Il termine “ira di Dio” usato tanto spesso anche nei testi sacri (probabilmente per un’errata interpretazione o traduzione) è un’offesa a Dio.
L’ira è un vizio umano,un peccato che non può essere attribuito a un Dio che è Bontà e Misericordia infinita( neanche per giustificare azioni di giustizia).
Per lo stesso motivo non si può parlare di castighi divini:l’uomo si castiga da sé con i suoi comportamenti sregolati.
Come il castigo anche il premio non fa parte dell’atteggiamento divino perché il rapporto uomo-Dio assumerebbe l’aspetto di una compra-vendita.
Il comportamento dell’uomo è corretto se corre sul binario dell’amore senza secondi fini.
L’amore anche verso un nemico e la morte di Gesù ,segno di solidarietà con un’Umanità sofferente,sconvolge le coscienze di quanti cercano risposte per una serenità che non guarda al mondo ma allo Spirito.L’amore verso sé e gli altri potrebbe sembrare solo un comando divino a cui obbedire,una sdolcinatura / alibi per affrontare la vita già così avversa.
Perché amare un nemico,perdonare a chi mi ha fatto del male andando contro una logica umana? Probabilmente per vivere più in pace perché la vendetta chiama vendetta,la violenza accende violenza e spesso il violento ha la meglio sull’innocente.
Per rispondere ai” perché “delle fondamentali indicazioni divine(che si possono leggere nei testi sacri) e vederci più chiaro è necessario indossare gli “occhiali” dell’amore( non quello astratto,sdolcinato,ripetuto come un ritornello ma quell’atteggiamento interiore che coinvolge tutta la persona dal suo pensare,al suo atteggiarsi,al suo programmare,al suo agire).Ogni giorno è necessario andare a scuola di questo amore ricercando l’aiuto dello Spirito Divino.