania delle riunioni” o “Critica dell’autocritica” (1928), satireggia l’apparente autocritica che tanti funzionari erano pronti a fare ma come ossequio formale, senza che poi nulla cambiasse; oppure, ne “La Cimice” (1929) egli denuncia la grettezza e l’arrivismo della nuova società.
    Con l’avvento di Stalin (1922) la situazione culturale è sempre più orientata verso una linea ufficiale – di cui l’Associazione degli scrittori proletari (RAPP) si avviava a diventare depositaria – e Majakovskij diventa sempre più isolato. Tuttavia, il suo impegno di fedeltà alla rivoluzione non viene mai meno: nel 1930 scioglie il LEF e aderisce al RAPP. Ma due mesi dopo, in una situazione di grande isolamento e depressione – alla quale non sono estranee ragioni sentimentali – conclude con il suicidio la sua vita.
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  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Vladimir Majakovskij inizia la sua attività poetica come futurista ma lo scoppio della guerra porta a galla le differenze tra la sua poetica e quella del futurismo italiano. La sua formazione ideologica e la militanza politica lo pongono di fronte alla guerra in modo antitetico rispetto a Marinetti. Majakovskij la odia e la condanna totalmente. Inoltre Il gioco, il libero arbitrio di parole e immagini che per i futuristi sono il punto di arrivo, per Vladimir sono solo un mezzo; strumenti per realizzare una poesia che morda la realtà e risponda ai problemi della società russa. Da ciò deriva una produzione il cui significato consiste nel superamento della ricerca formale fine a se stessa propria di tante avanguardia europee, il futurismo italiano anzitutto. Majakovskij utilizza (con un procedimento che ricorda la tecnica del montaggio cinematografico di certo cinema russo di quegli anni) stravolgimenti del dato reale, accostamenti e urti fra toni e situazioni diverse. Il suo intento è rendere, attraverso questa tecnica, il senso di una precisa realtà storica.
    Majakovskij, dal successo della rivoluzione, trae ulteriore incitamento per la polemica contro l’arte del passato e abbraccia la tesi di Lenin la tesi di Lenin che, muovendo dall’esame della situazione russa, pensa alla realizzazione di una profonda rinnovazione che passi però attraverso un’utilizzazione critica della cultura borghese del passato. Nel 1923 Majakovskij fonda il Fronte di sinistra delle arti (LEF) ed è significativo che, presentando il programma, egli si scagli "contro chi alla poesia delle casette [sentimentale, piccolo borghese] ha sostituito la poesia dei comitati di caseggiato [populistica, rozzamente partitica]".
    E intanto in certi suoi componimenti, come “La Mania delle riunioni” o “Critica dell’autocritica” (1928), satireggia l’apparente autocritica che tanti funzionari erano pronti a fare ma come ossequio formale, senza che poi nulla cambiasse; oppure, ne “La Cimice” (1929) egli denuncia la grettezza e l’arrivismo della nuova società.
    Con l’avvento di Stalin (1922) la situazione culturale è sempre più orientata verso una linea ufficiale – di cui l’Associazione degli scrittori proletari (RAPP) si avviava a diventare depositaria – e Majakovskij diventa sempre più isolato. Tuttavia, il suo impegno di fedeltà alla rivoluzione non viene mai meno: nel 1930 scioglie il LEF e aderisce al RAPP. Ma due mesi dopo, in una situazione di grande isolamento e depressione – alla quale non sono estranee ragioni sentimentali – conclude con il suicidio la sua vita.
    Cara dottssa Pazza, ieri mi avevi scritto che saresti andata a far bisboccia,

    e mi avresti risposto oggi, ma poi la sera ho visto che avevi scritto. Oggi qui

    sono 35 gradi, sento un po' caldo...

    Questi poeti russi della rivoluzione si uccidono tutti, Esenin lascio' scritto col sangue:

    non é difficile morire, vivere é di gran lunga piu' difficile...e si uccise, il paesetto nata

    le ha preso il suo nome manco fosse stato Puccini e Torre del Lago Puccini.

    Di Majakoskvij , forse il piu' amato poeta tra questi, non si comprende sino in fondo, il

    suo zelo propagandistico, l'integrazione forzata di sé stesso e dei suoi compagni nella

    coscienza sociale, la mania associativa, cooperativa, la sottomissione alla voce dell'attualità.

    Ricordiamo, con i versi recitati dalla sorella davanti al suo cadavere, la purezza di Majakovskij,

    la sua purezza umanistica, il puro, enorme grido di dolore che egli fu contro la" valanga delle cose!" :

    E sento che l'io é piccolo per me|

    Qualcuno erompe da me ostinato.
    Allò
    Chi parla| Mamma|
    Mamma| Vostro figlio é magnigicamente malato.
    Mamma| Ha un incendioi nel cuore.
    Dite alle sorelle, Ljuda e Olja,
    che non sa più dove rifugiarsi.


    FINE

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